Oggi recensisco un altro horror, benché fatichi a far rientrare il film di oggi in tale categoria.
Peraltro, è un film assai recente, uscito nei cinema italiani da appena pochi giorni, ma che io ho visto nella versione originale inglese, coadiuvato dai sottotitoli: parlo di Drag me to hell.
Un film horror con una locandina abbastanza inquietante, un trailer pieno di effetti speciali effettivamente orrorifici, con tanto di cotal titolo (che significa, per chi fosse a digiuno di inglese, “trascinami all’inferno”), pare avere tutti i titoli per appartenere al genere con pieno merito, eppure…
Eppure, non appena si vede il nome del regista, Sam Raimi (La casa, La casa 2, L’armata delle tenebre, Spider-Man), sorge qualche dubbio.
Dubbio confermato dai primi fotogrammi della pellicola, che sembrano presi pari pari da un film horror di serie B degli anni "80.
Gli attori protagonisti, peraltro, non fanno nulla per fugare tali sospetti: tanto Alison Lohman, quanto Justin Long, attori di secondo piano e di modeste pretese artistiche, non bucano certo lo schermo, e se finora non hanno avuto una grande carriera probabilmente un motivo c’è.
Ma torniamo a Drag me to hell, di cui riporto in breve la trama: Christine Brown è un’impiegata di banca che aspira a un’immediata promozione; le basta chiudere felicemente un affare ed è fatta.
Tuttavia, sopraggiunge un inconveniente, sotto forma di vecchietta zingara, tale signora Ganush, un’anziana e sdentata signora tanto inoffensiva a prima vista, quanto pericolosa ad uno sguardo approfondito.
E lo sguardo approfondito Christine è costretta a darglielo, posto che la vecchierella, al diniego della giovine di concederle il terzo rinvio per il pagamento della sua casa, la maledice. Prima solo a parole nell’ufficio della banca e poi coi fatti nel parcheggio sotterraneo.
In pratica, le scatena contro una Lamia, ossia uno spirito demoniaco il cui compito è rubarle l’anima, e, per l’appunto, "trascinarla all’inferno".
Bastano poche scene del film per porsi la domanda: è un film horror serio oppure il regista ha volutamente inteso attribuirgli degli elementi surreali-comici?
Tale ambivalenza si trascina per tutto il film, anche se alla fine si propende per la seconda ipotesi, sia conoscendo Sam Raimi (L’armata delle tenebre in tal senso è emblematico, per quanto assolutamente superiore come risultato finale), sia perché gli spunti paradossali sono talmente tanti da non potere essere semplice somma casuale.
Partendo dall’ingenuità della protagonista, Christine, che sembra fare di tutto per trovarsi in situazioni difficili: è sempre sola (anche quando sa che uno spirito demoniaco la sta cercando!!), non scappa quando può, si mette nei guai con un battito di ciglia, ma soprattutto sta sempre con la bocca aperta.
Ecco come si spiega che le finiscano in bocca, in rapida sequenza, una mosca, il braccio della zingara (tutto!), un fazzoletto di discrete dimensioni e, a più riprese, il vomito della simpatica signora Ganush, tanto da viva quanto da morta (e farsi vomitare in faccia da un cadavere durante la sua veglia funebre tecnicamente non è facile).
Ma, a parte la bocca aperta dell'incauta protagonista, il film suscita l’ilarità dello spettatore in molte altre occasioni: la vecchietta che cerca di mordere la giovane pur senza dentiera, lo sferragliare di pentole di una scena d’atmosfera, l’episodio del sangue in ufficio (fantastico!), la seduta spiritica con la capretta che, accanto alla protagonista, la guarda di sottecchi, etc.
Si registrano anche alcune incoerenze: passi per l’ingenuità morbosa di Christine (che pare voler accelerare a tutti i costi il suo incontro con la Lamia, specie quando smarrisce stupidamente l’oggetto che potrebbe salvarle la vita), ma che dire della medium che dice di attendere da una vita la possibilità di vendicarsi del demone, eppure chiede ben 10.000 dollari di compenso, col serio rischio dunque di non avere tale possibilità?
O della stessa Christine, che ci mette due secondi a passare da vegetariana animalista militante a sgozzatrice del suo gatto (ma perché il suo, poi? Le era stato detto che bastava un animale qualsiasi!)?
Senza contare il sunto estremo del film, che è questo: una vecchietta zingara maledice l’impiegata di una banca perché ha fatto il suo lavoro…
Ma forse dovrei ringraziare la signora Ganush, visto che ho riso più durante questo film che con la maggior parte dei film comici che ho visto negli ultimi dieci anni.
Dunque il voto di Drag me to hell è un 4 come horror, un 7.5 come film comico.
A voi la scelta della prospettiva.
Fosco Del Nero
Titolo: Drag me to hell (Drag me to hell).
Genere: horror, comico, splatter.
Regista: Sam Raimi.
Attori: Alison Lohman, Justin Long, David Paymer, Dileep Rao, Lorna Raver, Adriana Barraza, Flor de Maria Chahua, Reggie Lee, Sage Stallone, Jessica Lucas, Bojana Novakovic, Fernanda Romero.
Anno: 2009.
Voto: 4.
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