Molto spesso raccomando, tanto per i film quanto per i libri ma in generale per le cose della vita, di puntare sempre al meglio.
Nel caso specifico dei film, dunque, di badare soprattutto al regista, primo indizio di qualità.
Con tutti i film che esistono, difatti, non ha senso perdere il proprio limitato tempo dietro a quelli scarsi…
Tuttavia, a volte “pesco dal mazzo”, dato che comunque nella vita è anche bello avere qualche sorpresa.
La sorpresa stavolta è stata fortunatamente positiva, e ha portato il nome di Ogni cosa è illuminata, film del 2005 diretto dallo sconosciuto (almeno per me) Liev Schreiber e con protagonista il conosciutissimo (anche troppo, tanto che gli attori che sono stati molto identificati con un certo personaggio poi scontano la cosa per tutta la loro carriera) Elijah Wood, per chi non lo sapesse nientemeno che Frodo de Il signore degli anelli (apparso anche nell'ottimo Sin City).
Ecco la trama di Ogni cosa è illuminata: Jonathan Safran Foer, il quale peraltro è l’autore del libro da cui è tratto il film, è un giovane ebreo americano con una spiccata tendenza al collezionismo. Segnatamente, egli colleziona oggetti appartenuti a suoi parenti, specialmente morti, anche con l’intento di ricostruirne le vite passate nella vecchia Europa.
Tale passione porta Jonathan a recarsi di persona in Ucraina, terra d’origine della sua famiglia, e a conoscere Alex e suo nonno, le sue guide nel viaggio di riscoperta del luogo delle sue origini, portante il nome di Trachimbrod, paese di cui sembrano essersi perse le tracce…
Nonostante gli argomenti dello sfondo siano seri, e anzi serissimi (le origini familiari, lo sterminio degli ebrei dell’Est Europa, iniziato già prima dei nazisti), di fatto il film conserva per tutta la sua durata un tono da commedia, cosa evidente fin dal suo avvio grazie al riuscitissimo doppiaggio di Alex, il ragazzo di Odessa il cui linguaggio presenta alcune bizzarrie di traduzione (decisamente “non è superiore”, per dirla col suo stesso gergo).
Anzi, a dire il vero la sua verbosità è una delle componenti meglio riuscite del film, assolutamente azzeccata.
Altra componente riuscita è il senso di viaggio di scoperta che permea tutta la vicenda, che è tale per tutti e tre i protagonisti della storia, Jonathan, Alexander e suo nonno, per motivi che qui non è il caso di elicitare.
Tra l’altro, il loro viaggio diventa il viaggio anche dello spettatore, piacevolmente coinvolto nel loro pellegrinare, nonché "illuminato" dal confronto tra il ragazzo americano e il ragazzo ebreo, tra rispettive domande e considerazioni su credenze e stili di vita.
In tale sede invece è il caso di sottolineare come per fare un film godibile, con dei contenuti validi e originale, non occorrano strepitosi effetti speciali o una produzione multimilionaria, ma spesso bastano alcune idee e una realizzazione curata.
Insomma, Ogni cosa è illuminata è un prodotto assolutamente apprezzabile.
Chiudo con un alcune frasi tratte dal film.
"Io ero dell'opinione che il passato è passato, e come tutto quello che non è di ora dovrebbe rimanere sepolto lungo il fianco dei nostri ricordi."
"Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato.
È sempre lungo il nostro fianco: dall'interno guarda l'esterno."
"In quel momento, mi è sembrato forse, per la prima volta in vita sua, felice di essere dov'era."
"Capitolo 4 - Un preludio all'illuminazione.
Capitolo 5 - Illuminazione."
Fosco Del Nero
Titolo: Ogni cosa è illuminata (Everything is illuminated).
Genere: commedia, surreale.
Regista: Liev Schreiber.
Attori: Elijah Wood, Eugene Hütz, Boris Leskin, Laryssa Lauret, Jonathan Safran Foer, Jana Hrabetova, Oleksandr Choroshko, Stephen Samudovsky, Ljubomir Dezera, Gil Kazimirov.
Anno: 2005.
Voto: 7.5.
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