Non avevo mai visto Giovani streghe, piccolo film cult degli anni “90 al cui buon successo si deve probabilmente la successiva serie televisiva Streghe, non a caso successiva di appena due anni.
Ecco la trama sommaria del film diretto nel 1996 da Andrew Fleming (regista di cui ho visto solo un altro film, il successivo e altrettanto giovanile, per quanto diverso come genere, Nancy Drew): Sarah Bailey (Robin Tunney; futura protagonista di The mentalist) è una sedicenne con qualche problema, tra allucinazioni, depressione e tentato suicidio, la quale si trasferisce col padre a Los Angeles, per poi iniziare a frequentare una scuola cattolica.
Dopo le prime schermaglie sociali, si unisce al trio composto da Nancy, Bonnie e Rochelle, ragazze talmente tanto anticonformiste e discostate dal resto degli studenti da avere fama di persone strane, se non vere e proprie streghe.
In effetti, la nomea è meritata e le tre, nel mentre divenute quattro, eseguono veri e propri rituali, che doneranno loro alcuni poteri, di cui abuseranno ben presto, suscitando qualche “incomprensione” tra le stesse ragazze.
Giovani streghe ha un target di pubblico evidentemente giovanile, sia nei temi fantastici, sia nell’inclinazione lievemente psico-orrorifica (sono presenti alcune scene potenzialmente disturbanti), ma anche nell’indole didattica.
Difatti, il film non è privo di insegnamenti; quello più evidente, magia o meno che sia, è che abusare del proprio potere è un male, il quale prima o poi si ritorce contro la persona abusante: vale per i poteri spirituali ma vale anche per il modo in cui si usano denaro, possibilità personali, etc. Da sottolineare anche il concetto di "gruppo di lavoro energetico": questo vale dalla meditazione di gruppo sino alla ritualistica.
Non sono tuttavia gli unici concetti d’interesse presente nel film, per cui vado a citare alcune frasi.
“Come sopra, così sotto.”
“Devo annullare un incantesimo.”
“Una volta aperta la diga, come fai a richiuderla? Il tuo incantesimo ha rotto gli argini; non puoi annullarlo. Deve seguire il suo corso.”
“Non sta a te giudicare la sofferenza.”
“Il bene o il male giacciono nel cuore della strega.”
“Qualsiasi cosa inviate, tornerà al mittente triplicata. È una parte della verità spirituale di base, formulata in molti modi, in molte religioni: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.”
La cosiddetta “regola della reciprocità” è davvero presente in tante tradizioni filosofico-spirituale: dagli antichi greci fino all’ebraismo, dal confucianesimo fino al buddhismo, dal cristianesimo all’induismo (il principio del karma si basa su tale legge esistenziale).
“Il serpente è sempre stato una creatura magica e potente: dovresti rispettarlo.”
“Lui è in tutto il Creato.”
“Nella tua anima c’è il potere di sconfiggere chiunque ti sfidi, ma devi arrenderti al potere più grande.”
“Devi cercare dentro te stessa.”
Interessante è anche il riferimento ai quattro elementi della natura, i quali peraltro sono i mattoncini con cui è costituito il cosmo.
Ciò fa di Giovani streghe un film di buon valore, più nella sostanza che nella forma, a dire il vero, giacché né il cast né alcune parti della sceneggiatura mi hanno convinto.
Il film, comunque, all’epoca ebbe un certo riscontro, e come detto è ricordato come film di nicchia.
Fosco Del Nero
Titolo: Giovani streghe (The craft).
Genere: fantastico, drammatico.
Regista: Andrew Fleming.
Attori: Robin Tunney, Fairuza Balk, Neve Campbell, Rachel True, Breckin Meyer, Skeet Ulrich, Christine Taylor, Assumpta Serna.
Anno: 1996.
Voto: 6.5.
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