Lo dico subito: credo che non avessi mai visto per intero Shining, il film di Stanley Kubrick, che purtuttavia conoscevo per via di molte delle sue scene culto nonché per la trama generale. Di sicuro, non lo avevo mai visto nella versione lunga da oltre 140 minuti, ossia nella versione americana, mentre la versione europea si ferma a 119 minuti, avendo dunque parecchie scene in meno.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1977 di Stephen King.
Ecco la trama sommaria di Shining: Jack Torrance (Jack Nicholson; Le streghe di Eastwick, Qualcosa è cambiato, L’ultima corvè, Non è mai troppo tardi, L’onore dei Prizzi) è un ex insegnante che ora fa lo scrittore. In un periodo di crisi d’ispirazione, accetta il lavoro di custode dell’Overlook Hotel, un grande e bellissimo complesso turistico immerso nelle Montagne Rocciose, il quale d’inverno chiude in quanto difficilmente raggiungibile per via dell’abbondante neve. L’uomo, insieme alla devota moglie Wendy (Shelley Duvall) e al figlioletto Danny (Danny Lloyd), s’appresta dunque a vivere un inverno molto solitario… ch'è quel che desidera per ritrovare l’ispirazione e scrivere un buon romanzo.
Tra gli altri personaggi della storia, da citare anche Dick Hallorann, il cuoco dell’albergo, l’unico che si accorge che il piccolo Danny ha dei poteri extrasensoriali, che lui chiama “luccicanza”… da cui il titolo dell’opera, Shining.
Stanley Kubrick, con Shining, ha realizzato un capolavoro per il semplice motivo che non si è adattato al genere cui si è dedicato, l’orrore, secondo i canoni tipici di quel genere, ma lo ha vissuto alla propria maniera, in modo lucido, esteticamente impeccabile, con atmosfera e turbamenti interiori più che con esplosioni di rumori o scene eclatanti.
In effetti, il grosso del film non è nemmeno un horror, ma un thriller psicologico, mentre le scene soprannaturali sono davvero poche, e peraltro si possono ricondurre alla psiche dei personaggi coinvolti: la scena del sangue, le due bambine, la donna nella vasca da bagno… il resto sono le turbe mentali del bravissimo Jack Nicholson.
Inoltre, non posso non notare che il film prende spunto da alcune verità energetico-esoteriche, senza dubbio ben note a Kubrick non solo in quanto autore di questo film ma più in generale perché persona vicino a certi ambienti (come dimostra Eyes wide shut, il film per cui probabilmente ha perso la vita):
- la reincarnazione di un personaggio in una vita successiva,
- il riconoscimento di posti già visti, pur se in un’altra esistenza,
- la traccia energetica che certi eventi particolarmente intensi lasciano nei luoghi in cui sono avvenuti,
- l’influenzamento/possessione da parte di qualche entità invisibile di persone particolarmente deboli/fragili/risonanti,
- la sensibilità particolare di alcuni esseri umani (visioni, voci, sensazioni).
“Quando capita qualcosa di brutto, a volte possono restare delle tracce di quello che è avvenuto.
Certe cose che succedono possono lasciare traccia di quel che è accaduto.”
Conclusione: Shining di Stanley Kubrick è un gran film, che non a caso risulta sempre nelle classifiche dei migliori film horror di tutti i tempi, battuto solo da L’esorcista (altro film con tematiche spirituali).
Certamente non è un film piacevole da vedere spesso, data l’energia pesante che porta, ma che comunque val la pena di vedere almeno una volta.
Una curiosità: le recensioni iniziali del film furono tiepide e altalenanti; non piacque a Stephen King, non piacque a molti critici ed ebbe persino due nomination per i Razzie Awards (una per la peggior attrice protagonista, e questo si può capire; l'altra per la peggior regia, e questo si può capire assai di meno). Tuttavia, a dispetto di alcune critiche, Shining divenne ben presto un vero e proprio film di riferimento per il genere.
Fosco Del Nero
Titolo: Shining (The shining).
Genere: horror, thriller.
Regista: Stanley Kubrick.
Attori: Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Barry Nelson, Philip Stone, Joe Turkel.
Anno: 1980.
Voto: 8.
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