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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 30 giugno 2010

Pari e dispari - Sergio Corbucci

Ho già avuto modo in qualche recensione passata di esprimere il mio gradimento per le vecchie commedie di Bud Spencer e Terence Hill, che, oltre che essere spesso gradevoli e divertenti, rappresentano letteralmente uno spaccato dell’Italia di qualche decade fa (pur essendo i loro film ambientati fuori, spesso negli Usa).

Non a caso, ho già recensito gli irresistibili Nati con la camicia e I due superpiedi quasi piatti, due veri e propri capolavori della comicità (oltre che il discreto Non c’è due senza quattro).

Stavolta è il turno di un altro film culto del duo Spencer-Hill, e precisamente di Pari e dispari, commedia girata da Sergio Corbucci nel 1978.
Il genere è sempre quello: botte e divertimento, con i due entrambi molto ispirati.

Ecco in breve la trama di Pari e dispari: Johnny Firpo (Terence Hill) riceve l’ordine di sgominare una banda di allibratori clandestini, avente il loro quartier generale in un grande panfilo-casinò, e coinvolge in tale operazione l’ignaro fratellastro Charlie Firpo (Bud Spencer), con la scusa di trovare il denaro per operare agli occhi il padre cieco (che in realtà cieco non è).
Da qui il via alla solita storia di scazzottate e avventure, laddove l’aggettivo “solita” è usato in senso positivo, dato il livello medio dei film del duo Bud Spencer-Terence Hill.

Alcune scene, in particolare, sono a dir poco memorabili: quella del pistacchio, quella della pelota basca, quella della partita a poker condita di proverbi e frasi fatte, e altre ancora.
Di facile memoria e ben riusciti anche i personaggi del Greco Paraboulis e di Suor Susanna, interpretata da una giovanissima Maurisa Laurito.

Altra piacevole ricorrenza: la colonna sonora dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis (od Oliver Onions, che dir si voglia), anch’essi una garanzia.

A mio avviso, Pari e dispari sta sotto la soglia dei migliori in assoluto (i già citati Nati con la camicia e I due superpiedi quasi piatti), ma occorre dire che tra i moltissimi fan di Bud & Terence non vi è un accordo unanime su quali siano i loro film migliori: c’è chi preferisce quelli metropolitani (come me) e chi quelli western, chi i titoli da me menzionati e chi i vari Altrimenti ci arrabbiamo!, Chi trova un amico trova un tesoro (a me piacciono anche questi, intendiamoci), etc.

A ognuno il suo dunque, e buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Pari e dispari (Pari e dispari).
Genere: commedia, comico.
Regista: Sergio Corbucci.
Attori: Bud Spencer, Terence Hill, Marisa Laurito, Carlo Reali, Luciano Catenacci, Vincenzo Maggio, Salvatore Borgese, Riccardo Pizzuti, Claudio Ruffini, Sergio Smacchi.
Anno: 1978.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 23 giugno 2010

Seto no hanayome - Seiji Kishi

Nei mesi precedenti avevo un po’ trascurato la categoria degli anime (ok, molto, non solamente un po’), cosa cui ho cercato di dare rimedio prima con Hell girl e poi con Due come noi, due serie animate giapponesi entrambe a loro modo interessanti: la prima ha un sapore dark e triste, mentre la seconda è decisamente allegra e umoristica.

L’anime proposto quest’oggi appartiene alla seconda categoria, e anzi va persino oltre la definizione di “allegro e umoristico”, sconfinando decisamente nel demenziale: parlo di Seto no hanayome, serie televisiva composta da ventisei episodi realizzata nel 2007 sulla base del precedente manga di Tahiko Kimura.

Già la sigla iniziale fa capire tutto: i protagonisti suonano e ballano in spiaggia accanto a un polipo gigante, che peraltro balla anch'esso e sembra assolutamente divertirsi.

Idem per il successivo dialogo tra nonna e mamma nel primo episodio, anch’esso assai ironico.

E siamo solo all’inizio: Seto no hanayome si dimostra letteralmente folle, tra sirene, leggi bislacche, squali come animali domestici, genitori a dir poco bizzarri, e gag a non finire.

Ecco in breve la trama: Nagasumi è un adolescente giapponese in vacanza con i genitori presso la nonna che vive a Seto, un paesino in una montagna a strapiombo sul mare.
Un giorno egli va a nuotare, ma un crampo lo fa quasi annegare, salvato solo da San, una ragazza-sirena.

Il problema è che, secondo la legge della sua famiglia (che più che una famiglia di sirene sembra una famiglia di yakuza, ossia della mafia giapponese), la giovane è costretta a morire per essersi mostrata a un essere umano… a meno che con egli non vi siano vincoli familiari.
Ergo, o morte o matrimonio, anche se il padre della ragazza, occorre dirlo, sembra più propenso all’ipotesi “morte del giovanotto”.

Il commento alla serie, che ho visto per intero, è assai facile: se adorate lo stile surreale e grottesco tipico degli anime giapponesi, sinergia di commedia ed elementi fantastici, siete a cavallo: Seto no hanayome fa certamente per voi.
In particolare, alcuni episodi, come il primo, sono in assoluto divertentissimi, mentre al contrario altri risultano un poco ripetitivi.

Se, però, avete dei gusti più convenzionali e classici, allora orientatevi su qualcos’altro, anime o serie tv o film che sia.
Da parte mia, buona visione e buon divertimento con Seto no hanayome.

Fosco Del Nero



Titolo: Seto no hanayome (Seto no hanayome).
Genere: fantastico, commedia, comico, sentimentale.
Regista: Seiji Kishi.
Anno: 2007.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

domenica 20 giugno 2010

Lo strizzacervelli - Michael Ritchie

Il film oggetto della recensione odierna è una bella scoperta, peraltro del tutto casuale: Lo strizzacervelli.
Difatti, l’unico motivo che mi ha indotto alla visione, è stato la presenza nel cast di attori di Dan Aykroyd (su tutti i mitici GhostbustersThe Blues Brothers, ma sul sito è apparso anche per La retata).

A fargli da spalla, un altro grande attore del passato, ossia Walther Matthau (Prima pagina).

Ecco in breve la trama di Lo strizzacervelli: lo psichiatra George Maitlin è costretto, a causa del troppo stress, a prendersi un periodo di vacanza con la moglie.
Egli, tra le altre cose, conduce un programma radiofonico assai noto, cosa che induce gli organizzatori del suddetto programma a cercare un sostituto pro tempore.

Il candidato individuato è il mediocre dottor Lawrence Baird, psichiatra in perenne lotta con i suoi pazienti, specialmente con John Burns (Dan Aykroyd), il quale, persona tanto vivace quanto astuta, approfitta di una telefonata “incustodita” per prendere due piccioni con una fava: fuga dal manicomio e sostituzione dello stesso dottor Baird sotto mentite spoglie.

Dopo lo scambio, egli conoscerà Donald Becker (Walter Matthau), l’unico a intuire che c’è qualcosa di strano, forse perché è strano egli stesso…

Lo strizzacervelli, dunque, è una sorta di commedia degli equivoci, ricca di spunti, sotto forma tanto di dialoghi brillanti quanto di gag visive.

Onestamente, il film mi ha sorpreso sin dal suo avvio, dinamico, veloce e a dir poco frizzante.

Se la pellicola non rappresenta nulla di eccezionale dal punto di vista dell’esperienza visivo-uditiva (parlo dunque di fotografia, sceneggiatura, montaggio e colonna onora), si mantiene comunque divertente e coinvolgente per tutta la sua durata, risultando alla fine della fiera un ottimo film comico, leggibile tanto come satira sociale sul mondo della psichiatria, quanto come opera di mero di intrattenimento (scegliete voi il livello che più vi aggrada).

Stupisce peraltro il suo completo anonimato, nonostante la larga e positiva fama dei suoi due attori principali.

Ma forse, come in tutte le cose della vita, il gusto personale fa la differenza: se vi piacciono le commedie e i film comici, date una chance a Lo strizzacervelli e poi ditemi.

Fosco Del Nero



Titolo: Lo strizzacervelli (The couch trip).
Genere: comico, commedia.
Regista: Michael Ritchie.
Attori: Dan Aykroyd, Walter Matthau, Donna Dixon, Mickey Jones, Richard Romanus, Mary Gross, David Clennon, Scott Thomson.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

domenica 13 giugno 2010

Due come noi - Takeshi Mori

Nuovo anime recensito su Cinema e film, fatto opportuno per colmare almeno in parte il mio recente disinteresse per la categoria (il tempo non è infinito e non si può guardare tutto, d’altronde).

Il candidato è una serie animata consigliatami da un mio amico per la sua demenzialità: Due come noi, diretto da Takeshi Mori tra il 1989 e il 1998 e composto di 10 OAV.

A seguito del successo dell’anime, peraltro, è stato prodotto anche un manga, disegnato da Hiroyuki Nishimori, per un totale di 38 volumetti.
Di solito il percorso è l’inverso, dal manga di successo all’anime, e certamente questo è un buon segno per la qualità del prodotto originario.

Ecco in breve la trama di Due come noi.
I protagonisti sono due giovani ragazzi liceali, appena al primo anno: Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito, entrambi con tendenze decisamente da ribelli, per non dire da vandali.

Peraltro, i due si incontrano dapprincipio di fronte a due parrucchieri, da cui escono conciati in modo decisamente vistoso, e poi si ritrovano in classe, dando vita fin da subito a un rapporto conflittuale.

Tanto il loro aspetto, quanto il loro carattere li porta fin da subito a scontrarsi con dei tipi poco raccomandabili, spesso più grandi e in gruppi consistenti, con la serie animata che è un mix tra commedia e violenza, ma col primo elemento decisamente prevalente.

Anzi, si è proprio dal lato della demenzialità, come si diceva in apertura, come facilmente verificabile con praticamente qualunque scena del cartone.

Il che è ok, intendiamoci, visto che ridere fa bene all’umore e alla salute, tanto che, dopo aver visto l’episodio introduttivo (di un’oretta), ho deciso di vedermi successivamente anche il resto della serie.

Insomma, se amate gli anime, e in particolare quelli vivaci e divertenti, Due come noi di Takeshi Mori farà senza dubbio al caso vostro, con Takashi e Shinji che saranno certamente degli ospiti graditi.
Buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Due come noi (Yo kara ore wa!!).
Genere: comico, adolescenziale.
Regista: Takeshi Mori.
Anno: 1989-1998.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 9 giugno 2010

Viale del tramonto - Billy Wilder

Il film recensito quest’oggi è Viale del tramonto, un classico diretto da Billy Wilder nel 1950.
Forse si tratta del suo film più famoso, e certamente uno dei più apprezzati, certamente più degli altri cinque che ho recensito finora: A qualcuno piace caldo, Sabrina, Quando la moglie è in vacanza, Baciami stupido, Prima pagina.

Forse giusto A qualcuno piace caldo può competere in fama con Viale del tramonto, pellicola accolta da subito con favore, candidata a ben undici statuette degli Oscar di quell’anno e vincitrice in tre casi, oltre che inserita nella lista dei migliori film americani di tutti i tempi.

Quanto al genere, esso è di difficile classificazione: Wilder abbandona lo stile da commedia spigliata e disinvolta (praticamente tutti gli altri film citati) e si dedica a un film giallo-psicologico-sentimentale-drammatico… non rinunciando però a un tocco (più di un tocco, in realtà) del suo solito sarcasmo, che anzi in tale sede diventa una sorta di critica all’establishment cinematografico di Hollywood.

Iniziamo subito da alcuni pro: fotografia e montaggio sono curati oltre ogni dire, così come sono assai curati i dialoghi, sempre posati e ficcanti.

Anche alla psicologia dei personaggi è stata data grande attenzione, finendo anzi per costituire il focus dell’intera storia.

Il ritmo è viceversa un po’ lento, col film che risulta meno divertente e godibile rispetto agli altri citati.

Ecco la trama di Viale del tramonto: Joe Gillis (William Holden) è uno scrittore di sceneggiature di Hollywood alle prese con un momento della propria carriera un po’ difficile, tanto da avere dei creditori alle calcagna.

Per sfuggire loro, si infila con la sua macchina nel parcheggio di una vecchia villa apparentemente in abbandono, che poi scoprirà essere la dimora di Norma Desmond (Gloria Swanson), vecchia stella del cinema muto ora semi-dimenticata e praticamente in volontario isolamento.
A prendersi cura di lei, c’è solo il maggiordomo Max von Mayerling (Erich von Stroheim).

L’attrice, approfittando del casuale incontro, proporrà a Joe di aiutarla a tempo pieno con una sceneggiatura de lei stessa scritta, che nelle sue intenzioni dovrebbe rilanciare la sua carriera e la sua fama.

Da qui, prendono il via gli avvenimenti, che, come anticipa lo stesso incipit, non porteranno a nulla di buono…

Personalmente, non amo molto i film drammatici e pesanti, per quanto assai curati nell’estetica e nella tecnica, motivo per cui Viale del tramonto mi ha appassionato meno di altre pellicole di Billy Wilder, che tuttavia sono solitamente considerate meno importanti.

Come sempre, i gusti personali fanno la differenza: probabilmente, senza l’ironia spesso presente nei dialoghi dei film di Billy Wilder, Viale del tramonto mi avrebbe annoiato, e solo grazie ad essi la mia valutazione è sufficiente (ma dubito che lo rivedrò in futuro, mentre è probabile che riveda film come Baciami stupido, Operazione sottoveste o Scandalo a Filadelfia).

Ma questa è la mia valutazione, per l’appunto: se voialtri però apprezzate viceversa codesto genere, e magari anche i vecchi film in bianco e nero, allora non fatevelo scappare.

Fosco Del Nero



Titolo: Viale del tramonto (Sunset Blvd).
Genere: drammatico, sentimentale.
Regista: Billy Wilder.
Attori: William Holden, Gloria Swanson, Erich von Stroheim, Buster Keaton, Nancy Olson, Fred Clark, Cecil B. De Mille, Lloyd Gough, Larry J. Blake, Charles Dayton, Jack Webb, Franklyn Farnum, Hedda Hopper.
Anno: 1950.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

domenica 6 giugno 2010

Le avventure del Barone di Munchausen - Terry Gilliam

Il Barone di Munchausen, il cui vero nome era Karl Friedrich Hieronymus, è un personaggio vissuto nel 1700 e particolarmente vivace, noto soprattutto per i suoi racconti, a dir poco inverosimili: viaggi sulla Luna, viaggi su palle di cannone, mostri marini, etc.

Un personaggio e delle storie così stravaganti non avrebbero potuto non stuzzicare l’interesse di letterati e registi e, difatti, il personaggio del Barone di Munchausen è stato spesso al centro di libri e produzioni cinematografiche.

Segnatamente, non poteva farsi sfuggire un’occasione del genere Terry Gilliam, regista noto per le sue trame fantastiche e visionarie: sul blog di lui sono già apparsi il bellissimo Brazil, il coinvolgente L'esercito delle dodici scimmie, e il purtroppo deludente Tideland - Il mondo capovolto.

Terry Gilliam, per chi non lo sapesse, è della scuola Monty Python, cosa che assicura senso dell’umorismo e del grottesco.

Ecco in breve la trama di Le avventure del Barone di Munchausen: alla fine del XVIII secolo, mentre una cittadina europea è assediata dall’esercito turco, una compagnia teatrale sta rappresentando la storia del mitico Barone di Muchausen… fino a che un anziano uomo il quale dice di essere il vero Barone (John Neville) si precipita sul palco per raccontare come sono andate veramente le cose.
Nessuno tuttavia crede all'uomo, tranne la piccola Sally (Sarah Polley), la quale, convinta da un paio di prodezze a cui solo lei ha avuto la fortuna di assistere, decide di accompagnarlo alla ricerca dei suoi vecchi compagni di battaglia, con l’obiettivo di liberare poi la cittadina dall’assedio turco.

Il film è vivacissimo, con trama, personaggi e fotografia molto caratterizzati.

La sua durata in minuti, piuttosto sostenuta (si superano le due ore), è resa accettabile proprio da tale turbinio di eventi e situazioni, col film che peraltro è arricchito da numerosi cameo e parti secondarie di un certo prestigio: da Uma Thurman a Robbie Williams, da Sting a Jonathan Pryce, oltre a vari ex componenti dei Monty Python. 

Certamente, Le avventure del Barone di Munchausen non farà impazzire chi non apprezza fantasia e umorismo (per quanto sia un delitto non apprezzare questi due doni), mentre al contrario risulterà assolutamente gradevole in tutto il suo incedere a coloro che adorano storie creative e personaggi bislacchi.

Film dall’alto budget, dai notevoli effetti speciali (si consideri che siamo ancora negli anni "80), di discreto successo e, a mio avviso, di buona qualità.
Se lascerete fuori razionalità e ragionevolezza, a favore di avventura e creatività, lo apprezzerete senz’altro.

Termino la recensione con alcune frasi tratte dal film, che ne evidenziano assai bene lo spirito, nonché un'aspirazione vagamente esistenziale, per quanto il tutto è molto ben mascherato dalla sceneggiatura vivace e fantasiosa, fatto evidente sia in alcune frasi, sia in alcune scene, come la scena finale (la "mente-razionalità-autorità-ordinarietà" e l'"immaginazione-mondo interiore-individualità" discutono a lungo sul fatto di aprire o meno le porte della città, e quando finalmente vengono aperte si scopre che dietro non c'era nessun nemico).

"La vostra realtà è fatta di menzogne."

"Il guaio è che le teste e i corpi non hanno sempre lo stesso punto di vista."

"Sembrate ringiovanito."
"Sono sempre un po' ringiovanito quando affronto avventure."

"Che cosa dovrebbe affliggermi? Non vedi che sono tutt'uno con il cosmo?"

"Devo regolare le maree e governare i pianeti. Non ho tempo per le flatulenze e per gli orgasmi."

"Questa gabbia non è reale: è creata dall'immaginazione del re."

"Sono libero, sono libero finalmente: il corpo è morto."

"Esistono regole precise per un retto comportamento."

"Dobbiamo affrontare la realtà."

"Nei momenti difficili niente distrugge un uomo quanto l'ignoranza, la monotonia e il conformismo."

Fosco Del Nero



Titolo: Le avventure del Barone di Munchausen (The adventures of Baron Münchausen).
Genere: fantastico, grottesco, commedia, storico.
Regista: Terry Gilliam.
Attori: John Neville, Sarah Polley, Uma Thurman, Robin Williams, Eric Idle, Jonathan Pryce, Oliver Reed, Bill Paterson, Jack Purvis, Sting, Valentina Cortese.
Anno: 1988.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.

venerdì 4 giugno 2010

Hell girl - Jigoku shoujo - Takahiro Omori

Era da molto che non mi dedicavo alla categoria “anime”: l’ultima volta fu con il film d’animazione Neon Genesis Evangelion - You are not alone.
Stavolta invece il candidato è Hell girl - Jigoku shoujo, una serie anime creata nel 2005 da Takahiro Omori.

Di preciso, la serie conta 26 episodi, e ha avuto un grandissimo successo, tanto da essere esportata in numerosi paesi, tra cui l’Italia, e da essere stata poi convertita in un manga, in un videogioco e in una serie con attori in carne ed ossa.

Oltre che, beninteso, avere avuto poi due seguiti, ossia Jigoku Shoujo Futakomori e Jigoku Shoujo Mitsuganae.

Ecco in breve la trama di Hell girl: in rete esiste un sito che appare solo a mezzanotte, e che si chiama Posta Infernale (ve lo scrivo in italiano :).
I navigatori possono rivolgersi ad esso scrivendo il nome di una persona di cui si vogliono vendicare…
…. Essi avranno soddisfazione, ma perderanno la loro anima.

Detta così non sembra molto conveniente, pur tuttavia qualche “cliente” c’è sempre: una volta richiesti i servigi del sito, Ai Enma, una specie di ragazza-spettro, si metterà in azione…

L’atmosfera dell’anima è molto gotica, quasi opprimente; in tal senso, sa molto di Ringu e Ju-on, per chi li ha visti (quelli originali soprattutto).

Tanto i tratti grafici, quanto i colori, quanto i personaggi e la trama hanno infatti un sapore molto gotico e deprimente, fatto che ovviamente porterà a un certo target di utenza.

A me, personalmente, Hell girl - Jigoku shoujo non è dispiaciuto, anche se, finora, ne ho visto solo il primo episodio, riservandomi comunque di vedere l’intera serie in seguito.

Anche se, se devo essere onesto, attualmente tendo ai prodotti, anime o manga o film che siano, più brillanti e positivi; penso per esempio, per rimanere in terra nipponica, ai vari Haibane renmei, Honey and Clover, Ponyo sulla scogliera, etc.

Se vi ispira il genere, comunque, dategli un’occhiata e fatemi sapere (tra l’altro lo trovate facilmente online anche in lingua originale con i sottotitoli).
Buona visione.

Fosco Del Nero



Titolo: Hell girl - Jigoku shoujo (Jigoku shoujo).
Genere: anime, drammatico, horror.
Regista: Takahiro Omori.
Anno: 2005.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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