Negli anni passati avevo visto per buona parte la ricchissima filomografia di Woody Allen, e in questo ultimo periodo ho deciso di terminarla, guardando anche quei film che, per pura sensazione, mi avevano ispirato di meno.
E devo dire che l’intuizione aveva fatto il suo buon lavoro, visto che avevo lasciato da parte alcuni tra i film a mio avviso meno riusciti del regista americano, come Criminali da strapazzo, Interiors, Blue Jasmine, nonché il film recensito quest’oggi, Alice.
Anche se, a dire il vero, avevo lasciato da parte anche film di ottimo livello, come Broadway Danny Rose, Stardust memories, Don’t drink the water, Hollywood ending, Una commedia sexy in una notte di mezza estate… quindi alla fine forse l’intuizione poteva essere più precisa!
Ad ogni modo, veniamo subito alla trama sommaria di Alice, per poi addivenire al suo commento: Alice Tate (la musa e compagna di allora di Woody Allen, Mia Farrow: sempre con Allen Ombre e nebbia, Crimini e misfatti, La rosa purpurea del Cairo, Hannah e le sue sorelle, ma anche l'horror Rosemary's baby) è una quarant’enne un po’ frustrata e annoiata dalla sua vita borghese, fatta di marito per bene, figli, cameriera, shopping, etc.
Tanto che la donna, di estrazione cattolica ed essa stessa molto per bene, inizia una relazione con il padre di una compagno d’asilo di sua figlia, tale Joe (Joe Mantegna; Celebrity dello stesso Allen), il quale si situa tra il marito (William Hurt; Into the wild, Dark City) e il primo amore della donna, che compare nel film sotto vesti di fantasma, essendo nel mentre morto (Alec Baldwin; Beetlejuice, La ragazza del mio migliore amico, Blue Jasmine).
A vivacizzare la vita della donna, quasi a darle la carica e la consapevolezza che le serve, il Dr. Yang, un bizzarro medico cinese esperto di agopuntura e di strane erbe… alcune delle quali danno effetti davvero curiosi, talmente tanto curiosi da far scivolare il film verso la commedia surreale e onirica.
Alice purtroppo non offre molto a livello di sceneggiatura e di recitazione: la vicenda interiore di Alice è in fondo banalotta, gli avvenimenti sono ugualmente banalotti nella loro componente umana, e l’unica vivacità del film è data proprio dall’elemento surreale introdotto dal dottore cinese… troppo poco però, per quanto alcune scene siano davvero simpatiche, per dare spessore e valore al film, forse anche per via di un cast veramente povero: Mia Farrow mette tristezza e/o noia al solo guardarla, e in pratica il film è solo su di lei, con gli altri che sono solamente comprimari.
Insomma, a mio avviso Alice è una delle produzioni meno riuscite di Woody Allen, letteralmente subissata da altri suoi film.
Titolo: Alice (Alice).
Genere: commedia, surreale, sentimentale.
Regista: Woody Allen.
Attori: Mia Farrow, Joe Mantegna, William Hurt, Judy Davis, Keye Luke, Bernadette Peters, Cybill Shepherd, Alec Baldwin.
Anno: 1990.
Voto: 5.
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