Arrietty è il nuovo film d’animazione prodotto dallo Studio Ghibli, che per molti appassionati di anime (ossia l’animazione giapponese) equivale a dire Hayao Miyazaki, il geniale regista di capolavori come La città incantata, Il castello errante di Howl, Nausicaa della Valle del vento, Porco Rosso, Laputa, Principessa Mononoke, etc.
In effetti, anche nel caso di Arrietty c’è il suo zampino, visto che la sceneggiatura è sua.
In cabina di regia, però, abbiamo l’esordiente Hiromasa Yonebayashi, storico animatore collaboratore dello stesso Miyazaki.
Lo stile dello Studio Ghibli è dunque largamente mantenuto, con un film che alla fine della fiera risulta una commedia genere fantastico, come sempre lieve e toccante.
Andiamo dunque a vedere la trama di Arrietty: la quattordicenne Arrietty vive con i suoi genitori sotto il pavimento di una casa di campagna giapponese. Lei e i suoi genitori sono infatti dei “Prendinprestito”, alti circa dieci centimetri, e vivono dei doni della natura e delle piccole cose che gli uomini lasciano incustodite (cibo e utensili).
Un giorno, però, Arrietty, nel corso di una delle sue escursioni nel giardino della villa viene vista da Sho, adolescente dodicenne che si è trasferito in campagna per problemi di salute.
Tra i due nascerà una specie di amicizia, che però sarà foriera di problemi per la famiglia di prendinprestito...
Arrietty è l’adattamento cinematografico del romanzo di Mary Norton The borrower, già oggetto di precedenti conversioni.
Detto che grafica e animazione sono all’altezza, come sempre quando ci sono di mezzo Hayao Miyazaki e Studio Ghibli, vanno fatte alcune considerazioni sull’opera.
Intanto, Arrietty è una via di mezzo tra I viaggi di Gulliver (esseri umani grandi ed esseri umani piccoli) e Memole dolce Memole (rapporto d’amicizia tra un adolescente umano e un’adolescente di una razza più minuta), con un pizzico de I puffi per via dell’atteggiamento della governante della casa, che vuole cacciare e imprigionare gli gnometti manco fosse Gargamella (addirittura chiama una ditta di derattizzazione!).
Altri due appunti sono secondo me importanti, uno ai miei occhi gradevole e l’altro no.
Il primo, positivo, riguarda la caratterizzazione di un mondo, una microsocietà, che va avanti con poco, con la natura e poco più, senza bisogno di denaro o consumismo.
Il secondo, negativo, concerne il finale-morale del film, che pare dire: ognuno deve stare col suo simile, rispettando le reciproche diversità ma non rompendo l’ordine costituito. Ciò sa molto di immobilismo e conservatorismo, e onestamente non me lo sarei aspettato da un film sceneggiato da Miyazaki.
Film che risulta meno efficace rispetto a quelli diretti da Miyazaki stesso, e in tal senso la mano meno esperta di Hiromasa Yonebayashi si è vista.
Mancando totalmente della visione epica di film come Nausicaa, Principessa Mononoke o Laputa, Arrietty si avvicina più a Kiki - Consegne a domicilio, Ponyo sulla scogliera o Il mio vicino Totoro, ma con un livello di efficacia narrativa e di coinvolgimento dello spettatore a mio avviso minore.
Dunque, un film d’animazione “solamente” discreto-buono, che peraltro, almeno in Italia, ha ottenuto un incasso al cinema veramente deludente.
Fosco Del Nero
Titolo: Arrietty (Karigurashi no Arrietty).
Genere: commedia, anime, fantastico.
Regista: Hiromasa Yonebayashi.
Anno: 2010.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.