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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 21 febbraio 2023

Rosemary's baby - Roman Polanski

Questa è la seconda volta che vedo Rosemary's baby, film del 1968 diretto da Roman Polanski, uno dei registi più controversi di tutti i tempi.
Probabilmente, non avrei rivisto il film se non fosse stato per l’esigenza di presentarlo all’interno di un libro che sto scrivendo… ma il libro lo sto scrivendo, per cui ecco qua la recensione.

Di Roman Polanski ho recensito anche La nona porta: entrambi i film hanno come tema di fondo il diavolo e certe pratiche rituali di tipo satanico… e qualcosa vorrà pur dire (ricordo anche il suo film sul vampirismo intitolato Per favore, non mordermi sul collo!, nonché L'inquilino del terzo piano, anch'esso alquanto inquietante in quanto a tematiche).

Passiamo alla trama di Rosemary's baby, considerato uno dei film dell’orrore più efficace di tutti i tempi: Rosemary (Mia FarrowCrimini e misfattiHannah e le sue sorelleLa rosa purpurea del CairoOmbre e nebbia, Alice, Mariti e mogliUna commedia sexy in una notte di mezza estateBroadway Danny Rose) e il marito Guy (John Cassavetes) si trasferiscono in un appartamento in un palazzo di New York, nonostante la sua pessima fama. Difatti, pare che in passato avessero vissuto in quel palazzo diversi assassini, mangiatori di bambini e persino adoratori del demonio.
I due non danno molto peso alla cosa, ma, una volta trasferiti, non tarderanno a giungere i primi segnali negativi: una ragazza, apparentemente felice, si butta da una finestra e muore nel marciapiede sottostante, si sentono strane litanie… e la giovane donna inizia a fare degli strani sogni, di cui ha una memoria più o meno carente, in cui quasi invariabilmente è nuda e in cui le capitano cose strane.
La più strana di tutte è un rituale in cui, guardata da un folto gruppo di persone nude, è legata, anch’essa nuda, su un tavolo, mentre una sorta di demone-mostro la possiede.
Si dà il caso che lei e Guy stanno cercando di avere un bambino… e per l’appunto la donna rimane incinta, in ciò subito presa in simpatia dai suoi vicini, a cominciare da Minnie Castevet (Ruth Gordon, la protagonista di Harold e Maude).
Tuttavia, non sarà una gravidanza molto felice… con la donna che viene avvelenata poco a poco (fisicamente e psichicamente).

Il tema di fondo di Rosemary's baby è il satanismo: c’è un gruppo di adoratori del demonio, dediti a rituali vari, sessualità compresa, il quale ha lo scopo di corrompere la genia umana, dapprima facendo ingravidare una donna ignara da parte dello stesso demonio, opportunamente convocato per l’occasione, e poi utilizzando la sua progenie per spargere orrore e dolore sulla Terra.

A ciò si aggiungano vari altri elementi inquietanti: l’anno successivo all’uscita del film, ossia nel 1969, c’è stata la famosa strage in casa Polanski a opera di Charles Manson e di alcuni suoi complici (pazzi, seguaci, esecutori, vendicatori o qualunque cosa fossero). In tale strage, la moglie di Polanski viene uccisa, mentre era incinta. 
Il parallelismo con Rosemary's baby è assai facile da fare.

Evidentemente, ai registi non porta bene parlare nei loro film di sette sataniche dedite a riti sessuali e a pratiche cannibalistiche: Kubrick ci ha perso la vita… mentre a Polanski è andata meglio, visto che ci ha perso “solo” la moglie e il figlio.

Altro elemento sospetto: Mia Farrow è stata a lungo moglie di Woody Allen, al centro di scandali e voci di abusi e pedofilia (compresa la loro figlia Dylan… chiamata con un nome maschile, a proposito di squilibri psichici).

Ancora: magari è un caso, ma sembra fatto apposta per indurre a ipotizzare. I seguaci del demonio del film, i Castevet (a proposito, lei si chiama Minnie, sembra dolce e carina, ma in realtà è un mostro: il riferimento alla Disney pare più che evidente) hanno un cognome molto simile a quello di John Cassavetes, l’attore scelto per la parte del marito corrotto (che ha venduto sia la moglie che il futuro primogenito in cambio della fama e del successo). Giacché nel film si parla di anagrammi tra parole e cognomi stessi, pure questo non pare casuale.

Ricordo che anche in Eyes wide shut la scelta dei due attori principali non fu affatto casuale (uno un membro di una pericolosa setta e l’altra la figlia di un pedofilo).

Curiosa anche la copertina di una rivista che viene inquadrata a un certo punto e in cui è scritto “Dio è morto”.

A proposito, ecco la lista di inquilini “celebri” del palazzo suddetto: due sorelle che uccidevano, cucinavano e mangiavano bambini, un adoratore/evocatore del diavolo… nonché un Kennedy (su questo non mi esprimo). In un certo anno trovarono nello scantinato il cadavere di un neonato. L’edificio in questione era chiamato “La casa del diavolo”.

Passiamo ad alcune frasi tratte dal film, che ne danno il tenore in diversi sensi.

“Non legga libri.
Non se ne ricava niente di utile.” 
(dice il finto dottore per mantenere la donna nell’ignoranza)

“Come mi sento brutta.”
(dice la donna che ormai è stata contaminata dalle energie infere… e che infatti alla fine compie una scelta “bassa”)

“Al 1966, all’anno Uno!”

“Usano il sangue per i loro riti, e il sangue che ha più potere è quello dei bambini.
E non usano soltanto il sangue: usano anche la loro carne.”

“Io credo che abbiano fatto una specie di patto con Guy: gli hanno garantito il successo e lui gli ha promesso il nostro bambino, da usare nei loro riti.”

“Mostri, siete tutti mostri!”

Il film, come realizzazione, è molto bello, ma è portatore di energie assai basse.
Ha senso guardarlo solo a titolo informativo, come film di denuncia; altrimenti, è meglio passare oltre.

Fosco Del Nero



Titolo: Rosemary's baby (Rosemary's baby).
Genere: horror, drammatico.
Regista: Roman Polanski.
Attori: Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans, Ralph Bellamy, Victoria Vetri, Patsy Kelly, Elisha Cook Jr., Emmaline Henry, Hanna Landy, Phil Leeds, D'Urville Martin.
Anno: 1968.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.



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