Il film recensito quest’oggi nel blog è il famoso (famoso libro e famoso film) Divergent.
Premessa: il regista Neil Burger ha sicuramente del talento, giacché su cinque film diretti due sono decisamente notevoli, ciascuno a suo modo: parlo di The illusionist - L'illusionista e di Limitless. Gli altri tre sono il film d’esordio Interview with the assassin, che non ho visto, e The lucky ones - Un viaggio inaspettato, che ho visto e che non è malaccio, anche se sta parecchie lunghezze dietro gli altri due.
E poi è arrivato l’ultimo film, Divergent, un pezzo grosso tra l’altro, dato il successo di vendite che si portava appresso l’omonimo romanzo di Veronica Roth.
Comincio subito con la trama sommaria della storia: siamo in un futuro non precisato, dopo la solita guerra totale che ha lasciato la società grandemente rimaneggiata e fortemente riorganizzata. Per la precisione, siamo nella città di Chicago, la quale all’esterno è circondata da un’enorme barriera difensiva e all’interno, sempre in chiave difensivo-protettiva, è organizzata in cinque gruppi, ciascuno dei quali presiede una funzione sociale… e a cui ciascuna persona, indipendentemente da quale è il suo gruppo familiare di origine, può accedere via libera scelta, salvo poi non poter mai più tornare indietro sulla propria scelta.
I gruppi sono questi cinque:
- gli Abneganti, un gruppo di persone semplici, tranquille, e altruiste, cui proprio per tale altruismo è stato affidato il governo della città,
- i Pacifici, che apprezzano molto l’armonia e la felicità, e che sono addetti alla produzione del cibo, poi distribuito a tutti,
- i Candidi, persone per natura particolarmente oneste e sincere, incapaci di mentire, cui è stato conseguentemente affidato il settore della legge e della giustizia,
- gli Intrepidi, persone orientate all’azione e al coraggio, sorta di polizia-esercito cittadina,
- gli Eruditi, i sapienti, portati allo studio e alla conoscenza.
La protagonista della storia, Beatrice Prior (Shailene Woodley), è cresciuta in una famiglia di Abneganti, ma nel momento di scegliere la sua futura fazione e quindi la sua vita intera sceglie gli Intrepidi… mentre suo fratello Caleb (Ansel Elgort) sceglie gli Eruditi, lasciando sgomenti i loro genitori, i quali ovviamente speravano in una scelta tradizionalista, in virtù anche del fatto che il padre Andrew è nel membro del consiglio della città.
Tra gli Intrepidi Beatrice, rinominatasi Tris, farà amicizia con Christina (Zoë Kravitz) e con Will (Ben Lloyd-Hughes).
Ma soprattutto conoscerà due boss degli Intrepidi: il capo Eric (Jai Courtney) e l’istruttore Quattro (Theo James).
E, ancor di più, scoprirà che c’è un sesto gruppo di persone, i cosiddetti Divergenti, che la società sta cercando a tutti i costi di scovare ed eliminare, perché un potenziale pericolo per l’intera struttura sociale.
Questa la trama di Divergent, film che oscilla tra il drammatico, il sentimentale, l’azione e soprattutto quella nicchia del genere fantastico nota come distopia, che ha visto tanti rappresentanti passati, più o meno celebri (e all’interno della quale si inserisce anche il tema del controllo mentale, per gli appassionati di tematiche cospirative).
Ne cito qualcuno a caso, a partire dai famosi libri 1984, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo, fino agli altrettanto famosi film Metropolis, L’uomo che fuggì dal futuro, Brazil, V per vendetta, Equilibrium, Gattaca, In time, etc etc, fino ai recentissimi Hunger games, The giver e Maze runner, gli esponenti dell’ultima tranche, cronologicamente parlando.
Ebbene, Divergent cavalca il filone, ma lo fa in modo assolutamente banale, adolescenziale persino, non avendo dalla sua né l’originalità della storia di Hunger games, né l’ottimo abbrivio di Maze runner… e non chiamiamo in causa Metropolis o Brazil o altri film, perché è meglio non farlo.
Il tutto sa di prodotto cinematografico ad uso di una fascia bassa della popolazione, intendendo con “bassa” sia il basso cronologico sia il basso qualitativo.
In Divergent tutto è banale, e difatti un qualunque spettatore di media intelligenza avrà capito tutto entro la primissima parte del film, compreso il rapporto tra la classica eroina il cui valore si vede alla distanza e il classico belloccio, burbero ma in realtà dal cuore d’oro.
Anche la suddivisione sociale, nonché molti eventi che capitano, sono in nome del semplicismo e spesso anzi dell’insensatezza, nel senso che quello che succede non sta in piedi, ma tant’è.
E tutto ciò è un peccato, perché il film è fatto davvero bene a livello tecnico: fotografia, effetti speciali, ritmo, e ciò conferma il buon talento di Neil Burger, il quale si è semplicemente prestato a un progetto di basso valore artistico… senza dubbio in cambio di un ricco caché nonché magari del nome che si sarà fatto nel mentre portando a buon esito un film ad alto budget ed alti incassi.
Insomma, Divergent è una grande delusione… anche perché dalle storie che tirano in ballo questioni distopiche mi attendo sempre molto, compresi insegnamento, moniti e persino tematiche esistenziali.
Magari mi guarderò il suo seguito, ma giusto per la curiosità di vedere come procede la saga.
A proposito della poca originalità di Divergent, nonché del suo essere una specie di copia sbiadita di Hunger games, cito una curiosità: mentre in Hunger games recitava Lenny Kravitz, in Divergent recita sua figlia, Zoë Kravitz… giusto per renderlo ancora meno originale, se possibile.
Premessa: il regista Neil Burger ha sicuramente del talento, giacché su cinque film diretti due sono decisamente notevoli, ciascuno a suo modo: parlo di The illusionist - L'illusionista e di Limitless. Gli altri tre sono il film d’esordio Interview with the assassin, che non ho visto, e The lucky ones - Un viaggio inaspettato, che ho visto e che non è malaccio, anche se sta parecchie lunghezze dietro gli altri due.
E poi è arrivato l’ultimo film, Divergent, un pezzo grosso tra l’altro, dato il successo di vendite che si portava appresso l’omonimo romanzo di Veronica Roth.
Comincio subito con la trama sommaria della storia: siamo in un futuro non precisato, dopo la solita guerra totale che ha lasciato la società grandemente rimaneggiata e fortemente riorganizzata. Per la precisione, siamo nella città di Chicago, la quale all’esterno è circondata da un’enorme barriera difensiva e all’interno, sempre in chiave difensivo-protettiva, è organizzata in cinque gruppi, ciascuno dei quali presiede una funzione sociale… e a cui ciascuna persona, indipendentemente da quale è il suo gruppo familiare di origine, può accedere via libera scelta, salvo poi non poter mai più tornare indietro sulla propria scelta.
I gruppi sono questi cinque:
- gli Abneganti, un gruppo di persone semplici, tranquille, e altruiste, cui proprio per tale altruismo è stato affidato il governo della città,
- i Pacifici, che apprezzano molto l’armonia e la felicità, e che sono addetti alla produzione del cibo, poi distribuito a tutti,
- i Candidi, persone per natura particolarmente oneste e sincere, incapaci di mentire, cui è stato conseguentemente affidato il settore della legge e della giustizia,
- gli Intrepidi, persone orientate all’azione e al coraggio, sorta di polizia-esercito cittadina,
- gli Eruditi, i sapienti, portati allo studio e alla conoscenza.
La protagonista della storia, Beatrice Prior (Shailene Woodley), è cresciuta in una famiglia di Abneganti, ma nel momento di scegliere la sua futura fazione e quindi la sua vita intera sceglie gli Intrepidi… mentre suo fratello Caleb (Ansel Elgort) sceglie gli Eruditi, lasciando sgomenti i loro genitori, i quali ovviamente speravano in una scelta tradizionalista, in virtù anche del fatto che il padre Andrew è nel membro del consiglio della città.
Tra gli Intrepidi Beatrice, rinominatasi Tris, farà amicizia con Christina (Zoë Kravitz) e con Will (Ben Lloyd-Hughes).
Ma soprattutto conoscerà due boss degli Intrepidi: il capo Eric (Jai Courtney) e l’istruttore Quattro (Theo James).
E, ancor di più, scoprirà che c’è un sesto gruppo di persone, i cosiddetti Divergenti, che la società sta cercando a tutti i costi di scovare ed eliminare, perché un potenziale pericolo per l’intera struttura sociale.
Questa la trama di Divergent, film che oscilla tra il drammatico, il sentimentale, l’azione e soprattutto quella nicchia del genere fantastico nota come distopia, che ha visto tanti rappresentanti passati, più o meno celebri (e all’interno della quale si inserisce anche il tema del controllo mentale, per gli appassionati di tematiche cospirative).
Ne cito qualcuno a caso, a partire dai famosi libri 1984, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo, fino agli altrettanto famosi film Metropolis, L’uomo che fuggì dal futuro, Brazil, V per vendetta, Equilibrium, Gattaca, In time, etc etc, fino ai recentissimi Hunger games, The giver e Maze runner, gli esponenti dell’ultima tranche, cronologicamente parlando.
Ebbene, Divergent cavalca il filone, ma lo fa in modo assolutamente banale, adolescenziale persino, non avendo dalla sua né l’originalità della storia di Hunger games, né l’ottimo abbrivio di Maze runner… e non chiamiamo in causa Metropolis o Brazil o altri film, perché è meglio non farlo.
Il tutto sa di prodotto cinematografico ad uso di una fascia bassa della popolazione, intendendo con “bassa” sia il basso cronologico sia il basso qualitativo.
In Divergent tutto è banale, e difatti un qualunque spettatore di media intelligenza avrà capito tutto entro la primissima parte del film, compreso il rapporto tra la classica eroina il cui valore si vede alla distanza e il classico belloccio, burbero ma in realtà dal cuore d’oro.
Anche la suddivisione sociale, nonché molti eventi che capitano, sono in nome del semplicismo e spesso anzi dell’insensatezza, nel senso che quello che succede non sta in piedi, ma tant’è.
E tutto ciò è un peccato, perché il film è fatto davvero bene a livello tecnico: fotografia, effetti speciali, ritmo, e ciò conferma il buon talento di Neil Burger, il quale si è semplicemente prestato a un progetto di basso valore artistico… senza dubbio in cambio di un ricco caché nonché magari del nome che si sarà fatto nel mentre portando a buon esito un film ad alto budget ed alti incassi.
Insomma, Divergent è una grande delusione… anche perché dalle storie che tirano in ballo questioni distopiche mi attendo sempre molto, compresi insegnamento, moniti e persino tematiche esistenziali.
Magari mi guarderò il suo seguito, ma giusto per la curiosità di vedere come procede la saga.
A proposito della poca originalità di Divergent, nonché del suo essere una specie di copia sbiadita di Hunger games, cito una curiosità: mentre in Hunger games recitava Lenny Kravitz, in Divergent recita sua figlia, Zoë Kravitz… giusto per renderlo ancora meno originale, se possibile.
Titolo: Divergent (Divergent).
Genere: fantastico, drammatico, azione, sentimentale, distopia.
Regista: Neil Burger.
Attori: Shailene Woodley, Theo James, Ashley Judd, Maggie Q, Kate Winslet, Zoë Kravitz, Ansel Elgort, Jai Courtney, Ray Stevenson, Miles Teller, Ben Lamb, Ben Lloyd-Hughes, Christian Madsen.
Anno: 2014.
Voto: 4.
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