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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 7 marzo 2017

Omen - Il presagio - Richard Donner

Non avevo mai visto il film Omen - Il presagio, il classico dell’orrore diretto da Richard Donner nel 1976… e avevo fatto bene. 

Nonostante non mi abbia mai ispirato, sono andato a vedermelo essenzialmente per la presenza in esso di Gregory Peck, attore che ho sempre stimato molto e visto volentieri in film come Il buio oltre la siepe, L’ultima spiaggia, Vacanze romane… e cito anche il più recente I soldi degli altri.

Anche il regista non era un nome nuovo per me, giacché di Richard Donner avevo già visto I Goonies… e chi non lo ha visto tra quelli della mia generazione, o un poco più avanti o un poco più indietro?
Anche se vederlo da grande non è stato poi così esaltante, come ho scritto nella recensione. Nella carriera di Donner, comunque, rientrano altri film di grande successo, come Ladyhawke, S.O.S. fantasmi o Arma letale.

Ma andiamo a parlare de Il presagio, cominciando dalla trama: siamo a Roma e Katherine (Lee Remick), moglie di Robert Thorn (Gregory Peck), ha dato alla luce un bambino morto. L’uomo, dando seguito al suggerimento di uno strano sacerdote, acconsente all’ipotesi di consegnare alla donna, in sostituzione del suo, un bambino nato quella stessa notte, la cui madre era deceduta e non aveva parenti.

Tutti felici, dunque, con un piccolo particolare: il piccolo Damien (Harvey Stephens) nel corso degli anni si rivelerà assai strano, e anzi col passare del tempo mostrerà la sua diabolicità, aiutato in questo anche dalla bambinaia, la Signora Baylock (Billie Whitelaw), peraltro presentatasi e assunta in circostanze misteriose.

In pratica, tutto Il presagio è strutturato così: succedono cose misteriose se non proprio inquietanti, ma la gente fa spallucce, non se ne cura, fino a ritrovarsi ad avere davanti morti, sangue e anticristi. 

Ciò che, per la cronaca, è l’identikit dei pessimi film horror: la stupidità dei protagonisti… o, per volerla inquadrare da un altro punto di vista, il fatto che la sceneggiatura sia palesemente forzata, con l’intento di procedere in una certa direzione quando qualunque essere umano di media intelligenza (forse persino bassa intelligenza) avrebbe agito in altro modo… fosse anche solo scappando a gambe levate.

Ma i protagonisti dei film horror tonti no, vanno avanti imperterriti!

Ad aggravare il pesante bilancio de Omen - Il presagio ci si mette anche il palese tentativo di plagio de L’esorcista, nonché il probabile tentativo di cavalcarne l’onda di successo, giacché il film di Richard Donner segue di tre anni quello di William Friedkin: abbiamo la religione cristiana, abbiamo sacerdoti, abbiamo un esorcista, abbiamo un bambino/a in cui c’è il diavolo dentro, abbiamo della gente benestante che non sa affrontare il problema, abbiamo la solita escalation di episodi inquietanti, abbiamo qualcuno che si accorge della cosa ma finisce male, etc.

La cosa ridicola, peraltro, è che Il presagio non fa per nulla paura, e non è inquietante se non nelle reazioni ottuse dei protagonisti… che infatti finiscono tutti male.

Mi dispiace solo che Gregory Peck, all’epoca già abbastanza avanti con gli anni e probabilmente a fine carriera o comunque alla ricerca di qualcosa che la rivitalizzasse, si sia prestato a questo progetto davvero mediocre… e soprattutto alla ridicola scena di lotta con la tata-governante, in cui incredibilmente l'uomo non riusciva a prevalere.

Beh, non aggiungo altro, se non: cercate qualcosa di bello altrove… oppure guardatelo con l’intento di farvi due risate, e in questo modo il film potrebbe acquisire un suo senso.

Fosco Del Nero



Titolo: Omen - Il presagio (The omen).
Genere: horror, drammatico.
Regista: Richard Donner.
Attori: Gregory Peck, David Warner, Lee Remick, Billie Whitelaw, Harvey Stephens, Patrick Troughton, Martin Benson, Robert Rietty.
Anno: 1976.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

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