Non mi ricordo se, oramai molti anni fa, abbia visto prima Apri gli occhi oppure Vanilla sky, il suo rifacimento americano di quattro anni dopo.
Mi ricordo tuttavia che i due film mi piacquero molto entrambi, così simili eppure così diversi.
Simili perché la trama è esattamente identica; di più, il ruolo della protagonista femminile è svolto in ambo i casi da Penelope Cruz.
Diversi perché si passa dall’ambientazione di Madrid, e dalla cultura spagnola, a New York e allo stile statunitense… non è un passaggio da poco, anche se la trama rimane identica.
Ecco per l’appunto la trama di Apri gli occhi, film diretto da Alejandro Amenabar (di cui ho recensito anche Mare dentro e che, tra Apri gli occhi e Mare dentro, ha diretto un film di grandissimo successo internazionale, ossia The others, e in seguito altri film interessanti e di buon successo come Agora e Regression): Cesar è un giovane uomo di successo; ha successo negli affari e ha successo con le donne, come gli ricorda continuamente il suo amico Pelayo. Un giorno, Pelayo porta la bella Sofia a una festa tenuta a casa di Cesar… il quale attacca subito bottone, cogliendo come scusa le attenzioni eccessive della sua amante Nuria, di cui vorrebbe in verità liberarsi e che si è imbucata alla festa, pur non invitata.
Nuria, per quanto cerchi di non darlo a vedere, è molto gelosa e finirà per scatenare un orrendo incidente automobilistico, in cui lei perde la vita e da cui Cesar esce pesantemente sfigurato al volto. Anche la sua personalità ne esce menomata ed egli diventa ombroso e pesante.
In seguito le cose sembrano raddrizzarsi… ma poi cominciano ad avvenire cose strane.
Apri gli occhi è un film piuttosto brillante come concezione; l’unico prodotto che in qualche modo lo ricorda è il film di fantascienza Atto di forza, in cui vi era una simile confusione tra realtà e illusione indotta, nonché, anche lì, una società specializzata in sogni e ricordi fittizi.
In effetti, tecnicamente, Apri gli occhi è un film di fantascienza, che affronta, per quanto a distanza, i temi della crionizzazione, della sospensione della vita, della costruzione di ricordi e di realtà illusorie, e dunque dell’ambivalenza tra la veglia e il sonno, ch’è il motore centrale del film, anche se molti spettatori certamente si faranno distrarre dalle relazioni sentimentali e amicali del protagonista.
Ciò rende la pellicola interessante anche dal punto di vista esistenziale, oltre che cinematografico… anche se, a onor del vero, da questo punto di vista il suo rifacimento americano risulta più d’impatto, con numerose frasi dal sapore simbolico.
Nel film di Amenabar, viceversa, ne ho trovate di meno, comunque in numero discreto e interessante. Le propongo di seguito.
“Apri gli occhi.”
“Che succederebbe se ti dicessi che stai sognando?”
“Io so cos’è reale, e questo è reale.”
“E tu come lo sai? I sogni non si scoprono finché uno non si sveglia.”
“Nessun sogno è semplice. Guarda quella gente: sembra che parlino delle loro cose, vero? Eppure, potrebbero essere lì perché tu lo hai voluto. Anzi, puoi fare in modo che si mettano al tuo servizio, o al contrario che ti distruggano.”
“La verità forse non la sopporteresti.”
“Faremo in modo che lui non ricordi di essere morto.”
“Questo è un sogno: è l’unica spiegazione.”
“Non importa quello che tu vedi; importa quello che vedo io.”
“Voglio svegliarmi.
Voglio svegliarmi.”
“Hai pagato per vivere quello che volevi: noi abbiamo solo fornito la scenografia e i personaggi.
Il tuo inferno te lo sei inventato tu.”
“Tutto dipende dalla tua mente.”
“Non ascoltarlo: non è reale”
“Non continuare a soffrire: è tutto nella tua testa, è solo immaginazione.”
Fosco Del Nero
Titolo: Apri gli occhi (Abre los ojos).
Genere: drammatico, psicologico, esistenziale, fantascienza.
Regista: Alejandro Amenabar.
Attori: Eduardo Noriega, Penélope Cruz, Chete Lera, Fele Martínez, Najwa Nimri, Gérard Barray, Jorge de Juan, Miguel Palenzuela, Pedro Miguel Martínez, Ion Gabella, Joserra Cadiñanos, Tristán Ulloa, Jaro.
Anno: 1997.
Voto: 8.
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