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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

mercoledì 10 luglio 2019

La tartaruga rossa - Michael Dudok de Wit

La tartaruga rossa è stato fortemente pubblicizzato come l’ultimo film uscito dallo Studio Ghibli, la celebre casa d’animazione giapponese, ma ad essere più precisi lo Studio Ghibli è solo uno dei cinque produttori della pellicola, che è una coproduzione franco-belga-nipponica.

La cosa è evidente, peraltro, in ogni cosa: nei disegni, nei tratti dei personaggi protagonisti, nella trama, nel fatto che manchino dei dialoghi.

La tartaruga rossa, difatti, non è un film muto, giacché vi sono musica e suoni vari, ma non ha una sola parola, cosa che piacerà poco in partenza a tante persone… beh, alla quasi totalità degli spettatori da cinema, direi.

Il tratto visivo è piuttosto bello, con l’animazione fatta a mano con acquerello e carboncino: disegni e colori sono di qualità, e la cosa certamente non sorprende.
Tra l’altro, se il prodotto non è propriamente un prodotto Ghibli, e infatti in cabina di regia c’è Michael Dudok de Wit, regista e animatore olandese alla sua prima esperienza nel lungometraggio, come produttore e supervisore c’è il solito Isao Takahata, il socio di Hayao Muyazaki nello Studio Ghibli, il che è una discreta garanzia.

Ecco in grande sintesi la trama de La tartaruga rossa: un uomo affronta un naufragio, e il mare in tempesta lo porterà su una piccola isola deserta, da cui, dopo essersi ambientato e aver visto cosa ha a disposizione a livello di acqua, cibo, alberi, etc, cerca di fuggire costruendosi una zattera d’emergenza.
Ci prova una, due, tre volte, ma ogni volta il suo mezzo viene distrutto da una creatura sottomarina che attacca la barca, e che si rivelerà essere una grossa tartaruga rossa.

Un giorno, sorpresa la tartaruga sulla spiaggia, l’uomo si vendica, colpendola violentemente alla testa, e poi capottandola, costringendola così ad affrontare sole, sete e fame, fino ovviamente alla morte.
Se non che la tartaruga… 

Non dico altro altrimenti svelerei l’essenza del film, che in sintesi va a descrivere diverse fasi della vita umana: i problemi e gli ostacoli, la scoperta, la solitudine, la speranza e la frustrazione, e poi l’amore, la vecchiaia e la morte. 

Il film è di valore, bello ed educativo, per quanto a mio avviso ben lontano dai capolavori dello Studio Ghibli, da La città incantata Il castello errante di Howl.

Il tocco Ghibli, paradossalmente, si nota più per dettagli come la presenza e la giocosità dei granchietti che popolano la spiaggia dell’isoletta. 

Nel complesso, La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit più che un film d’animazione classico è una sorta di poesia in lungometraggio, che credo non deluderà coloro che vorranno cimentarsi con essa e che non hanno paura di un film senza parole.

Fosco Del Nero 



Titolo: La tartaruga rossa (La tortue rouge).
Genere: anime, animazione, fantastico.
Regista: Michael Dudok de Wit.
Anno: 2016.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.

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