Il film recensito quest’oggi su Cinema e film è il recente Noah, girato nel 2014 da Darren Aronofsky.
Partiamo dal regista: Darren Aronofsky ha la tendenza ad occuparsi di argomenti di confine, che vengono quasi a contatto con temi esistenzial-interiori-spirituali… ma lo fa per l’appunto solo come tendenza, come contatto di superficie, non addentrandosi davvero nelle tematiche esistenziali.
Il che non è un male, intendiamoci: sarà utile e attirerà un certo tipo di pubblico, e pure a me non dispiace, ma, semplicemente, non fungerà come canale per energie e ispirazioni elevate, tutto qui.
Di lui ho già recensito Pi greco - Il teorema del delirio e L’albero della vita, che rappresentano in pieno quanto appena detto, mentre in passato ho visto anche Requiem for a dream, che viceversa tende più al drammatico. Di vedere The wrestler non se ne parla nemmeno, mentre Il cigno nero ha qualche speranza.
Il regista statunitense peraltro ha, dal mio punto di vista, un certo pregio: quello di portare davanti alla macchina da presa due grandi bellezze: quella ormai matura di Jennifer Connelly (l’indimenticabile protagonista di Labyrinth - Dove tutto può accadere, ma anche di Phenomena, Innocenza infranta, Dark City, A beautiful mind) e quella decisamente più adolescenziale di Emma Watson (l’Hermione dei vari Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco… che già al tempo si intuiva essere assai brava).
Completano il cast il protagonista centrale Russell Crowe (che peraltro era già stato impegnato in una coppia con Jennifer Connelly in A beautiful mind) ed Anthony Hopkins (Instinct, La leggenda di Beowulf, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, Cuori in Atlantide, Il silenzio degli innocenti, Vi presento Joe Black), a far la parte di un saggio Matusalemme.
A proposito, sarebbe stata una buona occasione per chiedere a Matusalemme il segreto della durata di più 900 anni della sua vita… … ma ci saremmo accontentati anche del segreto dei 777 anni di Enoch, suo padre, ma anche in questo caso niente da fare (Noè, per la cronaca, arriva a 969, ma nel film ne dimostra di meno).
E sgombriamo subito il campo da un possibile fraintendimento: lasciamo perdere la Bibbia, quello che c’è scritto, i confronti con il film e le eventuali – e numerose – discrepanze, e guardiamo Noah semplicemente come un film di genere fantastico.
Devo dire che, sgombrato il campo da tutto ciò, Noah è un film godibilissimo: scenografia e fotografia sono di altissimo livello, costumi ed effetti speciali pure, e anche la caratterizzazione dei personaggi rende il tutto vivace e interessante.
Ecco in sintesi la trama del film (casomai servisse a qualcuno!): un bel giorno il Creatore si rende conto che l’umanità è degradata a livelli bassissimi (e non aveva ancora visto L'isola dei famosi), e decide di far piazza pulita mandando un diluvio colossale sulla Terra. Si dovranno però salvare le specie animali, e il compito di tale salvazione è affidato a Noè, che dovrà condurre la sua famiglia (la moglie Naameh, i tre figli Sem, Cam e Jafet, e la trovatella Ila) su un’arca, insieme per l’appunto a tutte le specie di animali, che si presenteranno spontaneamente una volta che l’arca è pronta ad ospitarle e il diluvio vicino ad arrivare.
In mezzo abbiamo: i Vigilanti, gli angeli caduti e puniti dal Creatore, gli uomini con i loro desideri e il loro ego, e ovviamente le tentazioni degli stessi membri della famiglia di Noè, lui per primo.
Darren Aronofsky non commette l’errore di “politicizzare” in qualche modo il film, che resta scevro da qualsiasi contenuto religioso o “didattico”, presentandosi essenzialmente come una specie di colossal di genere fantastico, misto a dramma, azione, psicologia e relazioni sentimentali.
Un bel calderone, a dirla tutta, che da un certo punto di vista non permette al film di eccellere in nessuno di questi ambiti, ma che al contempo lo consegna ad un pubblico assai vasto, e difatti ha avuto grandi incassi e anche numerosi riconoscimenti.
Meritati, per il buon lavoro svolto, e come detto Noah è un buon film di intrattenimento di genere fantastico.
Partiamo dal regista: Darren Aronofsky ha la tendenza ad occuparsi di argomenti di confine, che vengono quasi a contatto con temi esistenzial-interiori-spirituali… ma lo fa per l’appunto solo come tendenza, come contatto di superficie, non addentrandosi davvero nelle tematiche esistenziali.
Il che non è un male, intendiamoci: sarà utile e attirerà un certo tipo di pubblico, e pure a me non dispiace, ma, semplicemente, non fungerà come canale per energie e ispirazioni elevate, tutto qui.
Di lui ho già recensito Pi greco - Il teorema del delirio e L’albero della vita, che rappresentano in pieno quanto appena detto, mentre in passato ho visto anche Requiem for a dream, che viceversa tende più al drammatico. Di vedere The wrestler non se ne parla nemmeno, mentre Il cigno nero ha qualche speranza.
Il regista statunitense peraltro ha, dal mio punto di vista, un certo pregio: quello di portare davanti alla macchina da presa due grandi bellezze: quella ormai matura di Jennifer Connelly (l’indimenticabile protagonista di Labyrinth - Dove tutto può accadere, ma anche di Phenomena, Innocenza infranta, Dark City, A beautiful mind) e quella decisamente più adolescenziale di Emma Watson (l’Hermione dei vari Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco… che già al tempo si intuiva essere assai brava).
Completano il cast il protagonista centrale Russell Crowe (che peraltro era già stato impegnato in una coppia con Jennifer Connelly in A beautiful mind) ed Anthony Hopkins (Instinct, La leggenda di Beowulf, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, Cuori in Atlantide, Il silenzio degli innocenti, Vi presento Joe Black), a far la parte di un saggio Matusalemme.
A proposito, sarebbe stata una buona occasione per chiedere a Matusalemme il segreto della durata di più 900 anni della sua vita… … ma ci saremmo accontentati anche del segreto dei 777 anni di Enoch, suo padre, ma anche in questo caso niente da fare (Noè, per la cronaca, arriva a 969, ma nel film ne dimostra di meno).
E sgombriamo subito il campo da un possibile fraintendimento: lasciamo perdere la Bibbia, quello che c’è scritto, i confronti con il film e le eventuali – e numerose – discrepanze, e guardiamo Noah semplicemente come un film di genere fantastico.
Devo dire che, sgombrato il campo da tutto ciò, Noah è un film godibilissimo: scenografia e fotografia sono di altissimo livello, costumi ed effetti speciali pure, e anche la caratterizzazione dei personaggi rende il tutto vivace e interessante.
Ecco in sintesi la trama del film (casomai servisse a qualcuno!): un bel giorno il Creatore si rende conto che l’umanità è degradata a livelli bassissimi (e non aveva ancora visto L'isola dei famosi), e decide di far piazza pulita mandando un diluvio colossale sulla Terra. Si dovranno però salvare le specie animali, e il compito di tale salvazione è affidato a Noè, che dovrà condurre la sua famiglia (la moglie Naameh, i tre figli Sem, Cam e Jafet, e la trovatella Ila) su un’arca, insieme per l’appunto a tutte le specie di animali, che si presenteranno spontaneamente una volta che l’arca è pronta ad ospitarle e il diluvio vicino ad arrivare.
In mezzo abbiamo: i Vigilanti, gli angeli caduti e puniti dal Creatore, gli uomini con i loro desideri e il loro ego, e ovviamente le tentazioni degli stessi membri della famiglia di Noè, lui per primo.
Darren Aronofsky non commette l’errore di “politicizzare” in qualche modo il film, che resta scevro da qualsiasi contenuto religioso o “didattico”, presentandosi essenzialmente come una specie di colossal di genere fantastico, misto a dramma, azione, psicologia e relazioni sentimentali.
Un bel calderone, a dirla tutta, che da un certo punto di vista non permette al film di eccellere in nessuno di questi ambiti, ma che al contempo lo consegna ad un pubblico assai vasto, e difatti ha avuto grandi incassi e anche numerosi riconoscimenti.
Meritati, per il buon lavoro svolto, e come detto Noah è un buon film di intrattenimento di genere fantastico.
Titolo: Noah (Noah).
Genere: drammatico, fantastico, sentimentale.
Regista: Darren Aronofsky.
Attori: Russell Crowe, Jennifer Connelly, Emma Watson, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Logan Lerman, Douglas Booth, Julianne Moore, Martin Csokas, Jóhannes Haukur Jóhannesson.
Anno: 2014.
Voto: 7.
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