Ghost in the shell di Rupert Sanders è l’esempio perfetto di ottave di coscienza: il film recitato del 2017 non è infatti che una pallidissima imitazione del film animato del 1995 diretto da Mamoru Oshii, il quale a sua volta era la conversione dell’omonimo manga di Masamune Shirow (1989-1991)... il quale pera la cronaca era uno dei miei mangaka preferiti nell’adolescenza.
Lasciando da parte l’universo di Ghost in the shell, il quale comprende diverse opere derivate, e confrontando il film animato del 1995 e quello recitato del 2017, passiamo da un’opera cyberpunk, che aveva la coscienza come suo tema centrale e che era corredata da una sua bellezza lirica, per esempio nella colonna sonora (tanto in Ghost in the shell quanto in Ghost in the shell 2), a un prodotto il quale non è altro che un film di fantascienza pieno di azione e di effetti speciali.
Temi interiori: niente.
Insegnamenti elicitati a voce: nessuno.
Purtroppo tale “caduta coscienziale” è molto diffusa nei rifacimenti di film od opere del passato… un po’ perché una grande fetta del pubblico attuale domanda prodotti “bassi e facili”, un po’ perché dietro vi è un disegno manipolatorio volto ad abbassare sempre più l’intrattenimento collettivo, e quindi per converso la coscienza collettiva.
Qualcuno storcerà il naso a questa affermazione, ma le cose stanno esattamente in questi termini, che lo si veda o meno.
Ad ogni modo, passiamo alla trama di Ghost in the shell: il Maggiore Mira Killian (le hanno cambiato anche il nome, oltre che il senso) è un cyborg che lavora per la Sicurezza Pubblica Numero 9, un’organizzazione antiterrorismo gestita dal governo, la quale si avvale di numerosi agenti, molti potenziati e molti ancora umani (o vie di mezzo di varia natura).
Improvvisamente, tutti gli scienziati più importanti della Hanka Robotics vengono attaccati, uccisi o hackerati, per ordine di un certo Kuze, un misterioso soggetto che sembra dotato di grandi poteri (e che si rivelerà essere un amico d’infanzia del Maggiore a suo tempo maltrattato dalla polizia).
Mentre indaga su Kuze, il Maggiore scopre dettagli sul suo passato, nonché numerose bugie e inganni.
Detto che con l’opera si è perso del tutto il “ghost”, ossia lo spirito, puntando tutto sul “shell”, ossia il guscio, il corpo, il mondo materiale (con ciò contraddicendo persino il titolo del film, che parla esplicitamente di "coscienza nel corpo", di "spirito nella materia"), va sottolineato che pure la trama è stata peggiorata: è stata introdotta una sottospecie di storia d’amore d’infanzia tra umani-cyborg, alquanto ridicola, nonché ricongiungimenti familiari altrettanti ridicoli, che ovviamente non c’erano nella storia originale.
Anzi, a tal riguardo ne approfitto per affermare senza mezzi termini che dovrebbe essere vietato per legge modificare un'opera che si sta rappresentando: se si vuole mettere in scena un'altra opera, che lo si faccia, ma non utilizzando un determinato titolo.
Al di là dei dettagli, comunque, è proprio l’intera opera che è nata “sbagliata”, ossia orientata verso l’effetto speciale, i combattimenti e il facile melodramma, in luogo dei dilemmi etici ed esistenziali che la caratterizzata in origine.
Me lo aspettavo, peraltro, e per questo ho tardato parecchio a guardarla.
In conclusione, il Ghost in the shell di Rupert Sanders è pessimo a dir poco.
Fosco Del Nero
Titolo: Ghost in the shell.
Genere: fantascienza, azione.
Regista: Rupert Sanders.
Attori: Scarlett Johansson, Juliette Binoche, Michael Pitt, Michael Wincott, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Chin Han, Chris Obi, Joseph Naufahu, Kaori Momoi, Yutaka Izumihara, Tawanda Manyimo.
Anno: 2017.
Voto: 4.
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