Prima di guardarmi la miniserie televisiva Le nebbie di Avalon, che peraltro potrebbe essere intesa anche come un film molto lungo in pieno stile fantasy (le versioni estese dei film de Il signore degli anelli durano per l’appunto come e più de Le nebbie di Avalon), ho atteso di leggermi il romanzo da cui è stato tratto, il best seller di Marion Zimmer Bradley.
Romanzo anch’esso molto lungo: 700 pagine e passa. Anch’esso, se vogliamo, una miniserie di romanzi, o un lungo romanzo “extended”.
La prima sensazione del film Le nebbie di Avalon è quella tipica delle conversioni cinematografiche di opere letterarie: il video non regge lo scritto. A questa regola non scritta ho assistito a davvero poche eccezioni, su decine e decine di casi, e purtroppo Le nebbie di Avalon non vi sgugge…
… nonostante la lunga durata della miniserie-film, che dunque aveva più tempo di un normale film da 90 minuti per portare su schermo quanto avveniva nel libro originario.
Tuttavia, l’impressione è che ci sia dati la zappa sui piedi da soli, con delle scelte che hanno in buona parte stravolto la trama del romanzo, nonché il profilo psicologico di certi personaggi.
A ciò si aggiungano scene tagliate, scene inventate, personaggi importanti eliminati, scene riportate ma con protagonisti differenti, cosa che ha contribuito ulteriormente a modificare i rapporti in gioco tra i personaggi.
Tanto che mi vien da dire che il film Le nebbie di Avalon è ispirato al romanzo Le nebbie di Avalon, ma non ne è la trasposizione fedele.
Peraltro la produzione, che evidentemente non era ad altissimo budget, e difatti si trattava di una produzione televisiva e non da grande schermo, manca clamorosamente in un punto fondamentale: il casting.
Molti attori sono nettamente fuori parte, a cominciare dal lato fisico, su cui non è che vi fosse molto da ragionare. Lancillotto e Ginevra, per esempio, tanto nei miti di Avalon quanto nella riscrittura di Marion Zimmer Bradley, sono entrambi bellissimi e fascinosi, mentre nel film sono due persone qualunque (lui appena appena belloccio, e lei nemmeno quello). Viviana e Morgana, come le varie loro parenti con sangue druidico, avrebbero dovuto essere piccole e basse, da descrizione del libro, e invece no, sono alte e slanciate, specie la prima. Nel film Morgause, zia di Morgana e sorella di Viviana, la Dama del Lago (interpretata da Anjelica Huston, che è un'attrice brava ma che secondo me non era molto adatta per questo ruolo), non è bruna, non è piccolina, non è bella come descritta nel libro, e si comporta in modo totalmente differente dal personaggio del libro: il regista ne ha fatto in pratica il cattivo di turno, quando nel libro non lo è (è ambiziosa, ma non perfida, e anzi è affettuosa verso le sue parenti).
Tra l’altro, una delle colonne portanti del libro è che non vi sono cattivi e buoni assoluti, e la stessa contrapposizione tra antico paganesimo dei druidi e nascente cristianesimo dei romani viene sfumata in un modo diverso di vedere e vivere la vita con la sua sacralità.
Il romanzo trasuda vita, in effetti, mentre il film affatto.
Lo stesso Re Artù, descritto come bello e forte, è un ragazzetto-ometto qualunque, e anzi un po’ molle, per non parlare di Merlino-Taliesin, che avrebbe dovuto avere carisma da vendere, e invece qua è un personaggio trascurabile. Quanto al suo “erede”, Kevin, nel film neanche esiste, e con ciò sparisce una discreta fetta della vita e del personaggio di Morgana.
Pure la passione tra Ginevra e Lancillotto, con i loro dubbi esistenziali, decade e quasi svanisce, sostituita nel suo incedere da un paio di scenette quasi comiche, così slegate da un contesto più ampio e meglio descritto.
D’accordo, riportare un libro di 700 pagine in un film, con tutti i suoi avvenimenti non è semplice, ma il film durava 170 minuti, e il tempo sufficiente c’era perlomeno per riportare buona parte del libro. E invece no, e molto è stato cambiato.
Ma, d’altronde, non sarà un caso se il regista ha avuto una carriera trascurabile, passata tra produzioni televisive di basso livello e film al cinema di egual basso livello.
In tutto ciò, si salvano la protagonista Morgana (una Julianna Margulies bella e credibile), brani della colonna sonora, alcuni scorci di paesaggi, e un’atmosfera che a volte è bella e invitante… il cui valore viene però disperso poco dopo da qualche scena o da qualche personaggio poco convincente.
Insomma, è davvero un peccato che al romanzo Le nebbie di Avalon non sia stata data una degna conversione cinematografica.
Purtuttavia, come detto, qualcosa di bello c’è, anche se forse forse è meglio che si veda la serie senza aver letto prima il libro, pena un’inevitabile delusione.
Tra le cose belle, da segnalare anche qualche citazione di genere spiritual-esistenziale (tutte nella prima parte del film, peraltro, a confermare il fatto che la storia va poi a decadere, tra scene inventate e personaggi modificati), con cui chiudo la recensione.
“Nessun uomo o donna può vivere il destino di un altro.”
“- Non ci siamo mai incontrati.
- Non in questa vita. Ma conoscete le tradizioni celtiche, e sapete bene che possiamo esserci incontrati in un’altra vita. Esiste già qualcosa tra le nostre anime: ne avete sentito la forza.”
“Non c’è altro da fare che arrendersi.”
“Ognuno seguirà il suo destino: dovete imparare a farvene una ragione e a consolarvi.”
“Ognuno seguirà il suo destino: dovete imparare a farvene una ragione e a consolarvi.”
“Dea è ogni cosa in natura, e in natura ogni cosa è sacra.
Guarda: quello è il suo volto. Ascolta: questa è la sua voce.
Lei è in tutte le cose belle, e in quelle orribili anche.”
Guarda: quello è il suo volto. Ascolta: questa è la sua voce.
Lei è in tutte le cose belle, e in quelle orribili anche.”
“Io credo che la Dea viva nella nostra umanità, e non altrove.”
“Io non credo che sia Dio a punirci. Io credo che ci puniamo da soli.
Non sarebbe un conforto credere che siano noi a creare i nostri paradisi e i nostri inferni?”
Fosco Del Nero
Titolo: Le nebbie di Avalon (The mists of Avalon).
Genere: fantasy, drammatico.
Regista: Uli Edel.
Attori: Anjelica Huston, Julianna Margulies, Joan Allen, Samantha Mathis, Caroline Goodall, Edward Atterton, Michael Vartan, Michael Byrne, Hans Matheson, Mark Lewis Jones.
Anno: 2013.
Voto: 5.5.
Dove lo trovi: qui.