Come spesso mi capita, sono in grande disaccordo con le premiazioni dei vari Oscar, Festival di Venezia, etc (invece vado più d’accordo con i Golden Globe, chissà perché); nel caso presente perché nel 1992 viene premiato col Leone d’argento al Festival del Cinema di Venezia La leggenda del re pescatore di Terry Gilliam.
E questo non perché non apprezzi il regista statunitense (ma naturalizzato britannico e avente rinunciato alla nazionalità Usa), che anzi ho già avuto modo di elogiare nelle recensioni dei vari Brazil (strepitosa ironia su un futuro di genere orwelliano), L'esercito delle dodici scimmie (ottimo film futuristico a metà tra fantascienza e psicologia), Le avventure del barone di Munchausen (avventura surreale ricca di spunti fantastici), Parnassus - L’uomo che voleva ingannare il diavolo (sorta di favola urbana ma con una forte connotazione grottesco-fiabesca).
Tuttavia, mi piace poco che sia stato premiato per il film che meno lo rappresenta, quello con l’ambientazione più metropolitana e con meno tessuto fantastico a tesserne le trame.
A questo punto forse sarebbe stato meglio premiarlo per Tideland, che a me ha fatto schifo ma che almeno ha un sapore più immaginifico-fantasioso.
Con Tideland, tra l'altro, La leggenda del re pescatore condivide il protagonista principale, Jeff Bridges (che ricordo sempre volentieri per Il grande Lebowski), qua affiancato da Robin Williams, espressivo come sempre (e che invece, andando controcorrente, ricordo soprattutto per Al di là dei sogni).
Il primo è Jack Lucas, un deejay radiofonico che si ritira dalla sua brillante carriera dopo un episodio triste e sfortunato: un suo ascoltatore estremizza le parole di una sua diretta radio e compie una strage in un locale…
… nel quale si trovava anche il personaggio del secondo, ossia Perry.
Nella storia figurano anche Anne Napolitano, ragazza di Jack (Mercedes Ruehl, premio Oscar proprio per questo film) e Lydia Sinclair (Amanda Plummer), di cui è invece innamorato Perry.
Il titolo e la regia di Gilliam traggono in inganno, dal momento che La leggenda del re pescatore è in sostanza un dramma psicologico (di tutti e quattro i protagonisti, per quanto ognuno per motivi suoi), e non certo un film fantastico-surreale alla maniera di Brazil o di Le avventure del barone di Munchausen.
Ad ogni modo, sarà forse a causa della sinergia Gilliam-Bridges, ma anche questo film non mi è piaciuto troppo, per quanto comunque meglio di Tideland, che proprio non mi è andato giù.
A mio avviso La leggenda del re pescatore è un discreto film psicologico-mentale, ma non certo all’altezza dei precedenti capolavori di Gilliam, e peraltro del tutto privo del suo tipico umorismo inglese (acquisito, come abbiamo visto).
Ad ogni modo,si tratta di un film che ha vinto dei premi e che porta alcune firme prestigiose, per cui una chance gliela si può dare comunque, specialmente se, al contrario di me, andate matti per i drammi psicologici.
Fosco Del Nero
Genere: drammatico, psicologico.
Regista: Terry Gilliam.
Attori: Jeff Bridges, Robin Williams, Amanda Plummer, Mercedes Ruehl, William Marshall, John De Lance, Lara Harris, Dan Futterman, Bradley Gregg, Jayce Bartok, Michael Jeter.
Anno: 1991.
Voto: 5.5.
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