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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 25 marzo 2013

Il diavolo veste Prada - David Frankel

Questa è la seconda volta che vedo Il diavolo veste Prada, fortunato film girato da David Frankel nel 2006 sulla base dell’omonimo romanzo autobiografico di Lauren Weisberger.

Protatoniste della storia: Anne Hathaway nei panni della giovane e rampante Andy Sach, e Meryl Streep nei panni della navigata Miranda Priestley, cinica direttrice di Runway, rivista di moda di riferimento. In cui la giovane Andy, che in realtà aspira ad essere una giornalista, finisce a lavorare quasi per caso, risultando però in qualche modo efficace, pur in un ambiente umanamente impossibile.

Il diavolo veste Prada è una sorta di via di mezzo tra Colazione da Tiffany e Sex and the City, e non a caso David Frankel ha diretto sia alcuni episodi della fortunata serie tv, sia il film che ne è derivato.

Sostanzialmente Il diavolo veste Prada è una commedia, e si muove tra le vicende lavorative e quelle sentimentali di Andy, che rischia di perdere se stessa inseguendo il successo e assecondando l’algida Miranda Priestley, interpretata benissimo da Meryl Streep.

Da citare anche la convincente recitazione di Stanley Tucci nei panni di Nigel
Così come sono da citare le varie nomination ottenute presso i premi Oscar e Globe (uno di questi vinto), e il buon successo di pubblico.

Anche io, di mio, ho gradito parecchio questo film, che potrebbe sembrare a prima vista una commediola sulla moda e sull’amore, ma che possiede anche un minimo di profondità e anzi può benissimo assurgere a insegnamento di vita sui propri obiettivi e i propri valori.

Inoltre, e va detto anche questo, il film è una vera e propria gioia per gli occhi, maschietti e femminucce (per quanto per diversi motivi).

Buona valutazione per Il diavolo veste Prada, dunque, commedia ricca di estetica ma anche di dialoghi ficcanti e di situazioni di vita da cui trarre spunto per una propria riflessione. 

Fosco Del Nero



Titolo: Il diavolo veste Prada (The devil wears Prada).
Genere: commedia.
Regista: David Frankel.
Attori: Anne Hathaway, Meryl Streep, Stanley Tucci, Simon Baker, Tracie Thoms, Rich Sommer, Emily Blunt, Adrian Grenier, Daniel Sunjata.
Anno: 2006.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 18 marzo 2013

Matrix reloaded - Andy e Larry Wachowski

Dopo aver rivisto e recensito Matrix, non potevo non rivedere anche il sequel, Matrix reloaded, che ha seguito il fortunato capostipite a ben quattro anni di distanza (1999-2003), bissando come era prevedibile il successo al botteghino del primo film dei fratelli Wachowski.

Se il successo in termini di numeri al cinema è stato assoluto, meno lo è stato in termini di gradimento.

Ed era quasi scontato che fosse così, visto che è sempre difficile proporre un secondo film all’altezza di un primo film di valore… e questo vale in particolare per un film di valore colossale come il primo Matrix.

La squadra non è cambiata, tra la regia dei Wachowski e il trittico composto da Keanu Reeves (Neo), Laurence Fishburne (Morpheus) e Carrie-Anne Moss (Trinity).

Anche il cattivo Agente Smith è presente, seppur nella nuova veste di programma rinnegato e ora indipendente, così come l’Oracolo. A tali comprimari si sono aggiunti poi altri personaggi come il Merovingio, il Fabbricante di chiavi, o l’Architetto, nonché tutti gli abitanti di Zion, militari o politici o gente comune (in effetti, tra il vecchio e il nuovo è stato messo persino troppo nel calderone).
Da evidenziare, inoltre, la presenza della nostrana Monica Bellucci, sfortunatamente in uno dei pezzi meno convincenti del film... e anche un po’ ridicolo, a mio avviso, come un po' ridicole sono altre scene, come quella del combattimento tra Neo e le centinaia di Agenti Smith, come a dire il vero è ridicolo anche come tutti portino occhiali da sole anche quando non c'è per niente sole, perché ad esempio sono in uno scantinato, per non parlare del fatto che, pur sapendo di dover lottare o eseguire movimenti impegnativi, portino tutti quanti lunghi mantelli lunghi, completi o vestiti aderenti).

In effetti, Matrix reloaded perde parecchio rispetto al primo Matrix, che da solo era un capolavoro di simbolismo e di analogia dell’esistenza umana, e difatti cerca di compensare quanto perso in termini di simbolismo e di fascino con molta azione ed effetti speciali.
Che non mancavano nemmeno nel primo episodio, a dire il vero, ma che sono stati letteralmente sublimati in questo secondo, in un trionfo di sparatorie, inseguimenti, esplosioni, scene di arti marziali, etc.
Insomma, troppo di una cosa e troppo poco dell’altra.

Purtuttavia, è pur sempre Matrix, e chi ha amato il primo film non potrà non provare una qualche attrazione anche per il secondo, che comunque, persa gran parte del suo significato simbolico-esoterico, si presenta come un discreto film di fantascienza d’azione, impreziosito da alcune scene emozionanti, come quella della morte-resurrezione di Trinity, che così fa il paio con la morte-resurrezione di Neo del primo film (in pratica, si sono resuscitati a vicenda).

Matrix reloaded è penalizzato ulteriormente dal finale, giacché il film si interrompe di botto, figurandosi così non come il secondo film della trilogia, ma come il primo tempo del seguito di Matrix, completato a distanza di mezzo anno da Matrix revolutions.

Se il secondo episodio è distante anni luce dal primo non solo come qualità generale, ma anche come contenuti simbolico-esistenziali, nondimeno offre numerose frasi interessanti in questa direzione, che oggettivamente innalzano il valore dell'opera, pur senza ch'essa abbia la potenza evocativa della prima, e che propongo di seguito.

"Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi. Ma se vogliamo prepararci ad affrontarli dobbiamo prima liberarci delle nostre paure."

"Sei stato tu a salvarmi?"
"Ti sei salvato da solo."

"Considera che negli ultimi sei mesi abbiamo liberato più menti che negli ultimi sei anni. 
Questo attacco è un gesto disperato."

"Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi. Ma se vogliamo preparaci ad affrontarli, dobbiamo prima liberarci delle nostre paure."

"Noi non abbiamo paura."

"Siamo tutti qui per fare quello che tutti dobbiamo fare qui."

"Non possiamo mai vedere al di là delle scelte che non ci sono chiare."

"Qualunque cosa sia accaduta, è accaduta per una ragione."

"Noi non siamo qui perché siamo liberi. Siamo qui perché non siamo liberi."

"Senza scopo, noi non esisteremmo."

"È lo scopo ad averci creati. È lo scopo che ci connette. Lo scopo che ci motiva, che ci guida, che ci spinge. È lo scopo che stabilisce, lo scopo che ci vincola."

"Voi sapete perché siete qui?
Voi siete qui perché siete stati mandati qui."

"Esiste un solo principio costante, un solo principio universale, ed è l'unica autentica verità: la causalità. Azione, reazione. Causa ed effetto."

"Tutto comincia con una scelta."

"Causalità: non c'è verso di sfuggirle. Le saremo in eterno assoggettati. La nostra sola speranza, la nostra pace, dipendono dal capire questo, dal capire innanzitutto il perché."

"Quello che è stato è stato e non sarebbe potuto avvenire in altra maniera."

"Facciamo solo ciò per cui siamo stati destinati."

"È tutta la vita che combattiamo questa guerra. Stanotte possiamo porvi fine."

"Non c'è niente di fortuito.
Non siamo venuti qui per caso."

"Io personalmente non credo nel caso. Non parlerei di coincidenza, ma di provvidenza. Io penso che trovarci qui sia la nostra sorte. Credo sia il nostro destino."

"La speranza: la quintessenziale illusione umana e al tempo stesso la fonte della vostra massima forza e della vostra massima debolezza."

"Questa è una guerra, e noi siamo soldati. La morte può venirci a trovare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo."

Qualche curiosità conclusiva. 
La figura dell'Architetto ricorda da vicino l'Arconte gnostico, compreso il suo essere un fabbricante di illusioni e una sorta di tiranno nei confronti dell'uomo.
Il Fabbricante di Chiavi, come suggerisce il nome, ha la funzione di fabbricare chiavi... con cui si aprono le porte, un chiaro simbolo esistenziale.
I Merovingi sono una dinastia che si fa risalire addirittura sino a Babilonia, alla Torre di Babele, alla divinità Nimrod (spesso illustrata con un copricapo a forma di pesce, tuttora utilizzato dal papato vaticano).
Dopo aver conosciuto nel primo episodio la trinità di padre-Morpheus, madre-Trinity e figlio eletto-Neo, in questo episodio ci vengono mostrati i dodici apostoli, seduti in un lungo tavolo a mo' di ultima cena leonardiana.

Fosco Del Nero



Titolo: Matrix reloaded (Matrix reloaded).
Genere: fantascienza, azione.
Regista: Andy e Larry Wachowski.
Attori: Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss, Laurence Fishburne, Hugo Weaving, Gloria Foster, Marcus Chong, Julian Arahanga, Matt Doran, Joe Pantoliano, Belinda Mcclory.
Anno: 2003.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 11 marzo 2013

Fahrenheit 451 - François Truffaut

La recensione odierna è dedicata a un classico degli anni "60: Fahrenheit 451.

Ho già recensito vari film del filone distopico, laddove, per chi non lo sapesse, la distopia sarebbe il genere letterario opposto all’utopia, genere che a sua volta nasce dal libro di Thomas More: Utopia, per l’appunto.

Dunque, mentre l’utopia descrive un genere di società futura idilliaca e vicina alla perfezione, la distopia descrive una società distorta, totalitaria, priva di libertà e di gioia di vivere. 
Esempi di questo genere sono i film Metropolis, La fuga di Logan, Brazil, Equilibrium, Aeon Flux, In time

… nonché i libri 1984 di George Orwell, Il mondo nuovo di Aldous Huxley e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, la cui conversione cinematografia è l’oggetto della recensione di oggi sul blog.

Dietro la macchina da presa c’è François Truffaut, che avevo già recensito in La mia droga si chiama Julie, film comunque di tutt’altro genere, drammatico-sentimentale.

Anticipo che non ho mai letto il libro di Bradbury, per cui il giudizio è esclusivamente sul film, e non sulla bontà della sua conversione o eventuali differenze con lo scritto.

Ecco in breve la trama di Fahrenheit 451: siamo in un prossimo futuro e l’umanità vive in una società che ha messo al bando i libri, la cultura e la diversità: tutto è omologato e chi cerca di distinguersi con l’abbigliamento, la capigliatura o, ancor peggio, leggendo libri viene immediatamente perseguito. E i pompieri, che ora hanno il compito non di spegnere gli incendi ma di bruciare i libri, andranno a casa sua e bruceranno qualunque libro troveranno… e forse anche la casa, a loro discrezione.

Come in tutti gli altri casi di storie distopiche (specialmente nel caso del film Equilibrium, palesemente ispirato a Fahrenheit 451), abbiamo un protagonista che lavora per le forze dell’ordine, in questo caso Guy Montag, a cui verranno dei dubbi su quello che sta facendo e sulla società in cui vive.
L’avvicinamento da parte dell'affascinante (e ribelle) Clarisse porrà ulteriori dubbi all’uomo…

Il film ha una bella trama, come certamente è bella, e probabilmente più ricca, quella del libro, ma non ha molta passione.
Non c’è verve in Fahrenheit 451 di François Truffaut, non c’è colore, non c’è sapore… o quantomeno ve ne sono pochi, da cui la valutazione sufficiente ma non eccellente.

A mio avviso, molto meglio altri film del genere distopico, a partire dal classico Metropolis per arrivare all’ironico e iconico Brazil.

Anche Fahrenheit 451 è considerato un classico, ma, come detto, ai miei occhi è un classico un po’ freddo, per quanto ben fatto e con alcuni spunti psico-esistenziali degni di nota.

E, per l'appunto, chiudo la recensione con alcune citazioni estratte da film.

"Basta tenerli occupati per farli felici."

"Noi dobbiamo essere tutti uguali.
L'unico modo per essere felici è di sentirci tutti uguali."

"Ecco un libro sul cancro del polmone: tutti i fumatori si spaventavano a morte. Quindi, per la tranquillità di tutti, noi li bruciamo."

"Quando ti chiederanno che cosa facciamo, tu gli risponderai: 'Noi ricordiamo'."

"Siete solo degli automi, tutti quanti, e non ve ne rendete nemmeno conto.
Voi non vivete, ammazzate il tempo""

"Tutto dipende da voi e soltanto da voi."

Fosco Del Nero



Titolo: Fahrenheit 451 (Fahrenheit 451).
Genere: fantascienza.
Regista: François Truffaut.
Attori: Cyril Cusack, Julie Christie, Ann Bell, Oskar Werner, Alex Scott, Anton Diffring, Bee Duffel, Jeremy Spenser.
Anno: 1966.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 4 marzo 2013

V per Vendetta - James McTeigue

Per V per Vendetta vale la stessa storia di Matrix: al tempo, quando vidi il film, non avevo modo di apprezzare molti suoi particolari e il film mi era parso genericamente un monito a evitare situazioni politico-sociali in stile orwelliano.
Certamente V per Vendetta contiene anche tale monito, ma il film pullula di riferimenti più o meno velati, nonché di frasi da vera e propria crescita interiore, sparse qua e là nella storia.

Ma partiamo dall’inizio: il film nasce da una sceneggiatura degli stessi fratelli Wachowski, creatori di Matrix (nonché del recente Cloud Atlas), è già questo dovrebbe farci attendere un prodotto di stampo esoterico-esistenziale, o comunque con certi richiami, che difatti ci sono.
Essi hanno affidato la regia, invece, a James McTeigue: già assistente alla regia di George Lucas (il creatore della celeberrima saga di Guerre stellari), è famoso inoltre per aver diretto un film basato su un racconto di Edgar Allan Poe nonché un remake dello storico film di fantascienza L’invasione degli ultracorpi.
Facciamo subito degli altri nomi, questi citati all’interno del film: William Shakespeare, Charles Dickens, Howard Phillips Lovecraft, BaudelaireGoethe e il suo Faust… e pure Benny Hill, la cui nota musichetta è utilizzata per una scena satirica.

Orbene, tutti questi nomi e riferimenti apparentemente casuali, da Lucas a Benny Hill, si riferiscono a personaggi massoni o vicini ad ambienti esoterici… o morti in circostanze misteriose (come gli scrittori Lovecraft e Poe). Va da sé che non sono citazioni messe a caso.
Specialmente se aggiungiamo che l’autore del fumetto da cui è stata tratta l’opera, Alan Moore, è vicino egli stesso all’ambiente magico e massone, tanto da definirsi mago-sciamano e da aver scritto opere sulla cabala, su divinità serpenti, sui miti di Cthllhu, su Jack lo squartatore (il quale secondo certi ricercatori era egli stesso addentro a certi ambienti).

A proposito di divinità serpenti, curioso sia il nome del cancelliere-dittatore, Adam Satler, che richiama gli “adam” creati dagli Elohim-Annunaki (personaggi chiamati così rispettivamente nella Bibbia e nei testi sumero-babilonesi, ma con storie sono pressoché uguali), sia il fotogramma che lo rappresenta e che crea artificiosamente l’occhio rettile verticale. Senza contare che il simbolo di V ricorda, in modo troppo ravvicinato per essere casuale, la "V" sanguinolenta dei Visitors.
Curiosità: il personaggio mascherato di V per Vendetta è interpretato da Hugo Weaving... a proposito delle parentele di questo film con Matrix e con simbolismi vari.

Tra l’altro l’opera originale da cui è tratto il film, scritta e pubblicata tra il 1983 e il 1985, anticipa alcuni temi attualissimi, sul genere "cospirazionismo-nuovo ordine mondiale": disinformazione in televisioni e giornali, telegiornali come strumento di diffusione della paura allo scopo di far chiedere più sicurezza, controllo e dittatura, niente libertà di parola, guerra, terrorismo mediatico su malattie, vaccini, eventi atmosferici… eventi violenti organizzati dallo stato e attribuiti a fantomatici gruppi terroristici, etc.

Leggiamo qualche frase del film a riguardo, a cominciare dalla tipica frase usata dalle dittature al fine di mascherare concettualmente la loro attività e i loro intenti.

"È per la vostra sicurezza."

“La verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese: crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione... e lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere e sottomettervi. 
Com'è accaduto?
Di chi è la colpa?”

“Io so perché l'avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. 
La paura si è impadronita di voi.”

È quello che pensi veramente, o è quello che vorrebbero farti pensare?”

“I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi.
Sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli”.

“La violenza si può usare per una buona causa: giustizia.”

“E se il peggiore, il più rovinoso attacco terroristico della storia di questo paese non fosse stata opera di estremisti religiosi? E se il nostro governo fosse responsabile di quello che è successo? Se il nostro governo fosse responsabile della morte di quasi 100.000 persone, davvero lo vorresti sapere?"

“La paura è diventata lo strumento ultimo del governo.”

“Il nostro è un nemico insidioso: cerca di dividerci, di distruggere le fondamenta della nostra grande nazione.”

“Niente più trucchi, niente più menzogne, solo verità: domani nascerà un nuovo mondo, e questo mondo sarà plasmato da persone diverse.”

Se vogliamo andare più sull’esoterico-esistenziale, ecco delle frasi interessanti, le quali ci parlano tra le altre cose di principio karmico, di sovranità e forza interiore, di abbattimento dell'ego, di amore incondizionato: non poco.

“Nessuno sfugge al proprio passato. 
Nessuno sfugge al giudizio”.

“Io, come Dio, non gioco ai dadi e non credo alle coincidenze.”

“Se cercate il colpevole, non c’è che da guardarsi allo specchio.”

“Non vi sono certezze, solo opportunità.”

“Con la forza della verità in vita ho conquistato l'Universo.”

“Anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò e non piangerò con te, e non ti bacerò mai, io ti amo dal più profondo del cuore.”

“Non hai più paura, sei completamente libera.”

“Non scappare; è tutta la vita che scappi.
Questo può essere il momento più importante di tutta la tua vita: mettici tutta te stessa.”

“Dio è nella pioggia.”

“Il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”

“Sono finito e sono felice di esserlo.”

“All’improvviso ho avuto la sensazione che fosse tutto collegato. Era come se potessi vedere tutto: una lunga catena di eventi che risalivano a molto prima. Mi è sembrato di poter vedere quello che era successo prima, e quello che ancora deve succedere. Era come uno schema perfetto disposto davanti a me, e mi sono reso conto che ne facciamo tutti parte.”

“C’è un viso sotto questa maschera, ma non sono io. 
Io non sono quel viso più di quanto non lo siano i muscoli che lo abitano e le ossa ancora più sotto i muscoli.”

C'è poi una scena molto bella, che ci tengo a sottolineare: è accennata la diversità di energie maschile e femminile nel momento della liberazione dei due personaggi: l'uomo diviene libero e forte in mezzo al fuoco (e poggiato sulla terra) mentre la donna diviene libera in mezzo all'acqua (e avendo davanti nuvole e vento). La bellezza è sia nell'evento della liberazione dalla paura, con la conquista della centratura-forza interiore, sia nella contrapposizione delle due energie yang e yin.

Altro elemento interessante: il vendicatore mascherato uccide un giornalista corrotto che diffondeva menzogne, un prete pedofilo e un politico che lavorava contro il bene del popolo... un trittico che è anch'esso molto attuale (politica, informazione, pedofilia).

Tenendo conto di tutto ciò, V per Vendetta non sembra solo un film di genere distopico, simile ai vari 1984, Metropolis, Brazil, Equilibrium, La fuga di Logan, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo, etc, ma un vero e proprio messaggio inconscio… rivolto forse a pochi come comprensione razionale, ma a tutti come energia di fondo.

Il finale del film, in cui la rivoluzione avviene in modo praticamente pacifico, col popolo che avanza tra l’esercito inerte, e col centro del potere che esplode come struttura organizzativa ma anche materialmente, è decisamente simbolico di quello che probabilmente capiterà anche alle società occidentali (in senso fisico o in senso metafisico).

Buona visione se non lo avete ancora visto. 

Fosco Del Nero



Titolo: V per Vendetta (V for Vendetta).
Genere: drammatico.
Regista: James McTeigue.
Attori: Natalie Portman, Hugo Weaving, Stephen Fry, Stephen Rea, Nicolas De Pruyssenaere, John Hurt, Sinéad Cusack, Eddie Marsan, Tim Pigott Smith.
Anno: 2005.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

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