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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 13 novembre 2014

Ishtar - Elaine May

Il film che recensisco quest’oggi è Ishtar, film ormai vetusto, diretto nel 1987 da Elaine May.

Non avevo mai sentito tale Elaine May, e proprio Ishtar è il motivo: il film, che in programma doveva essere un film di grandi incassi al cinema, costato la bellezza di 55 milioni di dollari, si rivelò un flop clamoroso al botteghino, con soli 14 dollari incassati, cosa che ha di fatto stroncato la carriera della regista statunitense, nata Elaine Berlin, che in precedenza aveva ottenuto un buon successo con È ricca, la sposo e l'ammazzo, in cui peraltro lei stessa era uno degli attori protagonisti.

Ma veniamo ad Ishtar, film che ho guardato esclusivamente per il titolo, giacché il nome di un’antica divinità babilonese mi sembrava un titolo un po’ curioso per un film di Hollywood.

La curiosità è cresciuta, devo dire, dopo i primi secondi di pellicola, quando ho visto che a produrre il film era la Columbia Pictures: l’ulteriore curiosità era dovuta al fatto che il simbolo della Columbia Pictures è una donna nella posizione della statua della libertà, la quale, per chi non lo sapesse, rappresenta proprio la dea Ishtar, chiamata anche Inanna oppure… Columbia.

Tra l’altro, sempre per curiosità, si tratta della dea conosciuta in Egitto come Iside, e che iconograficamente parlando ha generato poi la trasposizione dell’immagine in quella della Madonna, con l’analogo passaggio dal figlio Horus al figlio Gesù.

La statua della libertà peraltro è stata donata agli Usa e ai loro fondatori massoni dai loro colleghi francesi: fuprogettata dall’ingegnere Frédéric-Auguste Bartholdi, che difatti potete ammirare in qualche foto su internet nella classica posa massone della mano dentro il giubbotto, alla Napoleone; sempre per curiosità, fu amico di Garibaldi, e come sempre tutto torna... ma ora la smetto se no “rischio” di andare fuori tema!

Torniamo a Ishtar: mi aspettavo dunque un film con dei contenuti un po’ anomali, diciamo così, o perlomeno con qualche contenuto interessante, un po’ alla Hal Ashby, e in effetti qualche frasetta carina l’ho trovata. 
Ad esempio le due seguenti:

“La gente secondo me preferisce soffrire con quello che ha già piuttosto che affrontare l’ignoto.”

“La maggior parte degli uomini conduce vite di silenziosa disperazione.”

Oppure la canzoncina che i due protagonisti cantano a più riprese:
“Hallo Marocco, sei più di uno stato, sei anche uno stato mental.”

Al di là di queste piccolezze, invece, il film si è rivelato una commediola, che come detto non ha sfondato nonostante il grande budget e il cast di alto livello: i due protagonisti sono difatti Dustin Hoffman (Rayman, Mi presenti i tuoi?Tootsie, I heart huckabees - Le strane coincidenze della vita) e Warren Beatty (Shampoo, Dick Tracy), sex symbol degli anni 80, accompagnati da Isabelle Adjani (Nosferatu, il principe delle tenebre, Subway). 

Ecco in breve la trama di Isthar: due cantautori statunitensi Chuck Clarke e Lyle Rogers, non particolarmente talentuosi e pure con qualche problema psicologico, si trovano ad andare nella Repubblica di Ishtar, luogo inventato e teoricamente vicino al Marocco, per raggranellare qualche dollaro come cantanti negli alberghi occidentali.

Per qualche disavventura, conoscono Shirra, una giovane ribelle che vuole deporre l’emiro di Ishtar, città del luogo (non meglio precisato, e infatti è una città di fantasia). Tra i ribelli e la Cia, che li contatta anch’essa, inizia una sorta di commedia semi-demenziale, con i due che, del tutto ignari, cercano di cavarsela come possono…

Il film ha fatto fiasco al botteghino, ok, e certamente non è un “filmone”, però Ishtar fa, se non ridere, quantomeno sorridere, e spesso, tanto che l’ho preso in simpatia.
Inoltre è talmente surreale che non lo si può rendere sul serio, cosa che certamente ha contribuito al suo non successo, ma che a me non è dispiaciuta.

Se poi siete dei fan di Warren Beatty o di Dustin Hoffman, certamente vi farà piacere darci un’occhiata.

Fosco Del Nero



Titolo: Ishtar (Ishtar).
Genere: commedia.
Regista: Elaine May.
Attori: Warren Beatty, Dustin Hoffman, Isabelle Adjani, Charles Grodin, Jack Weston, Tess Harper.
Anno: 1987.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

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