martedì 21 maggio 2019

L’ultima tempesta - Peter Greenaway

Non avevo mai visto finora un film di Peter Greenaway e, a essere onesto, non mi ricordo come io sia arrivato al suo L’ultima tempesta, sorta di rappresentazione cinematografica de La tempesta di William Shakespeare.

Inizio subito col dire che L’ultima tempesta non è un film convenzionale, quindi non accostatevici con l’intento di rilassarvi o di assistere ad una trama “normale”.

Già l’origine shakespeariana dell’opera suggerisce un approccio differente… e l’impronta di Peter Greenaway completa il quadro, con l’espressione “quadro” che non è usata a caso, dal momento che L’ultima tempesta, più che un film, è una somma di elementi letterari (Shakespeare, come detto), pittorici (soprattutto della pittura europea del ‘500 e del ‘600), musicali (di genere classico e lirico)... e persino il ballo trova un suo ampio spazio. Per non parlare degli elementi esistenziali, credo originati più da Shakespeare che dal regista, e comunque presenti in modo abbondante.

Ma andiamo con ordine e tratteggiamo per sommissimi capi la trama del film: Prospero, già Duca di Milano, è stato tradito da suo fratello, il quale si è impossessato del suo regno, ed esiliato in un’isoletta, dove ha trascorso gli ultimi anni con la bellissima figlia Miranda e un nutrito nugolo di servitori.
Non solo servitori umani, ma anche servitori spiriti, tra cui Ariel, il suo favorito, il quale lo aiuterà grandemente a raddrizzare le cose, che comprendono anche Calebano, uno spirito cattivo, e Ferdinando, il figlio del suo nemico.

Il film procede secondo i vari libri, ventiquattro, che Prospero, gran sapiente e anzi vero e proprio mago, si è portato nell’isola, e che costituiscono la fonte del suo sapere e del suo potere, ma soprattutto procede per immagini e scene tutte surreali, grottesche e apparentemente folli.

In effetti, per certi versi è difficile valutare un’opera come L’ultima tempesta… o meglio, è anche facile valutarla, ma tutto dipende dall’ottica con cui la si inquadra.
Se ci si avvicina a essa come si fa con un film d’intrattenimento, risulterà inguardabile e noiosa. 
Se ci si accosta come ad un’opera d’arte che propone bellezza e ispirazione, si troverà molto, soprattutto tra le arti prima citate. 
Se, infine, la si guarda con occhio esistenzial-spirituale, si troverà anche di più… ma in questo caso occorrerà essere ben attenti e saldi e non farsi distrarre da colori, inquadrature e movimenti vari, i quali, proprio come fa la vita, rapiscono l’attenzione dello spettatore dai veri contenuti.

Ed eccoli i veri contenuti dell’opera, o almeno alcuni di essi, narrati dalla voce narrante di Prospero, la quale non è un monologo, ma poco ci manca.

“Il libro degli specchi, legato e broccato d’oro, consta di un’ottantina di pagine, tutte riflettenti. 
Alcuni specchi riflettono semplicemente il lettore; altri il lettore come egli sarà tra un anno da quel momento; oppure come egli sarebbe se fosse un bambino, un mostro o un angelo. 
Quando s’aprono le pagine di questo libro, facciate e prospettive balzano fuori a tutto tondo. Vi sono modellini di vari edifici, costantemente oscurati dall’ombra di nuvole passeggere. Brillano le luci di notturne vedute urbane, e sole e musica dall’interno di saloni e torri.”

“Sia fatta la volontà dall’Altissimo.”

“Stai serena, bada alle angosce. 
Dì al tuo cuore pietoso che non fu fatto alcun male.”

“Ora il tempo è venuto: è il momento che tu apra le orecchie, obbedisci e sta’ bene attenta.”

“Per questo motivo affidai il governo a mio fratello, estraniandomi dagli affari di stato, assorbito com’ero dallo studio delle scienze occulte.”

“A che punto siamo del giorno?”
“È passato il mezzodì.”
“Il tempo che resta da quest’ora dobbiamo spenderlo in modo altamente proficuo.”

“Perdono, padrone, risponderò fedelmente ai tuoi comandi, e farò sempre il mio dovere di spirito.”

“Svegliati, mia diletta, svegliati.” (con le parole scritte sullo schermo a caratteri grandi, a sottolineare il concetto)

“Tutto sta accadendo come il mio spirito suggerisce.”

“Conviene che io renda difficile questa rapida avventura, perché una facile vittoria non renda meno prezioso il premio.”

“Questo mio meschino lavoro potrebbe essermi pesante quanto odioso, ma il padrone che io servo ravviva ciò che è morto, e fa della mia fatica un piacere.”

“Nulla è eterno.”

“Rincuorati, mio signore. La nostra commedia ora è finita. Questi nostri attori erano puro spirito, e si sono dissolti nell’aria sottile.  ”

“Come l’edificio senza fondamenta di questa visione, le torri cinte di nubi, i palazzi sontuosi, i templi solenni, lo stesso globo terracqueo, e tutto ciò che esso contiene, si dissolveranno. E al pari di questo incorporeo spettacolo ora svanito, non lasceranno alcuna traccia.
Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni, e le nostre piccole vite sono circondate da un grande sonno.”

“Lascia stare, sono solo stracci.
Che senso ha invaghirsi di questo ciarpame?”

“E voi fermi, là, che siete sotto incantamento. L’incanto si dissolve veloce, e come il mattino che vince sulla notte sciogliendone l’oscurità, così i loro sensi che riaffiorano cominciano a scacciare i fumi dell’incoscienza che ammantano la loro un tempo chiara ragione.”

“Affrettati, o spirito, che ben presto sarai anche tu libero.”

“Irreparabile è la sua perdita, e la rassegnazione non può darmi aiuto.”
“Credo invece che voi non lo abbiate cercato. Io dalla rassegnazione, per una eguale perdita, ho ricevuto sovrano conforto, e adesso mi trovo contento.”

“Com'è bello il genere umano.”

“Che nessuno mai pensi solo a sé stesso.”

“Sei bravo e diligente, e preso sarai libero.”

“Se per i vostri peccati voi clemenza sperate, che la vostra indulgenza ora liberi me.”

Come vedete, c’è parecchio ne L’ultima tempesta, dalla natura effimera e caduca dell’esistenza allo stato di addormentamento, dal principio del perdono alla ricerca e liberazione interiore.
A voi decidere se guardarlo e, nel caso, con che occhi.

Ultime due considerazioni: la prima è che il film non si pone problemi a mostrare corpi nudi, e anzi propone la più alta quantità di corpi nudi che abbia mai visto in un film, e per distacco. Anche questo potrebbe rappresentare un elemento distraente, per cui vi avviso prima.

La seconda è che alcune scene hanno una potenza evocativa non indifferente, come quella in cui Prospero passa in mezzo a due file di specchi (cosa che si commenta da sé), o come quella in cui riferisce della natura dell’esistenza umana (con un sottofondo di campane a sottolineare la gravità), o come quella dello sposalizio tra Miranda e Ferdinando, che al contrario mi ha ricordato un arcano dei tarocchi (gli Amanti, nella versione di Crowley).

Fosco Del Nero



Titolo: L’ultima tempesta (The prospero’s book).
Genere: grottesco, drammatico, psicologico, fantastico, esistenziale.
Regista: Peter Greenaway.
Attori: Erland Josephson, Michel Blanc, John Gielgud, Isabelle Pasco, Michael Clark, Nastassja Kinski, Mark Rylance, Tom Bell, Jim Van Der Woude, Deborah Conway.
Anno: 1991.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.