Non avevo mai visto un film di Luis Bunuel in vita mia, avendolo solo sentito nominare, ma mai essendogli capitato davanti.
Questo, almeno, fino a La via lattea, che mi è decisamente piaciuto, oltre ogni mia aspettativa, tanto che ho deciso di recuperare alcuni suoi vecchi film, a cominciare da Il fascino discreto della borghesia, una delle sue opere più famose e anche premiate.
In questa, come suggerisce il titolo, il regista spagnolo se la prende non con la religione cattolica e dintorni eretici come ne La via lattea, ma con la classe sociale borghese di allora, vista e descritta come sì affascinante e colta, ma anche come incoerente, truffaldina, votata al potere personale e sostanzialmente dedita al piacere.
Il che, detto così, pare che introduca dei personaggi odiosi… e invece no, Bunuel dipinge i suoi protagonisti in modo comunque gradevole, tanto che si simpatizza per loro, pur avendo in bella evidenza le loro debolezze.
Peraltro, il cast del film mi è piaciuto parecchio, con attori davvero in parte… e con una Milena Vukotic davvero giovane, pur se in una parte secondaria.
Ecco la trama sommaria de Il fascino discreto della borghesia: sei personaggi della borghesia francese, tre uomini e tre donne (uno degli uomini è però un diplomatico dell’immaginaria repubblica sudamericana di Miranda, in pianta stabile in Francia) tentano a più riprese di organizzare una cena, tuttavia il programma non riesce mai a realizzarsi: o vien sbagliata la data dell’invito, o il ristorante in cui si recano è nel bel mezzo di una veglia funebre, o un battaglione dell’esercito francese che si sta esercitando lì vicino chiede ospitalità, o irrompono dei briganti, e così via.
Tra un tentativo e l’altro, conosciamo così i suddetti personaggi: Rafael Acosta, François Thenevot, Simone Thenevot, Henri Sénéchal, Alice Sénéchal, Florence… cui si aggiungono i comprimari Dufour, un monsignore, e Inès, una cameriera.
Una cosa li accomuna, anzi due: i loro modi sono impeccabili, tutti assai educati e cortesissimi; e tutti nascondono un qualche vizio o segreto, tra relazioni clandestine, traffici di droga, abuso di alcol, abuso di potere, etc.
Il film di Bunuel tuttavia non è proprio un film di denuncia, quanto una trattazione ironica e dissacrante, peraltro pervasa dalle tipiche scene surreali e immaginarie che il regista inserisce ogni tanto, e che rendono il film assai poco prevedibile, perché letteralmente può succedere qualunque cosa… salvo poi scoprire che era un sogno di qualcuno, e magari un sogno dentro un sogno.
Insomma, anche Il fascino discreto della borghesia è promosso con una buone valutazione, e dunque mi vedrò qualcos’altro del bravo Luis Bunuel.
Fosco Del Nero
Titolo: Il fascino discreto della borghesia (Le charme discret de la bourgeoisie).
Genere: surreale, commedia.
Regista: Luis Bunuel.
Attori: Fernando Rey, Delphine Seyrig, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Stéphane Audran, Jean-Pierre Cassel, Milena Vukotic, Julien Bertheau.
Anno: 1972.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.
Genere: surreale, commedia.
Regista: Luis Bunuel.
Attori: Fernando Rey, Delphine Seyrig, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Stéphane Audran, Jean-Pierre Cassel, Milena Vukotic, Julien Bertheau.
Anno: 1972.
Voto: 7.5.
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