La recensione odierna di Cinema e film è dedicata a una serie tv recente, tanto che è ancora in corso.
Si tratta peraltro di una serie tv che ha riscosso un certo successo nel mondo: parlo di The walking dead, serie basata sull’omonimo fumetto di Robert Kirkman, che peraltro è anche produttore dello show televisivo… il quale ha poi dato vita anche a un videogioco, tra le altre cose.
Genere della serie: horror-fantastico-drammatico. Siamo difatti in tema zombie e apocalisse mondiale.
Da una serie di grande successo, che si appresta a cominciare la su quarta stagione, mi sarei aspettato, qualcosa di più brillante, a cominciare dall’avvio, che in pratica è identico al film 28 giorni dopo: il protagonista era in coma in ospedale, e si è “perso” un avvenimento di una certa importanza: un qualche virus ha trasformato in zombie la gran parte delle persone, e quelle da essi morse diventano a loro volta zombie.
Lui, Rick Grimes, un bel giorno si sveglia nel suddetto ospedale e vede come in un incubo il disastro onnipresente.
Ancora barcollante, la prima cosa che fa è cercare la sua famiglia, ossia la moglie Lori e il figlio Carl, ma non li trova.
La sua ricerca lo porterà a trovare un gruppo di sopravvissuti poco fuori città, comprendente, tra gli altri, il saggio e anziano Dale, l’istintivo Daryl, la spaventata Andrea, il tranquillo Glenn, e pure il suo migliore amico e collega poliziotto Shane.
Il gruppo cercherà quindi di sopravvivere nonostante le infinite insidie, e i problemi legati all’alloggio, allo spostamento, all’approvvigionamento di cibo, alla scarsità di munizioni.
Ora vi dico perché la serie non mi ha entusiasmato.
Oltre alla carenza di originalità, perché di originale e innovativo non c’è veramente nulla, la serie è molto forzata: certe reazioni emotive sono forzate solo per far andare la trama in un certo modo, molti dialoghi sono ugualmente forzati, molte scelte dei protagonisti non hanno proprio senso… altro che ponderare per bene le scelte perché da esse dipende la sopravvivenza propria e del gruppo.
Il tutto dà la sensazione di essere forzato giusto per portare ad eventi drammatici.
Anche i personaggi, peraltro, sono caratterizzati in modo insufficiente, e danno spesso la sensazione di essere macchiette unidirezionali.
In questo modo, ci si può affezionare a loro solo per inerzia, perché si è stati con loro a lungo, ma, sono onesto, non ce l’ho fatta ad andare avanti oltre la seconda serie, che ho terminato praticamente a forza.
Per me, poi, che do una grande importanza ai dialoghi e alla profondità dei personaggi, The walking dead è risultato davvero banale e piatto, e non basta certo tutta l’azione e tutto lo splatter per farne un prodotto notevole.
Alla fine della fiera, The walking dead è una serie tv di basso profilo, che potrà piacere solo agli amanti di horror-splatter o di polpettoni melensi e drammatici.
Si tratta peraltro di una serie tv che ha riscosso un certo successo nel mondo: parlo di The walking dead, serie basata sull’omonimo fumetto di Robert Kirkman, che peraltro è anche produttore dello show televisivo… il quale ha poi dato vita anche a un videogioco, tra le altre cose.
Genere della serie: horror-fantastico-drammatico. Siamo difatti in tema zombie e apocalisse mondiale.
Da una serie di grande successo, che si appresta a cominciare la su quarta stagione, mi sarei aspettato, qualcosa di più brillante, a cominciare dall’avvio, che in pratica è identico al film 28 giorni dopo: il protagonista era in coma in ospedale, e si è “perso” un avvenimento di una certa importanza: un qualche virus ha trasformato in zombie la gran parte delle persone, e quelle da essi morse diventano a loro volta zombie.
Lui, Rick Grimes, un bel giorno si sveglia nel suddetto ospedale e vede come in un incubo il disastro onnipresente.
Ancora barcollante, la prima cosa che fa è cercare la sua famiglia, ossia la moglie Lori e il figlio Carl, ma non li trova.
La sua ricerca lo porterà a trovare un gruppo di sopravvissuti poco fuori città, comprendente, tra gli altri, il saggio e anziano Dale, l’istintivo Daryl, la spaventata Andrea, il tranquillo Glenn, e pure il suo migliore amico e collega poliziotto Shane.
Il gruppo cercherà quindi di sopravvivere nonostante le infinite insidie, e i problemi legati all’alloggio, allo spostamento, all’approvvigionamento di cibo, alla scarsità di munizioni.
Ora vi dico perché la serie non mi ha entusiasmato.
Oltre alla carenza di originalità, perché di originale e innovativo non c’è veramente nulla, la serie è molto forzata: certe reazioni emotive sono forzate solo per far andare la trama in un certo modo, molti dialoghi sono ugualmente forzati, molte scelte dei protagonisti non hanno proprio senso… altro che ponderare per bene le scelte perché da esse dipende la sopravvivenza propria e del gruppo.
Il tutto dà la sensazione di essere forzato giusto per portare ad eventi drammatici.
Anche i personaggi, peraltro, sono caratterizzati in modo insufficiente, e danno spesso la sensazione di essere macchiette unidirezionali.
In questo modo, ci si può affezionare a loro solo per inerzia, perché si è stati con loro a lungo, ma, sono onesto, non ce l’ho fatta ad andare avanti oltre la seconda serie, che ho terminato praticamente a forza.
Per me, poi, che do una grande importanza ai dialoghi e alla profondità dei personaggi, The walking dead è risultato davvero banale e piatto, e non basta certo tutta l’azione e tutto lo splatter per farne un prodotto notevole.
Alla fine della fiera, The walking dead è una serie tv di basso profilo, che potrà piacere solo agli amanti di horror-splatter o di polpettoni melensi e drammatici.
Fosco Del Nero
Titolo: The walking dead (The walking dead).
Genere: serie tv, horror.
Ideatore: Frank Darabont.
Attori: Andrew Lincoln, Laurie Holden, Chandler Riggs, Norman Reedus, Steven Yeun, Melissa Suzanne McBride, Lauren Cohan, Sarah Wayne Callies.
Anno: 2010-in corso.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.