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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 26 aprile 2023

E noi come stronzi rimanemmo a guardare – Pierfrancesco Diliberto

Definire il genere di E noi come stronzi rimanemmo a guardare non è semplice: lo si potrebbe definire tanto un film drammatico, quanto una commedia, tanto un film di genere sentimentale, quanto un film di genere fantascientifico… persino con qualche accenno distopico.

In effetti, esso è un po’ commedia, un po’ distopia.
Un po’ Tutta la vita davanti, un po’ Lei… per utilizzare due film precedenti, a cui E noi come stronzi rimanemmo a guardare deve palesemente qualcosa in quanto a ispirazione.

Passiamo alla trama e chiariamo il tutto: siamo in Italia, in un prossimo futuro imprecisato, allorquando la tecnologia ha preso ancora più piede, divenendo ubiquitaria, persino oltre il buon senso. Arturo Giammarresi (Fabio De Luigi) è un quarantottenne che, in un colpo solo, perde la fidanzata e il lavoro; il paradosso è che, dopo aver elaborato, per l’azienda per cui lavorava, un algoritmo, quello stesso algoritmo stabilisce che la sua figura non è necessaria e dunque, per ottimizzare i costi, l’azienda lo licenzia. Il doppio paradosso è che, poco prima, la fidanzata lo aveva lasciato perché una app molto in voga aveva decretato che lui e lei avevano una scarsa affinità di coppia.

Non riuscendo a trovare altro lavoro, perché ritenuto unanimemente troppo vecchio, è costretto a passare alle consegne a domicilio tramite bicicletta: il tutto è ovviamente gestito da app e da avvisi tramite cellulare, a opera della società Fuuber, la quale inizialmente appare il non plus ultra dell’efficienza e del progresso, mentre poi si rivela, per esplicita ammissione del suo fondatore, uno strumento per schiavizzare l’essere umano contemporaneo.
È proprio tramite una app della Fuuber che Arturo conosce Stella, un ologramma che l’apposito algoritmo ha stabilito essere il suo amico ideale… e, in effetti, Arturo se ne innamora, salvo che, dopo il periodo di prova gratuito, la app va rinnovata a un costo mensile esagerato.

E noi come stronzi rimanemmo a guardare mantiene per tutto il film un tono da commedia, ma lo sfondo emozionale è drammatico, e neanche poco: la crisi economica, la spersonalizzazione dell’essere umano, la follia della rivoluzione “green” (imposta dall’alto come tutto quanto), l’onnipotenza o quasi dei grandi gruppi economici (qua rappresentati dalla Fuuber, che si spacciano per illuminati e persino filantropici, ma che nascondono un lato oscuro teso alla sottomissione dell’uomo), la perdita di libertà e il livello di controllo sempre crescente.

In ciò, il film si rivela essere un film di denuncia di certe derive contemporanee, tanto più che è uscito nel 2021, ossia in piena psicopandemia: la cosa probabilmente non è casuale. Ulteriore elemento di merito: al di là del gusto personale, in Italia un film del genere non si era mai visto, almeno che io sappia.
Verso la fine del film viene anche introdotto il concetto che gli dà il titolo: “e noi siamo rimasti a guardare mentre realizzavano tutto ciò”. In tal senso, a livello di valutazione lo premio oltre i suoi meriti cinematografici, poiché quelli contenutistici sono decisamente superiori.

Fosco Del Nero



Titolo: E noi come stronzi rimanemmo a guardare.
Genere: drammatico, sentimentale, fantascienza.
Regista: Pierfrancesco Diliberto.
Attori: Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli, Pierfrancesco Diliberto, Valeria Solarino, Maurizio Marchetti, Eamon Farren, Maurizio Lombardi, Orazio Stracuzzi, Enzo Casertano, Diletta Innocenti Fagni.
Anno: 2021. 
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

martedì 25 aprile 2023

N. P. - Il segreto - Silvano Agosti

Oramai molti anni fa un’amica mi aveva consigliato di guardare i film di Silvano Agosti, cineasta alternativo… ma non le avevo mai dato retta, sino a ora e sino a N. P. - Il segreto, uno dei suoi film più importanti, leggo online, insieme a Il giardino delle delizie e Nel più alto dei cieli.

A sua volta, N. P. - Il segreto veniva consigliato online per via dei suoi contenuti fantapolitici, e per certi versi anche anticipatori di quel che sarebbe successo poi e che potrebbe succedere in avvenire.

Ecco la trama del film: un importante uomo d’affari, un ingegnere le cui iniziali sono N. P., in quanto Presidente del GIAR (Gruppo Industriale Aziende Riunite) firma dei documenti dopo i quali sì inizierà a utilizzare la cosiddetta “Farfalla”, una macchina di sua invenzione capace di convertire la spazzatura, qualunque tipo di spazzatura, in cibo commestibile per l’essere umano. Di seguito, si prevede che l’automatizzazione sostituirà integralmente l’essere umano dai processi produttivi, rendendo il suo lavoro inutile.
L’uomo viene rapito, sottoposto a un qualche intervento farmacologico che gli fa perdere la memoria e lo rende muto, per poi essere rilasciato.
Subito dopo, lo stato si impossessa della sua invenzione, nazionalizza la sua azienda e applica il processo appena inventato a tutto quanto: la conseguenza è che praticamente tutti i lavoratori perdono il posto di lavoro, sostituito da un sussidio di stato, persino superiore al precedente salario lavorativo.

Quanto a N. P., viene trovato e accolto dalla famiglia Leali, che lo chiamerà “Profugo” non conoscendo la sua origine (né conoscendola l’uomo, il quale non si ricorda nulla e non può nemmeno parlare).
Col passare del tempo, riprenderà l’uso della parola… recupererà qualche ricordo e si accorgerà tristemente di come la sua invenzione è stata utilizzata: dapprima per depotenziare il “proletariato lavoratore” e in seguito per eliminare fisicamente il grosso delle persone ritenute ora inutili (e che percepivano il sussidio statale).

N. P. - Il segreto è un film non facile da valutare.
Dal lato cinematografico, si rivela registicamente acerbo, pur proponendo alcune soluzioni utili a creare un’atmosfera di alienazione generale.
Dal lato contenutistico, si rivela essere una sorta di film distopico ante litteram, come ante litteram è lo spunto legato al reddito di cittadinanza/reddito universale, con cui l’umanità potrebbe avere a che fare tra non molto tempo (si spera con esiti migliori).

Una piccola menzione per il cast: il protagonista è Francisco Rabal, che in passato vidi nella sua ultima interpretazione (il film horror Dagon) e in uno storico film di Bunuel (Bella di giorno); una piccola parte è assegnata a Ingrid Thulin, icona del cinema internazionale di quei tempi (Il posto delle fragole, Il silenzio, Luci d’inverno); una parte più importante è invece stata data a Irene Papas, altra icona del cinema del periodo (A ciascuno il suo, Le troiane, L’orgia del potere).

Nel complesso, N. P. - Il segreto non è certamente un capolavoro come opera artistica, ma è assai interessante nei suoi contenuti politici e sociali, largamente rivelatori di certe dinamiche oscure di potere (al di là dei dettagli, reali o non reali).

Fosco Del Nero



Titolo: N.P. – Il segreto.
Genere: drammatico, fantascienza, distopico.
Regista: Silvano Agosti.
Attori: Francisco Rabal, Irene Papas, Ingrid Thulin, Edy Biagetti, Takis Emmanuel, Marco Bellocchio, Linda Carradoni, Vincenzo Giancola, Marino Masè.
Anno: 1972.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 19 aprile 2023

The sorcerer and the white snake - Ching Siu-tung

The sorcerer and the white snake, film diretto nel 2011 da Ching Siu-tung, è un misto tra fantasy, arti marziali e sentimenti, in un melange non del tutto convincente, per quanto piuttosto patinato.
Lo stile fortemente orientale aggiunge una componente di “rischio” presso lo spettatore non particolarmente avvezzo o appassionato di ambienti cinesi.

Passiamo a tratteggiare la trama del film: il demone Serpente Bianco vive insieme alla sorella demone Serpente Verde, distante dalla vita degli esseri umani. Un giorno, però, la demonessa salva la vita a Xu Xian, un giovane erborista che stava scalando una montagna insieme a degli amici e che era stato spaventato e distratto proprio dalla sorella.
Non solo: il demone si innamora dell’uomo e l’uomo si innamora di quella che gli è apparsa come una bellissima donna.
Inizia così una sorta di relazione sentimentale, a dir poco travagliata: Serpente Verde non approva l’infatuazione della sorella, e ancor di meno l’approva l’abate Fahai (Jet Li, già visto in Hero e in The forbidden Kingdom, laddove parimenti interpretava il ruolo di un monaco guerriero assai esperto nelle arti marziali), il quale, insieme al discepolo Neng Ren, viaggia  per il mondo alla ricerca di demoni malvagi… ossia, tutti quelli che si intromettono nelle cose del genere umano, persino quando se ne innamorano.

The sorcerer and the white snake ha una storia interessante, la quale peraltro prende le mosse da una leggenda cinese, ed abbonda con gli effetti speciali, dando vita a una sorta di mondo magico-fatato.

Tuttavia, è un po’ deboluccio nella caratterizzazione dei personaggi, come anche nei dialoghi, ed eccede nell’azione a discapito della sostanza narrativa, diciamo così.

Inoltre, avrebbe certamente potuto essere più importante e didattico in quanto a contenuti, e difatti mi era stato segnalato in tal senso, ma purtroppo contiene davvero poco.

Mi son segnato, a tal scopo, appena un paio di frasi interessanti.

“Aiutare il prossimo è tempo speso bene.”

“Se le labbra si sono incontrate, c’è stato uno scambio di essenze vitali.
Lui è in te e tu sei in lui.”

Per il resto, The sorcerer and the white snake è un film tra arti marziali e magia di sufficiente valore, piuttosto bello da vedere ma certamente non imperdibile. Online leggo che i fan del regista cinese son rimasti assai delusi da questo suo lavoro; ne prendo atto, non conoscendo altri film di Ching Siu-tung.
Ma magari andrò a cercarmi Storia di fantasmi cinesi, che leggo essere considerato il suo film più importante.

Fosco Del Nero



Titolo: The sorcerer and the white snake (Baish echuanshuo).
Genere: fantasy, sentimentale, arti marziali.
Regista: Ching Siu-tung.
Attori: Jet Li, Vivian Hsu, Charlene Choi, Shengyi Huang, Jiang Wu, Miriam Chin Wah Yeung.
Anno: 2011.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 18 aprile 2023

Dragonheart - Rob Cohen

Non avevo mai visto Dragonheart, nonostante la sua ormai discreta anzianità, essendo un film del 1996, e nonostante la mia passione per il genere fantasy.
Tra l’altro, i due attori protagonisti, maschile e femminile, mi son pure simpatici: Dennis Quaid mi ricorda Great balls of fire, mentre Dina Meyer mi ricorda Starship troopers - Fanteria dello spazio.
Quanto a David Thewlis, il cattivo della storia, ovviamente mi ricorda Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, pur se con una grande diversità, e visiva e caratteriale.

Ecco la trama di Dragonheart: Bowen è un cavaliere che segue l’antico codice valoriale e che addestra il giovane Einon, tanto nella spada quanto nella morale. Un giorno, durante una battaglia, il ragazzo rimane ferito a morte, e il cavaliere domanda al drago Draco di salvargli la vita: il drago, in un atto di generosità, gli dona la metà del suo cuore, sperando che basti a eliminare le tendenze malvagie del giovane… purtroppo invano.
Quando queste si manifesteranno, Bowen giurerà vendetta contro il drago, pensando che la deriva malvagia del suo ex protetto sia opera sua, ma il drago nel mentre è sparito: l’uomo passa così da cavaliere e addestratore a uccisore di draghi.
Nella storia entreranno preso anche la giovane e bella Kara, nonché Fratello Gilbert, un monaco dall’animo buono.

Dragonheart è un fantasy vecchio stile: semplice, lineare, assai netto nei suoi contorni tra cattivi e buoni, privo di sofismi e di profondità… ciò che da un lato risulta positivo, ma dall’altro poco poco entusiasmante.
Difatti, nel film, pur ben fatto e godibile, non c’è niente di particolarmente importante, se non forse l’animazione del drago, piuttosto notevole per quegli anni. Buona anche la colonna sonora.

C’è qualcosa di interessante a livello di frasi esistenziali, anche se, pure in questo caso, ci si mantiene in superficie sena scendere troppo in profondità: quel che c’è, comunque, alza di mezza tacca il valore generale del film.

“Un cavaliere è votato al coraggio, il suo cuore conosce solo la virtù.
La sua spada difende gli inermi, la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo la verità, la sua ira abbatte i malvagi.”

“Giura che verrai da me a imparare gli antichi valori.”

“Nessuno è al di sopra del codice.”

“Coraggio, virtù, verità.”

“La superbia precede la caduta.”

“Devi restare sveglio.”

Fosco Del Nero



Titolo: Dragonheart (Dragonheart).
Genere: fantasy.
Regista: Rob Cohen.
Attori: Dennis Quaid, David Thewlis, Dina Meyer, Julie Christie, Pete Postlethwaite, Jason Isaacs, Brian Thompson, Terry O'Neill.
Anno: 1996.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 12 aprile 2023

L’inquilino del terzo piano - Roman Polanski

Sarò sincero: per un discorso di mio gradimento, non avrei mai guardato L’inquilino del terzo piano, sia per la trama sia per la fama del regista, quel Roman Polanski famoso per opere torbide come Luna di fieleLa nona porta, Rosemary’s baby… e chissà quante che non conosco.

Dall’altro lato, tuttavia, ho visto L’inquilino del terzo piano proprio perché, dalla descrizione, sembrava uno di quei film inquietanti del regista polacco, che ho guardato quindi più per “dovere professionale”, diciamo così.

Due parole sui temi affrontati dal regista nei suoi vari film: magia nera, sacrifici umani, logge oscure, patti col diavolo, persino l’unione col diavolo, squilibri e violenza fisica e morale di ogni tipo.

L’inquilino del terzo piano in verità sembra più un prodotto psicologico-grottesco che non un manifesto di certi ambienti, diciamo così, ma anch’esso contiene numerosi elementi di squilibrio psichico. 
Non è probabilmente un caso che il gruppo di Charles Manson abbia scelto proprio la casa e la moglie di Roman Polanski per il proprio efferato assassinio. Ricordo anche che il regista polacco ha ricevuto numerose accuse di stupro, nonché una condanna, con tanto di prigionia in un carcere statunitense, per aver fatto sesso con una tredicenne, peraltro dopo l’uso di stupefacenti (quando lui aveva quarantaquattro anni)... giusto per inquadrare meglio il personaggio.

Il film recensito quest’oggi, datato 1976, non fa altro che confermare gli squilibri psichici che animavano il regista nelle altre sue opere: dietro una sceneggiatura a metà tra psicologico, drammatico e orrorifico, si nascondono infatti varie disarmonie... mentali, emotive, sessuali, il pacchetto completo.

Tra l’altro, il film ha una chiara impronta autobiografica: non solo perché Roman Polanski interpreta il protagonista, ma anche perché riarrangia il romanzo originario, L'inquilino stregato di  Roland Topor, passando da un protagonista di origine russa a un polacco naturalizzato francese, com’era per l’appunto Polanski.

Ecco la trama: un giovane impiegato di origini polacche, Trelkowski, cerca appartamento a Parigi… e lo trova in uno stabile che sulle prime sembra del tutto rispettabile, e anzi molto attento nella scelta degli inquilini, ma che a lungo andare si rivela essere un covo di persone quantomeno bizzarre, se non proprio squilibrate (son tutti anziani dall’aria e dai modi inquietanti).
Anche se, a onor del vero, parte dello squilibrio mostrato pare essere frutto della psiche malata del protagonista, il quale, man mano che la storia procede, si convince che gli abitanti del palazzo son tutti in congiura contro di lui e che, addirittura, stanno cercando di farlo suicidare, com’era accaduto alla precedente coinquilina dell’appartamento affittato dall’uomo.

Difatti, tutti quanti, compreso il barista del locale di fronte, lo trattano come trattavano la povera ragazza, cercando di convincerlo a mangiare le cose che mangiava lei, a fumare le sigarette che fumava lei e così via.
A un certo punto, sull’onda della deriva psichica ormai imboccata, l’uomo comincia a truccarsi e a vestirsi come la ragazza.

Il finale del film lo fa passare dal genere psicologico-surreale al genere letteralmente fantastico: l’uomo pare completare la sua identificazione progressiva con la ragazza morta, trovandosi infine, dopo che egli stesso ha cercato di suicidarsi, nel letto d’ospedale, interamente bendato, nel corpo della ragazza, e vedendo sé stesso che era andato a vedere come stava, a inizio storia. 

A rafforzare la direzione “fantastica”, l’ipotesi che si sia accennato a una qualche forma di reincarnazione, nonché il luogo della toilette comune dell’abitato, piena di disegni egiziani e simboli esoterici… ciò che peraltro conferma l’interesse del regista per l’argomento, per quanto un interesse oscuro e non luminoso, elemento peraltro evidente dall’impronta energetica dei suoi film.

A proposito, in una scena a una donna spunta dalla bocca una lingua da serpente… sempre a proposito di certi argomenti.

In conclusione, L’inquilino del terzo piano sarebbe anche un buon film, come realizzazione tecnica, ma non propone niente di valore, e anzi risulta basso e volgare, psichicamente e fisicamente, da cui la mia valutazione mediocre (e quella "essenziale" sarebbe ancora più bassa).

Fosco Del Nero



Titolo: L’inquilino del terzo piano (Le locataire).
Genere: drammatico, psicologico, grottesco.
Regista:  Roman Polanski.
Attori: Roman Polanski, Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Bernard Fresson, Jo Van Fleet, Claude Piéplu, Shelley Winters, Lila Kedrova, Jacques Monod, Michel Blanc, Rufus, Vanessa Vaylord, Helena Manson. 
Anno: 1976.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 11 aprile 2023

His dark materials - Jack Thorne

Ormai parecchi anni fa ho recensito l’intera trilogia di Philip Pullman, intitolata Queste oscure materie e composta dai tre romanzi La bussola d’oroLa lama sottile e Il cannocchiale d’ambra. Nel mezzo avevo poi recensito la conversione cinematografica del primo libro, parimenti intitolata La bussola d’oro.
È giunto ora il turno della serie televisiva tratta dall’intera trilogia, e composta da tre stagioni, col calcolo che è abbastanza semplice: una stagione per libro, per quanto si tratti di stagioni piuttosto brevi, di sette-otto episodi ciascuna.

Ad ogni modo, la sceneggiatura è “certificata” dalla provenienza letteraria e la qualità del lavoro di conversione si è vista in tutta l’opera.

Pariamo dalla trama sommaria di His dark materials: vi è un mondo, parallelo al nostro, nel quale l’anima umana non si trova all’interno del corpo, come da noi, ma all’esterno, sotto forma di animale parlante che sta sempre intorno all’essere umano cui è connesso. Nei bambini tale animale è mutevole, fino a che non si stabilizza una volta sopraggiunta l’età adulta, o comunque un livello di adolescenza avanzato. Nel caso di Lyra Belacqua, ragazzina orfana che vive nel Jordan College, ad Oxford, il daimon Pantalaimon non si è ancora stabilizzato, anche se per lo più si presenta come un furetto.
La ragazzina è nipote di Lord Asriel ed è una sorta di beniamino del Jordan College, nonostante sia famosa per essere piuttosto indisciplinata e avventuriera. Il suo stesso gusto per l’avventura la porterà a partire insieme alla ricca e carismatica Marisa Coulter, e poi a girare per il mondo alla ricerca dell’amico Roger, nel frattempo rapito dai cosiddetti Ingoiatori, nonché alla ricerca di informazioni sulla polvere. 
Che cos’è la polvere? Perché qualcuno vuole studiarla, qualcun altro distruggerla e qualcun altro ancora sfruttarla?
La giovane Lyra scoprirà molte cose sorprendenti, sia legate al suo percorso individuale, sia relative agli eventi generali.

His dark materials è certamente un prodotto di buona fattura; data la sua natura di serie tv non sconta il difetto principale del film La bussola d’oro, ossia il poco tempo a disposizione per sintetizzare un romanzo piuttosto ricco nei contenuti (certamente il migliore della trilogia), ma ha modo di approfondire maggiormente, sia a livello della narrazione ma anche a livello dei contenuti, ciò in cui il film aveva in parte difettato. 
Non a caso, son davvero molte le frasi di un certo valore presenti nella serie, che vi propongo di seguito.

“Pensa sempre con la tua testa.”

“Signori, in questo momento è in corso un’aspra guerra tra chi vorrebbe che restassimo nell’ignoranza e chi vuole lottare per la verità.”

“I poteri di questo mondo sono molto forti.
Uomini e donne sono in balia di correnti più crudeli di quanto immagini.”

“Diventerai qualunque cosa vorrai. 
Il tuo percorso sarai tu a deciderlo.”

“Ci sono delle cose in ballo: cose che noi non comprendiamo.”

“Quando arriverà la paura, sarai in grado di dominarla?”

“È una questione di controllo: se puoi rubare l’anima a una persona, allora puoi tutto.”

“Caro figliolo, Dio non ti abbandona mai.
Caro figliolo, tu sei figlio di Dio.
Caro figliolo, la tua anima non ti abbandona mai.
Caro figliolo, tu sei figlio di Dio.”

“Ogni guerra ha le sue vittime. E, credimi, ho buone ragioni per definire questa una guerra; una guerra che renderà libera l’umanità per sempre.”

“È orribile: ti succhiano via la vita.
Sei ancora vivo, ma tutto ciò che fa di te un essere umano non c’è più.”

“Esisterà un posto dove quel maledetto Magisterium non si sia infiltrato?!”

“Siamo tutti soggetti al volere del fato.”

“Vi sono due forze, l’una costantemente in guerra contro l’altra: coloro che reprimono, che sottomettono, che ci vogliono ridurre a essere ignavi e insipienti, e coloro che ci vogliono più forti, più saggi, liberi di conoscere e di esplorare.”

“Concentra tutta l’attenzione sull’attenzione in sé: non computare, devi solo limitarti a osservare.”

“La materia oscura è ciò che noi chiamiamo Spirito?
“Per ciò che siamo: spirito. 
Per ciò che facciamo: materia. 
Spirito e materia coincidono.”

“Quando una cosa diventa comprensibile, la si può controllare.”

“La mia lotta è contro l’autorità e contro chiunque commetta atrocità in suo nome.
Contro coloro che vogliono dividere allo scopo di comandare. Coloro che hanno edificato mondi basati sul privilegio e sul diritto divino anziché sulla cura e sul bisogno. 
Io combatto per il libero sapere, e contro l’inganno, l’intolleranza e il pregiudizio.”

“Libera la mente”

“Ogni essere senziente sta combattendo una battaglia, sebbene non tutti lo sappiano.”

“Loro stanno rubando le nostre anime, e con esse la nostra umanità, per poterci controllare meglio.”

“Serviranno tutti i guerrieri su cui sapremo mettere le mani.”

“Perché ti sei svegliata?”
“Ho dormito abbastanza.”

“Metti la lama sul fuoco: l’ha rotta una mente divisa… solo una mente salda potrà ripararla.”

“Riprovaci: devi immergerti nel profondo di te stesso.”

“Un mortale inconsapevole del proprio lato oscuro è una preda indifesa.”

“Affronta te stesso.”

Non si tratta probabilmente di un prodotto top di gamma, per dir così, per budget e per ambizione, ma certamente si tratta di un’opera ben realizzata e di buon valore da ogni punto di vista (sceneggiatura, scenografia, costumi, effetti speciali, casting, dialoghi). 
Rispetto al film già citato, forse perde qualcosa a livello di estetica e di cast, ma trattandosi di una serie televisiva la cosa ci può anche stare; in compenso, la serie sopravanza il film da tanti punti di vista, dalla fedeltà ai romanzi originari all’importanza dei dialoghi.

Nel complesso, His dark materials è un’ottima serie tv, che val la pena vedere sia per la sua bellezza che per i suoi contenuti… i quali, peraltro, sono particolarmente attuali, giacché in buona sostanza si parla da un lato di coloro che desiderano educare ed elevare l’umanità e dall’altro lato di coloro che desiderano asservirla e renderla debole (addirittura eliminandone l’anima e la coscienza: altro elemento alquanto attuale).

Peccato per la solita propaganda mondialista, tra finto femminismo (il femminismo che vorrebbe dipingere le donne uguali agli uomini, quando non lo sono, il che è in verità “antifemminismo”, poiché va contro le qualità e lo sviluppo delle donne), antireligiosità (un tema delicato che dovrebbero affrontare solo gli insegnanti spirituali) e scene LGBT (la scena dei due angeli, uno nero e uno bianco, che si baciano in bocca potevano tranquillamente risparmiarsela, così come il cambio narrativo relativo alla Malone, che passa da ex suora che si sposa con un uomo a suora che si innamora di una donna, inventandosi di sana pianta elementi che nel romanzo originario non c’erano).
I tempi purtroppo son questi, per cui lo spettatore deve essere scaltro nel separare il grano e la pula.

Fosco Del Nero



Titolo: His dark materials (His dark materials).
Genere: serie tv, fantasy, avventura.
Ideatore: Jack Thorne.
Attori: Dafne Keen, James McAvoy, Tyler Howitt, Ruth Wilson, Nabil Elouahabi, Kate Rutter, Anne-Marie Duff, Clarke Peters, James Cosmo, Ariyon Bakare, Will Keen, Lucian Msamati, Ruta Gedmintas.
Anno: 2019-2022.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 5 aprile 2023

The protector - Binnur Karaevli

Ho iniziato a guardare la serie tv The protector per due motivi:
1. è ambientata a Istanbul, città assai fascinosa in cui son stato durante il periodo universitario.
2. proponeva una trama teoricamente assai ricca, fatta di confraternite segrete, poteri speciali, addestramento, etc.

Purtroppo, dopo un discreto abbrivio, la serie è scemata via via nella qualità, già non trascendentale nei primi episodi, per poi scivolare in toni piuttosto adolescenziali.

Andiamo con ordine, partendo dalla trama: Hakan è il figlio adottivo di un commerciante del bazar di Istanbul, ma sogna qualcosa di più. In particolare, sogna di diventare come Faysal, un uomo che si è fatto da sé mettendo su un importante impero economico. 
Così, partecipa a un colloquio presso la sua azienda, tenuto dalla bella Leyla, di cui si invaghirà di lì a poco.
Tuttavia, le attrazioni sentimentali, come i suoi progetti di vita, passeranno in secondo piano nel momento in cui la sua vecchia vita verrà sconvolta: scoprirà infatti di essere l’erede, il Protettore di un antico lignaggio, i Leali, che da secoli lotta contro i cosiddetti Immortali, essere umani che effettivamente sono immortali, il cui progetto è distruggere Istanbul e l’intera umanità.
Hakan viene così addestrato a rivestire il suo ruolo di Protettore, pur tra molte difficoltà, a cominciare dal suo carattere fumantino e piuttosto infantile.
 
Sulle prime, la figura del protagonista un po’ guascone è simpatica, fino a che era controbilanciata dal suo mentore, dalla sua guardia del corpo e dagli addestramenti, che in avvio erano anche e soprattutto interiori.
La cosa però è durata poco, e il tutto è rapidamente scivolato verso l’adrenalina tipicamente adolescenziale (come stato di coscienza, non necessariamente a livello anagrafico), diventando, oltre che noioso, anche davvero poco convincente.

In particolare, il dare continuamente in escandescenze da parte di Hakan, il quale pensa sempre di saperne più di tutti, risulta alla lunga ridicolo, oltre che monotono.
Anche la conversione della figura di Zeynep, da addestratrice/guardia del corpo tutta d’un pezzo a innamorata fragile ed emotiva, risulta davvero debole, a livello di sceneggiatura… un po’ come tutto quanto.

Peccato, perché concettualmente le premesse erano buone… anche se, fino a che non vedrò una produzione Netflix che davvero propone temi evolutivi, in luogo delle tipiche energie da anime bambine, non ci crederò.

Per la precisione, ho smesso di guardare The protector al quarto episodio della terza stagione. Mi son “perso” dunque la parte finale della terza e tutta la quarta… ma davvero era diventato davvero troppo stupido, con tanto di propaganda covid messa in mezzo. 
Della serie, dunque, si salva l'inizio e basta... peccato, perché vi erano dei discreti elementi di partenza.

Fosco Del Nero



Titolo: The protector (Hakan: Muhafiz).
Genere: serie tv, fantastico, drammatico.
Ideatore: Binnur Karaevli .
Attori:  Çagatay Ulusoy, Ayca Aysin Turan, Mehmet Kurtulus, Okan Yalabik, Hazar Ergüçlü, Saygin Soysal, Burcin Terzioglu. 
Anno: 2018-2020.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 4 aprile 2023

Alice nel paese delle meraviglie - Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wilfred Jackson

Eran secoli, probabilmente, che non vedevo il film d’animazione Alice nel paese delle meraviglie: da quando ero bambino… e poi non lo avevo più rivisto.
Quantomeno, sino all’apertura del blog nel 2008, visto che non era ancora recensito.

Provvedo ora. 
Il film, ormai piuttosto vetusto, è datato 1951 ed è considerato uno dei primi classici Disney. La formula è quella tipica di quegli anni: un classico della letteratura, disegni a mano, un netto orientamento al prodotto per famiglie, una colonna sonora comprendente numerose canzoni.

La storia è celeberrima: il film è tratto dal romanzo di Lewis Carroll Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, prendendo inoltre qualche elemento dal seguito Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Classici per l’infanzia, per l’appunto (ma anche per gli adulti).

Ecco la trama: la piccola Alice si annoia nel sentire la sorella maggiore leggere un libro di storia e, a un certo punto, la sua attenzione è attratta da un coniglio bianco vestito di tutto punto, con tanto di orologio in mano, dall’aria piuttosto frettolosa, come se stesse tardando a un appuntamento. Incuriosita, lo segue sin dentro il buco in cui quello si è infilato… finendo così nel “paese delle meraviglie”, dove ogni cosa è bizzarra.
Qui, assisterà a tanti eventi strani nonché a personaggi altrettanto strani, rischiando persino di essere giustiziata dalla bizzosa Regina di Cuori.

All’interno dei circa 75 minuti di film, passano tanti personaggi strani: i miei preferiti (come probabilmente per tanti altri spettatori) sono il Brucaliffo e lo Stregatto. Anche la scena presso il Cappellaio Matto è memorabile, come in generale tutta la storia, non per niente entrata nell’immaginario collettivo.

Personalmente, tuttavia, non lo considero tra i miei film preferiti dell’animazione di quel periodo, forse per un tono un po’ melenso: le canzoni della colonna sonora son poco vivaci e anzi in larga parte noiose (con l’eccezione, ovvia, del “non compleanno”), e molte scene avrebbero potuto essere più efficaci.
I disegni, oramai lontani come livello tecnico, son comunque gradevoli e ancora piacevoli.

Nel complesso, ho gradito Alice nel paese delle meraviglie… nonostante i settantadue anni trascorsi dalla sua uscita!
Il tempo passa (anche se non esiste).

Chiudo col celebre dialogo tra Alice e lo Stregatto.

“Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere.”
“Tutto dipende da dove vuoi andare.”
“Oh, veramente importa poco, purché io riesca…”
“Beh, allora importa poco che strada prendi.”

Fosco Del Nero



Titolo: Alice nel paese delle meraviglie (Doctor Strange  in the multiverse of madness).
Genere: animazione, fantasy.
Regista: Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wilfred Jackson.
Anno: 1951.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.



Il mondo dall'altra parte