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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 26 agosto 2013

L’invasione degli ultracorpi - Don Siegel

L’invasione degli ultracorpi è un classico, tanto da essere considerato un film culto, e tanto da essere stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, onore toccato a non molti film.

Film che nasce dall’omonimo romanzo di fantascienza di Jack Finney, anche se poi libro e film sono stati riletti in chiave non fantastica, ma socio-politica, e, curiosamente, ai due estremi politici del periodo: da un lato in chiave anti-comunista, e da un altro in chiave anti-maccartista.
Tra l’altro, l’attore protagonista del film si chiama Kevin McCarthy, e in questo senso la scelta potrebbe essere stata non casuale.

Ma andiamo alla trama de L’invasione degli ultracorpi, senza perderci in dettagli: il film inizia laddove finisce, ossia in un centro medico, con due dottori che ascoltano l’incredibile storia del loro collega, il dottor Miles J. Bennell, apparentemente in stato confusionale… o comunque certamente molto agitato.

La telecamera ci mette poco, tuttavia, per spostarsi indietro di qualche tempo, col dottor Bennell, ora calmo e perfettamente padrone di sé, che dopo un periodo di assenza torna nella sua cittadina natale, Santa Mira, e ritrova vecchi amici e amiche, tra cui Becky Driscoll, amica della giovinezza.

Sia lui che lei iniziano a notare strani fenomeni in alcune persone della cittadina, fino a realizzare ciò che sta realmente accadendo: una razza aliena si sta sostituendo gradualmente agli umani del posto…

Il film, in bianco e nero, è stato girato con un budget ridottissimo, ma è uno di quei film che dimostra come non servono né un grande budget né grandi nomi per fare un prodotto di valore… basta che dietro ci sia una buona idea e che venga realizzata bene… anche senza effetti speciali o grandissimi costi.

Non a caso, L’invasione degli ultracorpi è un film che ha resistito al tempo, e che è tuttora considerato un film cult, soprattutto tra gli appassionati del genere fantastico (dire horror sarebbe esagerato, ma c’è comunque una componente di paura, per quanto ben lontana dai canoni cui siamo abituati oggi).

Insomma, pur essendo dell’ormai lontanissimo 1956, L’invasione degli ultracorpi è un film che merita tuttora di essere visto, ennesima dimostrazione che il tempo non intacca i film ben fatti, come mostrano anche film ancora più vecchi (si pensi al vetustissimo Metropolis, che ancora ha assolutamente un suo perché).
Nel caso, buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: L’invasione degli ultracorpi (Invasion of the body snatchers).
Genere: fantascienza, horror.
Regista: Don Siegel.
Attori: Kevin McCarthy, Dana Winter, King Donovan, Marie Selland, Sam Peckinpah, Larry Gates, Carolyn Jones.
Anno: 1956.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 22 agosto 2013

Continuavano a chiamarlo Trinità - E.B. Clucher

Da poco ho pubblicato la recensione di Lo chiamavano Trinità, il classico dello spaghetti western umoristico girato nel 1970.
Chiunque abbia visto il primo, saprà che esiste anche un secondo, sarebbe a dire Continuavano a chiamarlo Trinità, girato, sulla scia del successo del precedente, l’anno seguente, e col medesimo trio: il regista E.B. Clucher e gli attori Bud Spencer e Terence Hill.

Superando persino il predecessore, e conquistando il primo posto nella classifica dei film italiani più visti (primo posto conteso con Ultimo tango a Parigi).

Ecco in breve la trama, per coloro che non la conoscessero: mentre nel primo film Bambino (Bud Spencer) si era finto sceriffo per agevolare i suoi propositi di furto di bestiame, in questo secondo lui e il fratello Trinità (Terence Hill) si fingono agenti federali per intascare un’ingente somma di denaro depositata dal signorotto locale, tale Parker, presso una missione di religiosi.
Nel mezzo, tante baruffe, scazzottate, sparatorie, battute, e pure la storia d’amore tra Trinità e la figlia di una coppia di contadini che i due “agenti” un giorno hanno l’occasione di “rapinare”.

Pur con la premessa fatta nella recensione di Lo chiamavano Trinità, ossia che preferisco i film metropolitani della coppia Bud-Terence (ad esempio I due superpiedi quasi piattiNati con la camiciaPari e dispari, e così via) a quegli degli altri generi, devo dire che questo secondo episodio mi è piaciuto forse un poco più del primo, nonostante un abbrivio al contrario meno convincente.

Forse proprio per via di una maggiore leggerezza-vivacità-ironia di fondo, che peraltro è ciò che mi sembra caratterizzare maggiormente i film metropolitani rispetto a quelli western.

Ad ogni modo, è questione di gusti, e se l’uno e l’altro dei Trinità hanno avuto così tanto successo, tanto da essere peraltro rimasti nella memoria collettiva del pubblico italiano, un motivo ci sarà.
Continuavano a chiamarlo Trinitàdal canto suo, propone un motivo aggiuntivo, sotto forma di presenza femminile più bella di tutti i film di Bud e Terence: la modella finlandese Yanti Somer.

In conclusione, qualcuno si sarà riguardato una decina di volte I due superpiedi quasi piatti, e qualcun altro viceversa Lo chiamavano Trinità.
Come si dice, a ciascuno il suo.

Fosco Del Nero



Titolo: Lo chiamavano Trinità.
Genere: comico, western.
Regista: E.B. Clucher.
Attori: Bud Spencer, Terence Hill, Enzo Fiermonte, Yanti Somer, Adriano Micantoni, Furio Meniconi, Enzo Tarascio, Gérard Landry, Franco Ressel, Vittorio Fanfoni, Riccardo Pizzuti, Fortunato Arena, Dana Ghia.
Anno: 1971.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 15 agosto 2013

10 regole per fare innamorare - Cristiano Bortone

10 regole per fare innamorare è un film che nasce da diverse collaborazioni, tra registi di video comici e blogger, e che si propone di trattare il tema più vecchio della storia umana: l’amore.

Lo fa con un tono da commedia spigliata e vivace… che però spesso propone banalità e che non ha certamente il piglio da film indimenticabile.

Ma andiamo subito alla trama: Marco (Guglielmo Scilla) è un ventenne che ha messo da parte gli studi di astronomia per dedicarsi alle sue due passioni: da un lato i bambini (lavora come maestro in un asilo) e dall’altro la scrittura (scrive poesie). 
Un bel giorno egli vede Stefania (Enrica Pintore), studentessa di poesia francese, di cui si innamora a prima vista.

E qua sorgono i problemi, visto che Marco è un ragazzo semplice, e anzi piuttosto introverso e imbranato, e forse Stefania è un obiettivo troppo grosso per lui.

Interviene allora il padre di Marco, Renato (Vincenzo Salemme), donnaiolo di mezz’età che ha un suo decalogo di regole per far innamorare una donna che insegnerà al figlio, con la collaborazione dei tre coinquilini di quest’ultimo, appassionatisi alla vicenda anche per la presenza di Ettore, dongiovanni belloccio e senza scrupoli che ha puntato Stefania.

Lo schema di 10 regole per fare innamorare è chiaro: c’è un triangolo, e c’è da far vincere il “buono” contro il “cattivo”. Sfortunatamente, nonostante il film regali svariati sorrisi, spesso fa storcere il naso o per la pochezza delle situazioni o per lo scarso realismo delle stesse. 
Alcune recitazioni, peraltro, generano ugualmente dei dubbi.

Stringi stringi, forse giusto la presenza del vivace personaggio di Vincenzo Salemme porta avanti la baracca, altrimenti un po’ asfittica e banalotta.

Insomma, c’è molto di meglio in giro.

Fosco Del Nero



Titolo: 10 regole per fare innamorare.
Genere: commedia, sentimentale. Regista: Cristiano Bortone.
Attori: Guglielmo Scilla, Vincenzo Salemme, Enrica Pintore, Giulio Berruti, Fatima Trotta, Pietro Masotti, Cinzia Mascoli, Giorgio Verduci, Piero Cardano, Trio Medusa.
Anno: 2012.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 12 agosto 2013

Le riserve - Howard Deutch

In passato diverse volte mi avevano consigliato di vedere Le riserve, cosa che non avevo mai fatto per via di uno scarso interesse di base per i film a sfondo sportivo… 
… forse perché è difficile rendere su schermo vita e gare sportive.

In effetti questo punto Le riserve lo sconta, sia a livello tecnico (non sono esperto di football americano, ma svariate cosette mi sono sembrate poco realistiche, diciamo così :p) sia a livello di dettagli nella trama.

Tecnica e dettagli però non sono il focus del film, che non sta sul piano mentale della precisione, ma su quello emotivo del cuore. 
Su questo piano, devo dire che Le reserve è un trionfo, e coinvolge su praticamente tutti i fronti: la vita di spogliatoio, le gare in campo, le questioni sentimentali del protagonista.

Ma andiamo con ordine, precisando innanzi tutto che il film prende spunto da un episodio realmente accaduto nel 1987 nel campionato di football americano statunitense. 
Lo sciopero tra i giocatori costringe il presidente dei Washington Sentinels a cercare un coach e delle riserve per traghettare la squadra fino a fine campionato, giusto per evitare le penalità sportive ed economiche della mancata presentazione della squadra.
Si affida in primis all’allenatore in pensione Jimmy McGinty, e poi a una squadra di dilettanti composta sostanzialmente di ex giocatori mai esplosi per problemi vari, dalle questioni emotive alle questioni legali. 
Come quarterback, ruolo centrale della squadra, McGinty si affida a Shane Falco, giocatore che anni prima aveva palesato un certo talento, ma che non aveva sopportato la pressione degli incontri importanti, finendo per uscire di scena.

Il film segue tutto l’iter della squadra, dentro e fuori dal campo, per i quattro incontri che la vedranno protagonista, e le scene curiose non mancheranno di certo.

Come detto, Le riserve mi ha proprio conquistato, tanto che ero partito con l’idea di vederne giusto un 20-30 minuti, per voi invece vedermi dritti filati tutti i 110 minuti del film. 
E quando un film ti cattura, la valutazione si fa da sé, al di là di montaggio, scenografia, colonna sonora, etc. 
Ma, d’altronde, non sarà un caso se il film ha avuto un grande successo di pubblico, soprattutto dopo l’uscita al cinema, segno che il successo non è stato dovuto al battage pubblicitario, ma all’essenza stessa del film. 

Insomma, per farla breve Le riserve qua da me è promosso con ottimi voti.

Fosco Del Nero



Titolo: Le riserve (The replacements).
Genere: drammatico, sentimentale, sportivo, commedia.
Regista: Howard Deutch.
Attori: Gene Hackman, Keanu Reeves, Jon Favreau, Orlando Jones, Brooke Langton, Jack Warden, Daniel Bateman, Keith David, Faizon Love.
Anno: 2000.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 6 agosto 2013

Dracula morto e contento - Mel Brooks

Suppongo non esista essere umano sul pianeta Terra che non conosca la storia di Dracula così come resa celebre da Bram Stoker. O che non abbia visto il quasi altrettanto celebre film di Francis Ford Coppola con Keanu Reeves e Winona Rider.

Meno persone, tuttavia, avranno visto la parodia Dracula morto e contento, diretta nel 1995 da Mel Brooks (specializzato in pellicole parodistico-demenziali come La pazza storia del mondo, Balle spaziali, Robin Hood - Un uomo in calzamaglia).

Protagonisti della pellicola: Leslie Nielsen nei panni di un simpatico Dracula e lo stesso Mel Brooks in quelli dell’antagonista, il dottor Van Helsing. Gli altri personaggi, sostanzialmente, fanno da comprimari, anche se tra tutti risalta il bislacchissimo Renfield (interpretato da Peter MacNicol, che un po’ ricalca in questo film il ruolo avuto in Ghostbusters 2… evidentemente ha il celeberrimo fisique du rôle).

Ad ogni modo, ecco la trama per chi non la conoscesse (siete appena arrivati da Saturno??): il Conte Dracula sta pensando di trasferirsi a Londra, e per questo contatta degli intermediari immobiliari. Finisce per sistemarsi vicino al manicomio gestito dal Dottor Renfield, e finisce per puntare prima Lucy, e poi Mina, promessa sposa di Jonathan Harker

Per sua sfortuna, il dottor Renfield conosce il ricercatore metafisico Abraham Van Helsing, con cui inizierà una partita a scacchi all’ultimo sangue... e all’ultima battuta.

Dracula morto e contento è proprio ciò che sembra: un film demenziale leggero e simpatico, che non ha i numeri per essere definito un gran film (e a mio avviso vi sono film comico-demenziali che lo sono nel loro genere!), ma che è comunque simpatico, e presenta qualche scena divertente.

Nel complesso, tuttavia, non eccelle, dal momento che le gag scontate e banalotte superano di numero quelle ispirate e brillanti, e nettamente peraltro.

Rimane dunque una pellicola simpatichina e a tratti divertente, che però si vede e si mette nel cassetto, senza meritare un bis.

Fosco Del Nero



Titolo: Dracula morto e contento (Dracula: dead and loving it).
Genere: comico.
Regista: Mel Brooks.
Attori: Leslie Nielsen, Anne Bancroft, Mel Brooks, Peter MacNicol, Harvey Korman, Ezio Greggio.
Anno: 1995.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

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