Tempo fa ho avevo visto e recensito il manga Touch, il fumetto che ha dato larga fama a Mitsuru Adachi, tanto in Giappone quanto nel mondo occidentale.
Nel mentre, peraltro, mi ero letto altri fumetti del mangaka giapponese, tra cui Rough, Miyuki, Slow step, Misora per sempre (i primi due i migliori, Miyuki via di mezzo, e gli ultimi due i peggiori… ma comunque al di sopra della sufficienza).
Non pago di questo scavo nel passato, son andato a vedermi anche Prendi il mondo e vai, la serie animata tratta da Touch, che quando ero bambino veniva trasmessa su Italia 1 ma che ai tempi avevo snobbato in quanto cartone “moscio”.
In realtà, non era affatto moscio, ma semplicemente introspettivo, delicato e sensibile, molto lontano dalle rotte tipiche di quel periodo: robot, azione, magia, drammi e sentimenti, etc (al tempo i miei preferiti erano Ken il guerriero, Holly e Benji, Ranma, Maison Ikkoku, È quasi magia, Johnny, Conan, il ragazzo del futuro e Flo, la piccola Robinson, mentre i robottoni spaziali non mi hanno mai attirato).
Ci ho messo un po’ di tempo per rivalutare Prendi il mondo e vai, ma tutto è bene quel che finisce bene.
La serie animata segue passo passo il fumetto, pur permettendosi qualche leggera deviazione, e propone in ben 101 episodi l’epopea di Tatsuya, Katsuya e Minami… per l’occasione trasformati in Tom, Kim e Minami, in omaggio alla barbara usanza di allora di rendere italiani o inglesi gli originali nomi giapponesi: a tal riguardo, grida ancora vendetta il trio Kyosuke-Madoka-Hikaru trasformato in Johhny-Sabina-Tinetta.
Anzi, nel caso di Touch, il cui titolo dell’opera è stato ugualmente banalizzato in Prendi il mondo e vai, si è mantenuto qualcosa dei nomi originali: Minami è rimasta Minami, mentre i due maschietti hanno mantenuti le iniziali, ch'erano presenti graficamente nell’opera su magliette e cappellini.
Altra pessima abitudine nostrana di quei tempi: rifare le sigle dei cartoni, sovente modificando di molto l’energia originaria di sigla e opera. Nel caso di Touch, la sigla italiana, cantata da Cristina D’Avena, non è nemmeno malaccio, ma scompare letteralmente rispetto alle sigle giapponesi, che peraltro erano non una ma cinque: se l’ultima era un po’ moscia (quella sì), le prime quattro, che si davano il cambio man mano che gli episodi procedevano, erano davvero belle e toniche; iniziare con quelle o con la canzonetta melodica e sentimentaloide di Cristina D’Avena non è affatto la stessa cosa.
Per il resto, l’anime mantiene abbastanza inalterato lo spirito contemplativo e introspettivo del fumetto originario, pur non riuscendo a trasferirlo interamente su schermo.
Per quanto il “trasferimento” non sia stato perfetto, e nonostante un doppiaggio alle prese con evidenti limiti e gestione fai da te, poco professionale, il risultato finale è in ogni caso godibile, e non si tarderà ad affezionarsi ai vari personaggi: il trio protagonista, ma anche i loro genitori, i compagni di scuola e di squadra, e via discorrendo, compresi i cani parlanti della famiglia di Kim e Tom.
Non esito anzi a dire che da Touch ai prodotti d’intrattenimento medi odierni per il mondo infantile si sono fatti parecchi passi indietro, e non pochi.
Fa nulla: come si è scesi, così si risalirà.
Fosco Del Nero
Titolo: Prendi il mondo e vai - Touch (Touch).
Genere: anime, sportivo, commedia, sentimentale.
Regista: Hiroko Tokita.
Anno: 1999.
Voto: 7.5.
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