Sono un grande estimatore di Paolo Virzì da quando vidi, ormai tanti anni fa, il suo bellissimo Ovosodo, secondo me uno dei migliori film italiani di sempre.
Da allora, in omaggio alla mia filosofia “cerca le opere dei migliori” mi sono visto diversi suoi film, tra cui il recente N - Io e Napoleone, che ho recensito da poco.
Con questo spirito ho guardato anche Tutta la vita davanti, film con cui Virzì esplora il mondo del precariato lavorativo, dei call center e delle vendite telefoniche.
Un tema un poco spinoso…
E forse proprio l’argomento sensibile ha deviato la naturale brillantezza del regista, contaminandola nello sforzo di rendere il film non offensivo per questa o per quella categoria.
Intendiamoci, la mano di Virzì si vede, e Tutta la vita davanti è a tratti divertente e gustoso, mentre in altri tratti fa riflettere secondo lo stile agro-dolce del regista, però… però...
Ecco la storia: Marta (Isabella Ragonese) è una brillante laureata in filosofia, la quale non trova un lavoro che uno nel suo ramo di studi.
Presa dallo sconforto, prima si offre come baby sitter, e poi comincia a lavorare presso il call center in cui lavora anche Sonia (Micaela Ramazzotti), la mamma della bambina.
L’ambiente del call center è un miscuglio tra delirio di onnipotenza e relazioni umane ipocrite e invidiose: in esso la fanno da padroni Claudio (Massimo Ghini) e Daniela (Sabrina Ferilli).
Il call center è suddiviso in management, telefoniste (tutte ragazze) e venditori (tutti ragazzi).
Tra questi Lucio 2 (Elio Germano, ottimo protagonista di N - Io e Napoleone), tipico venditore affettato e orientato all’obiettivo.
Nel call center Marta si troverà inaspettatamente bene, tanto da risultare una delle migliori telefoniste (in un trionfo di premi, nomination, licenziamenti pubblici che ricorda molto il Grande Fratello, non a caso citato nel film), nonché da finire sul taccuino di Daniela e Claudio, due personaggi apparentemente molto forti ma che non tarderanno a manifestare i loro punti deboli.
E forse è proprio questo il punto debole di Tutta la vita davanti: si basa tutto su luoghi comuni, che, per carità, troveranno anche una qualche corrispondenza nella realtà delle cose (una corrispondenza ben triste), ma che sono descritti come dei cliché assolutamente smaccati.
Ecco che la laurea in filosofia non serve e si finisce nel call center, ecco che le telefoniste del call center sono subdole e menzognere, ecco che i venditori sono disposti a tutto per denaro e successo, ecco che il manager d’azienda è un uomo di successo ma con molti scheletri nell’armadio, idem per la capo-telefonista, la quale addirittura vanta una vera doppia personalità, ecco che il sindacalista (Valerio Mastandrea) sembra tanto un bravo ragazzo ma pure lui si fa i suoi porci comodi, ecco che la bella ragazza che ha difficoltà con i soldi pensa di prostituirsi, etc…
Insomma, la storia c’è, gli attori pure, gli spunti anche… ma il modo in cui tutto è stato affrontato a mio avviso diminuisce il valore del film fino a una semplice sufficienza. Non c'è tanto un affresco sociale, quanto una storia fatta di personaggetti e macchiette.
Fosco Del Nero
Titolo: Tutta la vita davanti (Tutta la vita davanti).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Paolo Virzì.
Attori: Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Massimo Ghini, Micaela Ramazzotti, Claudio Fragasso, Elena Arvigo.
Anno: 2008.
Voto: 6.
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