La recensione di oggi è dedicata a un film del 1991 che non avevo mai sentito e che mi hanno consigliato: Un medico, un uomo.
La regista è Randa Haines, che non avevo ugualmente mai sentito (e che in effetti ha diretto solo pochi film, nessuno di successo), mentre l’attore protagonista è William Hurt (che viceversa ha avuto una buona carriera: Dark City, Alice, Into the wild, The village, Stati di allucinazione, Figli di un dio minore).
Ecco in sintesi la trama di Un medico, un uomo: Jack MacKee è un medico chirurgo di talento, tanto apprezzato quanto arrogante. Ha un’alta opinione di sé, tratta tutti con una certa distanza, compresi la moglie e il figlioletto, per non parlare dei colleghi o dei suoi allievi, ed è fermamente convinto che per essere un buon dottore, e in particolare un buon chirurgo, non serva provare affetto e vicinanza verso i pazienti, e che anzi questo sia un fattore che distrae e che “fa tremare la mano”.
Il suo punto di vista sul rapporto medico-paziente cambierà nettamente però quando lui stesso diverrà paziente per via di un tumore alle corde vocali, che lo metterà a dura prova sia come essere umano sia come professionista.
In tale percorso di cambiamento, sarà aiutato da Jane, una donna con un tumore al cervello in fase avanzata e prossima alla morte.
In breve, tutto Un medico, un uomo sta in queste poche parole e in questi eventi, e la cosa è chiara fin dall’inizio, per così dire: l’elemento rilevante del film non consiste tanto nella trama, tutto sommato assai semplice, quanto nei sentimenti del protagonista, che vengono vissuti “per procura” anche dallo spettatore.
Essenzialmente, stiamo parlando di compassione e di empatia…
… col tutto che, a dirla tutta, diviene un poco noioso e scontato alla lunga, anche perché il passaggio del protagonista, seppur apprezzabile, è assai prevedibile nell'evoluzione e un po' pesante nei modi.
E, tolto tale passaggio-cambiamento del protagonista, rimane un film drammatico su malessere interiore, paura, malattia e disfunzionalità del sistema sanitario.
E per fortuna che il protagonista è un tipo tendente all’umorismo, se no il film sarebbe stato ancora più pesante e noioso, e anzi ciò lo salva da una valutazione ancora più pesante.
Insomma, in conclusione, Un medico, un uomo è un film affatto imperdibile, che ha un valore elusivamente se il passaggio di cui sopra non si è ancora compiuto nello spettatore (medico, magari, o comunque operatore nel campo della salute), che dunque ne beneficerà con la visione.
A parte questo, si tratta di un film drammatico un po' lento e greve su tristezza interiore e malattia esteriore.
Fosco Del Nero
Titolo: Un medico, un uomo (The doctor).
Genere: drammatico.
Regista: Randa Haines.
Attori: William Hurt, Christine Lahti, Elizabeth Perkins, Ken Lerner, Wendy Crewson, Mandy Patinkin, Tony Fields, Charlie Korsmo, Adam Arkin.
Anno: 1991.
Voto: 5.
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