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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 24 settembre 2014

Le due torri - Il signore degli anelli 2 - Peter Jackson

Dopo aver recensito La compagnia dell’anello, nella versione estesa, passiamo a Le due torri, anch’esso in versione extended, questo capitolo lungo ben 3 ore e 30 minuti.

Avevamo lasciato Frodo e Sam in viaggio verso Mordor, dopo che la compagnia si era sciolta alla fine del primo film.
Con la divisione della compagnia in vari sottogruppi, il film si suddivide anche come punti di vista, risultando in questo senso più dinamico del predecessore. Difatti, abbiamo Gandalf da una parte, Frodo e Sam da un’altra, il trio Aragorn-Legolas-Gimli da un’altra ancora, Peregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck anche loro da soli e Boromir morto (lui sta dalla parte peggiore, devo dire).

Così, mentre il primo episodio era ambientato prevalentemente nella Contea, a Gran Burrone, nelle Miniere di Moria e ovviamente lungo il cammino, questo secondo film è ambientato prevalentemente a Rohan, al Fosso di Helm, a Osgiliath, nella Foresta di Fangorn, e poi per la strada fino al Nero Cancello di Mordor, senza contare qualche puntatina a Isengard, come peraltro fece anche il primo film.

I personaggi sono ovviamente gli stessi: da una parte le forze del bene, tra uomini, elfi e nani, pur con le loro divergenze, cui si uniscono poi i barbalberi, e dall’altra le forze del male, tra Sauron, Saruman, orchi e uruk-hai, nonché certi gruppi umani (gli uomini son posti sempre a metà strada tra il bene e il male).

Siamo ovviamente in pieno fantasy… anche se all’interno della storia qualche messaggio e qualche simbolo fa capolino, cosa che non sorprende sapendo che Tolkien era un fervente credente, tanto che i suoi romanzi sono stati spesso interpretati secondo ottiche esistenziali. E anche spirituali, in particolar modo con l’avvicinamento allo gnosticismo.

Di mio, non pretendendo sostenere nessuna tesi in particolare, mi limito a riportare alcuni dialoghi e scene interessanti, fermo restando che il film lo si può guardare anche come film di mero intrattenimento… e intrattenimento di qualità, dato il livello della sceneggiatura, della scenografia, della fotografia, della recitazione, della colonna sonora, dei costumi, degli effetti speciali. Anche se questo secondo film, a onor del vero, concede qualcosa al primo, di cui è quasi una prolunga, e al terzo, di cui è l'anticipazione; diciamo che Le due torri è un episodio di sistemazione-preparazione-congiunzione.

Veniamo ora ai contenuti “interessanti”.
Una delle prima frasi del film è questa, del mago bianco corrotto Saruman:
“Chi ora ha la forza di opporsi agli eserciti di Isengard e di Mordor? Di opporsi al potere di Sauron e di Saruman e all’unione delle due torri? Insieme, mio signore Sauron, regneremo su questa terra di mezzo”.
In sole tre proposizioni abbiamo quindi il "sauro-rettile" di Sauron, il “l'uomo-man” di Saruman, la dualità delle due torri, il luogo di mezzo di gnostica memoria, l’occhio che tutto vede sullo sfondo, ovviamente di stampo rettile. E mi perdoni chi non capisce di cosa si sta parlando.

Andiamo avanti, con il progetto del "sauro" per il mondo. Ce lo rivela ancora una volta Saruman: 
“Il vecchio mondo brucerà tra le fiamme dell’industria. Le foreste cadranno. Un nuovo ordine sorgerà”.
Ci mancava l’aggettivo “mondiale” ed era perfetto… ma si è capito lo stesso.

E, dopo una scena di un giuramento col sangue (che segna un vincolo energetico), segue una frase di completamento: 
“Dobbiamo solo rimuovere coloro che si oppongono a noi”.

Passiamo ora da Saruman a Gandalf, dopo la sua rinascita.
Qua Gandalf parla in modo piuttosto chiaro di reincarnazione, o comunque di richiamo nella materia. 
“L’oscurità mi ha avvolto e ho errato fuori del pensiero e del tempo; le stelle compivano il loro giro e ogni giorno era lungo come una vita terrena. Ma non era la fine: ho sentito la vita in me, di nuovo. 
Sono stato mandato qui a terminare il mio compito.”
A proposito di tale rinascita: essa parte dalla terra, poi passa dall'acqua e dalle fiamme, e infine si conclude in cielo, in aria: praticamente è l'ordine degli elementi dal più denso e greve a quello più rarefatto (dal primo chakra al quarto chakra, in riferimento ai vortici energetici).

Sempre a proposito di reincarnazione, sempre Gandalf: “Per trecento vite degli uomini ho vagato su questa terra”. 
O parlava di reincarnazione, e di 300 vite diverse, o di una vita lunga oltre 20.000 anni... interessante in ambo i casi.

Il mago dice ai suoi amici guerrieri: “Una fase del vostro viaggio è terminata, un'altra inizia”. A indicare che l'esperienza terrena è fatta di un percorso generale ma anche di singole componenti, di singole fasi. Una porta è al contempo un punto d'arrivo, il termine di qualcosa, e un punto d'avvio di qualcos'altro.

Sempre Gandalf: “Non è ancor così potente da essere immune dalla paura. Il dubbio lo corrode più che mai”. L'uomo sta parlando di Sauron, ma il principio vale in generale. L'unico modo per essere immuni dalla paura è coltivare la forza interiore: quando l'essere umano è perfettamente centrato, la paura scompare, e così il dubbio.

Ora passiamo dalla rinascita di Gandalf alle sue guarigioni. Ecco cosa dice a Theoden dopo averlo liberato dal demone maligno che lo aveva invaso: “Respira di nuovo l’aria libera, amico mio”.
La scena dell'“esorcismo” (ossia, dalla liberazione da un demone-entità che aveva invaso la persona: è un vero e proprio esorcismo) è certamente una delle due più belle e significative di questo film.

Subito dopo, il mago dice al re: “Le tue dita riconoscerebbero meglio la tua forza se afferrassero la tua spada”. Il che vuol dire che l'essere umano diviene consapevole della sua forza interiore se sguaina la sua spada... anch'essa una spada interiore. Ossia: la forza aumenta semplicemente coltivandola. Per diventare più forti occorre impugnare la spada della forza.
Ma c'è di più: la suddetta spada ha un pomello a forma di cuore, generato da due cavalli che si guardano in viso: la dualità ricondotta all’unità-cuore-anima.

Ancora Gandalf, stavolta parlando di Frodo:
“Deve terminare il suo compito da solo".
Un altro riferimento al fatto che il percorso è un percorso in solitaria, nonostante a volte si abbiano dei compagni di viaggio.

Sentiamo anche Gollum, che dice di Sauron: “Tra poco sarà pronto a fare la guerra, l'ultima guerra, che ridurrà tutto il mondo nell'ombra”.
Ridurre l'umanità nell'ombra dell'inconsapevolezza, dell'addormentamento, delle tenebre, dell'ignoranza spirituale, è esattamente l'obiettivo dei gruppi di potere oscuri. Il film ha avuto molto successo, oltre che per ragioni eminentemente cinematografiche, perché il largo pubblico ha percepito questo elemento "spirituale" di fondo.

Un'altra scena particolarmente bella a mio avviso è quella in cui i barbalberi invadono Isengard.
La scena è bella perché simboleggia il ritorno della natura, la quale non si fa sottomettere e distruggere dall'uomo: anche se sembra inerte e addormentata, prima o poi si risveglia... e allora per l'uomo distruttore sono guai.

Altro dialogo interessante, questo tra Eowyn e Aragorn.
“– Non temo né morte, né dolore. 
– Cosa temi, mia signora? 
– La gabbia. Stare dietro le sbarre finché l’abitudine e la vecchiaia le accettino, e ogni occasione di valore sia diventata un ricordo o un desiderio.” 

Altro dialogo ancora, ma stavolta tra Aragorn e l'elfa Arwen.
“– Dormi?
– Io sto dormendo: questo è un sogno.” 
A proposito dello stato di veglia e della questione addormentamento-risveglio (presente tanto nello gnosticismo quanto in tutte le altre tradizioni esoterico-esistenziali... senza andare troppo lontano, negli stessi Vangeli, i quali sono un monito continuo al vegliare e al non dormire).

Veniamo ora a Sam e Frodo.
Il primo dice: “Noi non dovremmo nemmeno essere qui”. 
Il secondo risponde: “Ma ci siamo”. 
Ciò a dire: non importano le nostre aspettative o quello che pensiamo avrebbe dovuto succedere (aspettative, ego, giudizio, lamentela) ma il momento presente che occorre affrontare di volta in volta.

Segue il breve monologo finale di Sam, il quale sintetizza il viaggio suo e di Frodo e in generale il viaggio dell’esistenza di ogni creatura vivente. 
“È come nelle grandi storie, quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale, perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte?
Ma alla fine è solo una cosa passeggera quest’ombra: anche l’oscurità deve passare… arriverà un nuovo giorno, e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso.”
Tutto passa, dunque, anche il periodo più oscuro: prima o dopo la notte finisce e giunge l'alba: vale a livello fisico e vale a livello coscienziale, vale per le singole persone e vale per gli interi popoli.

Poco più avanti, Frodo dice all'amico: “C'è del buono in questo mondo: è giusto combattere per questo”. Si tratta della situazione dell'umanità attuale: in giro vi sono ancora tante storture e tanta inconsapevolezza, ma anche tanta bellezza e tanto amore... e vale la pena darsi da fare per diminuire il primo fattore, per aumentare il secondo.

Riferiti alcuni dialoghi, facciamo ora una panoramica finale sulla storia: è l’eterna lotta tra il bene e il male, in cui vi sono entità maligne, in cui esiste la magia, in cui la natura e ogni cosa è viva, in cui esiste l’evoluzione spirituale (Gandalf che passa da grigio a bianco, illuminatosi dopo aver superato una prova, e divenuto anche guaritore e capace di scacciare le influenze maligne: ricorda qualcuno?), ma anche l’involuzione spirituale (Gollum, preda dei suoi attaccamenti terreni, e che è "diviso al suo interno", per riprendere ancora una volta i Vangeli), in cui si presta attenzione ai segnali della natura e delle stelle, in cui si fanno giuramenti col sangue, in cui si marchia la terra col sangue o si tracciano simboli vari (Isengard, per esempio, è praticamente al centro di un pentacolo), in cui si fanno maledizioni e benedizioni aventi un valore fattivo…

… praticamente, secondo alcune dottrine spirituali ed esoteriche, è esattamente la realtà in cui viviamo.

Giacché ci sono, ne approfitto anche per sottolineare la presenza di una razza umana che vive a lungo per eredità genetica, nonché la differenza di alimentazione tra gli orchi (solo carne), Gollum (carne e pesce), gli uomini di guerra (molta carne e molto alcol), gli hobbit (di tutto), gli elfi (pan di via e, nell'iconografia tradizionale, vegetarianesimo), Gandalf il Bianco (apparentemente niente... ma comunque la progressione alimentare/coscienziale è chiara).

Chiudo il post con un’altra citazione, questa breve, che indica la domanda metafisica per eccellenza, che si fa Theoden e che praticamente coincide con il processo dell’autoindagine dell’advaita vedanta: “Chi sono io?”.

Bene, detto tutto, a presto con nuove recensioni; tra le quali, ovviamente, ci sarà anche Il ritorno del re, il terzo e ultimo episodio della trilogia.

Fosco Del Nero



Titolo: Le due torri (Lord of the rings - The two towers).
Genere: fantasy.
Regista: Peter Jackson.
Attori: Elijah Wood, Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Sean Astin, Ian McKellen, Liv Tyler, Cate Blanchett, Karl Urban, Christopher Lee, David Wenham, Brad Dourif, Miranda Otto, Ian Holm, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Sean Bean, John Rhys-Davies, Bernard Hill, John Noble, Andy Serkis, Hugo Weaving.
Anno: 2002.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

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