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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

martedì 1 gennaio 2019

Piccolo grande uomo - Arthur Penn

Mi è stato detto che Piccolo grande uomo è una specie di classico, e me lo sono visto, pur non avendolo mai sentito nominare. Forse aiutato in questo anche dalla mia mancata passione per il genere western…

… anche se occorre dire che di western Piccolo grande uomo ha solo l’ambientazione, ma non tanto il genere, che difatti oscilla tra la commedia e il drammatico, l’avventura e persino il grottesco, data la bizzarria di tutta la storia.

Essa, tratta tra l’altro da un romanzo di Thomas Berger, comincia la sua narrazione con un’intervista al vecchio Jack Crabb, ora anziano di ben 121 anni ospite presso una casa di riposo.
Egli è intervistato da un giornalista interessato alla battaglia di Little Big Horn, a cui l’anziano uomo racconta assai di più con le sue peripezie e militanze varie, tra cittadine americane, villaggi indiani ed esercito americano, in una strana oscillazione tra Custer e Buffalo Bill, tra cultura indiana e cultura americana.

Jack, da bambino, è l’unico sopravvissuto insieme a sua sorella Caroline a un massacro operato da una tribù indiana, ed è poi ritrovato e cresciuto da un’altra tribù indiana, questa più benevola, di cheyenne.
Mentre sua sorella una notte scappa, lui cresce come un indiano, ed è chiamato “Piccolo grande uomo”: piccolo per via della sua statura, e grande per via del suo coraggio.
Tutto scorre placido e felice, fino a che l’uomo bianco non stermina un loro villaggio, donne e bambini compresi, tanto che il capo Cotenna di Bisonte, sorta di padre adottivo per Jack, decide di scendere in guerra contro gli americani… ma sarà una carneficina, e Jack si salverà solo mostrandosi come uomo bianco americano.
Tornerà così a vivere presso i “visi pallidi”, in una sorta di altalena tra una cultura e l’altra, tra uno stile di vita e l’altro, in modo a dir poco instabile.

Piccolo grande uomo è una sorta di smitizzazione del genere western; non una parodia, ma non ci manca molto.
Molto bravo Dustin Hoffman (Tootsie, Ishtar, I heart huckabees, Rainman), come sempre, mentre tutto il resto (tutti gli altri) pare più macchia di contorno di un affresco semi-umoristico.
Quanto ai fatti esposti, non ho conoscenza a sufficienza di quel periodo per affermarli come storici o come mitologici (dai massacri indiani alla figura del generale Custer al passaggio delle donne da una sponda all’altra).

Ad ogni modo, sta di fatto che il film all’epoca presentò un punto di vista nuovo della questione indio-americana, e che riscosse vari premi e buon successo.

Quanto al mio gradimento, è stato appena sufficiente: il film non mi è dispiaciuto del tutto, ed è sicuramente un buon prodotto cinematografico, ma, un po’ per il dubbio sottofondo storico un po’ per l’improbabilità degli eventi di vita di Jack Crabb, sorta di banderuola al vento delle Americhe, non mi ha esaltato.

Fosco Del Nero



Titolo: Piccolo grande uomo (Little big man).
Genere: drammatico, commedia, avventura, western.
Regista: Arthur Penn.
Attori: Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Martin Balsam, Richard Mulligan, Jeff Corey, Aimée Eccles, Kelly Jean Peters, Carole Androsky, Chief Dan George, Robert Little Star.
Anno: 1970.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.


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