Avevo visto molti anni fa Memento, e il film mi era piaciuto molto. Me lo sono rivisto ora sia per il piacere di una nuova visione, sia per guardarlo con occhi nuovi, per scorgere in esso un eventuale significato esistenziale che mi era stato suggerito in un commento sul blog.
Ma partiamo dalle basi: il film, diretto dall’ambizioso e talentuoso Christopher Nolan nel 2000, è basato sul romanzo del fratello Jonathan Nolan, intitolato Memento mori.
La parola “memento” è un verbo latino imperativo che significa “ricordati”.
E qua andiamo subito alla trama del film, giacché il primo tatuaggio che il protagonista della storia, Leonard Shelby (Guy Pearce; Racconti incantati, Non avere paura del buio), vede del suo corpo è una scritta che dice “Ricordati di Sammy Jankis”.
Perché Leonard tatua messaggi per se stesso sul suo corpo?
Perché ha avuto la sfortuna di perdere la memoria a breve termine dopo l’aggressione subita da lui e da sua moglie: come recita un altro tatuaggio, un tale John G. ha violentato e ucciso sua moglie, e il suo scopo di vita è diventato proprio quello di trovare e uccidere colui che gli ha rovinato la vita.
Obiettivo certo non semplice, data la situazione in cui si trova Leonard, che dopo qualche minuto si è dimenticato quello che è successo poco prima e ritorna al punto 0, con l’ultimo ricordo che è quello della moglie morente.
Gli aiuti a tale scopo sono i tatuaggi che si è fatto sul corpo, che gli dicono le cose principali, i punti fermi della sua investigazione, e le polaroid che scatta ogni tanto a persone e luoghi, che gli danno dei riferimenti più vicini al suo contesto attuale.
E anche un fascicolo sull’aggressore, purtroppo epurato di qualche pagina.
Un altro aiuto – presunto, data la sua situazione incerta – è dato da tale Teddy (Joe Pantoliano; che aveva una piccola parte anche in Matrix), il quale si definisce suo amico, e che ogni tanto farà capolino per dargli una mano nelle varie situazioni.
Altro personaggio – e altro aiuto presunto – è quello di Natalie (Carrie-Anne Moss, che in Matrix era Trinity), col povero Leonard chiamato a sciogliere enigmi su enigmi pur nelle misere condizioni in cui si trova.
La caratteristica di base del film è quella di essere raccontato al contrario: si parte dall’ultima scena e si va man mano indietro, con i vari “episodi” che gettano una luce non solo su quanto è successo nelle scene raccontate, ma anche su quanto è successo nel passato di Leonard.
La trama in se stessa sarebbe piuttosto semplice e priva di interesse se raccontata in modo lineare, ma l’essenza del film è per l’appunto il racconto rovesciato, e in questo senso il film è un piccolo gioiello, e anzi neanche tanto piccolo.
Peraltro, la storia, pur se “rimessa in riga”, si presta a differenti interpretazioni, tanto che nei forum gli spettatori hanno sostenuto chi l’una chi l’altra teoria.
Anche se, alla fine, rimane una sola spiegazione possibile, a ben guardare i vari dettagli, ma non la riferirò qui per riguardo a coloro che volessero vedere il film.
Breve commento sul film: i film capaci di coinvolgere totalmente lo spettatore, e di farlo immedesimare nel protagonista non sono molti, e Memento è uno di questi. La condizione difficile di Leonard, poi, aiuta grandemente la simpatia nei suoi confronti.
Regia e montaggio sono ottimi, e così la sceneggiatura di partenza, e non a caso il film ha ottenuto due nomination agli Oscar come migliore sceneggiatura originale e come miglior montaggio.
D’altronde, la carriera di Christopher Nolan ha mostrato che non si era trattato di un caso. E questo lo dico senza che Nolan sia tra i miei registi preferiti, giacché spesso mi ha dato la sensazione di essere più un eccellente professionista che non un artista, se capite ciò di cui intendo.
Veniamo ora agli eventuali significati esistenziali del film, che mi era stato suggerito come metafora del processo di reincarnazione: così come le anime si incarnano in un nuovo corpo senza ricordarsi del loro passato, così Leonard ogni tanto subisce un reset che lo fa cominciare da zero.
Punto interessante, che peraltro potrebbe anche trovare qualche conferma in qualche frase del film… che, lo rammento, si intitola “Ricordati”, e il ricordo e la presenza sono la base di qualunque percorso evolutivo-spirituale.
Ecco alcune frasi secche del film:
“Chi sei tu?”
“Non ti ricordi neanche chi sei.”
“Il mondo continua ad esserci anche se chiudi gli occhi.”
“Tu vivi in un sogno.”
“Tu non vuoi sapere la verità, tu crei la tua verità.”
“Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente.”
Altro dettaglio: curiosamente, nel film è mostrato lo stesso numero di telefono citato in Fight Club… un film che, dietro la trama formale, parla in realtà di ego e anima.
Dette queste tre cose, va detto che da un lato le suddette frasi sono estrapolate da contesti psicologici, nonché piuttosto vaghe (Fight Club in questo senso è assai più chiaro e netto, e lo stesso altri film metaforico-esistenziali come Matrix o Revolver), mentre dall’altro lato la metafora della reincarnazione in realtà non regge del tutto, e quindi la considero solo una somiglianza: difatti, con la reincarnazione la personalità non sa, ma l’anima si ricorda tutto, e anche la personalità ha in sé gli effetti delle vite precedenti a livello di energie e di apprendimenti passati… cosa che non accade in Memento, dove Leonard ricomincia proprio da zero, e anzi spesso sotto zero, confuso da tatuaggi e bigliettini a volte fuorvianti.
Inoltre una metafora di questo tipo avrebbe resettato il personaggio a inizio giornata (nuovo ciclo, nuova esperienza, un po’ come in Ricomincio da capo, seppur in quel caso non a livello di memoria, ma proprio a livello di giornata), e non dopo qualche minuto, ciò che è invece un fatto utile a una trama da film giallo-psicologico.
E difatti Nolan è famoso per i film a contenuto psicologico, non per i film a contenuto spirituale, e anzi tende molto al cerebrale-intellettuale, ossia il contrario dell’anima.
Anche il fattore tempo, così importante nella storia, sta dal lato dell’ego, e non da quello dell’anima.
Ancora: con la reincarnazione l’anima va avanti, nella singola vita e nelle vite successive, mentre in questo film il protagonista non va avanti affatto, e anzi si crea dei “puzzle che non avrebbe potuto risolvere”, per citare una frase del film stesso. Esattamente il contrario del percorso evolutivo, di cui la reincarnazione è una parte.
Per non parlare delle energie che si agitano nel film: violenza, vendetta, confusione.
Insomma, l’ipotesi in questione di un film “esistenziale”, è messa da parte, ma rimane comunque un ottimo film giallo-psicologico, un eccellente esercizio di stile e tecnica cinematografica.
Titolo: Memento (Memento).
Genere: psicologico, drammatico, giallo.
Regista: Christopher Nolan.
Attori: Guy Pearce, Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Mark Boone Junior, Russ Fega, Jorja Fox.
Anno: 2000.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.