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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 15 dicembre 2011

La città dei bambini perduti - Jean Pierre Jeunet, Marc Caro

La città dei bambini perduti, film altrimenti chiamato semplicemente La città perduta, è il terzo film di Jean Pierre Jeunet che recensisco sul sito, dopo Il favoloso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passioni, film che ho molto apprezzato, ognuno a suo modo.

La città dei bambini perduti è stato scritto e diretto in coabitazione con Marc Caro, ma l’impronta di Jeunet si vede comunque, a cominciare dal cast di attori, molti già visti proprio ne Il favoloso mondo di Amelie, Una lunga domenica di passioni, Delicatessen, etc.

Se i due film già recensiti raccontavano una storia d’amore, seppur vista con degli occhiali surreali, questo terzo film, che in realtà li precede essendo datato 1995, sfocia nettamente nel genere fantastico, con addirittura derive cyberpunk.

Ecco in sintesi la sua trama: Krank è un uomo concepito in provetta da uno scienziato con l’obiettivo di realizzare l’uomo più intelligente del mondo. Il risultato è stato invece una persona che invecchia in modo rapidissimo perché non riesce a sognare.
Egli, allora, aiutato in ciò dai suoi fratelli (dei cloni anch’essi concepiti in provetta e tutti uguali tra di loro), rapisce dei bambini per impadronirsi dei loro sogni.
Il problema è che tali bambini sognano solo incubi, per il semplice fatto che hanno paura di lui e del posto in cui sono finiti.
Un giorno Krank rapisce Denrée, il fratellino di One, uomo con non tanto cervello ma con molta forza (di lavoro faceva proprio il forzuto circense), che si mette subito alla sua ricerca, aiutato dalla piccola Miette, bambina decisamente adulta e sveglia, con cui intesserà un’amicizia tenera e affettuosa.
I due quindi si dirigono verso la "città dei bambini perduti", nonostante l’opposizione di alcuni personaggi come le sorelle siamesi Octopus.

La città dei bambini perduti inizia con un bizzarro incubo di un bambino, e, tornati alla realtà, prosegue con una situazione ancora più bizzarra, mostrandoci un cervello in salamoia (tale Irvin), uno scienziato pazzo, sei cloni identici e una principessa nana.

Per fortuna la presenza dei soliti attori del "clan Jeunet" aumenta un poco il senso di familiarità, aiutato in questo, curiosamente, anche dal Salvatore de Il nome della rosa, l’indimenticabile gobbo fuori di testa che proclamava "Penitenziàgite!" e che qui è nelle vesti di protagonista principale.

L’atmosfera è certamente più curiosa rispetto a Il favoloso mondo di Amelie o a Una lunga domenica di passioni, certamente più vicino in questo al visionario Delicatessen.

La città dei bambini perduti non presenta dialoghi arguti e vivaci come nei film già recensiti di Jeunet, ma in compenso propone dei personaggi decisamente memorabili, nonché una scenografia che anch’essa non faticherà a rimanere nella memoria dello spettatore.

A mio avviso siamo una spanna sotto i film prima citati, ma ciononostante La città dei bambini perduti è un film originale e curioso che a mio avviso vale la pena vedere.

Fosco Del Nero



Titolo: La città dei bambini perduti (La cité des enfants perdus).
Genere: fantastico.
Regista: Jean Pierre Jeunet.
Attori: Ron Perlman, Judith Vittet, Dominique Pinon, Daniel Emilfork, Jean-Claude Dreyfus, Rufus, Serge Merlin, Jean-Louis Trintignant.
Anno: 1995.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

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