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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 27 febbraio 2024

La cosa - John Carpenter

Avevo in animo da ormai un paio di decenni di guardare La cosa di John Carpenter, non tanto perché il classico del 1982 mi ispirasse, quanto perché volevo vedere se nel film c’erano degli elementi interessanti… essendo Carpenter il regista di uno dei film più simbolici e rivelatori di tutti, ossia They live – Essi vivono.

In effetti, a voler sintetizzare al massimo la trama del film, in entrambi i casi c’è una forma di vita aliena che in qualche modo riesce a mimetizzarsi tra gli esseri umani, allo scopo di ingannarli… o di ucciderli, se serve.
I modi e i generi dei due film sono, tuttavia, completamente differenti, tanto che i due film non si somigliano affatto, per genere e per trama.

Andiamo per l’appunto a tratteggiare la trama de La cosa: siamo nel 1982, in Antartide, e nella prima scena seguiamo il volo di un elicottero che segue un cane allo scopo di ucciderlo, usando persino delle bombe. Sulle prime si fa il tifo per il cane, per poi ricredersi poco dopo.
Il cane giunge a una stazione di ricerca statunitense, mentre sull’elicottero ci sono due membri della vicina stazione norvegese: i due norvegesi muoiono… e gli statunitensi seguiranno a breve, visto che il cane si rivela essere il veicolo di contagio di una sorta di creatura aliena capace di mutare forma, fino ad acquisirne una indistinguibile da quella mimata.

Così, il film si rivela essere una sorta di “ne rimarrà uno solo”, sul modello di Alien, che non a caso precede La cosa di un paio d’anni, con l’aggravante per cui non solo c’è in giro un alieno pericoloso, ma egli potrebbe essersi mimetizzato avendo assunto la forma di chiunque tra i membri della stazione di ricerca (l'alieno di Ridley Scott era più letale, ma più onesto, diciamo).

Riguardo alle sue origini, il film è ispirato al racconto La cosa da un altro mondo di John W. Campbell (uno degli scrittori della cosiddetta età dell’oro della fantascienza, nonché longevo direttore di Astounding Science Fiction).
Riguardo al suo successo, dapprima il film ebbe uno scarso esito, sia di critica che di pubblico, salvo poi essere rivalutato col tempo, fino a essere considerato un classico dell’orrore fantascientifico.

Di mio, non nego vari suoi pregi, ma tendo poco allo splatter, oltre che alla violenza in generale, per cui in larga parte il film mi ha annoiato. Gli preferisco nettamente Essi vivono… anche se, cinematograficamente parlando, La cosa gli è superiore.

Tra gli altri film di Carpenter recensiti nel blog, ricordo anche Grosso guaio a ChinatownDark star e Il seme della follia… ognuno a suo modo divenuto un classico, pur in generi assai diversi tra di loro (tra fantascienza, horror, fantasy e commedie), segno che il regista in questione sapeva il fatto suo.

Ad ogni modo, finalmente ho finalmente visto La cosa, per cui ora posso passare oltre.

Fosco Del Nero



Titolo: La cosa (The thing).
Genere: horror, fantascienza.
Regista: John Carpenter.
Attori: Kurt Russell, Keith David, Richard Dysart, Charles Hallahan, David Glennon, David Moffat, Wilford Brimley, Peter Maloney, Joel Polis, Thomas G. Waites. 
Anno: 1982.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.



martedì 20 febbraio 2024

Older gods - David A. Roberts

Da vecchio appassionato dei racconti/romanzi di Howard Phillips Lovecraft, non appena ho letto che il film Older gods aveva un tono spiccatamente lovecraftiano, sono stato colto dalla curiosità di guardarlo… nonostante l’antica attrazione per il genere orrorifico sia oramai sparita.

Ecco la trama di Older gods, il quale comunque non si distingue per una sceneggiatura particolarmente complessa, per utilizzare un eufemismo: Chris ha da poco sopportato un lutto, ossia la morte dell’amico Billy, che secondo l’opinione comune è impazzito dedicandosi a temi alquanto bizzarri.

Chris potrebbe a buon diritto lasciar perdere tutto, anche perché ha una moglie in attesa di un bambino, ma si sente in colpa per non aver consigliato e accudito il suo vecchio amico d’infanzia, col quale aveva un rapporto molto stretto, per cui si reca in Galles, nel luogo dove Billy è morto, per indagare, utilizzando a tale scopo i video registrati da Billy, i filmati della polizia, dei vecchi articoli di giornale e altro ancora.
Finirà che egli stesso sarà preso di mira dal culto che aveva perseguitato Billy e il suo gruppo.

Se la trama è semplice, e nient’affatto originale (la persona che va a vivere in un posto sperduto dalla fama sinistra: la solita carenza di intelligenza dei protagonisti dei film horror), quello su cui il film punta è decisamente l’atmosfera: se è vero che Older gods inizia con la scena di un sacrificio umano in un rituale alquanto macabro, e che ogni tanto propone dei flash di questo tipo, è pure vero che il film punta assai di più sul non visto e sull’angoscia interiore, cosa che, unitamente al concetto di una sorta di deità cui si dedica un gruppo di accoliti, lo può inscrivere a buon diritto nel filone “lovecraftiano”.

Tanto più che non si tratta solamente di sacrifici umani atti a risvegliare una qualche antica deità, ma di qualcosa di più sottile, e per certi versi attraente: l’adesione a un gruppo, la guarigione interiore, la promessa di conoscenza e risveglio.

Il film non si avvale di grandi effetti speciali, essendo una produzione a bassissimo costo, ma è comunque molto efficace nel generare quel che gli serve, tramite disegni, voci fuori campo, ambientazioni misteriose.

Insomma, Older gods si è rivelato un film di seconda fascia, per così dire, ma talmente ben fatto da ambire alla prima, e certamente più fascinoso di molti film del medesimo genere horror. Fatto ancor più meritorio giacché, ho letto online, si trattava del film d’esordio, alla regia, di David A. Roberts.

Fosco Del Nero



Titolo: Older gods.
Genere: horror.
Regista: David A. Roberts.
Attori: Rory Wilson, Lindsay Bennett-Thompson, Ieuan Coombs, Jonathan Keeble, Holly Kehoe, Andrew Sexton, Tim Wellspring.
Anno: 2023.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui



martedì 13 febbraio 2024

Anon - Andrew Niccol

Il genere di Anon non è una sorpresa per chi conosce il regista Andrew Niccol, decisamente orientato verso la fantascienza e le tematiche di genere sociale e/o distopico: Anon è il suo quarto film che vedo, dopo GattacaIn time e The host… tutti e tre film inseribili nei filoni suddetti.

Ecco in grande sintesi la trama di Anon: in un futuro prossimo, l’umanità vive in una sorta di realtà informativa estesa dalla tecnologia, in cui ogni persona che si incontra per strada è già “schedata” per nome, età, professione e altro ancora.
Una tale realtà si presta molto al controllo informativo e assai poco alla libertà e alla privecy individuale…

… nonostante vi siano dei ribelli /trasgressori i quali rifiutano tale stile di vita e cercano di vivere nell’anonimato, da cui il titolo del film.

Sal Frieland (Clive OwenCloser, Sin CityI figli degli uomini, Valerian e la città dei mille pianeti) è un detective che un giorno incontra per strada una donna priva di informazioni, la quale si scopre essere uno degli anonimi, una sorta di rete di terroristi mediatici (almeno, loro li definiscono così, ma chiaramente la visione dei ribelli è assai diversa) i quali da un lato cercano di vivere liberi e non identificati, e dall’altro cercano di causare problemi ai loro nemici.

La donna (Amanda SeyfriedMean girls, Cappuccetto rosso sangueIn time) viene attratta in una trappola, ma ne esce bene, e anzi mette decisamente nei guai il detective Frieland (nome che evidentemente occhieggia alla libertà) il quale aveva funto da esca… assai da vicino, occorre dire.

Anon risulta interessante sia nella tematica sociale, sia nell’ambito tecnologico, dal momento che potrebbe anticipare alcuni fenomeni futuri. 

Cinematograficamente parlando, il film è discreto, pur se non imperdibile: molto ristretto come cast e come scenografia, non è del tutto convincente nei dialoghi e in certe scene, ma tutto sommato regge e si guadagna la pagnotta.

Forse sarebbe da 6 e basta, ma alzo il voto di un mezzo punto per le tematiche interessanti.

Fosco Del Nero



Titolo: Anon (Anon).
Genere: fantascienza, drammatico.
Regista: Andrew Niccol.
Attori: Clive Owen, Amanda Seyfried, Colm Feore, Sonya Walger, Mark O'Brien, Joe Pingue, Iddo Goldberg, Sebastian Pigott, Rachel Roberts (II), Ethan Tavares, Marco Grazzini.
Anno: 2018.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.



mercoledì 7 febbraio 2024

Ladro lui, ladra lei

Son passato dalla trilogia di Poveri ma belli, conclusasi con Poveri milionari, a un altro classico di quel periodo: Ladro lui, ladra lei.
Gli anni, anzi, sono esattamente quelli: si va dal 1957 di Poveri ma belli al 1959 di Poveri milionari, passando per Ladro lui, ladra lei, datato 1958.

Gli ultimi due film citati hanno un’altra cosa in comune: l’attrice Sylva Koscina, allora sorta di sex symbol nazionale.
Quanto al regista Luigi Zampa, di lui finora ho recensito solamente un film, un altro classico con Alberto Sordi: Il vigile.

Ma veniamo alla trama di Ladro lui, ladra lei, il quale alla fine non è altro che una commedia semplice, con qualche venatura sentimentale ma più tendente al film comico: Cencio è il discendente di una stirpe di ladri, fieramente orgogliosa di esserlo, il quale va avanti tra furti, truffe e soggiorni al carcere di Regina Coeli, in cui è praticamene di casa.
Cesira è la  sua vicina e amica d’infanzia, anch’ella coinvolta in truffe di vario tipo… ma desiderosa di cambiare vita e di sistemarsi al meglio. Con tale intento va a lavorare come commessa, trovando però solamente dei datori di lavoro interessanti ad approfittarsi di lei, essendo una ragazza molto avvenente.
Anche il commerciante di stoffe Raimondi, che sulle prime gli era parso una brava persona, si allarga un po’ troppo, cosa che conduce al licenziamento e a una serie di eventi truffaldini di vario tipo.

Diciamo due cose: Ladro lui, ladra lei è un bel film, semplice ma gradevole e divertente. Sordi, talentuoso sin da giovane, regge la baracca quasi da solo, pur se aiutato da diversi comprimari.

La seconda cosa da dire è che il film non fa un bel quadro dell’Italia di allora, madre di quella di adesso (il frutto non cade lontano dall’albero): nelle periferie è pieno di gente che cerca di rubare e truffare; in centro è pieno di commercianti borghesi che non pagano le tasse e che si approfittano delle loro dipendenti; le dipendenti stesse cercano di sfruttare al meglio la loro situazione.

Inoltre, il presentare come il più simpatico il ladro inveterato, o comunque il disonesto che abusa del suo potere sugli altri (evento molto frequente nella carriera di Sordi, dal vigile al medico), è (probabilmente stato) a dir poco diseducativo.

Purtroppo i più trascurano il potere delle forme di intrattenimento, col risultato che oggi siamo arrivati alla propaganda di Netflix e in generale dei canali televisivi.

Ad ogni modo, Ladro lui, ladra lei è un film di valore, piacevole da vedere e interessante come testimonianza storica (vengono citati anche gli stipendi di alcune figure del periodo). Inoltre, è del tutto privo di volgarità, nell’eloquio e nelle scene, il che non è poco a paragone di quel che viene prodotto oggigiorno.

Fosco Del Nero



Titolo: Ladro lui, ladra lei.
Genere: commedia.
Regista: Luigi Zampa. 
Attori: Alberto Sordi, Sylva Koscina, Ettore Manni, Mario Riva, Anita Durante, Nando Bruno, Vinicio Sofia, Memmo Carotenuto, Carlo Delle Piane, Fausto Guerzoni, Mino Doro, Ada Colangeli, Antonio Acqua, Marisa Merlini, Mario Carotenuto.
Anno: 1958.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui



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