Con L’ascesa di Skywalker si è conclusa, finalmente, la saga di Guerre stellari.
Dico “finalmente” per due motivi: il primo è che si tratta di un’opera dipanatasi lungo quarantadue anni: abbastanza, direi. Il secondo è che le trilogie stavano perdendo di qualità una dietro l’altra: se ce ne fosse stata un’altra, saremmo probabilmente finiti sotto terra.
Ecco la trama de L’ascesa di Skywalker: messa in ginocchio la Resistenza, il Primo Ordine domina sulla galassia, ma Kylo Ren deve preoccuparsi di una nuova minaccia al suo dominio… sotto forma del redivivo Imperatore Palpatine, resuscitato grazie al potere oscuro della forza.
Nel frattempo, Rey si addestra con Leila Organa, generale della Resistenza, mentre Poe Dameron, Finn e Chewbecca, assistiti dagli immancabili droidi, C-3PO e BB-8, scorrazzano per l’universo per varie commissioni. L’ultima delle quali, cui si unirà la stessa Rey, consiste nel trovare il dispositivo utile per individuare Exegol, un pianeta nascosto che si dice essere la patria segreta dei sith, nonché il luogo dove si nasconde Palpatine.
Se Il risveglio della forza si era rilevato praticamente un remake della trilogia originaria, in modo persino grottesco, e Gli ultimi jedi proponeva, per contrasto, qualcosa di diverso, ma ugualmente poco convincente, L’ascesa di Skywalker cerca di finire la saga in modo epico, ma anch’esso fallisce in buona parte: tra l’azione esondante, l’enorme mole di effetti speciali, le molte ambientazioni e i molti personaggi, il tutto risulta discretamente confusionario (anche per la notevole durata del film: circa 140 minuti).
Da un lato vi sono evidenti punti forti, come la bellezza visiva, alcune scenografie davvero evocative, la colonna sonora, il personaggio di Rey… ma dall’altro lato vi sono altrettanto evidenti punti deboli, come la frammentarietà della sceneggiatura (quest’ultime trilogia è sembrata tutto tranne che organica e ragionata), l’eccesso di dinamismo e di effetti visivi, il continuo ricorrere ai vecchi personaggi, persino in modo surreale, come per il “ripescaggio” di Palpatine, che è persino difficile commentare.
Si comprende certamente la difficoltà nel produrre seguiti di passate opere di così elevato livello… ma va evidenziato come la trilogia degli anni 2000, quindi i primi tre episodi in senso cronologico, avesse ottenuto un esito assai migliore, pur anch’essa inferiore alla trilogia originaria.
Ad ogni modo, L’ascesa di Skywalker ha chiuso come ha chiuso, con morti, fantasmi, parentele di sangue varie… per cui va bene così.
La valutazione è un 6 più politico che effettivamente valutativo.
Un’ultima considerazione: questo nono e ultimo film, preso com’era dalle battaglie e dagli effetti speciali, è quello con meno contenuti esistenziali. Man mano che la saga di Star wars andava avanti, ci si è progressivamente dimenticati dell’addestramento e della cultura jedi, la sua vera essenza, in favore del dinamismo e dei combattimenti, ciò che era decisamente meno rilevante… tanto che mi sono segnato poche frasi interessanti, e nemmeno tanto interessanti se rapportate a quelle dei film storici.
“Palpatine è sempre stato là, a tirare i fili, celato nell’ombra sin dal principio.”
“Io so ciò che devo fare, ma non so se ho la forza di farlo.”
“Di che cosa hai più paura?”
“Di me stessa.”
“Confrontarsi con la paura è il destino di un jedi.”
Fosco Del Nero
Titolo: L’ascesa di Skywalker (The rise of Skywalker).
Genere: fantascienza, drammatico.
Regista: J. J. Abrams.
Attori: Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar Isaac, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong'o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, Billy Dee Williams, Ian McDiarmid,
Anno: 2019.
Voto: 6.
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