Slide # 1

Slide 1

Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

Slide # 2

Slide 2

L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

Slide # 3

Slide 3

Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

Slide # 4

Slide 4

Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

Slide # 5

Slide 5

Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 18 maggio 2016

L’arte della felicità - Alessandro Rak

Sono sempre felice di vedere un bel film, e da appassionato di film d’animazione non posso che esserlo a maggior ragione quando trovo un bel film d’animazione. Se poi si tratta di un progetto italiano, la cosa mi fa ancora più piacere… considerando l’arretratezza italiana in questo genere narrativo (che per quanto mi riguarda è la cartina di tornasole della creatività e dell'inventiva nel settore del cinema).
Il film di oggi è L’arte della felicità, girato da Alessandro Rak.

Intanto, partiamo dallo stile visivo, che mescola fumetti e animazione… e difatti il regista oltre che essere un regista è anche un fumettista, con tale fattore che caratterizza in modo forte il film, che dà davvero l’idea di essere un fumetto messo su schermo.

Ad esso, e alla cura con cui sono stati trattati fotografia e inquadrature, si aggiunge l’ottimo contributo della colonna sonora, che è davvero ben realizzata, nonché perfettamente in tema con l’atmosfera del film.
Anche il doppiaggio è ottimo.

Andiamo ora a tratteggiare per sommi capi la trama del film: Sergio, un ex musicista, sta affrontando una crisi personale successiva alla morte del fratello maggiore Alfredo, che peraltro non vedeva da dieci anni, da quando si era trasferito in Tibet per seguire il buddhismo e per affrontare una difficile malattia.
La crisi viene affrontata in modo decisamente particolare: Sergio, uomo di mezz’età con i suoi 43 anni, si chiude nel taxi dello zio, ci dorme persino, e inizia a fare il tassista per le strade di Napoli, una Napoli perennemente buia, sotto la pioggia e piena di spazzatura, simboli delle difficoltà interiori dell’uomo (non a caso il sole spunta fuori solo negli ultimi minuti del film, dopo “l’elaborazione del lutto”).

Il taxi di Sergio ospita così un bel po’ di gente: il vecchio proprietario, lo zio, la moglie dell’uomo, altri parenti, nonché viaggiatori comuni: per esempio una bella ragazza, anch’essa triste e confusa, o il conduttore di una trasmissione radiofonica, che si chiama come il film, L’arte della felicità, ed è una stazione radio di genere “esistenziale”, diciamo così, proprio come lo è questo film, che parte da un episodio di vita e dalla tristezza di un uomo per introdurre argomenti discretamente impegnativi, come l’anima, la reincarnazione, il karma, la potenza dei pensieri.

Il tutto sa ovviamente di esperimento, o comunque di progetto originale, il quale è a mio avviso pienamente riuscito: la realizzazione tecnica, seppur non convenzionale, è gradevole alla vista, l’apparato audio pure, mentre contenuti e dialoghi si fanno seguire più che volentieri. Non a caso, L’arte della felicità ha raccolto premi e nomination tra i vari Nastri d'Argento, European Film AwardDavid di Donatello, etc.

In chiusura di recensione, propongo alcune citazioni dai dialoghi del film.

“Dicono che l’anima ritrova sempre la strada di casa. Non importa quanto tempo è passato, non importa se il momento è quello giusto: l’anima torna.
Ma quello che mi chiedo è: qual è la sua casa? Questa città, questa gente? Siamo davvero noi la casa dell’anima? O piuttosto la sua gabbia? E questi pensieri che ci girano in testa forse sono le sue catene…”

“Volete sapere la mia sull’anima?
L’anima non invecchia. È questa la fregatura: che a una certa età ti ritrovi ancora smanioso, non stai nella pelle, ma devi aspettare di tirare le cuoia per ricominciare. Siamo nella ruota della vita, siamo nel samsara, siamo nel circolo vizioso della morte e della rinascita.
Ci siamo dentro da secoli, e non riusciamo proprio a venirne fuori. Sempre le stesse anime riciclate in mille sacchetti diversi. Viviamo mille volte, e mille volte siamo da buttare.
Ah, se almeno potessimo ricordare ciò che siamo già stati…”

“Il karma è un concetto biologico, non è solo un principio mistico. È un concetto biologico molto importante perché secondo il karma abbiamo tre geni, non solo due. Tre tipi di geni: quelli di nostra madre, quelli di nostro padre e quelli della vita precedente. E proseguiamo verso la prossima vita non come anime statiche e immortali, ma come un continuum.”

“- Il fatto è che io non ricordo più chi sono.
- Che vuol dire 'non ricordo'? È come se uno chiedesse 'Scusi, si ricorda che ora è?'. Siamo qui, siamo ora, siamo quello che possiamo.”

“- Questi ricordi mi ossessionano, sono tutto quello che mi resta.
- Veramente? E allora butta nel cesso anche quelli… e vediamo se davvero di te non resta più niente.”

“I pensieri sono fatti della stessa materia dei sogni. Un pensiero felice vale come un pensiero triste. La tristezza te la danno per poco… ma pure la felicità non costa nulla.
Allora, tu che scegli?
Quando rovisto nel passato trovo dolore e morte. Quando cerco nel futuro ansia e illusioni.
Ma quando frugo nel presente, trovo questo presente, questo qui, questo momento, da cui ti scrivo ora, da cui ora tu leggi, questo presente infinito, luminoso.”

Fosco Del Nero



Titolo: L’arte della felicità.
Genere: animazione, drammatico, esistenziale.
Regista: Alessandro Rak.
Anno: 2013.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

Il mondo dall'altra parte