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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 29 giugno 2022

Sirene - John Duigan

Il primo appunto, doveroso, sul film Sirene, è relativo al titolo: occorre non confonderlo col Sirene uscito alcuni anni prima, il quale era una commedia sentimentale con Cher, Bob Hoskins e Winona Ryder.

Questo Sirene, invece, oscilla anch’esso tra commedia e drammi personali (col primo elemento prevalente), ma ha una natura assai differente, come ovviamente sono differenti i protagonisti: Sam Neill, Hugh Grant e Tara Fitzgerald, più le tre modelle/attrici Elle Macpherson, Kate Fischer e Portia De Rossi.

La confusione nel titolo italiano non trova spazio invece nei titoli originali in inglese: il film più vecchio era intitolato Mermaids, e il secondo Sirens, che per l’appunto sono i due termini inglesi per dire “sirena”.

Ecco la trama sommaria di Sirene - Sirens: il giovane prete anglicano Anthony Campion, insieme a sua moglie Estella, viene mandato a prendere servizio in Australia intorno al 1930. Essendo di passaggio, gli è assegnato anche il compito di recarsi presso il famoso pittore Norman Lindsay (personaggio realmente esistito vissuto a cavallo tra la fine dell’800 e la prima metà del 900 e ch’era, oltre che pittore, anche scultore, scrittore e vignettista) per convincerlo a cambiare alcuni suoi quadri presenti a una mostra, o addirittura a modificare la sua pittura in generale, ritenuta troppo licenziosa e volgare, se non proprio blasfema.
I due, arrivati nella lussureggiante tenuta del pittore, comprendente varie dependance, un ampio giardino con tanto di vicino laghetto, etc, conoscono anche sua moglie, nonché due ragazze che gli fanno da modelle, Sheela Pru, nonché la cameriera Giddy. Anche la moglie Rose posa per il marito, rigorosamente nuda, nonostante gli sguardi dapprima imbarazzati e poi via via più interessanti dei due inglesi.
Al quadro si aggiunge anche il tuttofare semicieco Devlin, nonché alcuni giovani del paese evidentemente interessati alle bellezze locali… bellezze assai malviste dalla popolazione dei dintorni proprio perché considerate scandalose e di malaffare.

Avevo visto Sirens da giovane e ne serbavo un buon ricordo, ingentilito probabilmente dall’ingente bellezza femminile proposta, a cominciare da Elle Macpherson… in verità, però, il film è un film di scarso valore: il tema della repressione sessuale e delle licenziosità varie non è né nuovo né trattato in modo profondo, e anzi il film si rivela una commedia pruriginosa e ammiccante, spesso banale nei dialoghi e negli eventi, per quanto comunque dotata di un certo fascino e di una certa bellezza visiva, tra quadri, paesaggi e modelle, e anche per uno stile di vita semplice e ancorato alla natura e alla fisicità.

Manca del tutto però la componente superiore dell’essere umano… che non è certamente l’arte emotiva o l’intellettualità cerebrale (o viceversa per quanto riguarda gli aggettivi).
Le discussioni sulla religione e sull'arte dei due protagonisti maschili, in tal senso, son poco più che fumo negli occhi dello spettatore, non avendo alcuna profondità o rilievo esistenziale.

Resta così la bellezza umana (coi suoi nudi integrali, maschili e soprattutto femminili), naturale e in parte anche artistica, ma c’è solo quella.

Fosco Del Nero



Titolo: Sirene (Sirens).
Genere: commedia, drammatico.
Regista: John Duigan.
Attori: Sam Neill, Hugh Grant, Tara Fitzgerald, Elle Macpherson, Portia De Rossi, Kate Fischer, Pamela Rabe, Ben Mendelsohn, John Polson, Mark Gerber, Julia Stone.
Anno: 1993.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui



martedì 28 giugno 2022

L’esorcista - William Friedkin

Naturalmente avevo già visto L’esorcista, il celebre film di William Friedkin, ma non da quando ho aperto il blog, ossia negli ultimi dodici anni, per cui lo recensisco solamente ora.

Il film è datato 1973, ed è tuttora considerato il film horror più spaventoso di tutti i tempi, nonostante a quell’epoca non si facesse un grande uso, per motivi tecnologici, di effetti speciali, visivi o uditivi (ma d’altronde i film che si appoggiano sugli effetti speciali si identificano da soli come opere di livello mediocre).

Prima di commentare il film, sintetizziamo la trama sommaria de  L’esorcista (di cui va vista rigorosamente la versione integrale, come peraltro andrebbe fatto per ogni film): siamo nei sobborghi di Washington e seguiamo la vita della piccola Regan e di sua madre, una famosa attrice. Le loro vite sembrano felici e leggere, ma in verità c’è più desolazione, rabbia e paura di quanto non sembri.
Gradatamente, nella zona iniziano a manifestarsi episodi strani: una chiesa viene vandalizzata in modo osceno, il regista del film in cui la donna sta recitando muore in circostanze sospette, viene rinvenuta la statuetta di un demone che a inizio film era stata ritrovata nientemeno che in Iraq… e la bambina mostra segni sempre più inquietanti: fa pipì davanti a tutti durante una festa, inizia a parlare in modo scurrile, mostra segni di violenza, in un crescendo sempre più rapido, che porta la madre a coinvolgere dapprima neuroscienziati, poi psichiatri e infine un esorcista.

La trama de  L’esorcista è in verità nota, per cui non ci sarebbe bisogno di evidenziarla.
Più importante invece evidenziare i motivi per cui il film ha avuto così tanto successo e tuttora è considerato il film horror per eccellenza.
Al tempo della sua uscita, addirittura, nei cinema molte persone scapparono dalla sala, altre si misero a piangere o a vomitare, alcune svennero... tutte reazioni difficili da immaginare presso il più scafato pubblico odierno.

Ma è solo questa la differenza, una maggiore pratica cinematografica?

No.
Il film ebbe quell'impatto perché andò a toccare un tasto dolente nell'inconscio collettivo: la possessione-influenza di qualche entità ai danni dell'essere umano. Il tema è passato in cavalleria, ma solo a livello mediatico; in realtà è più che mai attuale (molti omicidi e atti disumani son certamente commessi sotto possessione diretta o spinta indiretta), e infatti un fenomeno è attuale proprio quanto meno se ne parla, perché trova "campo libero".

Quello stesso campo libero che l’entità bassa trova in quella famiglia così moderna, così colta, così intellettuale, così all’avanguardia, così indifesa.
In verità, Regan è stata posseduta per un motivo, e non per mero caso. Ha giocato con qualcosa con cui non doveva giocare, probabilmente, ma ancor prima ha respirato un'aria in cui si è creata un'apertura, diciamo così.
Questo per rispondere alla domanda di Padre Karras che chiede "perché proprio la bambina"?
Non a caso, Padre Merrin non è stato posseduto, mentre Padre Karras sì, per quanto si sia poi riscattato, guadagnandosi in quel gesto quel collare bianco che fino a quel momento aveva indossato in modo alquanto balbettante, per non dire di peggio (alcol, fumo, pugilato, ingratitudine, freddezza, assenza di fede).

La lezione che ci dà  L’esorcista è dunque sempre attuale: state sempre attenti alle influenze energetiche cui vi sottoponete. 
Non è una lezione da poco.

Fosco Del Nero



Titolo: L’esorcista (The exorcist).
Genere: horror.
Regista: William Friedkin.
Attori: Ellen Burstyn, Max von Sydow, Linda Blair, Jason Miller, Lee J. Cobb, Kitty Winn, Titos Vandis, Peter Masterson, Jack MacGowran, Rudolf Schundler, Barton Heyman.
Anno: 1973.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 22 giugno 2022

Siamo uomini o caporali - Camillo Mastrocinque

Siamo uomini o caporali è il terzo film di Totò che mi vedo a stretto giro di posta, giacché di recente ho deciso di colmare una discreta lacuna: quella di non aver mai visto un film con Totò protagonista, se non brevi e famosi spezzoni.
Difatti, il Principe De Curtis non mi ha mai attirato; devo essere onesto.

Siamo uomini o caporali è diretto dal medesimo regista del primo film che ho veduto, ossia La banda degli onesti: il regista è Camillo Mastrocinque… e probabilmente non è un caso che l’altro film “estratto dal mazzo”, ossia Guardie e ladri, mi è piaciuto molto di più, sia a livello umoristico ma soprattutto a livello di contenuti: quest’ultimo film fu diretto viceversa dal duo Steno-Mario Monicelli, due nomi non per niente di maggior spessore. 

Veniamo alla trama di Siamo uomini o caporali (senza punto interrogativo): Totò Esposito si reca a Cinecittà per ottenere qualche parte in qualche film, ma, complice un’entrata in scena poco ortodossa, bissata da un seguente errore, finisce per trovarsi al centro di una rissa, fioretto di scena alla mano. Viene così portato da uno psichiatra, al quale racconta la sua vita e la sua concezione della stessa: secondo lui, gli esseri umani si dividono in due categorie, gli uomini, quelli che sgobbano, e i caporali, quelli che hanno potere e ne abusano.
Alla teoria fa seguire il racconto delle sue peripezie, che diviene poi film per lo spettatore, nel quale egli alla fine s’imbatte sempre in qualche “caporale”: il capocomparsa, il fascista, il nazista, l'ufficiale americano, il direttore di giornale, l'industriale lombardo… tutti interpretati dal medesimo attore (Paolo Stoppa) alfine di facilitare l’identificazione col ruolo umano, al di là di segni e distintivi vari.
Non per niente, lo stesso personaggio di Totò a un certo punto, parlando dei caporali, dice: “A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi”.

Da segnalare, nel cast, la bella Fiorella Mari nella parte di Sonia, nonché Franca Faldini, in un ruolo meno importante ma che sarebbe poi divenuta la compagna di Totò fino alla di lui morte. 
Presente, in una parte ancora minore, Sylva Koscina, che sarebbe divenuta famosa in seguito e che in tale pellicola non fa altro che mostrare le gambe, letteralmente (la madre filmica le chiede di mostrare le gambe alla gente per far vedere quanto è bella).

Nel complesso, due film su tre, Siamo uomini o caporali compreso, mi hanno in parte deluso: son bei film, intendiamoci, ma non quei capolavori che parte del pubblico afferma… e non a caso sono stati a tratti stroncati, o comunque poco considerati, dalla critica.

A questo punto, il prossimo film me lo sceglierò tra gli altri girati da Steno e/o Mario Monicelli.

Fosco Del Nero



Titolo: Siamo uomini o caporali.
Genere: commedia, drammatico.
Regista: Camillo Mastrocinque.
Attori: Totò, Paolo Stoppa,  Fiorella Mari, Franca Faldini, Nerio Bernardi, Sylva Koscina, Vinicio Sofia, Loris Gizzi, Giacomo Furia, Gildo Bocci, Agnese Dubbini, Rosita Pisano, Mario Passante, Gino Buzzanca.
Anno: 1955.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 21 giugno 2022

Fargo - Noah Hawley

La serie tv Fargo è un prodotto difficile da recensire.
Ci provo con ordine.

La prima cosa da dire è che la serie prende è ispirata, a livello di atmosfera e scenografia, all’omonimo film dei Fratelli Coen (Fargo).

La seconda è che ad oggi la serie si compone di tre stagioni, con una quarta che da quel che ho capito mi pare sia in programma. Ogni stagione si compone di dieci episodi.

Si tratta di una serie anomala, che non porta avanti i medesimi personaggi e un unico filone, ma che ogni stagione propone diversi protagonisti, una diversa storia… ma la medesima ambientazione e la medesima atmosfera del marchio “Fargo”: una scelta interessante, e probabilmente intelligente, utile a mantenere gli spettatori affezionati al marchio ma al contempo utile a non esaurire una singola storia, rendendola col tempo ridicola come è accaduto alla gran parte delle serie di successo degli ultimi decenni. 

Altra cosa rilevante: se nella prima stagione il cast non era particolarmente rilevante (Martin Freeman e Billy Bob Thornton erano i due nomi-volti più noti, senza però essere attori big), con le due successive, forse agevolate dal successo della prima stagione, c’è stato un cambio di passo: Kirsten Dunst (un lusso per una serie tv… anche se qua appare non al massimo della sua forma), Ewan McGregor (altro lusso), David Thewlis (che contrasto tra Harry Potter e Fargo).

In tutte e tre le stagioni, c’è una sorta di confronto frontale: nella prima e nella terza tra una poliziotta e un criminale fuori di testa, nella seconda tra due gruppi criminali per il controllo del traffico di droga.

Vi sono inoltre altri elementi ricorrenti: un notevole livello di surrealismo (navi ufo che passano in cielo duranti incidenti stradali e sparatorie; personaggi che sanno tutto e che parlano ai vari protagonisti come se fossero angeli o qualcosa del genere), la figura di una "cattiva ragazza", il medesimo livello di violenza e di humor nero, la provincia americana del nord che pare lasciata a sé stessa o quasi (nonostante la presenza di alcuni agenti di polizia più svegli dei colleghi).
In generale Fargo è molto citazionista, e non solo verso l’originale film del Fratelli Coen, ma anche verso altre opere: Il grande Lebowski, per esempio (la scena dell’uomo misterioso che appare accanto al protagonista dentro un bowling, o la sepoltura di una valigetta), o I segreti di Twin Peaks, di cui Fargo pare una versione meno grottesca e più thriller-noir… non a caso un cameo è dedicato a Ray Wise, il padre posseduto de I segreti di Twin Peaks.

Si potrebbe dire molto altro di Fargo a livello di informazioni, ma mi fermo qui.
Chiudo la recensione con due mie considerazioni.

La prima è che nell’opera non mancano frasi di grande impatto, evidentemente prese da qualche testo o scuola esistenziale-spirituale. Ad esempio:

“Io in realtà non esisto.”
 
“La percezione della realtà diventa la realtà.”

“Molte cose possono capitare nel bel mezzo del nulla.”

“Fare o essere: non sono possibili entrambi.”

La seconda e ultima considerazione è che, per quanto Fargo sia una serie ottimamente realizzata, eccellente da ogni punto di vista, dalla sceneggiatura alla colonna sonora, dal casting alla regia, e finanche una serie intelligente, e con alcuni personaggi memorabili (Lorne Malvo, V. M. Varga), mi sono un po’ stancato dei livelli elevati di violenza di ormai tanti prodotti televisivi o cinematografici. In verità, l’arte dovrebbe elevare ed educare le persone, non affossarle ancora di più rendendole insensibili o tristemente abituate alla violenza.
Per cui, se anche vi fossero altre stagioni di Fargo, non credo che le guarderò.

Fosco Del Nero



Titolo: Fargo (Fargo).
Genere: serie tv, drammatico, grottesco.
Ideatore: Noah Hawley.
Attori: Martin Freeman, Allison Tolman, Colin Hanks, Billy Bob Thornton, Colin Hanks, Jean Smart, Patrick Wilson, Ted Danson, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Jean Smart, Ewan McGregor, Carrie Coon, Mary Elizabeth Winstead, David Thewlis.
Anno: 2014 - in corso.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 15 giugno 2022

Guardie e ladri - Steno, Mario Monicelli

Guardie e ladri è il secondo film di Totò che recensisco su Cinema e film dopo La banda degli onesti, che lo avrebbe seguito di cinque anni: Guardie e ladri è datato 1951, è stato diretto da Steno e Mario Monicelli e da molti è considerato il miglior film di Totò (che per esso ottenne un Nastro d’Argento; il film invece conquistò il premio alla sceneggiatura a Cannes), qua spalleggiato da Aldo Fabrizi

Riporto sinteticamente la trama del film, per poi passare alle mie considerazioni: Ferdinando Esposito (Totò) è un piccolo delinquente che s’approfitta dell’ingenuità dei turisti o di altre situazioni per metter su qualche soldo e dare da mangiare alla sua famiglia, composta da moglie, due figli e padre. A tal scopo, sta spesso fuori casa, “per affari”.
Lorenzo Bottoni (Aldo Fabrizi) è invece un brigadiere che, per via della denuncia di un importante personaggio americano, si trova prima a inseguire e poi a dar la caccia a Esposito.
La cosa però si complica una volta che le due famiglie, ignare di quel che stava succedendo, si conoscono e stringono buoni legami, con tanto di interessamento tra la il figlio di uno e la figlia dell’altro.

Non sono facilmente prono alla comicità popolare, né alla comicità fisica, elementi che fanno da base a molti lavori di Totò (non per sua scelta, probabilmente), ma Guardie e ladri ha qualcosa in più, e anzi molto di più.

A livello di comicità, ci sono dialoghi arguti e a volte fulminanti per umorismo o intelligenza.

A livello di memoria storica, abbiamo le povere borgate della Roma del 1950, con palazzi fatiscenti, strade piene di fango e pozzanghere, contrapposte alle cupole delle basiliche sullo sfondo, fatto chiaramente teso a evidenziare la lontananza tra il popolo e la ricchezza di piccoli gruppi.

Abbiamo inoltre la situazione di molte famiglie dell’Italia post-seconda guerra mondiale: povertà, difficoltà nel trovare lavoro, mezzi e finanche cibo, tanto da dover cenare sempre col caffellatte.

Inoltre, abbiamo anche la censura che si è abbattuta sul film, per via della troppa familiarità tra un ladro e un rappresentante delle forze dell’ordine, e che ha costretto i due registi a modificare alcune scene e alcuni dialoghi.

Abbiamo anche il contrasto tra i fasti del vecchio Impero Romano, giacché il film inizia proprio nel Foro Romano, e la realtà della Roma di quei tempi, fatta per l’appunto di espedienti e difficoltà di vita.

Insomma, Guardie e ladri è un film davvero bello; a mio avviso, nettamente superiore, per valore ma anche per comicità, a La banda degli onesti.
A proposito, ma perché a Totò assegnavano così tanti ruoli da ladro e da imbroglione? Temo che questo non abbia giovato alla cultura italiana di quel periodo e degli anni-decenni successivi.

Fosco Del Nero



Titolo: Guardie e ladri.
Genere: comico.
Regista: Steno, Mario Monicelli. 
Attori: Totò, Aldo Fabrizi, Rossana Podestà, Ave Ninchi, Carlo Delle Piane, Pietro Carloni, Mario Castellani, William Tubbs, Ernesto Almirante, Rocco D'Assunta.
Anno: 1951.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui



martedì 14 giugno 2022

Fish tank - Andrea Arnold

Avevo trovato Fish tank suggerito in qualche classifica online, e il suo pedigree lasciava ben sperare, visto che il film, diretto nel 2009 da Andrea Arnold (regista a me ignota), aveva ottenuto svariati premi e nomine, tra il Festival di Cannes, i Bafta, gli European Film Awards (è un film britannico).
Tuttavia, ne son rimasto nettamente deluso, per i motivi che dirò dopo.

Per ora, andiamo a tracciarne la trama sommaria: siamo nell’Essex (contea a est di Londra), dove vive Mia, una quindicenne problematica, per non dire proprio sociopatica e squilibrata, la quale ha un pessimo rapporto con la madre, una donna ancora giovane e piacente, oltre che ignorante, rozza e gozzovigliatrice, e un rapporto travagliato con la sorellina minore, una bambina di nome Tyler, la quale appare forse la più normale del terzetto, per quanto anche lei avviata sulla strada malauguratamente tracciata dalla famiglia.
La stessa realtà sociale circostante appare piuttosto spartana, se non proprio povera e triste.
Le cose cambiano quando entra nella vita del terzetto tale Connor, ch’è il nuovo fidanzato della madre, un 35enne simpatico e affascinante.

Essenzialmente, Fish tank è un film drammatico che esplora le condizioni disagiate, economicamente ma anche psichicamente, della periferia suburbana anglo-londinese... ammesso ovviamente che si tratti di un quadro fedele. 
Nel dettaglio, esso descrive il quadro psicologico disagiato della protagonista della storia, e lo fa in modo piuttosto estremo, occorre dire: turpiloquio a più non posso, alcolismo, relazioni umane squallide, sessualità di basso livello, rapporti sessuali illegali tra adulti e quindicenni (è già pedofilia con una quindicenne? Non lo so, ma il messaggio che passa non è il massimo), e non parliamo della colonna sonora del film, di genere hip-hop.
Non a caso, la massima ambizione della ragazza pare esser quella di diventare la ballerina di un locale sexy-discoteca.

Peraltro, non ho potuto notare che Fish tank ripropone il canovaccio di fondo di Sirene, il noto film con Cher, Bob Hoskins e Winona Ryder: in entrambi i casi, c’è una famiglia con tre donne, la madre avvenente, un’adolescente problematica e una bambina; c’è una figura maschile che funge da deus ex machina; vi sono di mezzo questioni di relazioni sentimentali e sessuali; c’è una scena finale di ballo con tutte e tre le donne protagoniste…
… la differenza è che in Fish tank è tutto molto più pacchiano e volgare.

Altra coincidenza: in ambo i casi la ragazzina adolescente, Winona Ryder per Sirene e Katie Jarvis per Fish tanker, si è fatta notare dalla critica e dal pubblico.

In effetti, Katie Jarvis ha energia che sprizza da tutti i pori… anche se si è incorsi nel solito vizio di rappresentare una ragazzina con un’attrice più grande d’età (tra quindici e diciotto anni c’è una bella differenza… non solo legalmente).

Menzione anche per Michael Fassbender è molto adatto al ruolo di giovane uomo fascinoso ma anche ingannevole (si finge fidanzato con una donna quando è già sposato con un’altra, con tanto di figlia piccola; si finge padre e poi seduce la figlia della compagna). 
A proposito di pacchiano e volgarità, che dire della scena in cui la ragazzina urina sulla moquette del salotto? Davvero un tocco di classe, peraltro del tutto fuori contesto (anche perché non c’è un contesto sensato per una scena del genere).

Insomma, Fish tank se ne esce con una brutta valutazione, dovuta un po’ alla bassezza del tenore umano del film e un po’ al mezzo plagio... e Andrea Arnold è regista segnata in negativo.

Fosco Del Nero




Titolo: Fish tank (Fish tank).
Genere: drammatico.
Regista: Andrea Arnold.
Attori: Katie Jarvis, Kierston Wareing, Michael Fassbender, Rebecca Griffiths, Harry Treadaway, Jack Gordon, Grant Wild, Toyin Ogidi, Carrie-Ann Savill, Brooke Hobby.
Anno: 2009.
Voto: 4.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 8 giugno 2022

La banda degli onesti - Camillo Mastrocinque

Nel blog non vi era nessun film di Totò, e in effetti non ho un gran passato nei confronti dei suoi film. Ho deciso di porre parziale rimedio alla cosa, e il primo candidato è stato La banda degli onesti, diretto nel 1956 da tale Camillo Mastrocinque.

In verità c’era un film in cui compariva Totò, ossia Gli onorevoli, ma solo come comprimario, mentre La banda degli onesti è il primo vero film di Totò che recensisco. Peraltro, leggo online che esso ha funto da ispiratore per il successivo e più famoso I soliti ignoti, il quale a suo volta è considerato il capostipite del sottogenere “caper movie”, ossia quei film in cui una banda più o meno specializzata si organizza per mettere a segno un importante colpo criminale.

Ne La banda degli onesti la banda in questione è alquanto scalcinata, occorre dirlo…

Ecco in sintesi la trama del film: Antonio Bonocore, portiere napoletano di uno stabile di Roma, si trova improvvisamente licenziato, e preoccupato per sé stesso ma anche per la moglie, una donna tedesca, e i suoi figli. Venuto a in possesso casualmente di alcuni stampi per banconote false da 10.000 lire, contatta il tipografo Giuseppe Lo Turco e, in combutta con un terzo personaggio, il pittore Cardone, arriva a stampare numerose banconote, che i tre poi si suddividono.
Capita però che il figlio maggiore del Bonocore lavori per la Finanza, che torni a casa senza preavviso e che sia messo a indagare proprio sul caso di alcune banconote false e quindi della banda di falsari che vi sta dietro…

Devo dire la verità: La banda degli onesti non mi ha fatto impazzire. In esso c’è una comicità molto vecchio stampo, che si affida esclusivamente alla mimica di Totò e ad alcuni equivoci. Non ci sono dialoghi brillanti, eccettuato forse qualcuno, non sufficiente comunque a elevare il film al rango di film umoristico-brillante.

Inoltre, la storia non è il massimo nemmeno a livello etico: reati finanziari, intenzione di uccidere animali poi mutata in abbandono di animali, menzogne a tutto spiano. Ok, è un film comico, ma le persone e le generazioni intere si educano anche in questo modo; anzi, a livello di massa si educano soprattutto in questo modo.

Dal mio punto di vista, La banda degli onesti rimane un film fresco e vivace, ma non certo imperdibile… fermo restando le doti attoriali dei vari Totò e Peppino De Filippo.

Fosco Del Nero



Titolo: La banda degli onesti.
Genere: commedia, comico.
Regista: Camillo Mastrocinque.
Attori:  Totò, Peppino De Filippo, Nando Bruno, Giacomo Furia, Gabriele Tinti, Memmo Carotenuto, Giulia Rubini, Gildo Bocci, Lauro Gazzolo, Luigi Pavese, Mariangela Giordano.
Anno: 1956.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



martedì 7 giugno 2022

Super 8 - J.J. Abrams

Super 8, diretto da J. J. Abrams e prodotto da Steven Spielberg, si presenta certamente come un prodotto griffato…
… e non solo griffato come nomi dietro alla macchina da presa, ma anche evidentemente dedicato a un certo tipo di film, tipico degli anni “80 (gli anni del successo planetario di Spielberg, non a caso), per quanto il regista sia Abrams e ci metta ovviamente del suo, tra effetti speciali e mostri. 

Il risultato è un film che nell’aspetto umano ricordo molto la fanciullezza di Stand by me e le avventure giovanili de I Goonies, ma che poi unisce un’elemento fantascientifico virando verso ET, Incontri ravvicinati del terzo tipo e persino il genere in stile Cloverfield, il quale non a caso è stato prodotto da Abrams (di lui, inoltre, impossibile non ricordare le serie tv Lost e Fringe, nonché i recenti film Star trek - Il futuro ha inizioStar wars: Episodio VII - Il risveglio della forza).

Ecco la trama sintetica di Super 8: nel 1979 un gruppo di amici, adolescenti 14enni, sta girando un film da presentare a un concorso per opere amatoriali; nonostante i poveri mezzi tecnici, il gruppo è discretamente folto e si dà da fare tra regia, trucco, esplosioni, etc. Il trucco in particolare, curato da Joe Lamb, riveste una certa importanza visto che si tratta di un film sugli zombie. Nel quale il ruolo da protagonista femminile è proposto da Charles Kaznyk, il regista, ad Alice Dainard. Fanno parte del gruppo, di amici e di cineasti, anche Preston, Martin e Cary: una notte essi si dirigono presso un vecchio deposito ferroviario per fare una ripresa, approfittando del contestuale passaggio di un treno… ma il treno deraglia in modo spettacolare, i ragazzini rischiano di morire e, scampato il pericolo, vedono arrivare rapidissimamente degli agenti federali.
Da quel momento, in tutto il paese iniziano a succedere degli eventi strani; e ancora più strano è quello che la telecamera, abbandonata durante la fuga e poi recuperata, ha ripreso…

In Super 8 la parte da leone la fa l’ambientazione, davvero bellissima: un po’ la scenografia, un po’ il sentore del periodo: sembra di essere lì e vien persino voglia di essere lì per far parte di quel gruppo di amici.
Il cast di attori regge bene, e anzi i due protagonisti, Kyle Chandler ed Elle Fanning (sorella dell’enfant prodige del cinema Dakota Fanning), hanno ricevuto nomination e premi per le loro prestazioni. Tra gli attori adulti, mi ricordo Kyle Chandler, che guardavo anni fa nella serie tv Ultime dal cielo.

In verità, Super 8 porta su schermo diverse trame: una è quella principale di genere fantascientifico, una è la sotto-trama del film amatoriale, un’altra è la sotto-trama dell’amicizia e dei primi amori adolescenziali, un’altra è il contrasto tra il mondo adulto ostile e ottuso e il mondo infantile-adolescenziale più aperto, creativo e persino intelligente.

Se il film si presenta eccellente sotto diversi punti di vista, non mancano delle criticità.
Per esempio, la scena del treno è visivamente favolosa… ma ho seri dubbi che un’automobile potrebbe causare tutto quel deragliamento e quella devastazione, lasciando peraltro l’auto mezza intera e il conducente vivo.

Ancora, non ha alcun senso che un alieno così forte e distruttivo uccida e distrugga a tutto spiano, per poi mettersi a fare gli occhi dolci al bambino protagonista.

Improbabile anche la costruzione sommaria di un’astronave, fatta attirando i vari pezzi di metallo: pure questa è parecchio fantasiosa, pure per una storia di genere fantascientifico.

Li considero tuttavia difetti perdonabili all’interno di un film film davvero bello e godibile

Fosco Del Nero



Titolo: Super 8 (Super 8).
Genere: fantascienza, commedia, drammatico.
Regista: J.J. Abrams.
Attori:  Kyle Chandler, Elle Fanning, Joel Courtney, Gabriel Basso, Noah Emmerich, Ron Eldard, Riley Griffiths, Ryan Lee, Zach Mills, Amanda Michalka, Beau Knapp.
Anno: 2011. 
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


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