Quando ho scoperto che il film del 1946 Il filo del rasoio aveva avuto un remake, o per meglio dire che il romanzo di Somerset Maugham aveva avuto un’altra e più recente conversione cinematografica, oltre a quella storica con Tyrone Powell, son subito andato a procurarmelo… tanto più che il protagonista della pellicola del 1984 è quel Bill Murray che ho adorato e adoro tuttora per alcuni suoi film (Ghostbusters, S.O.S. fantasmi, Ricomincio da capo).
Tuttavia, a malincuore devo evidenziare che la versione del 1984, diretta da tale John Byrum, che non per nulla ha avuto una carriera registica del tutto trascurabile, risulta essere incomparabile rispetto al film di quasi quarant’anni prima… ovviamente in senso negativo.
Il cast di attori non ha minimamente il carisma del cast “originale”, le atmosfere son meno impattanti e soprattutto, ciò che mi interessava maggiormente, i contenuti del film degli anni “”80 sono assai attutiti rispetto a Il filo del rasoio del 1948, ben più importante in quanto a dialoghi e scene.
La cosa è talmente tanto netta che non può essere casuale: probabilmente a suo tempo è stato fatto un lavoro per rendere il film adatto al largo pubblico, forse per ambizioni commerciali.
Ma è stato un fiasco da ambo i punti di vista: al pubblico il film non è piaciuto e la qualità del prodotto è oggettivamente inferiore rispetto a quella del suo predecessore.
Andiamo alla trama: psicologicamente cambiato dopo l’esperienza della prima guerra mondiale, Larry Darrell, pur sopravvissuto e tornato a casa, da amici e fidanzata, non riesce a riprendere la sua vecchia vita. Dapprima programma un viaggio-esperienza a Parigi, e poi il fidanzamento con Isabel Bradley viene sciolto, nonostante il tentativo dello zio di lei, Elliott Templeton, di monitorare e indirizzare a buon fine le cose.
Larry inizia a viaggiare, e a fare i lavori più umili, tanto che tra i suoi vecchi amici viene considerato “perso”. In realtà, sono altri a perdersi, mentre lui riesce a trovare qualcosa, tra lavori e soggiorni presso aspra orientali.
Come detto, questo film non regge neanche lontanamente il confronto con il suo predecessore: in particolare, le interpretazioni di Tyrone Power e di Clifton Webb erano memorabili, e difficilmente parificabili; stesso discorso per Gene Tierney. L’unica che forse vince il confronto con la sua dirimpettaia di un tempo è Theresa Russell.
Chiudo con le poche citazioni che son riuscito a estrarre dal film (anche in tale senso la differenza con la precedente opera è notevole).
“Se un lavoro non ha una motivazione non è un lavoro: è un movimento inutile.”
“Il cammino verso la salvezza è aspro: è difficile da percorrere, come il filo di un rasoio.”
“Ho scoperto che c'è un debito da pagare per il privilegio di essere vivo.”
“Sei più vicino di quanto credi.”
Fosco Del Nero
Titolo: Il filo del rasoio (The razor’s edge).
Genere: drammatico.
Regista: John Byrum.
Attori: Bill Murray, Catherine Hicks, Theresa Russell, Denholm Elliott, James Keach, Peter Vaughan, Brian Doyle-Murray.
Anno: 1984.
Voto: 5.
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