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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 16 gennaio 2018

Il quarto tipo - Olatunde Osunsanmi

Il quarto tipo è un film piuttosto strano, per diversi motivi.
Passo a descriverli tutti.

Tanto per cominciare, si propone come film-documentario, e lo fa in modo audace, affiancando le scene girate (in cui l’interprete protagonista è Milla Jovovich) a scene presunte di repertorio (in cui figurerebbe la psicologa che Milla Jovovich interpreta), cui sono annessi anche audio vari, sempre con la presunzione che si tratti degli audio originali di sedute psicologiche e registrazioni varie.

Il tutto è riferito ai fatti accaduti nella cittadina di Nome, in Alaska, laddove anni fa sono sparite numerose persone in circostanze misteriose, senza che tante siano state ritrovate e con l’FBI che ha svolto indagini sul posto.
Il quarto tipo collega tali sparizioni agli alieni e agli incontri ravvicinati, rapimenti compresi, cosa che dà il nome al film.

A tutto ciò si aggiungono anche i filmati in cui il regista, Olatunde Osunsanmi, statunitense di origine africana, intervista la presunta protagonista di tali eventi, la dottoressa Abigail Tyler… che però è un’attrice essa stessa, Charlotte Milchard, col tutto che dunque si riduce a un falso documentario.
Che al tempo è stato lanciato dalla casa produttrice anche con siti falsi, documentazioni e testimonianze false, etc, senza contare l’introduzione al film della stessa Milla Jovovich, che annuncia un film basato su fatti veri e accompagnato da immagini reali, probabilmente con l’intenzione di generare una sorta di effetto The Blair witch project (o forse più Paranormal activity, data l'ambientazione "casalinga").

Cosa riuscita male, come riuscito non troppo bene è il film, il quale comunque si distingue per l’originalità della sua costruzione: le scene con l’attrice principale (diciamo così) si alternano alle scene con l’attrice secondaria, le quali peraltro spesso si sovrappongono nell’immagine, in una sorta di continua alternanza.

Ma, se lasciamo da parte il bailamme del contorno, nonché la stravaganza registica, rimane una storia piuttosto banale, giacché il tema delle abduction non è certo nuovo nel cinema, priva di innovazioni, priva di mordente, e anzi con personaggi un po’ ottusi, diciamo così, fatto che non giova alla credibilità del film… a proposito di credibilità.

L’unico elemento di interesse è l’abbinamento tra alieni, abduction e storia sumera, cosa che da un lato ricorda gli annunaki di Sitchin e dintorni, o gli elohim della Bibbia che dir si voglia (ossia esseri semidei che ritengono che l’umanità sia di loro proprietà, o addirittura di loro invenzione), e dall’altro i demoni di Malanga (entità aliene che riescono a entrare in un corpo umano, dando luogo ad esigenze di esorcismo-allontanamento)… ed è un abbinamento che ha una verità di fondo, col film che per l’appunto sembra riguardare più le possessioni demoniche da parte di entità che si autodefiniscono deità rispetto all’uomo, il quale sarebbe una sorta di loro schiavo. Anche l’elemento gnostico degli arconti malvagi potrebbe trovare un qualche posto in tale finzione simbolica.
All'interno di tale simbologia, vien detto a chiare lettere che l'essere umano è una proprietà di tali entità, e vien fatto intendere ugualmente a chiare lettere che non c'è via di scampo. Non è così, ovviamente, ma loro devono farlo credere all'uomo in modo che esso non possa destarsi e continui a essere il loro cibo sottile (e a volte neanche tanto sottile).
A proposito, se il film è solamente un finto documentario, è comunque vero che nella località in questione e nei dintorni negli ultimi decenni è sparito un ingente numero di persone, improvvisamente e senza lasciare tracce (fatto statisticamente anomalo, visto che, come prevedibile, in quella zona la densità demografica è molto bassa... eppure l'Alaska è al primo posto negli USA in questa triste classifica), tanto da attirare l'attenzione e le investigazioni dell'FBI.

A parte tale elemento peculiare (che potrebbe in effetti elevare l'interesse in chi fosse propenso a tali tematiche), e a parte la tecnica registica curiosa, Il quarto tipo di Olatunde Osunsanmi rimane un film mediocre, non ha molto da offrire, e peraltro parte con la pesante tara della menzogna e del tentato inganno ai danni dello spettatore, che certamente non lo rendono meritevole di simpatia.

Fosco Del Nero



Titolo: Il quarto tipo (The fourth kind).
Genere: drammatico, fantascienza.
Regista: Olatunde Osunsanmi.
Attori: Milla Jovovich, Will Patton, Hakeem Kae-Kazim, Corey Johnson, Enzo Cilenti, Elias Koteas, Alisha Seaton, Daphne Alexander, Mia McKenna-Bruce.
Anno: 2009.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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