martedì 8 agosto 2023

L’organo genocida - Shuko Murase

L’organo genocida è il secondo film d’animazione giapponese che vedo tratto dai romanzi dell’autore giapponese Project Itoh (pseudonimo di Satoshi Ito, peraltro morto ancora giovane): il precedente è stato L’impero dei cadaveri, che mi aveva colpito soprattutto per l’atmosfera e lo sfondo, certamente mutuati dal romanzo omonimo.

Entrambi i film sono ambientati in Europa, ma in modo molto diverso: se L’impero dei cadaveri disegnava un’ucronia fantastica rispetto al diciannovesimo secolo, L’organo genocida affronta le tematiche della guerra e dello spionaggio dei tempi moderni.

Se il primo film partiva da una Londra in stile steampunk, il secondo parte da Sarajevo, città sulla quale (in un 2015 alternativo, che tecnicamente, anche in questo caso, ci porta nel genere dell’ucronia) viene sganciata una bomba nucleare artigianale, evento che fa esplodere ovunque la guerra al terrorismo e che acuisce le tensioni tra le nazioni.

Aumentano largamente anche la sorveglianza e il controllo (solita dicotomia tra la libertà e la sicurezza, per cui si sacrifica la prima in omaggio alla seconda): non siamo ai livello della distopia, ma ci avviciniamo, tratteggiando sofisticate operazioni di spionaggio, gruppi di resistenza altrettanto ben organizzati, con tanto di trapianti di cornee, polpastrelli, etc, al fine di evitare certi controlli.

Molte democrazie sono divenute semi-dittatoriali o comunque fortemente manipolatrici-impositive (come è già ora, peraltro, anche se in molti ancora non se ne sono accorti), e il mondo in generale attraversa una fase di caos, per la quale è imputato soprattutto tale John Paul, il quale avrebbe scoperto delle dinamiche psico-linguistico-neurologiche capaci di scatenare fenomeni individuali e collettivi di violenza e genocidio.

Clavis Shepherd, giovane agente della CIA, viene assegnato il compito di individuare e arrestare Paul, considerato un pericoloso terrorista. Per far ciò, avvicina Lucia Skroupova, ex amante dell’uomo, la quale si guadagna da vivere insegnando il ceco agli stranieri che vanno a vivere nella Repubblica Ceca.
Non per niente, nel film è citato lo scrittore Kafka, come vengono fatte altre citazioni “colte”.

La trama de L’organo genocida è interessante, per quanto a tratti molto cervellotica.
Nella storia vi sono sia dialoghi e rapporti tra esseri umani, sia azione, sparatorie, sangue e scene splatter; non è certamente un cartone animato per bambini.

Nel suo essere maturo e crudo, nonché portatore di tematiche interessanti (collegamento tra linguaggio, neurologia, psiche e comportamento, per quanto con lo spunto semplicistico della “costrizione”), L’organo genocida si rivolge a un pubblico adulto sia come età anagrafica che come età interiore, diciamo così, e in ciò ha il suo valore… per quanto a tratti lo abbia trovato un po’ lento e non molto coinvolgente.

Il livello tecnico-esteriore dell’opera è buono e quello contenutistico-interiore ugualmente buono, anche se si sente la mancanza di un maggiore approfondimento umano, nonché una certa tendenza a tratteggiare scenari cinici.

Fosco Del Nero



Titolo: L’organo genocida (Gyakusatsu kikan).
Genere: anime, animazione, guerra, drammatico, ucronia.
Regista: Shuko Murase.
Anno: 2017.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.