Sono un fan sia di Audrey Hepburn che di Gregory Peck, per cui era solo questione di tempo prima che vedessi Vacanze romane, uno dei film più famosi degli anni “50, divenuto una sorta di classico della commedia sentimentale.
Della prima avevo già visto l’altro classico, Colazione da Tiffany, nonché i meno brillanti Sabrina e Cenerentola a Parigi.
Del secondo, invece, avevo visto l’ispirato Il buio oltre la siepe, che non a caso gli valse l’Oscar, e inoltre l’altrettanto valido L’ultima spiaggia.
Ma veniamo a Vacanze romane, iniziando a tratteggiare la trama per sommi capi: la notizia è nota al largo pubblico: la giovane principessa Anna, nel suo giro delle maggiori città europee, è arrivata a Roma, dove parteciperà a svariati impegni mondani.
Si dà il caso, tuttavia, che la principessa sia stufa della sua vita tutta doveri, formalità e protocollo, e che lo sia tanto da mettere in atto una fuga dal palazzo dell’ambasciata, per godersi almeno per un po’ la vita cittadina. Tuttavia, ha la sventura di farlo di notte, e dopo aver ricevuto un sedativo a seguito delle sue intemperanze.
La ragazza dunque finisce presto addormentata nei pressi dei Fori Imperiali, dove viene trovata dal reporter americano Joe Bradley… che per caso doveva propri intervistarla il giorno seguente, ma che sul momento non si avvede della fortunata coincidenza e che la porta a casa propria in modo disinteressato.
Il disinteresse diverrà però ben presto interesse, tanto che egli ci mette poco a progettare l’articolo dell’anno, aiutato il giorno seguente dal suo amico fotografo Irving, ovviamente anch’egli in incognito rispetto alla sua vera professione.
D’altronde, le bugie le aveva avviate Anna dicendo di essere una ragazza scappata dal collegio…
Vacanze romane segue un copione che definire scontato sarebbe un modo gentile per definire un classico che più classico non si può, e alla fine il film si regge quasi elusivamente sui due attori protagonisti, entrambi capaci di bucare lo schermo e all’apice del loro charme-bellezza-carisma (Gregory Peck al tempo aveva 37 anni, mentre Audrey Hepburn 24).
Tolti loro due… beh, rimane la bellezza di una Roma in bianco e nero… ma tolta anche quella rimane davvero poco, praticamente niente.
E, anzi, va chiuso un occhio sul modo frettoloso e davvero poco credibile con cui procede la trama, che al giorno d’oggi certamente non troverebbe grandi estimatori, per utilizzare un altro eufemismo.
Stando così le cose, Vacanze romane, più che un grande film, è l’affresco di un’epoca: al contempo la Roma di quegli anni e la Hollywood di quegli anni con due dei suoi attori di punta.
La bellezza non è poca, la simpatia anche, ma siamo abbastanza lontani da una commedia come Colazione da Tiffany, o da un film drammatico come Il buio oltre la siepe.
Fosco Del Nero
Titolo: Vacanze romane (Roman holidays).
Genere: commedia, sentimentale.
Regista: William Wyler.
Attori: Gregory Peck, Audrey Hepburn, Eddie Albert, Artley Power, Hartley Power, Harcourt Williams, Margaret Rawlings, Tullio Carminati, Paolo Carlini.
Anno: 1953.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.