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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 26 marzo 2012

I fantastici quattro - Tim Story

Non sono un grande appassionato dei film sui supereroi, sia perché non ho mai letto i fumetti delle decine e decine di supereroi esistenti, sia perché i film da essi derivati solitamente puntano tutto su azione ed effetti speciali, ossia due cose di cui, cinematograficamente, mi importa ben poco.

In questo quadro generale, I fantastici quattro costituisce un’eccezione: girato nel 2005 da Tim Story, vede come attori principali Ioan Gruffudd (Amazing Grace), Michael Chiklis (la serie tv Il commissario Scali), Julian McMahon (le serie Streghe e Nip/Tuck), Chris Evans (già recensito in London) e la bellissima Jessica Alba (Dark angel, Sin City, Tutte pazze per Charlie).

Ecco la trama per coloro che come me non avessero mai letto un singolo fumetto de I fantastici quattro, precisando che per condensare in un unico film l’essenza del fumetto i produttori si sono presi molte libertà: Reed Richards è uno scienziato brillante, ma poco concreto e poco abile nelle relazioni interpersonali. Così si spiegano sia la fine del suo rapporto con Susan Storm, sia il poco successo ottenuto fino a quel momento in ambito professionale.

Tanto che lui e il suo amico-socio Ben Grimm sono costretti a chiedere aiuto finanziario all’ex collega di studi Victor Von Doom, meno talentuoso ma decisamente più pratico, tanto che nel mentre ha messo su una compagnia miliardaria… nonché ha soffiato l’ex findanzata all’ex collega.

In qualche modo, le due controparti trovano un accordo, e viene preparata una spedizione nello spazio assai ambiziosa.
Qualcosa però non va per il verso giusto, e i cinque sono investiti da una tempesta di raggi solari piuttosto violenta… che addirittura ne altera il dna, donando loro dei superpoteri.

Nascono così Mister Fantastic (si allunga a piacimento), la Donna Invisibile (può scomparire), la Torcia Umana (prende fuoco e vola), la Cosa (è dotato di una forza sovrumana)…
… e Dottor Destino, probabilmente il più potente tra tutti (padroneggia le forze elettriche).

Antipatie e invidie si mescoleranno all’ambizione, portando rapidamente a una sorta di scontro frontale tra buoni e cattivi, in un film che dura quasi due ore e che non lascia tregua allo spettatore, sia a livello di azione e di effetti speciali (ossia ciò che non mi impressiona più di tanto), sia a livello di dialoghi e di ironia (ciò che invece mi interessa maggiormente).

Gli appassionati del fumetto, inoltre, affermano che nonostante le varie licenze prese dagli autori, lo spirito dell’opera è stato mantenuto fedele, cose assai positiva.
Forse proprio in questo, oltre che nel giusto mix tra dinamismo e umorismo, sta il grandissimo successo del film, da record in varie parti del mondo: ottimo nella madrepatria Usa, eccellente anche qua da noi in Italia, tanto che, sull’onda degli oltre 300 milioni di dollari incassati, la produzione ha dato il via libera al seguito, I fantastici quattro e Silver Surfer, che poi ne ha bissato il successo.

Insomma, I fantastici quattro è un buon film di fantascienza brillante, divertente e scorrevole.

Fosco Del Nero



Titolo: I fantastici quattro (Fantastic four).
Genere: fantascienza, azione, sentimentale, commedia.
Regista: Tim Story.
Attori: Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Chiklis, Julian McMahon, Kerry Washington, Hamish Linklater, Kevin McNulty,Maria Menounos, Laurie Holden, David Parker.
Anno: 2005.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 22 marzo 2012

La fuga di Logan - Michael Anderson

Questa è la seconda volta che guardo La fuga di Logan, film girato da Michael Anderson nell’ormai lontano 1976.

Il film è tratto dal romanzo di William F. Nolan e George Clayton Johnson e descrive una società del futuro di genere tipicamente orwelliano: tutto è controllato a livello centrale da un megacomputer, i dissidenti sono uccisi, l’informazione è strettamente proibita…
… e la gente viene eliminata a soli 30 anni, nel corso di una cerimonia chiamata "carousel", dopo averla convinta tra l'altro che si tratta di una cosa normale e anzi auspicabile, utile a rigenerarsi e quindi a rinascere in un ciclo continuo e perpetuo.
Siamo nel 2274 quando a un guardiano, Logan 5, viene il dubbio che qualcosa non vada per il verso giusto e che la cosiddetta Resistenza abbia una qualche ragione a resistere.
Essa, difatti, sostiene che il cosiddetto carousel non solo non sia necessario, ma che sia in realtà una forma di omicidio mascherato, utile a mantenere la popolazione entro certi limiti numerici e al contempo a non far diventare le persone troppo vecchie e troppo consapevoli.
Finché rimangono giovani e spensierati, difatti, gli individui, privati praticamente di oneri e lavori, vivono dediti al benessere e allo svago, in uno stato generale di assopimento, limitandosi a presentarsi al carousel una volta terminato il proprio periodo di vita trentennale, cosa segnalata da una sorta di cristallo impiantato nel palmo della mano.
Il quale, però, come scoprirà Logan nel corso della sua fuga che dapprima è un’indagine e man mano diverrà ribellione, non funziona fuori dai confini della grande cupola che contiene la popolazione controllata.
Logan 5 e la sua compagna di fuga Jessica 6 scopriranno così la verità sul mondo interno e sul mondo esterno, in un continuo crescendo di sorprese.

La fuga di Logan è un film ben congegnato: all’idea distopico-orwelliana di fondo, sufficientemente originale per distinguersi dal resto delle produzioni similari, si aggiunge un certo dinamismo nell’incedere della trama, nonché un’atmosfera generale sensuale ed accattivante.
Lo stile retrò potrà piacere o non piacere a seconda del gusto individuale, ma personalmente l’ho trovato gradevole.

Probabilmente non è un caso che il film ebbe un certo riscontro, sia di critica (vinse Oscar e Saturn Award) che di pubblico, tanto da farne derivare anche una serie televisiva, di un paio d'anni successiva, e un fumetto.

Sceneggiatura, scenografia e fotografia son tutte valide, e in generale La fuga di Logan è un film di fantascienza dinamico e godibile, divenuto nel tempo una sorta di piccolo film cult, il quale, oltre allo spettacolo in sé e per sé, offre anche spunti di riflessione sulla vita delle singole persone e sulla manipolazione della società.

Fosco Del Nero



Titolo: La fuga di Logan (Logan’s run away).
Genere: fantascienza, azione.
Regista: Michael Anderson.
Attori: Michael York, Jenny Agutter, Richard Jordan, Farrah Fawcett, Peter Ustinov, Roscoe Lee Browne, Gary Morgan, Michael Anderson Jr., Denny Arnold, Lara Lindsay.
Anno: 1976.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 12 marzo 2012

Il dormiglione - Woody Allen

Il dormiglione era uno dei pochi filmdi Woody Allen che mancava su Cinema e film, e non perché non lo avessi mai visto, ma perché lo avevo visto prima di aprire il blog.
Problema risolto, e dunque Il dormiglione è il ventitreesimo film di Allen che viene recensito su queste pagine (in ordine cronologico, invece, è il quarto film del regista americano).

Si tratta di un’opera un po’ anomala per Allen, non tanto per il tenore della stessa, che si aggira sempre tra commedia, psicologia e comicità, quanto per l’ambientazione, visto che si tratta di un film di fantascienza, parodia a dir poco dissacrante del film di George Lucas L'uomo che fuggì dal futuro, precedente di due anni.

Eccone la trama in breve: siamo nel 2.173, quando un gruppo di scienziati riporta in vita Miles Monroe, jazzista che nel 1973 era andato a farsi operare di ulcera e che era stato ibernato per un errore nell’operazione.

Quel che è peggio, il suddetto jazzista si trova ricercato dalla polizia, perché ha avuto la sventura di essere risvegliato in uno stato di polizia dittatoriale in cui lui, non essendo schedato come tutti, viene associato immediatamente alla resistenza.

È così che inizia la “sfida” al Grande Leader, vertice di tale stato di polizia, tra avventure, fughe, sorprese e tanta ironia (alcune battute sono letteralmente irresistibili).

Ambientazione futuristica a parte, è il solito Woody Allen (intendo, quello prima maniera, non l’ultimo drammatico-sociologico), tutto sarcasmo, trovate originali e satira sociale, in questo caso acuita dalla descrizione di uno stato orwelliano in cui sono una realtà l’omologazione culturale, il controllo della popolazione, il controllo della sessualità, la clonazione, l’informazione distorta (e che per certi verso non è molto differente dalla realtà in cui ci troviamo ora, cosa che rende il film anche interessante dal punto di vista della riflessione sull'evoluzione dell'individuo e della società).
La critica al potere e all’uso massiccio e innaturale della tecnologia sono una logica conseguenza del punto di partenza.

In conclusione, Il dormiglione è uno dei miei film preferiti di Woody Allen (insieme probabilmente ad Amore e guerra, La dea dell’amore, Manhattan, La maledizione dello scorpione di giada, Anything else), originale, brillante e divertente come pochi, che quindi consiglio senza indugio ai miei lettori.

Fosco Del Nero



Titolo: Il dormiglione (Sleeper).
Genere: commedia, fantascienza, comico.
Regista: Woody Allen.
Attori: Woody Allen, Diane Keaton, John Beck, Mark Gregory, Don Keefer, John McLiam, Bartlett Robinson, Mews Small, Chris Forbes.
Anno: 1973.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 5 marzo 2012

Peaceful warrior - La forza del campione - Victor Salva

Peaceful warrior - La forza del campione è un film girato nel 2006 da Victor Salva e basato su un libro autobiografico: La via del guerriero di pace di Dan Millman.

Dan Millman è dunque anche il nome del protagonista del film Peaceful warrior, che vede come interpreti principali lo sconosciuto (almeno per me) Scott Mechlowicz, affiancato da Nick Nolte (In fuga per tre, Spiderwick - Le cronacheCape fear - Il promontorio della paura) e da Amy Smart (Interstate 60, La battaglia di Shaker Heights, The butterfly effect, Riflessi di paura, Crank).

Ecco in breve quale è la trama di Peaceful warrior - La forza del campione: Dan è un promettentissimo ginnasta, tanto che si sta preparando per le prossime olimpiadi, nella specialità degli anelli.
Tuttavia, un brutto incidente in motocicletta comprometterà per sempre la sua integrità fisica e quindi la sua carriera…
… almeno, questo è quanto gli hanno detto i medici, mentre Socrate, il misterioso gestore di un benzinaio, non è d’accordo.
Grazie a Socrate, che è un nomignolo inventato dallo stesso Dan, il ragazzo scoprirà come superare se stesso, nello sport ma soprattutto nella vita.

Sostanzialmente, Peaceful warrior - La forza del campione è un film di formazione, con ampio spazio dedicato alla componente introspettiva. Anzi, più che di psicologia e introspezione si dovrebbe parlare proprio di consapevolezza personale e di stati di coscienza (veglia-presenza contro addormentamento-inconsapevolezza).

Molto convincente Nick Nolte, mentre Scott Mechlowicz invece sembra un po’ fuori ruolo, sia perché fisicamente poco adatto alla specialità degli anelli (che privilegia fisici decisamente più compatti e muscolosi e meno snelli e slanciati), sia perché artisticamente poco dotato (e non credo sia un caso se in questi anni non sia emerso nel panorama cinematografico); anche se comunque devo dire che il suo atteggiamento un po' strafottente fa tenerezza nei confronti dei più svegli Socrate e Joy (a proposito, l'autore del libro ha poi sposato davvero una donna di nome Joy, ossia "gioia", guarda la combinazione). Meno rilevante la parte di Amy Smart (Joy, per l'appunto, la quale nel film chiama Socrate "Grande Buddha", essendo da lui chiamata "Piccolo Buddha", a indicare sia la relazione insegnante-allievo che intercorre tra i due, sia il tipo di insegnamento che viene passato), che comunque fa la sua figura e incarna un ruolo interessante (quello dell'alunno avanzato).

Il film comunque va benissimo anche così, ricco com'è di insegnamenti importanti, pure se alcune sue parti avrebbero meritato una maggiore cura, come ad esempio i dieci minuti finali (gli istanti finali, invece, sono letteralmente da brividi).
Complessivamente, Peaceful warrior - La forza del campione è un film di grande valore, ben fatto e ispirante, a maggior ragione dal momento che trattasi, come detto, di una storia vera (quantomeno, negli eventi di riferimento: personaggi e dettagli vari naturalmente sono un altro discorso).

Chiudo la recensione con le numerosissime frasi di valore del film, che ne illustrano con tutta evidenza l'importanza.

"So più di quanto credi."
"E credi più di quanto sai. Sapere non equivale a saggezza."
"Qual è la differenza?"
"Sai pulire un parabrezza, vero?"
"Sì."
"La saggezza sta nel farlo."

"Che spiegazione mi daresti se ti dicessi che vedo sempre quelle scarpe in un mio sogno?"
"Direi che forse stai ancora dormendo."

"Si può vivere una vita intera senza mai essere svegli."

"Socrate, se sai così tante cose perché lavori in una pompa di benzina?"
"Questa è una stazione di servizio. Noi offriamo servizio: non c'è fine più nobile che servire il prossimo."

"Tu devi iniziare a fare domande migliori."

"Rallenta e assapora un po'."
"Certo che hai un sacco di regole tu."
"Non regole: cose che ho imparato dalla mia esperienza di vita. Perciò direi che mangi in modo distratto."

"È questa la differenza tra noi: tu ti allena in ginnastica, io mi alleno in tutto."

"Tutti ti dicono cosa fare e cosa è bene per te.
Non vogliono che trovi le tue risposte; vogliono che credi alle loro."

"Se fossi il tuo coach, niente carne. Sul serio, niente.
Né tv, né alcol, né droghe, né sesso."

"Io voglio che tu smetta di raccogliere informazioni dall'esterno e  che inizi a trovarle dentro te stesso."

"La gente teme quello che ha dentro... ma è l'unico posto in cui troverà tutto quello che serve."

"Perché non riesci a dormire? Forse perché, a notte fonda, quando i rumori si attenuano e sei lì, sdraiato nel letto e non c'è nessuno tranne te, allora forse hai un po' paura...  paura perché d'improvviso sembra tutto così vuoto.
Dimmi che non vuoi essere soltanto qualcuno che sale su quegli anelli ed esegue una o due acrobazie ben fatte. Dimmi che vuoi essere qualcuno che usa tutta la sua mente, il suo corpo, in modi che gran parte della gente non oserebbe mai fare. E io ti allenerò, Dan, ad essere un vero guerriero."

"Le persone non sono i loro pensieri; credono di esserlo.
Questo le porta ad ogni sorta di infelicità."

"La mente è solo un organo di riflesso: reagisce ad ogni cosa. Ti riempie la testa con milioni di pensieri ogni giorno, ed ognuno di quei pensieri non rivela di te più di una lentiggine che hai sulla punta del tuo naso."

"Sei fuori di testa."
"Serve tutta una vita di pratica. Anche tu devi uscire dalla tua mente."

"Non me ne sono accorto."
"Non prestavi attenzione. Anche adesso non lo fai: la tua mente è di nuovo piena e ti sfugge tutto quello che succede."

"Butta la spazzatura, Dan.
La spazzatura è tutto ciò che ti separa dalla sola cosa che conta: questo momento, qui, ora.
E quando sarai davvero qui e adesso, ti stupirai di quello che puoi fare e di quanto bene puoi farlo."

"A volte devi perdere la ragione prima di prendere coscienza."

"Devi essere forte se vuoi fare questo. Dove ti condurrò, alcune cose che ti mostrerò... dovrai essere forte e dovrai avere fiducia in me."

"Quando sei un guerriero impari a meditare in ogni gesto."

"Tutto ciò che hai è adesso."

"So che è un momento terribile per te... ci stai facendo attenzione?"

"Ma guardati: aggrappato con tutte le tue forze, con la paura di cadere.
Beh, io dico: cadi, non è che rinunci a qualcosa."

"Prima realizzazione di un guerriero: non sapere."

"Tutto ha uno scopo, tutto, anche questo, ed è compito tuo trovarlo."

"Non c'è migliore. 
Non sarai mai migliore, come non sarai mai peggiore di chiunque altro."

"Il vizio è il problema. 
Quello che conta è essere cosciente delle tue scelte e responsabile delle tue azioni."

"La morte non è triste. La cosa triste è che il più delle persone non vive affatto."

"Un guerriero non rinuncia mai a quello che ama.
Egli trova l'amore in quello che fa."

"Un guerriero non significa perfezione, né vittoria, né invulnerabilità. Significa assoluta vulnerabilità. È questo il vero coraggio."

"Che allenamento pensi che possa fare? Ho avuto un incidente."
"L'incidente è il tuo allenamento."

"La vita è scegliere: puoi scegliere se vuoi essere una vittima o qualunque altra cosa vuoi."

"Il guerriero agisce; lo stolto reagisce."

"Non c'è un inizio o una fine; solo il fare.

"Quasi tutta l'umanità condivide la tua situazione: se non ottieni quello che vuoi, soffri; e anche se ottieni esattamente quello che vuoi, soffri comunque, perché non puoi aggrappartici per sempre."

"Niente può essere immutabile."

"Il viaggio ci rende felici, non la destinazione."

"Dove sei, Dan?"
"Qui."
"Che ora è?"
"Adesso."
"Che cosa sei?"
"Questo momento."

Fosco Del Nero



Titolo: Peaceful warrior - La forza del campione (Peaceful warrior).
Genere: drammatico, psicologico, esistenziale
Regista: Victor Salva.
Attori: Scott Mechlowicz, Nick Nolte, Amy Smart, Ashton Holmes, Paul Wesley, B.J. Britt, Tim DeKay, Agnes Bruckner, Ray Wise, Beatrice Rosen.
Anno: 2006.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

giovedì 1 marzo 2012

Laputa - Castello nel cielo - Hayao Miyazaki

Come già riferito in diverse occasioni, ho visto tutti i film di Hayao Miyazaki, anche se non tutti erano ancora stati recensiti su Cinema e film, dal momento che alcuni li ho visti diversi anni fa prima dell’apertura del blog.

A cui si aggiungono I sospiri del mio cuore, Pom Poko e il recentissimo Arrietty, da Hayao Miyazaki sceneggiati ma non diretti, nonché I racconti di Terramare, diretto al contrario dal figlio Goro Miyazaki.

Questa lista viene arricchita ora con Laputa - Castello nel cielo, film diretto da Hayao Miyazaki nel 1986 che rientra nel filone fantastico-epico di Miyazaki, contrapposto a quello più leggero da commedia (per quest’ultimo cito casi come Totoro, Kiki - Consegne a domicilio, o i recenti Ponyo e Arrietty), anche se condito da una buona dose di umorismo, che lo rende meno serio di film come Nausicaa o Principessa Mononoke.

La storia è ambientata in una società rurale di minatori, e precisamente in un paese letteralmente abbarbicato sul fianco di una montagna e attraversato da una lunga e contorta linea ferroviaria.
Quest’architettura originale sarà il punto di partenza della storia, che coinvolgerà, come spesso accade con Miyazaki, due adolescenti: lui è Pazu, giovane aiutante del fabbro della miniera, mentre lei è Sheeta, ragazza la quale gli cade letteralmente tra le braccia dal cielo e con cui inizierà un’esaltante e pericolosa avventura alla ricerca di Laputa, la misteriosa terra nel cielo sede di un’antica razza umana.
Avventura certo non facile, tallonati come sono sia dai pirati che dall’esercito, ognuno con i suoi propri interessi (il primo di guadagno, il secondo di potere).

Laputa - Castello nel cielo riprende molte tematiche tipiche di Miyazaki, già esplorate in lavori precedenti, come Nausicaa o la mitica serie animata di Conan, ragazzo del futuro: non è certo un caso che Pazu somigli a Conan, Sheeta a Lana e l’esercito al personale di Indastria.
I temi principali del film sono l’ecologia, l’antimilitarismo, la distorsione di potere e denaro, l’amicizia e le relazioni vere... che in definitiva sono la cosa più importante.

Laputa, peraltro, è stato il primo film d’animazione prodotto dallo Studio Ghibli, a quel tempo appena fondato da Miyazaki e Isao Takahata (regista del già citato e vivacissimo Pom Poko).
Film e studio hanno avuto entrambi un successo strepitoso: il primo è già nella storia dell’animazione nipponica, premiato come miglior film d’animazione del 1986, mentre il secondo è ora la società di animazione giapponese più apprezzata in assoluto… e certamente non solo in Giappone, visto che Miyazaki, il suo alfiere principale, è celebre in quasi tutto il globo e che in molti paesi i suoi film sono letteralmente degli eventi al cinema.

In conclusione, Laputa - Castello nel cielo è l’ennesimo, superconsigliato, film capolavoro di Hayao Miyazaki.

Termino la recensione con una citazione tratta dal film: "Per quante spaventose armi si possano brandire, per quanti poveri robot si possano comandare, vivere separati dalla terra non è possibile". 
Un messaggio molto attuale.

Fosco Del Nero



Titolo: Laputa - Castello nel cielo (Tenku no shiro Laputa).
Genere: anime, animazione, fantasy, commedia.
Regista: Hayao Miyazaki.
Anno: 1986.
Voto: 8.
Dove lo trovi: qui.

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