Dopo essermi dedicato completamente ai film, torno a recensire una serie televisiva, che peraltro è tuttora in corso: mi riferisco a Fringe, ideata da J.J. Abrams, Alex Kurtzman, Roberto Orci e giunta alla sua quarta stagione.
Preciso di non aver visto tutto quanto finora prodotto, ma “solamente” le prime due stagioni.
Primo punto: J.J. Abrams è un nome che mi è già noto, trattandosi del produttore delle serie Alias e soprattutto Lost, serie tv record di ascolti in quasi tutto il mondo.
Anche questa serie strizza l’occhio al fantastico-surreale, tanto da potersi riferire a predecessori illustri quali X-Files e Ai confini della realtà.
Finora sono stati girati quasi 90 episodi, suddivisi in quattro stagioni, anche se gli ascolti calanti fanno dubitare di un suo proseguo.
Come detto, la mia valutazione si riferisce alle prime due stagioni, quelle che finora ho visto.
Dico subito che l’intento originario era vederne solo l’episodio di apertura… ma poi la storia mi ha preso e sono andato avanti.
L’inizio è abbastanza soft, con le indagini dell’agente dell'FBI Olivia Dunham (Anna Torv) che la conducono al dottor Walter Bishop (John Noble) e a suo figlio Peter Bishop (Joshua Jackson, ossia Pacey di Dawson’s creek) e che le consentono di risolvere i primi casi.
Man mano che la serie avanza, tuttavia, il tutto si sposta da una dimensione d’indagine scientifica a eventi sempre più misteriosi e anomali, fino a sfociare nella fantascienza pura, con tanto di dimensioni parallele, mutazioni genetiche, telepatia, etc.
Se i protagonisti investigativi sono Olivia Dunham e Peter Bishop, il vero centro della storia è tuttavia lo smemorato e bislacco Walter Bishop, personaggio a dir poco multisfaccettato… assolutamente più di quanto si sarebbe mai detto.
Le vicende seguono le indagini della divisione Fringe dell’FBI, presso cui lavora Olivia e che, da Boston, lavora ai casi misteriosi, da scienza di confine, di tutti gli Stati Uniti (in questo siamo non molto lontani da X-Files, ma con in mezzo meno alieni e più dimensioni).
Alla serie, comunque, non manca una certa vena umoristica, che anzi la pervade in buona parte, soprattutto grazie ai personaggi di Walter e Peter Bishop e alla loro insolita relazione padre-figlio.
Se Fringe ha saputo coinvolgermi nonostante le intenzioni fossero di visionare solo il primo episodio, evidentemente la serie può vantare una certa qualità, e anzi arriva a ottimi livelli di coinvolgimento, grazie a una trama piuttosto fitta (ma non tanto quanto Lost).
Un’ultima annotazione: come spesso accade, in lingua originale cambia se non tutto, almeno molto: nello specifico, il personaggio di Walter, che in italiano pare bizzarro e ingenuo, ascoltato in inglese assume contorni quasi inquietanti, tanto che, ancora una volta, viene da chiedersi perché traduttori e doppiatori italiani decidano di cambiare stile e impronta al lavoro originale.
Fosco Del Nero
AGGIORNAMENTO del 10/08/17: a distanza di anni, ho ripreso la serie e l'ho vista tutta.
Purtroppo Fringe fa quello che fanno molte serie di successo: porta avanti stagioni su stagioni per cavalcare l'onda, senza sapere quando fermarsi per chiudere la serie in modo degno. La qualità media delle stagioni peggiora di volta in volta, accumulando eventi e spunti in modo caotico e spesso poco convincente, qualora non proprio contraddittorio data la complessità degli eventi narrati.
Anche Lost peraltro aveva avuto il medesimo problema, ed evidentemente è una caratteristica di molti autori quella di tirare avanti fin quando vi sono finanziamenti... i quali ci sono probabilmente fin quando il pubblico non si stufa per via della qualità decaduta.
Peccato.
AGGIORNAMENTO del 10/08/17: a distanza di anni, ho ripreso la serie e l'ho vista tutta.
Purtroppo Fringe fa quello che fanno molte serie di successo: porta avanti stagioni su stagioni per cavalcare l'onda, senza sapere quando fermarsi per chiudere la serie in modo degno. La qualità media delle stagioni peggiora di volta in volta, accumulando eventi e spunti in modo caotico e spesso poco convincente, qualora non proprio contraddittorio data la complessità degli eventi narrati.
Anche Lost peraltro aveva avuto il medesimo problema, ed evidentemente è una caratteristica di molti autori quella di tirare avanti fin quando vi sono finanziamenti... i quali ci sono probabilmente fin quando il pubblico non si stufa per via della qualità decaduta.
Peccato.
Titolo: Fringe (Fringe).
Genere: commedia, mistero, fantascienza, giallo.
Ideatore: J.J. Abrams, Alex Kurtzman, Roberto Orci.
Attori: Anna Torv, John Noble, Joshua Jackson, Lance Reddick, Blair Brown, Mark Valley, Kirk Acevedo, Jared Harris.
Anno: 2008-2013.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.