Credo di essere arrivato a Il pranzo di Babette dalla filmografia di Bibi Andersson, protagonista dei bellissimi film Il tempo delle fragole e Il settimo sigillo, entrambi di Ingrid Bergman. Tuttavia, avrei potuto arrivarvi anche dalla filmografia di Stéphane Audran, la quale peraltro è la protagonista del film, e che era stata protagonista anche dell’affascinante Il fascino discreto della borghesia, di Luis Bunuel.
Ad ogni modo, fatto sta che vi sono arrivato, per cui procediamo con la recensione, partendo dalla trama di questo film danese del 1987… che tuttavia sembra assai più vecchio rispetto alla fine degli anni “80: alla fine dell’Ottocento le due sorelle Martina e Philippa (chiamate in tal modo in onore rispettivamente di Martin Lutero e Filippo Melantone), figlie di un pastore protestante, hanno ereditato dal padre, guida sociale e spirituale, l’onore e l’onere di guidare la della comunità del posto, la quale porta avanti il suo stile di vita puritano in coerenza con la guida che fu del decano. Le due sono ormai anziane, ma nel corso della loro vita, giovani e belle com’erano, hanno rifiutato numerosi corteggiatori, tra i quali spiccano le figure del gendarme Lorens Lowenhielm e del cantante d'opera Achille Papin, i quali compariranno nel corso del film, il quale parte per l’appunto dalla giovinezza delle due donne per proseguire con la loro età matura.
Un bel giorno arriva nella suddetta comunità Babette, una donna francese ricercata in patria e costretta a fuggire dopo che suo marito e suo figlio sono stati uccisi. Essa diviene la donna di servizio delle due sorelle, che le offrono ospitalità su richiesta di Papin. Nel giorno della commemorazione del decano, Babette si offre di cucinare un pranzo per i rappresentanti della comunità, cui si aggiunge anche Lowenhielm, nel frattempo divenuto generale. I suddetti rappresentanti, che nel corso degli anni si erano trascinati dietro dissapori e antipatie, trascinati dalla bontà del cibo e dall'atmosfera affettuosa e premurosa, sciolgono letteralmente la loro reciproca acrimonia, e tornano ad essere gli affettuosi amici e vicini che furono un tempo. Il generale commenta così il pranzo e la situazione creatasi: “Rettitudine e felicità si sono baciate”.
Ecco ora il mio commento: Il pranzo di Babette è un esempio di rara ipocrisia, o comunque di rara cecità, quella che peraltro coinvolge gran parte dell’umanità di oggi, e dunque anche del 1987. Non mi ha sorpreso in tal senso leggere che si tratta del film preferito di Bergoglio, che ha addirittura citato in un’esortazione apostolica. Difatti da un lato il film filosofeggia su amore, condivisione, felicità e rettitudine, mentre dall’altro lato propone un vero e proprio massacro di creature viventi, che evidentemente non rientrano nel disegno di compassione né di Bergoglio né della comunità protestante danese in questione: teste di vitelli, teste di maiali, piccoli uccellini, una bellissima tartaruga di cui si magnifica il brodo e via discorrendo. In breve, Il pranzo di Babette è un inno alla crudeltà e alla mancanza di compassione, altro che cristianesimo o rettitudine.
Per carità, lo so che i tempi erano e son tuttora questi (anche se stanno cambiando, grazie a Dio, in una direzione di maggior empatia e connessione con la natura), però fa specie leggere che un papa, che in teoria dovrebbe essere esempio di compassione e amore, citi questo film come suo preferito, solo perché a parole si dice una cosa… ma nei fatti fa vedere tutt’altro (come peraltro in linea con l'apostolato contemporaneo, parecchio lontano dagli insegnamenti di Cristo).
Il film in sé ha un suo valore, intendiamoci, e son molto belle le canzoni che vengono cantate, e son molto belli i costumi e la fotografia (elementi valsigli premi e nomine vari), e anche la sceneggiatura ha una sua originalità, e vi è anche qualche bella frase, ma il contrasto paradossale che ho evidenziato lo rende essenzialmente un film vuoto, e anzi ai miei occhi un ottimo esempio di quei “sepolcri imbiancati” di cui parlava Gesù.
Fosco Del Nero
Titolo: Il pranzo di Babette (Babettes gaestebud.).
Genere: commedia.
Regista: Gabriel Axel.
Attori: Stéphane Audran, Jarl Kulle, Lisbeth Movin, Bendt Rothe, Bibi Andersson, Preben Lerdorff Rye, Else Petersen, Vibeke Hastrup, Ebbe Rode, Pouel Kern, Jean-Philippe Lafont.
Anno: 1987.
Voto: 5.
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