Quando trovo un film come What we do in the shadows sono contentissimo, giacché film di questo genere dimostrano con i fatti ancor prima che con le parole che la creatività umana può andare avanti all’infinito proponendo cose nuove, interessanti, intelligenti e innovative, persino esplorando tematiche già affrontate in tantissimi altri casi.
In questi caso, da molte decine di film sui vampiri; arriveremmo probabilmente al centinaio contando tutti i film minori sul tema, magari sconosciuti al grande pubblico perché piccole produzione tedesche o slovene.
What we do in the shadows è evidentemente una produzione a basso costo, ma è talmente piena di inventiva da risultare irresistibile.
Nasce da un precedente film corto, e poi diviene un lungometraggio evidentemente sulla scia del buon potenziale che già mostrava e dei buoni riscontri ottenuti dal cortometraggio; il risultato finale è un film di circa 85 minuti senza nemmeno una pausa, che procede dritto filato fino alla fine, e anzi lascia i suoi spettatori con un sorrisone… l’ennesimo del film.
Ma andiamo subito alla trama sommaria di questa audace e brillante produzione neozelandese, in cui i due registi, Jemaine Clement e Taika Waititi sono anche due degli attori protagonisti, e il primo è anche produttore: siamo nella Nuova Zelanda contemporanea, e precisamente nella sua capitale, Wellington, nella quale sono finiti a vivere alcuni vampiri, che condividono come coinquilini un grande appartamento.
Essi sono, in ordine di importanza nel gruppo: Viago (Taika Waititi), un vampiro dandy di circa 380 anni; Vladislav (Jemaine Clement), vampiro in stile Dracula impalatore e torturatore, ma ora un po’ mogio, quasi impotente, mai ripresosi dalla cocente sconfitta con un vampiro chiamato “La Bestia”; Deacon (Jonathan Brugh), il vampiro più giovane del trio con i suoi 180, definito il “bad boy del gruppo”, più moderno e alla mano, ma un po' indisciplinato, tanto che non rispetta il suo turno di lavare i piatti da cinque anni.
A tale trio si aggiunge il decano, Petyr, il più vecchio di tutti con i suoi 8000 anni (nondimeno), lui in stile Nosferatu.
A tali personaggi si aggiungeranno poi Nick, dapprima vittima sacrificale e poi trasformato anche lui in vampiro, e Stu, un umano da tutti benvoluto perché assai tranquillo.
What we do in the shadows è girato tutto in stile mockumentary (ossia un falso documentario), utile a testimoniare lo stile di vita vampiresco e di quel gruppo di vampiri in particolare.
Il film, che pure non risparmia qualche scena splatter, sostanzialmente è una commedia umoristica, che vuol illustrare, in modo per l’appunto comico, come si è evoluto lo stile di vita dei vampiri ai tempi d’oggi, tra Skype e Youtube.
E non c’è molto altro da dire su What we do in the shadows, se non che ha ricevuto, e giustamente, svariati riconoscimenti sparsi per il mondo… e che va visto in lingua originale giacché non è stato importato in Italia.
Incredibile a dirsi, ma è così: uno dei film più originali degli ultimi decenni non è stato portato in Italia, per cui occorre utilizzare la lingua madre e magari usufruire dei sottotitoli.
What we do in the shadows se ne esce dunque con una promozione a pieni voti, pur nell'alveo di una produzione economicamente contenuta: umorismo, leggerezza, creatività e ironia.
Fosco Del Nero
Titolo: What we do in the shadows (What we do in the shadows).
Genere: fantastico, grottesco, commedia.
Regista: Taika Waititi, Jemaine Clement.
Attori: Taika Waititi, Jemaine Clement, Jonathan Brugh, Cori Gonzales-Macuer, Stuart Rutherford, Jackie van Beek, Rhys Darby.
Anno: 2014.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.