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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 27 ottobre 2011

Fanboys - Kyle Newman

Fanboys è un altro film pescato a caso dal mare magnum di internet, alla ricerca di una commediola simpatica e allegra, possibilmente con un umorismo decente e non proprio terra terra.
Ho avuto i primi due punti, ma sfortunatamente non il terzo…

Ecco la trama di Fanboys, film uscito nel 2008 ma ambientato nel 1998, alla vigilia dell’uscita al cinema del primo episodio di Star Wars, ovviamente attesissimo dai suoi fan.

I protagonisti del film recensito oggi sono proprio dei fan sfegatati di Star Wars, talmente tanto fan da progettare di andare negli uffici di George Lucas per rubare il montaggio del primo episodio e vederselo in anteprima.

Tra i protagonisti dello scalcinato gruppo di cinque giovani (quatto ragazzi e una ragazza), Jay Baruchel (recensito da poco ne L’apprendista stregone) e Kristen Bell (bravissima protagonista della serie tv Veronica Mars). Da citare anche Dan Fogler, sorta di nuovo John Belushi (non so se sia un complimento, ma tant’è).

Da citare anche un piccolo cameo di Kevin Smith, regista di film altrettanto comico-demenziali come Clerks, Dogma, Zack e Miri (il secondo è il migliore del trittico, a parer mio).

Fanboys è in buona sostanza un road movie con il tema di Star Wars al posto di quello del sesso, che anzi, rispettando in pieno il luogo comune per cui gli appassionati di fantascienza sono un pochetto imbranati, latita parecchio.

Nel mezzo del viaggio, c’è tempo per parlare di amicizia, di rissare con i fan di Star Trek (a quanto pare negli Usa c’è grande rivalità tra i fan del film e della serie tv), di fare qualche sorriso e qualche risata.
Oltre che di fare molta confusione, ovviamente…

Il film sfiora la sufficienza: strappa qualche sorriso, parte da una premessa originale, per quanto sostanzialmente innocua, ed è in buona parte simpatico, anche se per lunghi tratti è scontato e non offre certamente un’ironia di grande spessore.
Se ci si accontenta, comunque, fa trascorrere un’oretta e mezza gioviale e spensierata.

Fosco Del Nero



Titolo: Fanboys (Fanboys).
Genere: comico, commedia.
Regista: Kyle Newman.
Attori: Sam Huntington, Kristen Bell, Jay Baruchel, Dan Fogler, Chris Marquette, Thom Bishops, David Denman, Charlie B. Brown, Ernest Cline, Hugh Elliot, Carrie Fisher.
Anno: 2008.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 24 ottobre 2011

Arthur e il popolo dei Minimei - Luc Besson

Luc Besson è un regista che apprezzo parecchio, tanto che finora ho visto svariati suoi film: Nikita, Leon, Il quinto elemento (il più costoso film francese di sempre), Angel-A, Adele e l'enigma del faraone… e con oggi anche Arthur e il popolo dei Minimei. All’elenco peraltro aggiungo anche Wasabi, da Besson scritto e prodotto, per quanto non diretto.

Si tratta di film assai diversi l’uno dall’altro, fatto che testimonia la grande flessibilità del regista francese, capace di spaziare da Nikita e Leon ad Angel-A, Adele ed Arthur, il quale peraltro è un film fantasy che mescola animazione e recitazione, e in modo ben dosato.

Ecco la trama di Arthur e il popolo dei Minimei: Arthur (Freddie Highmore) è un bambino che vive con la nonna Marguerite (Mia Farrow, probabilmente più espressiva ora di quando era giovane) in una fattoria del Connecticut. I genitori sono in viaggio come al solito, mentre il nonno Archibald è scomparso anni prima cercando un famigerato tesoro presso il piccolo popolo dei Minimei.

Va da sé che Artur è fortemente incoraggiato da tutti a non credere alle favole, per non fare la stessa fine del nonno, ma l’urgenza del momento, ossia il rischio di perdere la fattoria per debiti, lo spinge a tentare l’impresa e a trovare i messaggi nascosti del nonno.

Nel momento in cui il giovane ha successo, e davvero finisce nella terra dei Minimei, termina la parte recitata del film e inizia quella animata, decisamente più affascinante e intrigante.

Arthur e il popolo dei Minimei è un fantasy leggero e semplice, con una trama lineare e dei personaggi classicheggianti (il bambino eroe, la principessa delle favole, il re benevolo, il mostro cattivo da sconfiggere, etc), che peraltro pesca a piene mani dalla letteratura per l’infanzia (tra gli altri, per un motivo o per un altro ricorda Gulliver, La spada nella roccia, L’isola del tesoro, etc), risultando alla fine un film d’animazione esso stesso per l’infanzia-adolescenza, ma anche per i più grandi, come peraltro la letteratura cui strizza l’occhio.

Alcuni momenti del film sono delle vere chicche, o dal punto di vista visivo o da quello verbale, e complessivamente Arthur e il popolo dei Minimei è un fantasy fiabesco carino, gradevole e simpaticissimo, anche se non memorabile.

Il discreto successo della pellicola ha portato peraltro a due seguiti, ossia Arthur e la vendetta di Maltazard e Arthur 3 - La guerra dei due mondi.

Fosco Del Nero



Titolo: Arthur e il popolo dei Minimei (Arthur et les Minimoys).
Genere: animazione, fantastico, commedia.
Regista: Luc Besson.
Attori: Freddie Highmore, Mia Farrow, Penny Balfour, Adam LeFevre, , Doug Rand, Jean Bejote Njamba, Ron Crawford, Saul Jephcott, Eric Balliet, Lee de Long, Christian Erickson, Oxmo Puccino.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 20 ottobre 2011

The uninvited - Charles Guard, Thomas Guard

Anna, adolescente dall’apparenza assai delicata, è appena uscita da un istituto psichiatrico, a seguito della morte in un incendio della madre malata.

A casa troverà il padre, la sorella maggiore Alex e la nuova compagna del padre, che poi era l’infermiera della madre.

A seguito di numerose visioni di fantasmi, bambini morti e scenari più o meno sanguinolenti, si fa strada in lei la convinzione che la madre non sia morta per un semplice accidente, ma che la rampante infermiera c’entri qualcosa. Le due sorelle si mettono dunque a investigare, scoprendo che…

The uninvited è il remake americano del film sudcoreano Two sisters (già recensito su Cinema e film parecchio tempo fa e protagonista di una buona valutazione), e conferma la scarsa propensione degli americani a guardare film orientali… o almeno a guardarli prima che venga fatto il remake a stelle e strisce.

Se in taluni casi tale remake aveva ottenuto buoni frutti (The ring, The grudge), così non è stato per The uninvited, che al contrario fa un grosso buco nell’acqua.

Intanto, inspiegabilmente, i due curatori del remake (i fratelli Charles Guard e Thomas Guard) hanno letteralmente cambiato genere al film, passando da un horror psicologico a un thriller psicologico, mutandone al contempo la trama, e rendendola a mio avviso assai meno efficace.

Anche per via di un’atmosfera generale decisamente meno ispirata dell’originale Two sisters, che al contrario si segnalava per una scenografia curatissima dal punto di vista estetico ed efficacissima da quello delle sensazioni evocate.

La sensazione è che da questo punto di vista il film sia stato mutilato, anche per via di dialoghi e comportamenti poco convincenti.

La presenza nel ruolo di Alex di Arielle Kebbel, peraltro, ricordandomi a piè sospinto il film comico-demenziale American pie 4 - Band camp, non ha contribuito al tutto (anche se questo è stato certamente un mio limite).

Segnalo inoltre, nel ruolo dell’attraente e infida matrigna Elizabeth Banks, già vista e recensita in Zack e Miri, Seabiscuit e Travolti dal destino, qua protagonista di una buona recitazione come peraltro la giovanissima Emily Browning.

Rimane il fatto che The uninvited è una pallidissima, banalotta, noiosetta (e scostata, come abbiamo visto) imitazione di Two sisters, film ben più riuscito a cui vi rimando… a meno che, come gli americani, siate incapaci di guardare un film con degli attori dagli occhi a mandorla.

Fosco Del Nero



Titolo: The uninvited (The uninvited).
Genere: thriller, horror, psicologico.
Regista: Charles Guard, Thomas Guard.
Attori: Emily Browning, Arielle Kebbel, Elizabeth Banks, David Strathairn, Maya Massar, Dean Paul Gibson, Kevin McNulty, Jesse Moss, Lex Burnham.
Anno: 2009.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 17 ottobre 2011

Prendi i soldi e scappa - Woody Allen

Se questo è il ventunesimo film di Woody Allen che appare su Cinema e film, è in realtà il suo primo dal punto di vista cronologico: parlo dunque di Prendi i soldi e scappa, film dell’ormai lontanissimo 1969.

Peraltro, ormai sto per terminare i film di Woody Allen, e lo dico con un po’ di dispiacere, dal momento che sono un grande fan del regista americano, specie di quello prima maniera, di quello che ha girato capolavori come Manhattan, Il dormiglione, Amore e guerra, La dea dell’amore, La maledizione dello scorpione di giada, etc.

Devo dire che non fatico a capire come mai Allen si sia subito segnalato nel cinema che conta, dal momento che l’incipit di questo suo primo lavoro, Prendi i soldi e scappa, è a dir poco favoloso: otto minuti di ironia serrata e invitante che rappresentano un ottimo viatico per il resto del film.

Film che vede come protagonista Virgil Stardwell (Woody Allen), ragazzo di Baltimora intelligente ma disadattato che finisce per dedicare la sua vita al crimine, per quanto a un crimine decisamente poco sanguinolento e molto naif.

Nel bel mezzo della sua “carriera criminale” egli conoscerà Louise (Janet Margolin) e se ne innamorerà perdutamente, così come lei di lui, anche se questo non bloccherà la di lui passione criminosa.

Prendi i soldi e scappa va avanti tra gag visive (molte) e motteggi ironici (molti anche questi), proponendo anche un po’ di azione e dinamismo, tra colpi in banca e fughe dal carcere (si fa per dire in ambo i casi).

In alcuni momenti, devo dire la verità, il film è fin troppo naif, ma ha comunque il merito di non prendersi mai sul serio, e di procedere imperterrito col suo umorismo, fatto che lo rende a suo modo lineare e coerente, e che grazie al ritmo rapido impedisce allo spettatore di riflettere su eventuali manchevolezze.

Complessivamente parlando, Prendi i soldi e scappa non è certo all’altezza di costruzioni narrative come La dea dell’amore, La maledizione dello scorpione di giada, Amore e guerra, Provaci ancora, Sam, ma comunque è un'opera assai gradevole e riuscita.

Fosco Del Nero



Titolo: Prendi i soldi e scappa (Take the money and run).
Genere: commedia, comico, sentimentale.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Janet Margolin, Jan Merlin, Marcel Hillaire, Lonny Chapman.
Anno: 1969.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 13 ottobre 2011

Al di là dei sogni - Vincent Ward

Quest’oggi recensisco uno dei film più belli che abbia mai visto, che ho guardato per la prima volta anni fa ma che non avevo mai rivisto da quando ho aperto Cinema e film: si tratta di Al di là dei sogni, film diretto da Vincent Ward nel 1998.

Protagonisti: Robin Williams, affiancato da Annabella Sciorra e Cuba Gooding Jr., con una piccola parte anche per Max von Sydow (indimenticabile ne Il settimo sigillo così come ne L’esorcista).

Per i più curiosi, preciso che al tempo lo guardai perché un veggente brasiliano lo indicò come perfetta rappresentazione di quello che accade dopo la morte.
Va da sé che, curioso come sono, non potevo non vedermelo….

Ecco in breve la trama di Al di là dei sogni: Chris Nelsen è sposato con Annie, e i due vivono felici con i loro due figli. I quali, però, sfortunatamente un giorno muoiono in un incidente stradale.
Annie, una pittrice assai sensibile, entra in depressione, e per lei sarà un durissimo colpo la successiva morte dello stesso Chris, anche in questo caso per un incidente stradale, mentre l'uomo, un dottore, stava soccorrendo dei feriti in una strada.
Il film, basato su un romanzo di Richard Matheson, segue l’esistenza post-mortem dell’uomo, erudito da Albert, una sorta di spirito guida nonché una persona conosciuta in vita, sulle regole del posto… che dapprima l'uomo non accetterà.

Detto del motivo per cui ho visto il film, è da sottolineare subito un’altra cosa: la scenografia è spettacolare, e alcuni paesaggi sono letteralmente memorabili: la campagna dipinta, la città sul fiume, la biblioteca che si percorre in gondola… persino le ambientazioni dark come la piana ricoperta di facce umane o l’inferno personale di Annie (in cui peraltro fa bella mostra di sé un'illustrazione di Gustavo Dorè della Divina Commedia) sono una meraviglia.

Spostandosi sulla trama, Al di là dei sogni possiede una forza emotiva di un certo spessore, ed è facile che il film trascini e commuova, anche se la descrizione di quanto c’è oltre la vita terrena naturalmente lascerà alcuni perplessi e altri più convinti (per la cronaca, comunque, tutte le tradizioni esoteriche e spirituali hanno sempre testimoniato di una realtà dopo la morte generata dalle stesse energie della persona, cosa che ha dato luogo al concetto di "purgatorio", ossia di un luogo-tempo in cui la persona si trova faccia a faccia con ciò che interiormente ha maturato nella sua vita: ciascuno dovrà così affrontare i propri demoni interiori prima di poter procedere oltre).

Considerandolo come un film “normale”, comunque, non si può che ammirarne da un lato la bellezza estetica, e dall’altro lo spessore umano, arricchito dal sempre bravo Robin Williams (un attore che ha fatto la storia del cinema, con film come L’attimo fuggenteL’uomo bicentenarioLa leggenda del re pescatore, Patch AdamsWill hunting - Genio ribelleJumanjiGood morning, Vietnam, Hook, Mrs. Doubtfire, etc).

Nel complesso, Al di là dei sogni, film che ha vinto anche qualche premio, tra cui un Oscar, è certamente raccomandato, fosse anche solo per gustarne i bellissimi paesaggi in stile pittorico.

Una curiosità: il film inevitabilmente mi ha ricordato Harry Potter nel vedere gente che vola e dissennatori (!); già accusata di plagio da diverse parti, probabilmente la Rowling (ma forse in questo caso più chi ha messo i dissennatori su schermo) ha pescato qui e là nello scrivere i suoi libri, (comunque belli al di là di spunti e somiglianze).

In chiusura di recensione, qualche citazione di stampo esistenziale estratta dal film.

"Non sei scomparso, sei solo morto."

"Io esisto ancora."

"Stai creando tutto un mondo tuo."

"Sei tu il pittore."

"Chi sei tu in realtà?"

"Se sei consapevole di esistere, allora esisti."

"Il tuo cervello è carne: marcisce e scompare. Credevi davvero di essere solo quello?
Come il fatto di trovarti nella tua casa: tu ora sei nella tua casa, ma non vuol dire che tu sei la tua casa. La casa crolla, tu esci e te ne vai via."

"Noi vediamo ciò che scegliamo di vedere."

"Il pensiero è reale, la materia è illusione."

"È nella testa che viviamo la nostra vita."

"Dove vanno?"
"Ad aiutare altri a rinascere sulla Terra."
"Davvero? Reincarnazione..."

"Non esistono giudici o crimini qui: siamo tutti uguali."

"C'è un ordine naturale alla base di questo viaggio."

"Ognuno ha un diverso inferno.
Non è sempre fiamme e tormenti."

"Ti hanno mai detto che l'eccessiva ostinazione può diventare stupidità?"

"Ascolterai un sacco di cose intelligenti qui, per lo più giuste... ma tu non farci troppo caso."

"A volte quando si perde si vince."

"I vecchi bagagli, i vecchi ruoli autoritari - il professore, il padre - intralciano la nostra vera identità nel rapporto con gli altri."

"Come ci si può smarrire?"
"Nel momento in cui la sua realtà diventa tua non c'è più ritorno."

"Viaggiare qui è come tutto il resto: frutto della mente."

"È sufficiente chiudere gli occhi per chi sa dove andare."

"La gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha mai visto."

"Tutta una vita sulla terra qui è solo un battito del cuore.
E poi saremo tutti riuniti per sempre."

Fosco Del Nero



Titolo: Al di là dei sogni (When the dreams come true).
Genere: fantastico, drammatico, psicologico.
Regista: Vincent Ward.
Attori: Robin Williams, Annabella Sciorra, Cuba Gooding Jr., Max von Sydow, Jessica Brooks Grant, Rosalind Chao,Josh Paddock, Lucinda Jenney, Carin Sprague, Maggie McCarthy, Wilma Bonet.
Anno: 1998.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 10 ottobre 2011

Ultraviolet - Kurt Wimmer

Dopo svariate commedie (Adele e l'enigma del faraone, Animal house, La rosa purpurea del Cairo) torniamo a un film fantastico, e precisamente di fantascienza distopica, che, per chi non lo sapesse, è il genere opposto all’utopia (nome che deriva dal Utopia di Thomas More e che indica una società utopica positiva, a cui si contrappone il genere della società distopica negativa sullo stile di 1984 di George Orwell).

Il film in questione è Ultraviolet, ed è stato diretto da Kurt Wimmer nel 2005 (che ha diretto anche il discreto Equilibrium, del medesimo genere).
A farla da padrone nel cast la bella Milla Jovovich (che ricordo sempre volentieri ne Il quinto elemento più che per il film di cassetta Resident evil), affiancata dal piccolo Cameron Bright (Godsend, Birth, io sono Sean).

Ecco in breve la trama di Ultraviolet: in un futuro abbastanza lontano la razza umana è in guerra con gli emofagi, sorta di razza vampira creata da un esperimento genetico mal riuscito.
La lotta pende dal lato degli umani, più organizzati e numerosi, mentre gli emofagi devono al contrario vivere nascosti senza rivelarsi, lottando nell’ombra.
La loro eroina è Ultraviolet, guerriera velocissima e spietata, che cercherà di muoversi tra i segreti dell’una e dell’altra parte, per venire a capo di tutto quanto.

In tal senso, il film mi ha ricordato Aeon Flux, altra storia di fantascienza distopica con un’eroina femminile, che in quel caso era interpretata da Charlize Theron.

L’incipit del film è stentato, sia per la storia che per le scene proposte, che anzi spesso hanno un retrogusto ridicolo, nonostante le arie da colossal che il film sembra darsi.

Le scene d’azione sono inverosimili, coi nemici che ovviamente sono o completamente senza mira (come i tiratori “scelti” degli elicotteri) o completamente senza cervello (come i quindici nel terrazzo che anziché uccidere Ultraviolet si uccidono tra di loro dal primo all’ultimo).

Il prosieguo purtroppo non migliora, procedendo nella mediocrità più assoluta: azione, recitazione, persino gli effetti speciali sono deludenti.

Si dica che il momento migliore dell’intero film si ha al 68esimo minuto, ed è un momento comico, fatto decisamente inquietante per un film di genere fantastico-drammatico-d’azione.

Purtroppo il cinema americano ci ha spesso regalato pellicole mediocri in ambito fantascienza, forse ritenendola un genere da adolescenti, ma dimenticando che invece proprio dal settore fantastico sono venuti i più grandi successi (anche economici, ovviamente) del cinema e della letteratura degli ultimi decenni.

Il mio consiglio dunque è di evitare i vari Ultraviolet, Il mondo dei replicanti, etc, dedicandovi invece a film fantascientifici di maggiore qualità (così, al volo, mi vengono in mente Gattaca, Dune, Strange days, Avatar, Contact, Il tredicesimo piano, lo storico ma ancora valido Metropolis).

Fosco Del Nero



Titolo: Ultraviolet (Ultraviolet).
Genere: fantascienza, drammatico, azione.
Regista: Kurt Wimmer.
Attori: Milla Jovovich, Cameron Bright, Nick Chinlund, Sebastien Andrieu, William Fichtner, Ida Martin, David Collier, Digger Mesch, Ryan Martin, Kieran O'Rorke, Jennifer Caputo.
Anno: 2005.
Voto: 4.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 5 ottobre 2011

La rosa purpurea del Cairo - Woody Allen

Con La rosa purpurea del Cairo siamo arrivati a quota venti.
Sono tanti, difatti, i film di Woody Allen che fino ad ora ho recensito su Cinema e film.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, dato cotal numero, ma sono un grande fan di Woody Allen, specialmente di quello prima maniera, che ha sfornato capolavori dell’ironia e della psicologia come Il dormiglione, Manhattan, Amore e guerra, Provaci ancora, Sam, seguiti poi da altri capolavori anni più tardi: La maledizione dello scorpione di giada, Anything else, La dea dell’amore, etc.

La rosa purpurea del Cairo si situa a metà strada, temporalmente parlando, essendo datato 1985, ma al tempo rappresentò un’eccezione, visto che si trattò del secondo film di Allen senza lui stesso come attore.

Davanti alla macchina da presa, invece, l’ex compagna Mia Farrow (Zelig, Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti, diretta dallo stesso Woody Allen… ma come non ricordarla nell’horror Rosemary's baby?) e Jeff Daniels (Scemo e più scemo, ma soprattutto il bellissimo Pleasantville).

Ecco in breve la trama de La rosa purpurea del Cairo, decisamente originale: Cecilia è una donna sognatrice e un po’ debole, continuamente vessata dal marito Monk, che peraltro dipende economicamente da lei, visto che non lavora da parecchio tempo… e sembra non avere alcune intenzione di riprendere a farlo.
L’unico svago di Cecilia è il cinema, tanto che la donna si rivede in continuazione gli stessi film.
La programmazione del cinema del suo paese prevede La rosa purpurea del Cairo e, nell’ennesima volta che lei lo vede, uno degli personaggi della storia, tale Tom Baxter, si gira da lei e le fa: “Perbacco, deve piacerti molto questo film!”.
Subito dopo, esce dallo schermo e va a conoscere Cecilia, iniziando una bizzarra relazione con lei, e procurando non pochi grattacapi tanto al gestore del cinema, quanto alla casa produttrice, timorosa di dover gestire un folle.

Se le premesse de La rosa purpurea del Cairo sono da film surreale, e la firma di Woody Allen farebbe pensare a una commedia brillante, la storia sembra presentare in realtà più i contorni di un film sentimental-drammatico.

Intendiamoci, vi sono alcune delle tipiche battute fulminanti di Woody Allen, ma questo in media è meno divertente degli altri film del regista americano, un po’ per il volto drammatico di Mia Farrow (un’attrice che mi mette tristezza solo a guardarla), un po’ per come evolve la storia, finale compreso.

Il film comunque ha il merito di portare avanti con grande leggerezza un’idea interessante, e forse non a caso ha riscosso un certo gradimento, nonché qualche nomination e premi sparsi tra Oscar, Golden Globes, etc.

I miei film preferiti di Woody Allen sono quelli citati in apertura, ciononostante anche questo La rosa purpurea del Cairo, pur non tra i miei favoriti, merita di essere visto perlomeno una volta perlomeno per l’idea di fondo.

Fosco Del Nero



Titolo: La rosa purpurea del Cairo (The purple rose of Cairo).
Genere: commedia, sentimentale, drammatico, surreale.
Regista: Woody Allen.
Attori: Mia Farrow, Jeff Daniels, Danny Aiello, Dianne Wiest, Paul Herman, Edward Herrmann.
Anno: 1985.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 3 ottobre 2011

Animal house - John Landis

John Landis non è un nome qualunque per me, visto che lo associo a film come The Blues Brothers e Ai confini della realtà, o ad attori come Dan Aykroyd e Harold Ramis (due dei protagonisti di Ghostbusters), nonché a videoclip musicali come Thriller e Black or white di Michael Jackson (e scusate se è poco).

Il suo primo successo da regista peraltro è arrivato proprio col film preso in esame oggi, Animal house, film comico realizzato nel 1978 che all’interno del suo variopinto cast avrebbe dovuto avere Bill Murray (un altro dei Ghostbusters), ma che ha avuto invece John Belushi (protagonista di The Blues Brothers insieme a Dan Aykroyd).

Ma andiamo subito alla trama di Animal house, titolo che è tutto un programma: Larry e Kent sono due matricole che cercano di piazzarsi nella prestigiosa confraternita Omega Theta Phi, essendo tuttavia miseramente scartati…
… e finendo invece per aderire alla più scalcinata Delta Tau Chi.

Laddove scalcinata è un aggettivo elogiativo, stando a vedere chi ne fa parte e quali sono i programmi del gruppo, che vede tra i suoi più fieri esponenti John "Bluto" Blutarsky (John Belushi), personaggio decisamente bizzarro, come peraltro anche gli altri del gruppo.

Siamo agli inizi degli anni "60, e la confraternita, già nota per i suoi colpi di testa, viene sottoposta ad ultimatum dal rettore dell’università, scatenando come risposta una reazione poco composta…

Animal house è ovviamente una commedia demenziale, e anzi ha in tal senso fatto scuola, aprendo la strada al genere “commedia demenziale scolastica”, che avrebbe poi avuto esponenti come Porky’s, la serie di American pie, etc.

Il film in sé è privo di qualità umoristica (per non dire ch'é piuttosto pacchiano), vive di espedienti (neppure troppo divertenti), e non ha una vera e propria trama.

Purtuttavia in qualche modo è diventato un piccolo film cult, tanto da essere stato inserito in classifiche prestigiose come quella delle migliori commedie americane di tutti i tempi, o da essere stato scelto per essere conservato presso la raccolta di film del Congresso degli Stati Uniti (il che peraltro spiega alcune cose della politica americana).

A parte il suo valore storico (?), comunque, a mio avviso Animal house rimane un film banalotto, senza qualità nei dialoghi e nelle situazioni umoristiche, buono solamente per un po’ di puro svago... e anche in quel caso si può scegliere assolutamente di meglio.

Fosco Del Nero



Titolo: Animal house (Animal house).
Genere: comico.
Regista: John Landis.
Attori: John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Karen Allen, Verna Bloom, Cesare Danova, Donald Sutherland, Mary Louise Weller, Stephen Furst, Tom Hulce, Peter Riegert.
Anno: 1978.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.

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