Rango è stata una bellissima sorpresa.
Il fatto di averlo trovato in una classifica dei migliori film d’animazione di tutti i tempi non era prova di nulla, giacché nella medesima classifica vi era il mediocre, noioso e infantile Frozen, ma Rango, viceversa, meritava il posto assegnatogli… e forse anche qualcosa in più.
Parto subito con la trama del film: Rango è un camaleonte che vive in una teca, con l’unica compagnia di alcuni elementi decorativi, che ha eletto a suoi amici e colleghi di set cinematografico, giacché sogna di fare l’attore.
Un incidente d’auto però lo catapulta nel Deserto del Mojave, nella zona della California, dove intraprenderà un importante viaggio.
Anzi, "il viaggio".
Il primo personaggio che incontra, l’armadillo Carcassa, dà la chiave di lettura del film, che è un film introspettivo e di ricerca interiore.
Il secondo personaggio, l’iguana Borlotta, lo introdurrà invece nella trama vera e propria della storia, all’interno del villaggio di Dust (“polvere” in italiano).
In tale villaggio, un villaggio western con tutti i crismi, Rango conoscerà una pletora di personaggi, tra tartarughe, aye-aye, topi, serpenti a sonagli, e sauri vari, ovviamente suddivisi in buoni e cattivi.
L'obiettivo di Rango, che diviene presto lo sceriffo del villaggio, è quello di ritrovare l’acqua perduta, dal momento che il villaggio rischia di scomparire per la siccità (l'acqua perduta può facilmente simboleggiare qualcos'altro che ha perduto l'essere umano, e infatti il film sotto traccia si riferisce spesso alla conoscenza, alla coscienza e al percorso individuale di ricerca).
Detto della trama, e del genere cinematografico, un’animazione comica ma anche “sostanziosa”, diciamo due parole sul regista, quel Gore Verbinski capace di girare sia film fantastici, brillanti e avventurosi come I pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna, o come questo stesso Rango, sia horror ben riusciti come The ring… un tipo poliedrico, dunque.
Tornando a Rango, questo è il mio commento sintetico: il film scorre via che è un piacere, la sceneggiatura è interessante, i personaggi sono originali e accattivanti, l’umorismo è brillante e a tratti fulminante, come sono ugualmente brillanti molti dialoghi.
Persino il commento musicale è eccellente, originale esso stesso.
In una parola, Rango è ciò che dovrebbero essere tutti i film di animazione. O meglio, non tutti tutti, ma quelli di genere commedia-comico: non banali, non piatti, e con una certa profondità.
Rango, difatti, mostra alla perfezione come un film, perfino un film d’intrattenimento, perfino un film dalla forte valenza umoristica, possa avere un certo spessore, risultando assai significativo, e quindi anche didattico (per piccoli e grandi, cosa affatto trascurabile).
Unico neo, a mio avviso: il film risulta meno divertente nella ultima parte, in cui però in compenso c’è più azione.
In chiusura di recensione, faccio seguire alcune frasi prese dal film, che ne mostrano l’aspetto “profondo”, e direi perfino esistenziale, giacché potrebbero essere benissimo tratte da qualche testo di genere spiritual-evolutivo.
“Chi sono io?
Potrei essere chiunque.”
“Devo andare dall’altra parte.
[…] È la mia missione.
Egli mi aspetta. Lui.
[…] Siamo niente senza l'illuminazione.”
“- Il mio posto non è questo.
- Sarà pure vero… però sei qui.”
“Ti aiuterò a trovare quello che cerchi… e forse anche di più.”
“- La ricerca della conoscenza è irta di asperità.
- Ma io voglio solo trovare acqua.
- Se vuoi trovare acqua, devi prima trovare polvere.”
“Tutti dobbiamo compiere il nostro viaggio.
Ci rivedremo dall'altra parte.”
Ci rivedremo dall'altra parte.”
“Il tuo destino ti attende.”
“Certe volte devi scavare a fondo per trovare quello che cerchi.”
“Non so se hai scelta.
Nessuno può tirarsi fuori dalla propria storia.”
“Ognuno vede quello che vuole vedere.”
“Ognuno vede quello che vuole vedere.”
“Per soddisfare i bisogni della collettività l’eroe deve rinunciare a se stesso.”
“Ricordate che in ognuno di noi alberga il vero spirito.”
“Pronto, c’è nessuno?”
“Chi sei tu?”
“Chi sono io?
Non sono nessuno.”
A proposito dell’ultimo tema, il non essere nessuno, o meglio l’essere il vero spirito, o ancora la rinuncia a se stesso, proprio quando Rango “non è più nessuno”, egli arriva “dall’altra parte”… e poi perde i sensi. Dopo di che, illuminato su alcune cose che non aveva compreso in precedenza, ritorna indietro ad aiutare coloro che si era lasciato alle spalle... un po' come accade ai maestri: dopo il risveglio, tornano indietro ad aiutare il resto dell'umanità.
Aggiungo anche un altro elemento: durante una sorta di rituale "religioso" una ruota viene portata in alto ed elevata al cielo come se fosse l'ostia della comunione; in ciò, il cerchio del sole va a coincidere con essa sullo sfondo del cielo. Il che è giusto: la stessa ostia è un simbolo solare, per cui l'evento sceneggiato è simbolicamente perfetto, tanto più che la stessa ruota è un noto simbolo evolutivo-spirituale-archetipo: la ruota del karma, la ruota dei tarocchi, etc. D'altronde, lo stesso film aveva parlato chiaramente di illuminazione, a proposito di sole e di eventi spirituali.
In conclusione, Rango è un gran film, che ha ottenuto un buon successo e discreti riconoscimenti, ma meno di quanto si sarebbe aspettato: d’altronde, soltanto un mago può riconoscere un altro mago, per dirla con Ursula Le Guin.
A proposito di maghi, bianchi e neri, il rettile protagonista del film somiglia in modo inquietante a un altro rettile di nostra conoscenza, che attualmente detiene un incarico di governo nel nostro amato paese.
Fosco Del Nero
Titolo: Rango (Rango).
Genere: animazione, commedia, comico, avventura, western.
Regista: Gore Verbinski.
Anno: 2011.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.