Tempo fa mi ero imbattuto in un film d’animazione che era un vero e proprio gioiello, non a caso candidato agli Oscar nel 2010: parlo di The secret of Kells, il quale era un meraviglia per gli occhi, per le orecchie, per l’immaginazione e per il cuore.
In maniera quantomeno paradossale, il film non è mai stato importato in Italia, né al cinema né per il mercato dei dvd, per cui me lo ero visto in lingua originale con i sottotitoli…
… e ovviamente mi ero segnato il nome del regista, tale Tomm Moore, come mi ero segnato il titolo dell’altro film che aveva realizzato, Song of the sea (in italiano, La canzone del mare).
Anche questo candidato agli Oscar, esso è stato tuttavia doppiato in italiano grazie a una produzione internazionale, ma io comunque me lo sono visto in lingua originale, memore del fatto che il regista tendeva ad utilizzare canzoni in stile celtico (parliamo difatti di Irlanda), che non sapevo come sarebbero state rese in italiano, né se gli adattatori avrebbero avuto o meno il coraggio di doppiarle/localizzarle.
Me lo guarderò anche in italiano, in futuro, ma per ora me lo son visto in inglese, e la valutazione è la medesima del suo fratello maggiore: si tratta anche stavolta di un gioiello da ogni singolo punto di vista, che peraltro ha anche il merito di durare un poco di più rispetto al suo predecessore: solo 75 minuti per The secret of Kells, e 90 per Song of the sea.
Eccone la trama molto sommaria: Ben e la sorellina Saorse vivono insieme al padre in un’isoletta che ospita un faro poco lontano dalla costa irlandese. La madre, sfortunatamente, è morta anni addietro nel dare alla luce Saorse, cosa di cui Ben incolpa alla sorellina, che tratta piuttosto male, riversando il suo affetto decisamente di più sul suo affezionato cane.
Quanto al padre, pur a distanza di sei anni, non ha ancora metabolizzato la scomparsa della moglie, di cui in effetti non vien detto quasi niente a inizio film e di cui si scoprirà ben di più in seguito, grazie alla piccola Saorse, la quale è assai più di quanto non sembri.
In mezzo alla storia, vi finiranno creature fatate della natura, le cosiddette “Selkie”, alle quali si contrapporranno i gufi capeggiati dalla strega Macha, che ha un suo progetto: quello di far sparire le emozioni umane per non dover vivere le sofferenze.
Come detto, Song of the sea - La canzone del mare è un gioiellino, e anzi un gioiello vero e proprio: visivamente è un incanto, proprio come lo era stato il suo predecessore; musicalmente è bellissimo; fa respirare a chi lo guarda sentimenti profondi ma al contempo con una certa lievità e delicatezza, e propone anche un insegnamento importante, ossia che le emozioni basse non vanno represse, nascoste chissà dove, ma vissute ed elaborate, ciò che peraltro è anche la base di ogni percorso di crescita interiore.
Cosa chiedere di più a un film d’animazione, che peraltro è anche molto originale nel suo tratto estetico?
Niente, e infatti Song of the sea - La canzone del mare è un capolavoro.
Tomm Moore entra così nel ristretto novero dei miei registi preferiti di tutti i tempi.
Chiudo la recensione con due frasi tratte dal film dal sapore piuttosto simbolico (ma di simboli ce ne sarebbero altri, come ad esempio la vecchia strega che per paura delle emozioni le rifiuta e le inscatola, salvo poi scoprire che le emozioni servono al percorso di vita delle persone).
“Nessun’altra verità potrà mai superare la promessa di un tempo che fu.”
“È come se avessi dormito tutti questi anni.”
Fosco Del Nero
Titolo: La canzone del mare (Song of the sea).
Genere: animazione, fantastico.
Regista: Tomm Moore.
Anno: 2014.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.