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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 30 giugno 2021

Gli aristogatti - Wolfgang Reitherman

Confesso che non avevo mai visto il classico dell’animazione del 1970 Gli aristogatti e ciò nonostante da sempre sia un appassionato di film d’animazione.
Non sempre tuttavia dei classici Disney, che fin da bambino/ragazzino ritenevo a tratti troppo mielosi e a tratti troppo infantili… non a caso fin da adolescente mi sono orientato verso l’animazione giapponese, la quale in quei lidi non è concepita, come noto, come strumento d’intrattenimento per l’infanzia, come il parente povero del film recitato che è stato storicamente in Occidente, ma come un genere a sé stante.

Ma veniamo al film Gli aristogatti, diretto da quel Wolfgang Reitherman che ho molto apprezzato in altre opere come La spada nella roccia e Robin Hood, anch'esse animate.
Se da un lato il genere è piuttosto chiaro, il mix di commedia e musica ben apprezzato negli anni “60 e dintorni, lo stile è difficile da trasporre nelle varie localizzazioni, per via di scelte linguistiche che giocano spesso sulle ambivalenze della lingua inglese tra gatti, aristocratici, jazz, etc. Al tempo si è scelto, come era tipico per l’epoca, di tradurre i dialoghi e soprattutto le canzoni seguendo non la lettera stretta ma il senso di fondo. Di fronte a un lavoro non semplice, d’altronde, andava fatta una scelta.
Di mio, non ho apprezzato molto la scelta del doppiaggio italiano localizzato persino troppo, ossia regionalizzato, con accenti romani, milanesi, romagnoli, etc. In particolare, mi è sembrato paradossale, se non proprio ridicolo, definire il protagonista maschile “Romeo, er mejio der Colosseo” quando il film è ambientato a Parigi. Si poteva certamente optare per l’accento regionale, ma senza riferimenti geografici quali il Colosseo. Sarebbe come se un film ambientato a Roma fosse doppiato chiamando il protagonista qualcosa tipo “Il meglio del Taj Mahal”, o “Il meglio delle piramidi di Giza” (liquidando la questione con una frasetta secondo la quale il gatto avrebbe fatto l'autostop da Roma sino a Parigi o sino al Cairo).

Detto questo, ecco la trama de Gli aristogatti: siamo a Parigi nel 1910, e una donna ormai anziana, benché ancora vispa ed elegante, nomina i suoi quattro gatti, la gatta Duchessa e i suoi tre cuccioli Minou, Matisse e Bizet, suoi eredi; solo dopo la loro morte il patrimonio della donna sarebbe andato al fidato maggiordomo Edgar
… che tanto fidato in effetti non è dal momento che, scoperta la questione, complotta per disfarsi dei mici, e li porta fuori città. In campagna, i quattro, sulle prime disperati, conoscono il gattone Romeo, il quale, affascinato dalla bella ed elegante Duchessa, si attiva per riaccompagnarli in città dalla loro benefattrice, nel mentre caduta nella disperazione.
Il film racconta tale avventura e ci fa conoscere gli amici di Romeo, tutti suonatori jazz, nonché topi, cavalli, cani selvatici e via discorrendo, tra un motteggio e una canzoncina.

Sarò breve: la sceneggiatura è tutto sommato semplice, e infatti il film dura molto poco, com'era frequente per i canoni di quell'epoca: poco più di 70 minuti.
I personaggi protagonisti sono in buona parte adorabili, i tre micetti in primis (anche i loro nomi sono stati cambiati nella versione italiana per renderli più simili a quella che si supponeva fosse la cultura degli italiani dell’epoca… pessima abitudine che si aveva per l’appunto in quei decenni, poi fortunatamente messa da parte). 
La colonna sonora è caruccia ma affatto indimenticabile; altri classici di quel periodo le fanno le scarpe.
Grafica e tecnica animata sono buoni per gli standard di allora: gli sfondi sono dei dipinti, e le animazioni fluide ed efficaci, ancorché semplici.

Alla fine della fiera, la mia scelta di ragazzino (e poi ragazzo, e poi giovane adulto) di ignorare questo film era tutto sommato giustificata, nel senso che non mi ero perso niente di imperdibile. Tuttavia sono contento di aver visto almeno una volta Gli aristogatti e, anzi, ne approfitto per sottolineare che i prodotti d’intrattenimento per bambini di decenni fa avevano un livello nettamente più elevato dell’intrattenimento di massa odierno con tutti i suoi canali tematici per bambini pieni di materiale addormentante.

Fosco Del Nero



Titolo: Gli aristogatti (The aristocats).
Genere: animazione, commedia, musicale.
Regista: Wolfgang Reitherman.
Anno: 1970.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.



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