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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 29 aprile 2008

Dagon - La mutazione del male - Stuart Gordon

Dagon - La mutazione del male è forse uno degli horror più sottovalutati di questi ultimi anni; in realtà, a mio avviso, uno dei più riusciti e affascinanti.

Tanto per cominciare, per un motivo molto semplice: portare su schermo i racconti di Howard Phillips Lovecraft, con le loro atmosfere opprimenti, il loro sentore di decadente, di marcio, di ineluttabile dramma, è impresa non da poco.

Non a caso, pur avendoci provato in diversi, solo Stuart Gordon è riuscito nell'intento, con vari film, di cui Dagon è senza dubbio il più efficace.

Chi è stato lettore del maestro di Providence collegherà immediatamente il titolo del film a quello di un suo noto racconto, Dagon per l'appunto, anche se, a onor del vero, la pellicola prende le mosse più da La maschera di Innsmouth, uno dei capolavori di Lovecraft.

Ma veniamo ad alcuni spunti.
Tanto per cominciare, la fotografia è ottima, e colpisce per il contrasto tra i colori e per le atmosfere deprimenti.
Anche la colonna sonora è decisamente all'altezza.
Alcune recitazioni, inoltre, sono veramente ottime: Macarena Gomez nei panni della sacerdotessa di Dagon è incantevole, al contempo bellissima e inquietante.
Francisco Rabal è anch'egli perfetto nei panni del vecchio ubriacone Ezequiel, peraltro al centro di un bellissimo flashback.
Assolutamente da citare, inoltre, la felpa del protagonista, su cui campeggia la scritta della Miskatonic University, nome ricorrente nei racconti di Lovecraft.

Un film perfetto, dunque?

Assolutamente no: taluni effetti speciali sono a dir poco ingenui, per non dire proprio pacchiani (senza dubbio a causa del basso budget), come quello della tempesta a inizio storia o quello della mano insanguinata; il protagonista, Ezra Godden, con il suo atteggiamento forzatamente goffo a volte stride con le atmosfere della storia, contribuendo ad attutirne la tensione; vi è inoltre qualche scena assai forte, peraltro accettabile in un horror.

Sommando tutto, Dagon è un buon film, che avrebbe potuto anche essere migliore, ma che non lo è stato per qualche distrazione.

Bello il finale a sorpresa.

Dimenticavo di accennare la trama: quattro turisti americani in uno yacht ancorato di fronte alla costa iberica vengono raggiunti da una tempesta, che li sbatte sugli scogli, costringendoli a chiedere aiuto presso un paese davvero strano... il resto scopritelo voi.

Chiudo con una citazione interessante tratta dal film:
"Insieme noi due andremo in un posto meraviglioso.
Il tuo mondo sarà solo un ricordo, i tuoi amici anche. Un posto dove non esiste né tempo né fine, dove non c'è né presente né passato, e neanche futuro, ma eternità, solo eternità, eternità assoluta senza fine."

Fosco Del Nero



Titolo: Dagon - La mutazione del male (Dagon).
Genere: horror.
Regista: Stuart Gordon.
Attori: Ezra Godden, Macarena Gomez, Francisco Rabal, Raquel Merono, Brendan Price, Uxia Blanco.
Anno: 2001.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 28 aprile 2008

Maison Ikkoku - Rumiko Takahashi

Titolo: Maison Ikkoku.
Genere: commedia.
Autore: Rumiko Takahashi.
Anno: 1980-1987.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.


Maison Ikkoku è uno dei miei manga preferiti di sempre, di sicuro quello di Rumiko Takahashi cui sono rimasto più affezionato.

Per chi non lo sapesse, la Takahashi è la disegnatrice dei più noti Ranma e Lamù.

La storia di Maison Ikkoku è assai semplice: Kyoko Otonashi è una giovane vedova, cui è stato affidato il ruolo di amministratrice di un condominio di proprietà della famiglia del suo ex marito.

Si tratta di un condominio particolare, però, pieno di personaggi bizzarri e poco seri: da Ichinose, donna sovrappeso e dedita a festicciole a base di birra e sake, a Yotsuya, uomo misterioso e approfittatore, ad Akemi, giovane donna provocatrice e libertina.

Nel medesimo condominio, Maison Ikkoku per l'appunto (l'opera è stata diffusa in Italia con il poco convincente titolo di Cara dolce Kyoko), c'è anche Yusaku Godai, ronin squattrinato.

I ronin, nell'odierno Giappone, sono i ragazzi che hanno fallito l'esame di accesso all'università (anticamente, invece, l'espressione, letteralmente "uomo alla deriva", indicava il samurai rimasto senza padrone).

Yusaku si innamora di Kyoko a prima vista, ma gli ostacoli al suo amore saranno tanti: la carriera universitaria e la precaria condizione economica, Shun Mitaka, il maestro di tennis anch'egli invaghito di Kyoko, gli stessi coinquilini del condominio, più spina nel fianco del ragazzo che appoggio positivo.

Pur mantenendo un tono ludico e spesso comico, Maison Ikkoku si differenzia da molte commedie manga per il fatto di affrontare argomenti assai seri: l'amore, lo studio, il denaro, le difficoltà della vita.

In effetti, a Godai non vengono risparmiati delusioni e patimenti.
Questo aiuta il lettore a empatizzare con il personaggio, ragazzo assolutamente normale e anzi privo di talenti particolari (eccetto forse quello di scegliersi le compagnie meno adatte).

Insomma, Maison Ikkoku è un fumetto al contempo divertente, delicato e profondo.

Fosco Del Nero

domenica 27 aprile 2008

London - Hunter Richards

London è un film peculiare sotto diversi aspetti.

Partiamo dagli attori protagonisti, tutti semi-famosi.
Forse la più nota è Jessica Biel, protagonista, tra le altre cose, di Settimo cielo (che non guardavo perchè consideravo patetico oltre ogni limite), anche se probabilmente il più apprezzato come attore è Jason Statham, co-protagonista in Lock & stock, The snatch e di altre importanti produzioni; da citare anche Chris Evans, uno dei I fantastici quattro.

Quello che colpisce immediatamente è la curiosa commistione tra gli argomenti affrontati, profondi e importanti (cito, en passant, l'amore, la droga, l'impotenza, il dolore, il matrimonio), e il gergo scelto per trattarli, a dir poco schietto e scurrile.

Questa forte trattazione caratterizza tutto il film, e persino in modo concettualmente violento.

Se poi si aggiungono a tale impeto concettuale e discorsivo droga e alcol, che imperversano per tutta la storia (in effetti, si parla di impotenza e di matrimoni falliti tra una tirata di coca e una bottiglia di vodka), l'impatto del tutto è ancora più forte.

A fare da contraltare, una scenografia e una durata temporale della storia entrambe scarne: il 90% del film è ambientato durante una festa in un appartamento, e con la stessa festa praticamente si risolve l'intera storia, a parte il richiamo di alcuni flashback, numerosi ma brevi.

Detto ciò, lo spunto iniziale in sintesi: Syd viene a sapere che London, la sua ex di cui è ancora innamorato, sta per andarsene, per vivere altrove con un altro uomo, e che è stata organizzata una festa d'addio, a cui peraltro lui non è stato invitato.

Ci andrà comunque...

Fosco Del Nero



Titolo: London (London).
Genere: drammatico.
Regista: Hunter Richards.
Attori: Jessica Biel, Chris Evans, Jason Statham, Joy Bryant, Kelli Garner, Isla Fisher, Dane Cook.
Anno: 2005.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 25 aprile 2008

Volver - Pedro Almodovar

Per molto tempo ho evitato Volver, anche se non mi ricordo di preciso per quale motivo non mi ispirasse.

Ebbene, mi sbagliavo, e il film di Pedro Almodovar, girato nel 2006, è molto bello.

Ma d'altronde, la sola presenza della bellissima e bravissima Penelope Cruz (Nessuna notizia da Dio, Vanilla sky, Vicky Cristina Barcelona, Tutto su mia madre, Gli abbracci spezzati, Nine) sarebbe bastata per giustificare la visione.

Si tratta di un film che, nonostante i temi trattati e gli avvenimenti descritti, assai funerei (aggettivo nemmeno tanto casuale), si mantiene comunque sempre piacevole e non pesante.

In breve, Volver è la storia di Raimunda (Penelope Cruz) e delle sue parenti: sua figlia Paula (Yohana Cobo), sua sorella Soledad (Lola Dueñas) sua madre Irene (Carmen MauraLe donne del sesto piano, La comunicad - Intrigo all'ultimo piano)... nonché di altre sue conoscenti, da Augustine a Regina.

E gli uomini?

Beh, nell'universo di Almodovar pare non esserci spazio per loro, e quando a un certo punto spunta fuori una figura maschile (forse più per necessità narrative che non per ispirazione), si tratta inevitabilmente di qualcuno di spregevole: un traditore, un violentatore, un irresponsabile. E finanche gli uomini "passati", non presenti nel film, si comportavano in quel modo, a confermare la visione generale.
Ciò peraltro non è una prerogativa di Volver, ma vale in generale per le produzioni del regista spagnolo: gli uomini sono sovente associati a violenza, sessualità perversa, inganno... curioso, ma forse neanche tanto, per un regista omosessuale.

Ad ogni modo, nonostante questa palese antipatia per la categoria maschile, Volver è fresco e vivace, impreziosito come detto dalla recitazione di Penelope Cruz e reso interessante da una trama in perenne movimento (del reale stato delle cose si inizia comunque a intuire qualcosa in corso d'opera).

Non fate il mio stesso errore di ignorarlo per anni; tra sentimenti, relazioni umane, umorismo e bellezza visiva, Volver è un film che merita.

Fosco Del Nero



Titolo: Volver (Volver).
Genere: drammatico, commedia, sentimentale.
Regista: Pedro Almodovar.
Attori: Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Leandro Rivera.
Anno: 2006.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 24 aprile 2008

La città incantata - Hayao Miyazaki

Vi dico sin da ora che tutti i film di Hayao Miyazaki prenderanno un voto altissimo. E non perché il regista nipponico mi abbia pagato per recensirlo bene, ma semplicemente perché i suoi film se lo meritano.

Il curriculum d'altronde parla da solo: decretato miglior film giapponese del 2001, Orso d'oro al Festival di Berlino nel 2002, Oscar come miglior film d'animazione nel 2003... e cito solo i tre principali riconoscimenti dei quaranta e passa ottenuti a livello internazionale.

Sorprendentemente, però, in Italia ancora in pochi conoscono La città incantata e Hayao Miyazaki.
Anche se una domanda sorge spontanea: è possibile non conoscere uno dei migliori creatori di opere cinematografiche, film o animazioni che siano, di tutti i tempi?

Ad ogni modo, ognuno ha i film che si merita, e noi siamo felici di avere Miyazaki e La città incantata.

In breve, il film è la storia di Chihiro, una bambina di dieci anni priva di poteri speciali o di doti particolari, la quale, semplicemente grazie al coraggio e alla determinazione, riesce ad ambientarsi nella bizzarra realtà in cui si viene a trovare a causa dei suoi genitori, nonché a salvare i genitori stessi, del tutto ignari di quanto successo (e anzi quasi ridicoli nella loro inutilità: che il regista volesse sottolineare la superiorità dell'età infantile, immaginifica, rispetto a quella adulta, più materialista?).
La realtà in questione è una sorta di centro termale per spiriti, gestito da una strega, portato avanti da una vasta manovalanza e frequentato dai "clienti" i più diversi tra di loro, alcuni tranquilli e altri meno tranquilli...

La città incantata ha un fascino sorprendente, e ha la consistenza di un mondo a sé: le ambientazioni sono bellissime, tanto nei disegni quanto nell'atmosfera, alcuni personaggi sono memorabili (la stessa Chihiro, Mastro Haku, Yubaba, il di lei figlioccio), le musiche son dolcissime (meravigliosa quella introduttiva del dvd e che nel film costituisce la sigla di chiusura; se vi interessa, la canzone si chiama Itsumo nando) e in tutta la storia si respira un'aria magica ma al contempo, per così dire, "didattica", giacché non si tratta semplicemente di un'avventura, ma di una vera esperienza formativa per la piccola Chihiro, alle prese con streghe, nomi rubati, spiriti dei fiumi... e naturalmente con sentimenti e rapporti umani.

Ecco a seguire alcuni elementi dal sapore vagamente esistenziale: il vento che spinge Chihiro e la famiglia dentro il parco, quasi li stesse spingendo verso il loro destino e una tappa del loro cammino; i genitori di Chihiro del tutto presi dalle cose materiali e specificatamente dai loro appetiti, letteralmente come gli animali che diventano poi; la "trappola" del parco che attrae uomini poco consapevoli-mezzo addormentati, li ingozza come animali da ingrasso e poi li uccide e li utilizza proprio come carne (concetto che ricalca un verso del Vangelo di Tommaso e che sa molto di cellula della "matrix"); le due gemelle streghe, antipodiche l'una rispetto all'altra, e per questo completamente complementari, come se si trattasse delle due energie duali del Tao che insieme formano l'unità (una delle due infatti dice: "Noialtre facciamo un adulto completo in due, eppure non abbiamo affinità"); il forte livello di compassione della protagonista, che si vede nell'affetto tanto verso i genitori, pur inconsapevoli, quanto verso Haku, lui più consapevole e forte.

E che dire poi delle parole della summenzionata sigla finale?
Ecco alcuni versi: "Mi sento chiamata da qualche parte in fondo al cuore. Sempre, anche per infinite volte, disegniamo un sogno. Piuttosto che fare il conto dei dispiaceri, con le stesse labbra cantiamo sommessamente. All'interno dei ricordi che vanno a chiudersi, ascolto sempre un sussurro che non voglio dimenticare. Anche in uno specchio mandato in frantumi si riflette un nuovo paesaggio. Non cerco più dall'altra parte del mare: ciò che risplende è sempre qui, poiché sono riuscita a trovarlo dentro di me. Ogni volta che ripete un errore, una persona non fa che conoscere l'azzurro del cielo azzurro. Anche se il sentiero sembra proseguire interminabile, queste mani possono abbracciare la luce. Il mistero dell'essere in vita e il mistero dell'andare a morire; così i fiori, così il vento, così le città, è lo stesso per tutti". In poche righe: la chiamata dell'anima, il sogno personale, emozioni basse ed emozioni alte, ricordi e voce interiore, principio dello specchio, ricerca interiore, errori ed evoluzione, percorso evolutivo, vita e morte: non credo che canzone e film siano stati realizzati con intenti d'insegnamento, ma sono una di quelle opere frutto di alta ispirazione che riesce comunque a trasmettere qualcosa di bello a chi guarda.

In definitiva, La città incantata è consigliatissimo, e Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli pure.

Fosco Del Nero



Titolo: La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi).
Genere: anime, animazione, fantasy, fantastico.
Regista: Hayao Miyazaki.
Anno: 2001.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 23 aprile 2008

Duplex - Un appartamento per tre - Danny De Vito

Duplex - Un appartamento per tre si presenta accattivante fin dal principio, con un breve cartoon che introduce lo spettatore alla storia in questione: Alex e Nancy, giovane coppia, trovano finalmente la loro casa dei sogni e, cosa sorprendente, rimanendo nel loro limitato budget economico.

Il sogno tuttavia si trasforma ben presto in un incubo: l'appartamento è gravato da una clausola giuridica antecedente, per la quale il secondo piano dovrà essere abitato da una vecchietta fino alla sua morte.
Di fatto, dunque, si tratta di un duplex.

Va bene, la vecchietta ha già 98-99 anni, e comunque la vicinanza non sarà tutto questo problema, no?

Niente di più sbagliato, e Alex (Ben Stiller) e Nancy (Drew Barrymore) se ne accorgeranno presto...

Duplex - Un appartamento per tre è una commedia divertente e simpatica, che non potrà che farvi solidarizzare con i due malcapitati protagonisti... e vi porterà a odiare follemente la simpatica vecchiettina.

Regia di Danny De Vito per una pellicola discreta: un buon intrattenimento, anche se certamente non un caposaldo del cinema.

Fosco Del Nero



Titolo: Duplex - Un appartamento per tre (Duplex).
Genere: commedia.
Regista: Danny De Vito.
Attori: Ben Stiller, Drew Barrymore, Eileen Essel, Harvey Fierstein, Justin Theroux, James Remar, Robert Wisdom.
Anno: 2003.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

Lezioni di felicità - Eric-Emmanuel Schmitt

Lezioni di felicità è un film piuttosto gradevole, che, come recita il titolo, dovrebbe costituire una sorta di manifesto della felicità e dell'allegria al di là delle avversità delle difficoltà della vita.

E di difficoltà la quarantenne Odette Toulemonde ne ha avute: marito morto da dieci anni; due figli da crescere, di cui il maschio gay e la femmina assai meno femminile del fratello; il ragazzo della figlia, moderno uomo delle caverne, che vive con loro; un lavoro sottopagato da impiegata all'interno di un centro commerciale in cui regnano pettegolezzo e cattiveria.

La sua gioia principale, oltre a farsi fare unghie e capelli dal figlio gay, leggere i romanzi dello scrittore parigino Balthazar Balsan, di cui è follemente innamorata.

Guarda caso, la vivace quarantenne incontrerà proprio il suddetto scrittore, e guarda caso proprio in un momento di crisi di quest'ultimo, durante il quale avrà bisogno di una spalla amica.

Non svelo cossa succede più avanti, per quanto non sia di difficile immaginazione; in effetti gli sviluppi della trama si intuiscono dopo pochi minuti di proiezione... ma il punto forte del film non è tanto l'originalità dell'intreccio (ossia il cosa), quanto il modo in cui esso è rappresentato (ossia il come).

E il come è un come fatto di scene immaginifiche, di canzoni ballate e cantate in stile musical (i pezzi di Josephine Baker si rivelano azzeccatissimi), di bizzarri personaggi (come i vicini di casa scambisti), di poster che ogni sera prima di andare a dormire si animano e così via.

Insomma, per farla breve Odette Toulemonde è un mix tra Amelie Poulin e Mary Poppins.

In effetti, Lezioni di felicità, esordio cinematografico del pluripremiato drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt, pare proprio una sorta di erede spirituale de Il favoloso mondo di Amelie.

Difetti?

Sì: a mio avviso, la pur brava Catherine Frot (già vista nello strepitoso La cena dei cretini
di Francis Veber) non era l'attrice ideale per caratterizzare il personaggio di Odette, mentre il personaggo più riuscito pare il di lei figlio gay.

Lezioni di felicità è comunque un discreto prodotto cinematografico, che per di più si fa portatore di allegria e sentimenti positivi, motivo di più per visionarlo, per quanto molto lontano dai vertici dei film prima citati.

Fosco Del Nero



Titolo: Lezioni di felicità (Odette Toulemonde).
Genere: commedia, sentimentale.
Regsta: Eric-Emmanuel Schmitt.
Attori: Catherine Frot, Albert Dupontel, Jacques Weber, Fabrice Murgia, Nina Drecq, Camille Japy, Alain Doutey, Julien Frison.
Anno: 2006.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 21 aprile 2008

Nausicaa della Valle del Vento - Hayao Miyazaki

In un imprecisato futuro, la Terra è stata devastata da una guerra ipertecnologica, che ha riportato il pianeta a un livello di sviluppo arretrato, pur con alcune vestigia di macchine e armi. In generale, però, la gente è tornata a vivere più a stretto contatto con la natura, con i suoi elementi e con i suoi abitanti.

Questo è lo scenario con cui si apre Nausicaa della Valle del Vento, riconosciuto capolavoro dello Studio Ghibli e del maestro Hayao Miyazaki.
In particolare, l'ambientazione è quella della Valle del Vento, ampia vallata dal paesaggio bucolico abitata da un popolazione semplice e tranquilla.
Principessa di tale popolazione è Nausicaa, amata e rispettata dal suo popolo non solo per il suo rango reale, ma soprattutto per la sua sensibilità, per il suo altruismo e per le sue doti di dominatrice del vento, che solca con il suo fidato aliante.
La pace che regna nella vallata però durerà poco: l'invasione dei Tolmechiani, in guerra con la città di Pejite, porterà con sé morte e disastri.

Tali disastri sono inscrivibili in un determinato tema, particolarmente caro a Miyazaki: il rapporto tra l'uomo e la natura, unito al tema dell'antimilitarismo e del pacifismo.
È infatti proprio il desiderio dell'essere umano di dominare sui suoi simili e sul creato intero, nonché la sua tendenza a distruggere, a determinare la reazione della natura, stavolta in forma di gigantesca giungla tossica, che metterà a repentaglio l'intero genere umano.
Il deus ex machina della situazione sarà proprio Nausicaa, principessa illuminata della Valle del Vento.

Ed è proprio il personaggio di Nausicaa a colpire maggiormente: la sua dolcezza, il suo coraggio e la sua profondità rendono sia il personaggio che la storia commoventi.
Abbinata con lo scoiattolo o con i piccoli di mostrotarli è addirittura irresistibile.
A proposito dei mostrotarli, essi, nella versione adulta ed enorme, ricordano molto i vermoni di Dune... e curiosamente i due film sono stati girati nello stesso anno, anche se Dune ha ovviamente radici più vecchie fino al libro di Frank Herbert (1965).

A differenza di altre opere di Miyazaki, in questa manca una controparte maschile (la figura di Asbel è troppo debole in questo senso, e quella di Lord Yupa è troppo distante), nonché quel certo grado di ludicità che in altri casi ha contribuito a rendere la storia più lieve (si pensi a Laputa o a Il castello errante di Howl, per non parlare di Kiki o di Totoro).

Nausicaa della Valle del Vento è un anime assai risalente (1984), il primo prodotto dallo Studio Ghibli, e che perciò non vanta le meraviglie estetiche dei giorni nostri, ma che si fa comunque vedere ancora bene.
Ciò che invece poteva essere curato meglio è il doppiaggio italiano (perlomeno, quello che ho sentito io)... ma forse all'epoca ancora non si dava importanza e dunque cura ai prodotti animati nipponici.

In Giappone, viceversa, a Nausicaa della Valle del Vento è stata attribuita una vera e propria dignità letteraria... viene da chiedersi in quale dei due paesi la cultura sia maggiormente apprezzata e incentivata.

Chiudo con un paio di frasi estrapolate dall'opera.

"Non c'è tranquillità per chi è destinato a cercare in eterno."

"C'è una strana vibrazione nell'aria."
"Hai ragione: il cielo è pieno di odio."

"Sento che l'aria è piena d'affetto, di un immenso amore. 
Così tanto amore che mi viene da piangere."

Fosco Del Nero



Titolo: Nausicaa della Valle del Vento (Kaze no tani no Naushika).
Genere: anime, animazione, fantastico, drammatico.
Regista: Hayao Miyazaki.
Anno: 1984.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

Berserk - Kentaro Miura

Secondo manga recensito... e secondo 9 in pagella.

Voi direte: ma questo qui non è un po' troppo largo di voti?

Coloro che già conoscono e amano Berserk non necessiteranno di risposta, giacchè sapranno che il manga in questione vale il voto indicato.

A coloro che, invece, non hanno mai sentito parlare dell'opera suddetta, dico che, cominciando a recensire dei manga (e degli anime), ho preferito partire dai miei preferiti, da cui i voti alti.
Anzi, in effetti quelli brutti non credo che li recensirò... perchè pubblicizzarli infatti?

Ora, come cominciare a parlare di Berserk?

L'impresa è dir poco ardua, considerando che il fumetto vanta già una trama fittissima, numerosi personaggi e che, per di più, è tuttora in corso d'opera.

Iniziamo allora col dire che i tre protagonisti che vedete ritratti in alto a sinistra sono, nell'ordine, Caska, Gatsu e Grifis.

Ognuno di loro è a suo modo bellissimo, nonostante uno dei tre a un certo punto della storia abbia preso una strada che ha causato la sofferenza degli altri due (come di molte altre persone).

In sintesi, Berserk è la storia di Gatsu, il Guerriero Nero, un cavaliere dalla forza straordinaria che si è forgiata tra i dolori e le sofferenze, fisiche e morali, della vita.

Impossibile anche solo dare un quadro generico di tutto quello che gli capita.
Diciamo allora che sin dalla sua nascita il suo destino è segnato, con infanzia e adolescenza che le hanno fatto seguito, ugualmente dure.

L'inizio del manga ci fa vedere da subito con chi abbiamo a che fare: un guerriero fortissimo, sanguinario e apparentemente invincibile, privo di amici, che uccide uomini ma soprattutto mostri, che ha già perso un braccio e un occhio, oltre che la felicità e la voglia di vivere.
Cosa lo spinge avanti allora?

Semplice: il desidero di vendetta.
Verso chi?

Semplice anche questo: verso Grifis, suo antico amico e generale della gloriosa armata di Falchi, finita viceversa in modo assai inglorioso.

La vendetta, però, non è punto facile da consumarsi... e il Guerriero Nero dovrà superare infiniti ostacoli. Lui e tutti coloro che sono con lui, giacchè l'ombra che egli porta con sé avvolge anhe i suoi compagni di viaggio, indistintamente.

Mi rendo conto che il panorama, così tratteggiato, è cupo e desolante, ma questa è solo una parte di Berserk.
Il manga contiene anche tanta bellezza, tanta forza, tanta passione. E il suo incedere lirico ed epico non vi lascerà indifferenti.

Un'ultima precisazione: il fumetto cresce a ritmi vertiginosi, con i primi volumetti ancora incerti e quelli successivi sempre più belli e curati graficamente.

Grazie al suo mix tra profondità emotiva e azione pura, Berserk saprà accontentare tutti.
Dategli una chance e ve ne accorgerete.

Fosco Del Nero



Titolo: Berserk (Beruseruku).
Genere: fantasy.
Autore: Kentaro Miura.
Anno: 1989-in corso.
Voto: 9.
Dove lo trovi: qui.

Lust caution - Lussuria - Ang Lee

Lust caution - Lussuria, Leone d'oro a Venezia 2007 è un film per me non facilissimo da valutare, perché unisce elementi di mio gradimento ad altri che sopporto con malcelato fastidio.

Distinguiamo allora i pro e contro.

Pro: come spesso capita per le produzioni orientali, tutto è curatissimo, dalla fotografia al montaggio (d'altronde, ciò è usuale nei film di Ang Lee, che qualche anno dopo si sarebbe superato con Vita di Pi).
In effetti, sembra davvero di stare nell'Hong Kong e nella Shanghai degli anni "40.

Anche le recitazioni dei protagonisti convincono.

Inoltre, la storia-intrigo tra Wang Jiazhi e Mr. Yee, con la prima che deve avvicinare il secondo, nemico giurato dell resistenza cinese, appassiona e coinvolge.

Contro: la prima parte del film non è semplice da seguire, fredda e distaccata.

L'atmosfera generale è pesante, con morti, tradimenti, attentati e violenze psicologiche.

Il finale intristisce, perché dà l'impressione sia che il tutto non sia servito a niente, sia che l'amore (ammesso che quello tra i protagonisti potesse definirsi tale) soccomba di fronte alle logiche di partito.

In conclusione, se amate le ambientazioni orientali, se amate gli intrighi e i doppi giochi, se amate le scene calde per cui sembra che il film sarà censurato in Cina, Lust caution potrebbe essere il prodotto adatto a voi.

Io, di mio, gli assegno un 6, conscio del fatto che il prodotto in sé vale di più: i miei gusti però me lo fanno apprezzare meno di quanto di sicuro lo apprezzeranno molti altri.

Fosco Del Nero



Titolo: Lust caution - Lussuria (Lust caution).
Genere: drammatico, sentimentale.
Regista: Ang Lee.
Attori: Tony Leung, Tang Wei, Joan Chen, Lee-Hom Wang, Wang Leehom.
Anno: 2007.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

domenica 20 aprile 2008

Zebda

Quarto post legato all'etichetta "musica" per parlare di uno dei miei gruppi musicali preferiti di sempre gli Zebda.

Chi??

Gli Zebda, gruppo francese (di Tolosa, ma di origine magrebina) miscelante differenti generi musicali (rap, hip-hop, folk) e molto impegnato in ambito sociale, politico e culturale.

Ormai lo avrete capito: non amo la banalità, e questo nella letteratura, nella musica, nei film e nella vita n generale.
Quindi da me aspettatevi (non dico sempre, ma spesso!) segnalazioni di gruppi o film poco conosciuti.

E quando dico poco conosciuti intendo poco conosciuti in Italia, paese dei vari Ramazzotti, Ligabue e Vasco Rossi.
In realtà in Francia, Spagna e nel resto d'Europa il gruppo gode di buona popolarità... e meritatamente, devo dire...

Ma veniamo al sodo.
Gli album incisi dagli Zebda non sono molti: abbiamo L’arène des rumeurs (1992), Le bruit et l’odeur (1995), Essence ordinaire (1998), Utopie d’occase (2002) e La Tawa (2003).

Come li ho conosciuti?
Per caso: ero in un negozio di musica alternativa e mi spettava un cd gratis dopo averne acquistato un tot.
Ho chiesto un suggerimento al proprietario che mi ha indicato proprio loro.
Sia benedetto il proprietario: grazie a lui ho scoperto una vera e propria passione.

L'album in questione era Le bruit et l'odeur.

Piano piano mi sono poi procurato tutte le loro altre canzoni, comprese quelle non facenti parti dei loro album, ma sparse qui e là, magari per collaborazioni varie.
Anche dal vivo il gruppo è energetico e coinvolgente (parlo purtroppo solo per presa visione da video).

Ok, ora vi consiglio alcune canzoni particolarmente belle, così potete da subito vedere se il genere vi aggrada; è un genere un po' strano, però, per cui non è detto che piaccia a tutti.
Per esempio, io adoro il francese, parlato e cantato... ma non è detto che tutti abbiano questo gusto, anzi suppongo che sia raro...

Eccovi alcuni titoli:
Tomber la chemise
Le bruit ed l'odeur
Motivés
La bague à Daniele
J'y suis j' y reste
Toulouse
Mon pére m'a dit
Ma rue
L'herreur est humaine
Double peine
Tombés de nues
Oulalaradime
Le manouche
Du soleil à la toque
La famille
Le bonhomme derrière
Le paranoiaque
Mala diural
La bete
Dans ma classe

Ok, credo che l'elenco sia bastevole.
Buon ascolto e fatemi sapere.

Fosco Del Nero



Nome: Zebda.
Nazione: Francia.
Genere: rap, hip-hop, rock, folk.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 18 aprile 2008

La battaglia di Shaker Heights - Efram Potelle, Kyle Rankin

Questa estate ho intravisto su Sky un film di cui non avevo mai sentito parlare: La battaglia di Shaker Heights... io mai sentito, e voi?

Mi è bastata però qualche battuta isolata per cogliere un'ironia decisamente sferzante e per farmi decidere di rivederlo in seguito (in quel momento stavo per uscire).

Mantenuto il mio proposito, devo dire il mio intuito non si era sbagliato: il film, molto corto, è vivace e interessante.

Merito soprattutto del protagonista, Kelly, un giovane intellettualmente acuto ma un poco disadattato ben interpretato da Shia La Beouf.
Peraltro, il ragazzo lo avevo già visto in parti da spalla, precisamente in Io robot (con Will Smith) e in Constantine (con Keanu Reeves).

Questa è la seconda cosa che mi ha colpito del film: praticamente è recitato da attori che conoscevo già, o giovani promesse o vecchie conoscenze di film o telefilm.

A parte il già citato Shia LaBeouf, ci sono anche Shiri Appleby (la Liz Parker di Roswell, intravista anche ne Il tredicesimo piano), Amy Smart (già incontrata in Starship Troopers - Fanteria dello spazio, nel sorprendente Interstate 60 e nell'ottimo The butterfly effect), William Sadler (lo sceriffo Valenti sempre di Roswell), Elden Henson (anch'egli protagonista di The butterfly effect) e persino Ray Wise, il padre di Laura Palmer nel celeberrimo I segreti di Twin Peaks.
Praticamente un insalata di attori semi-famosi.

Ad ogni modo, La battaglia di Shaker Heights è la storia di Kelly, appassionato di guerre simulate, ad una delle quali conosce Burt, della cui sorella s'invaghisce.
Il problema è che la sorella è piuttosto più grande di lui, e peraltro in procinto di sposarsi.

Non vi accenno naturalmente come va a finire, ma mi limito a ripetere che la storia, in bilico tra commedia e dramma, è pervasa da un umorismo veramente brillante e ficcante.
Il film, però, pare scemare nel finale, rovinando in parte un prodotto fino a lì ottimo.

Il mio consiglio è quello di guardarvi La battaglia di Shaker Heights... ammesso però che riusciate a trovarlo: in Italia infatti è praticamente sconosciuto...
Buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: La battaglia di Shaker Heights (The battle of Shaker Heights).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Efram Potelle, Kyle Rankin.
Attori: Shia LaBeouf, Shiri Appleby, Amy Smart, Elden Henson, Kathleen Quinlan, William Sadler, Ray Wise, Billy Kay.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 17 aprile 2008

Un ponte per Terabithia - Gabor Csupo

Voglio subito sgombrare il campo da un equivoco: a dispetto delle varie locandine, del trailer, della presentazione che gli è stata fatta su tutto il globo terracqueo, del fatto che lo hanno realizzato i produttori de Le cronache di Narnia, Un ponte per Terabithia non è un film fantasy.
E credetemi, giacché la lettura e la visione di qualche migliaio di opere fantasy-fantascientifiche-surreali-fantastiche mi dà l'esperienza necessaria per riconoscerle quando le incontro...

O quando non le incontro: Un ponte per Terabithia è semplicemente la storia della tenera amicizia che nasce tra due adolescenti di una provincia americana.

Jesse e Leslie, questi i loro nomi, si conoscono quando la famiglia di lei si trasferisce nelle campagne in cui il giovane ha sempre abitato con la sua famiglia.
Leslie, assai vivace e creativa, coinvolgerà Jesse in un gioco d'immaginazione con il quale i due si inventano di essere il re e la regina di un mondo fantastico, Terabithia, per l'appunto.
Il gioco tale rimarrà, però, perché solo di un gioco si tratta.

Peraltro, si tratta di un gioco che avrà dei risvolti tristi nella realtà...

E questa è la cosa che più colpisce di Un ponte per Terabithia: quello che era stato presentato come un delicato film fantasy ma che era iniziato come una commedia piacevole, si trasforma tutto d'un botto in una storia drammatica e triste, che non mancherà di commuovere lo spettatore ma che lascia un sapore amaro in bocca.

Ma che, comunque, al di là di questo repentino cambio di energie verso il dramma, offre molti spunti interessanti: l'ambivalenza tra quanto è reale e quanto è immaginato, nonché il messaggio per cui la vita va avanti in ogni caso, e occorre essere felici e grati per quello che si è avuto, anche se è terminato. In questo ultimo aspetto, la storia è un ottimo esercizio per il distacco e il non attaccamento.

In conclusione, Un ponte per Terabithia è un buon film, gradevole da vedere a meno che non rimaniate troppo delusi dal fatto di non trovarvi di fronte quello che vi era stato promesso (e perché spaccino per fantasy un film che non lo è proprio non lo capisco, specialmente considerando che il genere è di solito considerato di nicchia).

Eccezionale la recitazione della giovane attrice Anna Sophia Robb, di cui di sicuro sentiremo parlare in futuro. Quanto a Josh Hutcherson, di lì a qualche anno sarebbe stato protagonista della saga di Hunger games.

Chiudo la recensione con una poesia recitata nel corso del film... e che ha tutta l'aria di un testo simbolico-alchemico (simbolo del viaggio dell'esistenza, dell'immersione nel proprio io profondo e del ritorno finale alla luce da cui si proviene):
"Scendo lievemente nella bellezza primitiva dell'inesplorato mondo sottomarino.
Flutto in un silenzio che è rotto soltanto dal suono del mio respiro.
Sopra di me c'è solo lo scintillio della luce, il luogo da cui provengo e a cui ritornerò risalendo in superficie.
Scendo ancora, sempre più in fondo; continuo a immergermi lungo banchi di corallo e alghe fluttuanti verso il blu profondo, dove c'è un banco di argentei pesci, e muovendomi nell'acqua emetto piccole bolle, che come meduse salgono sinuose.
Controllo la mia bombola: non ho il tempo che mi occorre per vedere ogni cosa, ma è questo che rende il tutto speciale".

Fosco Del Nero



Titolo: Un ponte per Terabithia (Bridge to Terabithia).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Gabor Csupo.
Attori: Anna Sophia Robb, Josh Hutcherson, Lauren Clinton, Zooey Deschanel, Bailee Madison, Robert Patrick.
Anno: 2006.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 16 aprile 2008

È già ieri - Giulio Manfredonia

Una prima precisazione è d'obbligo: È già ieri, coproduzione italo-ispanico-inglese, è in realtà il remake di un successo americano, Ricomincio da capo (anche se io preferisco il sottotitolo Il giorno della marmottona), diretto nel 1993 da Harold Ramis con attore protagonista Bill Murray (i quali poi altri non sono che Igon e Peter di Ghostbusters, uno dei miei film preferiti di sempre).

Tuttavia, mentre l'originale era tipicamente made in Usa, questa variazione sul tema ha come protagonisti degli italiani (Antonio Albanese e Fabio De Luigi) ed è ambientato in un'isola delle Canarie.

In questa isola il protagonista, Filippo Fontana, presentatore televisivo di programmi naturalistici ma soprattutto persona arrogante e insensibile, rimane imprigionato per un tempo imprecisato, costretto a rivivere migliaia di volte il medesimo giorno.

È un bene?
Un male?

Dipende dal punto di vista: si capisce ben presto che la prospettiva individuale fa la differenza.
Il dato che emerge da È già ieri è però prevalentemente negativo, con il protagonista depresso o semplicemente annoiato.
Come si sbloccherà la situazione?

Semplice: nello stesso identico modo in cui si sblocca quella di Ricomincio da capo...

In effetti, molte gag e persino molte battute sono le medesime, cosa ovvia se si conta che non solo il remake è dichiarato, ma che al film ha collaborato lo stesso Harold Ramis.

Una storia a più livelli, leggibile tanto quanto mero svago quanto come fonte di insegnamenti. Impossibile non notare, per esempio, che la vicenda è una sorta di ruota che gira all'infinito, fino a che non interviene l'elemento dell'apprendimento interiore sotto forma di una maggiore compassione. Così, il protagonista, a inizio storia un campione di arroganza, superficialità e giudizio, diviene infine una persona di livello superiore... il che sa molto di ruota del karma e apprendimenti animici.

Personalmente, mi piacciono molto sia l'originale che questo remake, anche se È già ieri è più "caciottaro", tra Albanese e De Luigi.... anche se per certi versi lo preferisco persino all'originale, il che non è affatto poco.

Fosco Del Nero



Titolo: È già ieri (È già ieri ).
Genere: commedia, fantastico.
Regista: Giulio Manfredonia.
Attori: Antonio Albanese, Fabio De Luigi, Goya Toledo, Pepon Nieto, Beatriz Rico, Esther Ortega, Asuncion Balaguer.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

Video Girl Ai - Masakazu Katsura

Dopo il primo post per la categoria "anime", è arrivata l'ora della prima volta anche per la targhetta cugina, quella dei manga.

Come non iniziare da uno dei manga storici, forse il mio preferito di sempre?
Sto parlando dell'ormai mitico Video Girl Ai di Masakazu Katsura.

La trama di Video Girl Ai, in sintesi, è questa: Yota Moteuchi è un sedicenne timido e impacciato (tanto da essersi guadagnato il soprannome di Motenai Yoda, ossia "senza donne"), da tempo segretamente innmorato della sua compagna di classe Moemi.

Riesce a diventarle amico, ma non si dichiarerà perchè scoprirà ch'essa nutre dei sentimenti per Takashi, il migliore amico di Yota.

Con grande altruismo, anzi, la aiuterà a conquistarlo, ma Takashi, persona assai fredda e distaccata, sapendo dei sentimenti dell'amico, la rifiuterà.

Le traversie sentimentali di Yota lo porteranno, un bel dì, a vedere il Gokuraku Club ("Club Paradiso"), che pare un videonoleggio e all'interno del quale il ragazzo noleggerà una cassetta con su scritto: "Ai Amano - Ti consolerò".
Da qui prendono il via le vicende.

La storia di Video Girl Ai è molto originale e innovativa, e sa coinvolgere il lettore fino alla fine.
Anzi, quando terminerà si sentirà immediatamente la mancanza dei vari protagonisti.

Lo stile grafico è assolutamente ben curato e gradevole. In particolare, Katsura è famoso per il sapiente uso dei retini.

I personaggi e le relazioni tra di essi sono di grande impatto, tanto che ci si troverà ben presto a tifare per questo o per quello (cosa assai interessante, ogni lettore ha il suo personaggio preferito, segno che molti di essi sono assai ben caratterizzati).

In effetti, la vera forza di Video Girl Ai è la carica emotiva: il lettore vive le vicende in modo molto attivo e partecipato.

Dal manga originale è stata tratta anche una serie animata, di sole sei puntate.
Essa però presenta due difetti macroscopici: il primo è che non possiede neanche lontanamente la forza evocativa del manga; il secondo che è stata fatta in corso di scrittura del fumetto, e dunque presenta un finale parziale.

I miei consigli sono anch'essi due.
1. Ignorate la serie animata.
2. Procuratevi a tutti i costi il manga (lo si trova in diverse ristampe).

Chiudo con un applauso al maestro Katsura.

Fosco Del Nero



Titolo: Video Girl Ai (Den'ei Shojo Video Girl Ai).
Genere: manga, commedia, fantastico.
Autore: Masakazu Katsura.
Anno: 1989-1993.
Voto: 9.
Dove lo trovi: qui.

martedì 15 aprile 2008

Elfen Lied - Lynn Okamoto

Elfen Lied è un prodotto assai bello da tanti punto di vista.

La sola sigla ("Lilium", di cui trovate il video a fine articolo), una sinergia di grafica d'ispirazione klimtiana e di suono dalle reminiscenze gregoriane, varrebbe l'acquisto dei dvd.

Riguardo all'anime vero e proprio, essa si presenta come un bizzarro accostamento di splatter, assai violento e sulle prime sconcertante a dire il vero, e di commedia.

Il connubio è concettualmente di difficile risoluzione: l'aspetto più dinamico (uso un eufemismo) della storia, crudo e ruvido, è funzionale all'evolversi della commedia, oppure è la parte più leggera del narrato a servire da intermezzo commerciale alla pura violenza, essa stessa trovata commerciale utile a colpire il grande pubblico?

E che dire dell'alternarsi di scene drammatiche e di episodi ludici (a volte accompagnati da scene di nudo, per quanto sostanzialmente innocue e tipicamente giapponesi)?

Devo dire la verità: non conosco i calcoli di target degli autori né i loro più intimi pensieri, ma in Elfen Lied, dalla sigla sino al finale, ho trovato molta bellezza.

Un plauso a chi è riuscito a mescolare con buona sapienza commedia, dramma, sentimenti, fantastico, violenza (non solo splatter, vi si trovano anche veri e propri psicodrammi personali, che contribuiscono a caratterizzare in modo verosimile i protagonisti) e profondità emotiva in un unico prodotto... per quanto ogni tanto la storia ecceda nel melodramma.

Per me, Elfen Lied è una serie animata di ottima fattura, di cui non vi svelo in alcun modo la trama per non rovinarvi il piacere della visione.
In chiusura, il video promesso.

Fosco Del Nero



Titolo: Elfen Lied (Elfen Lied).
Genere: anime, fantastico, drammatico, commedia.
Regista: Lynn Okamoto.
Anno: 2004.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.


lunedì 14 aprile 2008

Il pianeta del tesoro - Ron Clements, John Musker

Il pianeta del tesoro è un buon film di animazione targato Disney, e questo a dispetto dello scarso successo di pubblico registrato al cinema: solamente la vendita del dvd, infatti, ha permesso ai realizzatori di rientrare nei costi di produzione.

La critica, invece, ha recensito il film in modo estremamente positivo.

Non a caso, dico io, perché la realizzazione tecnica è molto buona: personaggi, sfondi ed effetti speciali sono resi ottimamente, e contribuiscono a dare corpo alla storia (per quanto la commistione tra disegni e computer grafica possa piacere o non piacere).
Una storia avventurosa in pieno stile Disney, peraltro ispirata al noto e quasi omonimo romanzo di Louis Stevenson, ossia L'isola del tesoro.

Jim è un ragazzo sveglio e sognatore, desideroso di vivere storie emozionanti. Sarà accontentato quando entrerà casualmente in possesso di una mappa del tesoro (ovviamente una mappa futuristica, una sorta di rappresentazione olografica di un percorso intergalattico)... dopo aver combinato un guaio dopo l'altro.

Da qui prende il via la trama de Il pianeta del tesoro, con la spedizione organizzata per trovare il tesoro e le disavventure relative.

Una menzione speciale per i riuscitissimi personaggi di Morph e Ben, il primo una specie di piccolo slime rosso capace di mutare forma (da cui il nome) e il secondo un robot socievole e allegrone. 

Il finale, anch'esso in pieno stile Disney, sarà rigorosamente un lieto fine, ma da un film del genere ce lo si aspetta già in partenza (compreso l'ammorbidimento del personaggio corrispettivo di Long John Silver), e la pellicola è godibile e appassionante.

Dunque, Il pianeta del tesoro è una buona visione per grandi e piccini... girata non per niente dai medesimi registi di grandi successi come Aladdin e Oceania, ossia Ron Clements e John Musker.

Fosco Del Nero



Titolo: Il pianeta del tesoro (Treasure planet).
Genere: animazione, fantastico, avventura.
Regista: Ron Clements, John Musker.
Anno: 2002.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

Constantine - Francis Lawrence

La recensione odierna è dedicata al film Constantine, diretto nel 2004 da Francis Lawrence (Io sono leggendaHunger games 2 - La ragazza di fuoco).

Partiamo dal genere di Constantine, discretamente incerto.
Infatti, se la trama del film è nettamente fantastica, il tutto assume una connotazione decisamente tetra, rispondendo a una vocazione se non proprio orrorifica, quantomeno oscura.

Non a caso, si parte con un esorcismo, e L'esorcista è proprio il primo riferimento che viene in mente durante la visione del film.

Da ciò, giunge un altro degli elementi portanti della pellicola: l'aspetto mistico-religioso, tra inferno, apocalisse, demoni, angeli e altro.

Anche se, a guardare in fondo in fondo, si tratta più che altro di un dramma: il dramma di John Constantine, dotato di poteri benigni, ma al contempo già dannato all'inferno nell'anima (si è suicidato) e al cancro nel corpo (fuma una sigaretta ogni 12 secondi).

Constantine è un antieroe, pratico e cinico, arguto e dissacrante, e pare trattare alla stessa stregua uomini importanti e non, arcangeli e diavoli, Dio e Satana.

In effetti, il film è ricco di ironia, benché un'ironia tendente più al sarcasmo noir che non alla comicità vera e propria.

Il secondo film che viene in mente, e non avrebbe potuto essere altrimenti, è Matrix.
Anche se, a dirla tutta, i due eroi che interpreta Keanu Reeves sono del tutto differenti, e persino antipodici: conscio dei suoi poteri ma negativo Constantine; inconsapevole dei suoi doni ma positivo Neo.

Ecco in grande sintesi la trama di Constantine:  John Constantine fin da piccolo ha avuto poteri particolari, nel senso che vedeva morti e demoni, cosa che ovviamente lo ha traumatizzato. I suoi genitori non hanno trovato di meglio che sottoporlo all'elettroshock per curarlo da quel problema psicologico, ma le cose sono peggiorate, tanto che il ragazzo si suicida, e rimane morto per due minuti...
... poi viene soccorso e ritorna in vita, ma intanto è morto come suicida, e a nulla vale, per le leggi di Dio, il fatto che abbia poi dedicato la sua vita all'eliminazione dei demoni: si è comunque suicidato, e i suicidi vanno tutti all'inferno.

Un giorno va a cercarlo tale Angela Dodson (Rachel Weisz; L'albero della vita, Il grande e potente Oz), sconvolta per il presunto suicidio della sorella gemella, anch'essa dotata di una visione fuori dal comune, cosa che metterà in moto svariati avvenimenti.
Da citare anche il personaggio di Chas Kramer (Shia La Beouf; La battaglia di Shaker Height, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo), sorta di aiutante sul campo di Constantine.

Constantine è un film pieno di ombre e di tenebre, alla fine del quale si intravede però uno spiraglio di luce, col film che nel mentre non manca di coinvolgere lo spettatore tra attacchi demoniaci e vari colpi di scena, tanto che la sua valutazione è globalmente positiva.

Fosco Del Nero



Titolo: Constantine (Constantine).
Genere: fantastico, horror, drammatico, religioso.
Regista: Francis Lawrence.
Attori: Keanu Reeves, Rachel Weisz, Shia La Beouf, Djimon Hounsou.
Anno: 2004.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

domenica 13 aprile 2008

Un'impresa da Dio - Tom Shadyac

Il tentativo di regista e produttori era palese: bissare il successo di Una settimana da Dio, il fortunato film con Jim Carrey e Jennifer Aniston.

Ci sono riusciti?

Purtroppo, neanche lontanamente.

La prima cosa che salta all'occhio di Un'impresa da Dio è l'interpretazione di Steve Carell, assai volenterosa, ma che inevitabilmente risulta una scimmiottatura dell'attore di Ace Ventura.

Non che Carell sia antipatico o pessimo come attore... semplicemente, non possiede il talento comico di Jim Carrey.
Anche se occorre dire che il doppiaggio potrebbe aver influito in tale giudizio.

Il secondo aspetto negativo è la trama, piuttosto banalotta e scontata: il messaggio di Dio, l'arca da costruire, le difficoltà iniziali del protagonista ripagate da un finale largamente positivo.
Anche il messaggio ambientalista, di per sé lodevole, diviene noioso e pedante.

Risulta inoltre difficile credere che un uomo solo, parzialmente aiutato dai suoi tre figli adolescenti e dagli animali, riesca a costruire un'arca così grande.

Ma, anche inserendo questo fatto nell'ambientazione mistico-religioso, per cui il novello Noè era aiutato da Dio (e anche da tutti gli animali, naturalmente giunti a coppie a casa sua), il film rimane poco divertente e poco ispirato.

In conclusione,  i n giro c'è molto di meglio di Un'impresa da Dio, che non regge il confronto con il suo più fortunato predecessore.

Fosco Del Nero



Titolo: Un'impresa da Dio (Evan Aalmighty).
Genere: commedia, fantastico.
Regista: Tom Shadyac.
Attori: Steve Carell, Morgan Freeman, Lauren Graham, John Goodman.
Anno: 2007.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 11 aprile 2008

I segni del male - Stephen Hopkins (

I segni del male è un discreto film horror, con protagoniste assolute Hilary Swank e Annasophia Robb, benché in modi molto diversi.

Katherine (Hilary Swank), giovane ex ministro di culto, ha perso la fede quando suo marito e sua figlia sono stati sacrificati da una tribù sudanese presso cui erano andati a fare volontariato.
Da allora, ribaltato di 180 gradi il suo atteggiamento esistenziale, la ragazza si dedica a spiegare scientificamente i vari miracoli chiamati di volta in volta in causa.
Subito dopo aver aggiunto il tassello numero 48 alla sua lista scientifica, le viene proposto un nuovo caso, il quale però si dimostrerà differente dai precedenti.

Infatti, una dietro l'altra compariranno le dieci piaghe bibliche, e degli eventi disastrosi sarà accusata una bambina, Loren (Annasophia Robb, già brillante protagonista di Un ponte per Terabithia).Effettivamente, gli indizi contro la piccola si accumuleranno uno dietro l'altro, e l'atteggiamento scientista-illuminista di Katherine vacillerà ben presto.

Non svelo il finale, discretamente sorprendente, benché qualcosa si fosse subodorato nel corso del film.

Complessivamente, I segni del male è un buon film horror, laddove un film orrorifico raggiunge il suo scopo quando genera, se non proprio terrore, quantomeno tensione e interesse.

I segni del male a dire il vero sconta un poco l'appartenenza a un filone, quello orrorifico-esoterico-religioso, assai esplorato in passato, cui in definitiva non aggiunge niente di nuovo.
Dunque, non siamo di fronte a un capolavoro, ma a una discreta produzione sì.

Fosco Del Nero



Titolo: I segni del male (The reaping).
Genere: horror, esoterico, religioso.
Regista: Stephen Hopkins.
Attori: Hilary Swank, Annasophia Robb, David Morrissey, Idris Elba, Stephen Rea.
Anno: 2007.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

Il mondo dall'altra parte