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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

giovedì 13 agosto 2020

Il seme della follia - John Carpenter

Dopo alcuni film degli anni “80, faccio un salto in avanti negli anni “90 per recensire Il seme della follia, film di John Carpenter.
Il suddetto regista è noto soprattutto per film horror quali La cosa, Il signore del male e questo stesso Il seme della follia, anche se io l’ho apprezzato soprattutto in They live - Essi vivono in virtù dei risvolti simbolici della storia… alcuni simbolici e alcuni letterali (ho recensito anche Dark star).

Nell’accostarmi a Il seme della follia speravo dunque in qualcosa di questo tipo, tuttavia son stato in parte deluso, visto che il film si muove assolutamente sul primo versante, mentre il secondo è meno  rilevante (ma qualcosa pur c’è).

Partiamo dalle basi: il film è ispirato a un racconto di H.P. Lovecraft, maestro dell’incubo che era uno dei miei scrittori preferiti da adolescente, e segnatamente a Le montagne della follia, che il film ricorda anche nel titolo (il titolo originale del film, a proposito, è In the mouth of madness, letteralmente "Nella bocca della follia"). Parliamo quindi di orrore, e soprattutto di un orrore mentale, psicologico, interiore, ancor prima che fisico ed esteriore… ciò che è poi il vero orrore, la vera paura, perché va a toccare l’interiorità umana senza basare viceversa la storia su effetti speciali, mostri, rumori spaventosi e improvvisi, etc.

Intendiamoci, non che ne Il seme della follia i mostri manchino, tutt’altro, ma non sono mostri che aggrediscono e uccidono, bensì mostri che generano così tanta inquietudine e orrore da condurre alla pazzia. Difatti, sul primo versante il protagonista non si fa nemmeno un graffio, mentre sul secondo finisce rinchiuso in una cella di un manicomio.
Il film peraltro inizia proprio così, col protagonista folle e rinchiuso in cella, per poi riavvolgere il nastro all’inizio tramite un racconto e giungere infine al finale, che è un finale ambiguo e che si presta a varie interpretazioni.

Ma ecco la trama sommaria del film: John Trent (Sam Neill; Merlino, L’uomo bicentenario, Daybreakers - L’ultimo vampiro) è un investigatore privato specializzato in truffe contro le assicurazioni, il quale viene mandato a indagare, dall’editore Jackson Harglow (Charlton Heston; Il pianeta delle scimmie, 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, 2022: i sopravvissuti), in coppia con l’affascinante Linda Styles, sulla sparizione del celebre scrittore Sutter Cane, un autore in stile Stephen King, che difatti è citato nel film, famoso in tutto il mondo e capace di vendere un miliardo di copie (questo forse è l’elemento più fantastico del film).
L’autore in questione è sparito, il suo agente è impazzito e ha cercato di uccidere delle persone con un’ascia finendo per essere lui stesso ucciso da un agente di polizia, e in giro pare crescere il livello di pazzia, che a Sam vien detto essere connesso con gli stessi libri di Cane, a quanto pare capaci di rendere folli le persone, col fine ultimo che sarebbe quello di riportare in vita antiche entità malvagie fino a quel momento dormienti.
John Trent indaga e indaga… fino a diventare pazzo egli stesso, come illustra fin da subito l’incipit del film.

Il seme della follia è un signor film horror, un vero horror, non a caso indicato a volte come il miglior film di Carpenter e a volte come uno dei migliori film dell’orrore mai prodotti.
La sua efficacia è ottima, usa l’effetto speciale ma solo come contorno a una storia conturbante, ha scene inquietanti ma ancor più inquietante è la sua atmosfera, e riesce nell’intento di risultare originale pur essendo fortemente citazionista: Lovecraft, King, un misterioso autore di libri, la città fantasma, la chiesa sconsacrata, bambini diabolici, persone-zombie, mostri vari, un libro maledetto, etc.

Inoltre, pur senza assurgere ai livelli di simbolismo di Essi vivono, film che tecnicamente gli è inferiore ma che gli è superiore come messaggio, porta esso stesso qualche simbolo, come il protagonista che guarda il film di sé stesso, come il protagonista che sogna di essere in un sogno e che inizia ad aver difficoltà a distinguere quale è la realtà, o come qualche frase di valore psicologico.

“Non c'è più niente che mi sorprenda. Abbiamo distrutto l'aria, il mare, abbiamo distrutto la nostra salute... perché non completare l'opera distruggendo anche il nostro cervello?”

“È reale quello che noi crediamo che sia reale.”

“Sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli. Se un giorno i pazzi fossero la maggioranza, lei si ritroverebbe rinchiuso in una cella imbottita e si chiederebbe cosa sta succedendo fuori.”
“No, questo non accadrebbe.”
“Le accadrebbe se scoprisse che la sua realtà non esiste più. Si sentirebbe solo se fosse l’unico sano di mente.”

“Io posso vedere.”

“Lui ti vede.”

“Io so quello che sono.”
“Davvero?”

“Non è la realtà.
Non è la realtà.
Non è la realtà.”

In effetti, accanto al genere orrorifico del film, il suo tema interiore pare proprio essere quello della difficoltà a distinguere tra realtà e finzione, tra veglia e sonno, insieme a quello del libero arbitrio… temi che hanno la loro valenza esistenziale, per quanto qua posta in penombra dall’architettura spaventevole.

Nel complesso, Il seme della follia mi è piaciuto: è un eccellente film nel suo genere… il punto, semplicemente, è che il genere in questione con gli anni ha smesso di interessarmi. Quanto c’è in esso di simbolico merita comunque la visione, sempre se non si è troppo suscettibili alla “confezione horror”; in quest’ultimo caso, ci si può orientare su film dai contenuti simili ma diversi nella forma e nel genere, come Existenz o Il tredicesimo piano.

Fosco Del Nero



Titolo: Il seme della follia (In the  mouth of madnesss).
Genere: horror, grottesco.
Regista: John Carpenter.
Attori: Sam Neill,  Julie Carmen, Charlton Heston, Jürgen Prochnow, Hayden Christensen, Kevin Zegers.
Anno: 1994.
Voto: 7.5.
Dove lo trovi: qui.


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