martedì 8 ottobre 2024

Agora - Alejandro Amenabar

Agora è il quinto film di Alejandro Amenabar che vedo: dopo The others, Apri gli occhiMare dentro e Tutto su mia madre. Data la qualità media del regista spagnolo, nonché il cast e l’argomento importante e delicato di Agora, ci ho messo molto per accostarmi al film in questione, giacché temevo su vari versanti, tra manipolazione culturale, violenza e dramma.

La storia di Ipazia, almeno per sommi capi, è famosa, ed essendovi di mezzo battaglie di dominio tra pagani, ebrei e cristiani, nonché tematiche maschiliste-femministe, il rischio di un prodotto “poco pulito” era dietro l’angolo, nonostante la buona fama del regista.

Partiamo dalla trama del film e poi lo commentiamo: siamo alla fine del quarto secolo dopo Cristo, ad Alessandria d’Egitto, in un periodo di forti tensioni tra gruppi religiosi. La tradizione pagano-ellenistica è in crisi, mentre sono in forte ascesa i cristiani, con gli ebrei a fare da sfondo e a partecipare, essi stessi, alla contesa.

La lotta “religiosa” si mescola alla tematica sociale del ruolo della donna, ciò che trova in Ipazia un bersaglio perfetto: intelligente, colta, studiosa, insegnante, bella e attraente, restia al matrimonio e alla sottomissione a una figura maschile… tutto ciò che non piace alla cultura maschilista delle emergenti religioni monoteiste di allora.

Il film, della durata di più di due ore, si divide in due parti: la prima mostra lo scontro tra pagani e cristiani che condusse alla confisca del Serapeo (ossia il tempio e la famosa Biblioteca di Alessandria) ai danni dei pagani, per ordine dell’Imperatore Teodosio; la seconda mostra l’emergere del potere del Vescovo Cirillo, di fatto avversario del Prefetto Oreste, ex allievo di Ipazia.

Agora è un film esteticamente bellissimo: come solitamente si usa in questi casi, il passato viene edulcorato di tutte le questioni problematiche e mostrato più splendido di quanto fosse: gli abiti, l’architettura, l’igiene, etc.
Anche l’aspetto dell’insegnamento e della discussione intellettuale, per quanto presentati in modo piuttosto naif, vantano il loro fascino: in effetti, Agora fa venir voglia di vivere quel tempo e quel luogo (disordini e omicidi a parte).

Il problema è che non solo tutto è edulcorato, ma di storico c’è molto poco (a cominciare dal coinvolgimento di Ipazia nella questione del Serapeo, per proseguire sulla sua età al tempo dei fatti): da quel che ho letto online, la lista di inesattezze storiche del film è molto lunga… e qua torniamo all’aspetto potenzialmente manipolatorio. I cristiani sono tutti brutti, sporchi e cattivi; gli ebrei una via di mezzo; i pagani, nonostante qualche punto debole, appaiono come i più intelligenti e meritevoli… anche se poi sono proprio loro ad aver iniziato i disordini e i massacri.

La sensazione generale è quella di un film anticristiano e tendenzialmente femminista… come va di moda nei tempi recenti. 

Togliendo tali questioni di mezzo, Agorà è un film esteticamente bellissimo, con un ottimo cast e un’eccellente Rachel Weisz come protagonista (non una novità: La mummia, La mummia - Il ritornoConstantine, L’albero della vitaIl grande e potente Oz, Amabili resti, Io ballo da sola), godibile per larghi tratti e per molti motivi (fotografia, costumi, etc); parallelamente, Amenabar si conferma regista di ottimo livello… pochi film, ma buoni.

Fosco Del Nero



Titolo: Agora.
Genere: storico, biografico, drammatico.
Regista: Alejandro Amenabar.
Attori: Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale, Rupert Evans, Richard Durden, Sami Samir, Manuel Cauchi, Homayoun Ershadi, Oshri Cohen, Harry Borg, Charles Thake, Yousef 'Joe' Sweid, Andre Agius, Paul Barnes.
Anno: 2009.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.