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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 23 giugno 2020

Le ali della libertà - Frank Darabont

Giacché mi ero visto Il miglio verde e The Majestic, con risultati discretamente positivi, e nonostante non ce l’abbia fatta ad andare avanti a vedere The mist, ho deciso di terminare la visione della breve filmografia del regista Frank Darabont con il suo primo film, che peraltro è probabilmente quello più famoso, e certamente quello più riuscito: Le ali della libertà.

Andiamo subito a tratteggiare la trama del film: siamo nel 1947, quando il vice-direttore di banca Andy Dufresne (Tim Robbins; Allucinazione perversaBull Durham - Un gioco a tre mani, Mister hula hoop, The lucky ones - Un viaggio inaspettato, Howard e il destino del mondo) viene accusato del duplice omicidio di sua moglie e del suo amante… che in effetti aveva pensato di compiere, con tanto di pistola appresso, salvo poi desistere dal suo intento.
Gli vengono imposti due ergastoli, da scontare nel carcere di Shawshank, un luogo di assassini, stupratori, sodomiti e assortimento vario, anche se nel mucchio si trovano anche delle brave persone, come il “procuratore” Red (Morgan Freeman; Non è mai troppo tardi, Lucy, OblivionUn'impresa da Dio) o il bibliotecario Brooks (James Whitmore; Il pianeta delle scimmie).
Andy passerà quasi vent’anni nel carcere, tra alterne fortune, comprensive sia di violenze sessuali subite da un gruppo chiamato “Le sorelle”, sia del successo nel metter su una biblioteca di gran valore per un carcere, utile anche allo studio e al recupero di tante persone, pur in un ambiente difficile sia per la violenza di tanti detenuti, sia per la violenza delle stesse guardie.

Evidentemente Frank Darabont è attratto dalle tematiche pesanti, giacché in ogni suo film vi sono violenza, tristezza, dramma, ingiustizia, sopraffazione.
O forse è semplicemente un dritto che mette su scenari che fanno presa su largo pubblico, ovviamente portato a simpatizzare per il malcapitato e sfortunato di turno.

Tuttavia, occorre essere onesti e dire anche che il regista sa il fatto suo, tanto a livello di regia quanto a livello di montaggio, e che utilizza dei cast di spessore nonché delle sceneggiature ugualmente accattivanti: in questo caso, il film prende le mosse da un racconto di Stephen King (come era stato per Il miglio verde e The mist, peraltro).
In mezzo a tanta violenza e sopraffazione, c’è perlomeno l’elemento della speranza a fare da sfondo, nonché una sorta di effetto karmico per cui alla fine le persone ottengono quello che si meritano… perlomeno agli occhi del pubblico comune, cui è destinato il film.

Nel complesso, Le ali della libertà è un buon film, di buona fattura e di buon successo (tra gli altri riconoscimenti, dieci candidature ai Premi Oscar, due candidature a Golden Globes e Saturn Award, etc)…
… ma per onestà devo dire anche che, se pure vi fossero stato disponibili altri film di Frank Darabont, non li avrei guardati, giacché il suo tratteggiare eventi drammatici e tristi mi ha già stancato.

Fosco Del Nero



Titolo: Le ali della libertà (The shawshank redemption).
Genere: drammatico.
Regista: Frank Darabont.
Attori: Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler, Clancy Brown, Gil Bellows, James Whitmore, Mark Rolston.
Anno: 1994.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


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